Visualizzazione post con etichetta cucine dal mondo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cucine dal mondo. Mostra tutti i post

lunedì 28 aprile 2025

Muffin (o plumcake) al cioccolato, olio di oliva e zucchine per il Club del 27


Ho visto per la prima volta la ricetta di una torta al cioccolato che incorporasse le zucchine circa 25 anni fa; la ricetta mi aveva stupita, l'avevo diligentemente copiata e ogni tanto me l'andavo a rileggere, ma mai mi è venuta la tentazione di farla. Da allora il web si è riempito di torte alle zucchine, e mai sono stata sfiorata dal pensiero di provarne una. Fino ad oggi, quando Ilaria ha proposto al Club del 27 le ricette tratte dal libro Seven Spoons di Tara O'Bready, e anche qui non sono stata attirata dalla presenza delle zucchine, bensì da quella dell'olio di oliva, un ingrediente insolito nei dolci.

La prima cosa che mi ha colpita è stato il trattamento delle zucchine, dopo essere state ridotte a julienne: è il solito metodo di tamponarle tra due canovacci per assorbire il liquido in eccesso, un metodo che mi è piuttosto antipatico e che mi ha fatto venire in mente, per contrasto, le frittelle di zucchine di Alice Zavlasky, dove l'umidità delle zucchine viene invece sfruttata e si fa uso della farina di ceci al posto dell'uovo, per legarle. Ho quindi pensato di fare un esperimento: preparare metà dose asciugando le zucchine e usando l'uovo e metà dose senza uovo, con l'umidità delle zucchine e la farina di ceci a farne le veci. La farina di ceci infatti, unita al liquido rilasciato dalle zucchine, si comporta come un uovo e funge egregiamente da legante (non a caso si usa l'acqua di cottura dei ceci per fare le meringhe vegane).  

 Per distinguere le due ricette, ho decorato con le noci i muffin fatti seguendo la ricetta originale.

Preciso subito che le dosi della ricetta originale erano per due pagnotte, da cuocere in due stampi da plumcake di cm 21 x 10, ma che l'Autrice afferma che spesso cuoce metà dose nello stampo da plumcake e l'altra metà negli stampini da muffin. Per semplificarmi la vita, ho voluto usare gli stampini da muffin.

L'Autrice spiega che ha chiamato la ricetta "Bread", pane, perché il latticello, l'olio d'oliva e la farina integrale rendono questa preparazione più simile a un pane da colazione che a una torta. 

Mi sono trovata male con i suoi tempi di cottura dei muffin (18 minuti a 175 °C), quando l'impasto cuoce 50 minuti nello stampo da plumcake. Di fatto ho prolungato la cottura dei muffin, arrivando a 35 minuti per entrambe le versioni.

Come al solito, le altre ricette realizzate dai colleghi del Club del 27 sono riportate qui.

martedì 22 aprile 2025

Enchiladas piccanti al cioccolato

 


First things first: BUONA PASQUA A TUTTI!!!

La ricetta che vi propongo oggi è perfetta per una cena informale in stile Tex-Mex, da innaffiare con Margarita o birra Sol / Corona e da consumare in allegria con gli amici. E' pure vegana, il che tutto sommato non guasta, nel quadro di un'alimentazione che va sempre più orientandosi verso lo stile flexitariano, che chiede di dare più spazio ai legumi come fonte proteica della nostra alimentazione quotidiana.

Il mese scorso al Club del 27 abbiamo affrontato il libro Vegan Pantry di Katy Beskov, e nonostante la mia avversione patologica alla cucina vegana (dovuta a sovraesposizione: per anni ho condiviso l'ufficio con una collega vegana, che non era nemmeno tra i più pesanti di costoro: alcuni sono proprio fanatici! Ma tanto mi è bastato per sviluppare una sorta di allergia 😅); nonostante la mia avversione per la cucina vegana, dicevo, ho trovato nella selezione propostaci da Ilaria tante ricette interessanti che mi hanno incuriosita. La prima sono state queste enchiladas: nessuno dei colleghi del Club le ha proposte, ma a me è venuta l'acquolina in bocca mentre ne leggevo la ricetta e mi ero ripromessa di proporla più tardi, così oggi eccomi qui. 

In parte questa ricetta mi ha ricordato il Chili al cioccolato, della stessa Autrice, che avevo preparato l'anno scorso sempre per il Club del 27; in ogni caso il cioccolato nelle preparazioni salate mi affascina sempre - e in questo caso sapevo che l'abbinamento con i fagioli era vincente. Il cioccolato infatti regala una profondità di sapore ai piatti, simile a quella che si ottiene dopo una lunga cottura, qui accentuato dall'uso della paprika affumicata e del sale affumicato.

Il cioccolato da usare qui era un fondente normale, quindi con il 55-60% di cacao. Io ne avevo in casa uno al 99%, quindi ho corretto l'eccessiva amarezza raddoppiando le dosi di zucchero muscovado e aumentando leggermente il sale, la cui caratteristica è appunto quella di tagliare l'amaro.

Ho finito di tediarvi con l'introduzione, 😇passiamo alla ricetta:

lunedì 14 aprile 2025

Crepes formaggiose al curry (Ottolenghi)


I libri di Ottolenghi hanno questo effetto su di me: una volta che ne apro uno, non trovo pace se non ho provato almeno un po' di ricette. 

Comfort non fa eccezione: è pieno zeppo di segnalibri, e un imperativo categorico interiore mi sta spingendo a fare una ricetta dopo l'altra.

In questo periodo ho il trip delle crepes, motivo per cui ho dovuto provare queste al curry e Gruyère, da tanto mi attiravano. 

Una cosa mi ha fatto sorridere, nella lista ingredienti: il pollo arrosto avanzato. A casa mia il pollo non avanza mai, non c'è verso: me lo spolpo con gusto fino all'ultimo frammento di carne. Sono andata in rosticceria apposta per comprarlo per questa ricetta, da tanto non riuscivo a tenerne un poco da parte!

lunedì 7 aprile 2025

Zuppa di pomodoro speziata

 


"E adesso che ho in frigo 300 g di harissa alla rosa, come la uso?", mi sono chiesta. Preparando queste crepes, ad esempio. Oppure la zuppa che vi presento oggi, la Rich and Spicy Tomato Soup di Sue Quinn preparata da Stefi-Araba per Starbooks nel 2020. Un piatto che mi aveva attirata anche allora, e che mi ha ricordato l'amica Giulietta proprio commentando su FB il post sull'harissa alla rosa. L'avevo dimenticato, quindi l'ho rifatto la settimana dopo, quando un calo delle temperature mi ha fatto venir voglia di qualcosa di caldo per cena.

In questa zuppa l'intensità di sapore è donata dall'arrostitura dei pomodori in forno, dal cioccolato fondente e dall'harissa alla rosa. Il cioccolato tempera l'acidità dei pomodori e aggiunge profondità al loro umami, dice Sue Quinn nell'introduzione alla ricetta. I sapori sono bilanciati alla perfezione, e la gradevole piccantezza della zuppa ne fa un piatto assolutamente non banale, ottimo da servire anche agli ospiti.

Volendo, si può usarla anche per condire la pasta: basta farla restringere un po' di più, ottenendo un sugo denso. Io l'ho usata per condire degli gnocchi di patate e ne sono rimasta molto soddisfatta.

lunedì 31 marzo 2025

Crepes (o pancakes) con cavolo cappuccio all'harissa alla rosa e Taleggio (Ottolenghi)


Ottolenghi colpisce ancora, e lo fa con un piatto semplice e saporitissimo, una vera coccola per le cene di questo inizio di primavera. Ho trovato la ricetta di queste crepes con cavolo cappuccio all'harissa alla rosa e Taleggio sul suo sito; lui a dire il vero usa i pancakes, che possono essere dolci o salati, fatti in casa oppure comprati. Io ho preferito fare delle crepes, non so dirvi esattamente perché: forse perché le faccio più spesso e ci ho preso la mano. E ho benedetto la mia "ribellione", perché ho voluto provare la ricetta delle sue crepes pubblicata su Comfort, e l'ho trovata molto migliore della mia ricetta abituale!

Anche questa ricetta, come il pollo arrosto di Zia Pauline, è stata fatta due volte nel giro di pochi giorni a causa di una serie di foto davvero inguardabili; mi sa che questa cosa dei lapsus freudiani culinari mi sta sfuggendo di mano. 😆 O forse era una scusa per consumare le crepes che mi erano avanzate. 😇

Se non trovate l'harissa alla rosa usate l'harissa normale dimezzandone la quantità e aromatizzandola con un quarto di cucchiaino di acqua di rose per uso alimentare. Io però vi consiglio di dare un'occhiata al mio post della settimana scorsa e di farvene un bel vasetto: scoprirete che è una droga di cui non potrete più fare a meno.

Queste crepes sono molto sostanziose e saziano parecchio: se le servite come primo piatto una a testa è sufficiente, se invece sono un piatto unico per una cena veloce e gustosa (e pure quaresimale! 😇), due a testa saranno perfette.

Personalmente, trovo che la farcia sia ottima anche da servire come contorno a un arrosto invernale: verdure miste spadellate con una gradevole puntina di piccante.

giovedì 27 marzo 2025

Tofu affumicato e melanzane al miso bianco


Come sapete, non cucino volentieri piatti vegani "a comando". Quest'anno a gennaio abbiamo saltato veganuary con mia somma gioia, ma il Club del 27 è implacabile 😆e ci ha assegnato un libro di cucina vegana in marzo.  Ho deciso che in Quaresima va bene pure quella, tanto più che Vegan Pantry di Katy Beskov è molto ricco di spunti interessanti anche per noi carnivori, e non necessariamente perché siamo in penitenza. 


Mio malgrado devo confessare che ho adocchiato diverse ricette, che mi riprometto di provare. La ricetta di oggi è a base di tofu affumicato e melanzane conditi con miso bianco, burro di arachidi, sciroppo d'acero, aglio e zenzero. Un mix di dolce e salato sicuramente stuzzicante per il palato, per un piatto che strizza l'occhio alla Cina e non lesina sul sapore.

Una valida alternativa al tofu (ho fatto un po' fatica a trovare quello affumicato), che però rende il piatto vegetariano e non più vegano, è l'Halloumi, un formaggio cipriota che si presta molto bene alla cottura al forno o alla piastra; ma anche il Primosale nostrano, secondo me, ci starebbe benissimo.

Ho trovato alcune imprecisioni nella ricetta: ne ho corretta qualcuna in corsa, mentre altre sono state constatate all'assaggio (le melanzane sono risultate insipide). Riporto la ricetta così come l'avrei scritta io, con le mie modifiche riportate in corsivo. Spiego il motivo delle modifiche nelle note. 

Questo piatto risolve egregiamente una cena infrasettimanale: è facile da fare e può essere accompagnato da riso al vapore.

Troverete i piatti realizzati dagli altri colleghi del Club del 27 a questo link.

lunedì 17 marzo 2025

Harissa alla rosa


Sono tantissime le ricette che spulcio e che hanno nella lista ingredienti l'harissa alla rosa; se fino a qualche anno fa non la si trovava facilmente, adesso con pochi click si può riceverne un vasetto a casa propria in pochi giorni. Volete mettere però la soddisfazione di prepararsela da sé?

Del resto, non sono nuova a preparazioni del genere: dall'harissa normale al sambal oelek passando per la shatta, il mio frigo è sempre ben fornito di condimenti con vari gradi di piccantezza.

Rispetto all'harissa semplice, quella alla rosa è molto meno piccante e con un delicato aroma floreale, pertanto è molto più versatile. 

Anche a questo giro ho dato un'occhiata al web e deciso di preparare questa ricetta, che mi è piaciuta molto.  Jamie Oliver ne propone una versione con i pomodori e i petali freschi di rosa, ma per me che non trovo facilmente quest'ultimo ingrediente, non era fattibile (e poi, diciamocelo, è un po' troppo "addomesticata").

lunedì 10 marzo 2025

Pollo arrosto di Zia Pauline (Ottolenghi)

 


Ho già fatto questo pollo due volte nel giro di 10 giorni non solo perché è buonissimo, ma anche perché la prima volta ero stanchissima e ho fatto qualche errore che si è riflettuto sull'aspetto (non sul sapore!) del piatto, dandomi foto insoddisfacenti. Personalmente, li ritengo dei lapsus freudiani, cioè una scusa per rifarlo al più presto, 😆 anche se mi sono presa a male parole per via della perdita di tempo delle foto, mio noto tallone d'Achille. 😅

Ottolenghi tiene a precisare nell'introduzione che Zia Pauline non è una vera zia, ma un'amica di famiglia di una delle sue collaboratrici, Helen Goh. Entrambe le famiglie erano emigrate in Australia dalla Malesia, loro terra di origine, e si davano appuntamento al parco ogni domenica, dove facevano insieme delle allegre grigliate. Tra le varie pietanze, Zia Pauline portava spesso dei gamberi o del pollo marinati, ed era proprio la marinatura a fare la differenza. Qui viene proposta per il pollo, ed è una bomba di umami.  Io mi ripropongo di usarla anche con i gamberoni, ma comunque funziona a meraviglia, accorciando i tempi di marinatura a qualche ora, anche per le fettine di petto di pollo da cuocere sulla piastra: la scarpetta è assicurata!

Ottolenghi consiglia di abbondare con la marinata, che tiene bene il congelamento e può essere scongelata all'occorrenza, per averla sempre pronta.

lunedì 24 febbraio 2025

Dutch baby salato con pomodori al forno

 

"Se un pancake e una crêpe avessero una storia d'amore, dalla loro unione nascerebbe un Dutch baby" dice Ottolenghi nell'introduzione alla ricetta, e mi è venuto da sorridere pensando che è proprio così. La ricetta è originaria di Seattle, dove nei primi del '900 un ristorante a conduzione familiare gestito da immigrati Tedeschi li serviva alla clientela. Il nome era Deutsch baby, ma la pronuncia risultava difficoltosa agli avventori, che l'hanno contratta in Dutch

Sarà che siamo ancora in inverno (e a mio avviso febbraio è ancora più pazzerello di marzo, con l'aria di primavera che comincia a farsi sentire e nevicate improvvise che la smentiscono), ma in questo periodo avevo proprio voglia di farmi un bel Dutch baby, solo che avrei tanto voluto trovarne una versione salata. Il caso ha voluto che Amazon mi proponesse uno sconto allettante per l'ultima fatica di Yotam Ottolenghi, Comfort; apro il libro e qual è la primissima ricetta? Un Dutch baby salato! Coincidenze? Io non credo. 😄

lunedì 10 febbraio 2025

Branzino al burro bruno con salsa al mandarino ed erbe aromatiche

 

Benché ami molto il pesce difficilmente mi faccio tentare dalle ricette che trovo sui miei libri di cucina, in larga parte stranieri, per il semplice motivo che di regola sono troppo "pasticciate" e il buon pesce non ha bisogno di troppi rimaneggiamenti o troppi sapori aggiunti. Il rovescio della medaglia però, è che le ricette risultino "noiose", o siano comunque sempre le stesse.

Sfogliando Mezcla di Ixta Belfrage però, sono incappata in questo branzino al burro bruno con salsa al mandarino ed erbe aromatiche: mi ha attirato l'abbinamento con il mandarino e, leggendo attentamente la lista ingredienti e il procedimento, mi sono resa conto che la ricetta rispetta il diktat di non coprire il sapore delicato del pesce con aromi strani e/o troppo forti. Nutrivo qualche perplessità sulla salsa di accompagnamento, ma la prova assaggio le ha fugate tutte: questo è un piatto che rifarò molto spesso in futuro! Il sottotitolo di Mezcla è "exciting new recipes", ricette con l'effetto WOW: direi che la promessa è stata mantenuta!

Non fatevi scoraggiare dalla lista ingredienti: sono tutte cose che si trovano facilmente e la realizzazione è davvero veloce: in mezz'ora è tutto pronto in tavola.

lunedì 13 gennaio 2025

Gratin di lasagne alla zucca violina e salvia


Quando riprendi in mano Mezcla di Ixta Belfrage per rifare una sua ricetta, non puoi fare a meno di dargli una sfogliata veloce; è quindi perfettamente naturale che ti cada l'occhio su qualche altro piatto, che casualmente corrisponde a uno dei tanti segnalibri con cui ne avevi riempito le pagine.

Oggi l'occhio mi è caduto su queste lasagne, la cui particolarità è che sono cucinate come un gratin: il ripieno è versato a crudo e gli strati risultano piuttosto asciutti, ma la nostra ci fa versare su tutto del brodo abbondante, prima di sigillare nell'alluminio e cuocere in forno.

Mi ha intrigata anche la composizione del ripieno: se già sapevo che zucca, aglio e salvia si sposano alla perfezione, mai avrei pensato di metterci assieme i pomodorini. Ixta però ha sempre ragione e io ho scelto di fidarmi.

Al posto della solita besciamella qui si usa della panna mischiata a Parmigiano e abbondante noce moscata; anche questo mi ha incuriosita, era una ricetta che dovevo fare assolutamente!

martedì 7 gennaio 2025

Shakshuka verde e shatta verde

 


Dopo le feste, lo sappiamo, il mantra è depurarsi. Sappiamo anche che mangiare cibi cosiddetti depurativi non è sinonimo di mangiare cose scialbe e insipide, tutt'altro: basta davvero poco per dare gusto a un piatto, trasformando il pasto in un'esperienza interessante per il palato.

Amo molto la shakshuka, che è spesso la mia cena quando ho fame e poco tempo a disposizione; tuttavia, accanto alla classica shakshuka rossa, esiste la versione verde a cui faccio ricorso ogni tanto. Oggi la scusa mi è stata data dalle erbette rimastemi dopo aver preparato il rotolo di erbette di Ixta Belfrage: dopo aver utilizzato quelle che mi servivano per la ricetta, come utilizzare le rimanenti, senza fare le solite verdure lessate? Green Shakshuka è stata la risposta che mi è venuta in mente, e Falastin il libro che sono corsa a prendere dalla mia libreria.

Avevo da poco terminato la mia shatta rossa e ne avevo fatta una verde la scorsa settimana, quindi ecco l'occasione perfetta per utilizzare un "avanzo" di verdure e la mia nuova shatta, di cui vi metto del pari la ricetta. Partiamo quindi con un 2025 all'insegna del gusto!

lunedì 18 novembre 2024

Pie di manzo e funghi

 


In questo periodo le ricette che mi attirano di più sono quelle robuste e sostanziose, che saziano e danno grande soddisfazione. Tra queste spiccano le Pie britanniche, di cui quella che vi presento oggi, con carne di manzo e funghi, è un classico.

La ricetta è tratta da un libro che dovrebbe diventare un grande classico nelle cucine di tutto il mondo: The Book on Pie di Erin McDowell. La particolarità di questo libro è che presenta tante ricette di shortcrust pastry (lo scrigno che racchiude il ripieno), da quelle classiche alle più estrose, invitando il lettore a provare l'una o l'altra con i ripieni proposti. 

Il guscio di impasto che ho scelto per questa pie è la hot water crust, guscio all'acqua calda, più robusto e adatto ai ripieni molto umidi. La (poca) farina manitoba ha la funzione di renderlo ancora più resistente all'assorbimento dei liquidi del ripieno.

lunedì 11 novembre 2024

Pollo Bloody Mary


Nel suo libro Persiana Everyday, Sabrina Ghayour dice che ogni volta che prepara questa marinata pensa a quanto starebbe bene insieme alla vodka, sul ghiaccio; prosegue dicendo che la ricetta non prevede vodka, ma che è una delle marinate più apprezzate nella sua famiglia e che l'ha battezzata Bloody Mary come il famoso cocktail, di cui ha tutti gli ingredienti principali.

Ecco, io ho un asso nella manica che la Ghayour non ha: l'estratto di pomodoro siciliano, di cui mi rifornisco ogni anno al mio ritorno dalla Sicilia. Lo trovate anche on line, anche se ovviamente vi costa di più, e la sua caratteristica è che si scioglie in 2 parti di acqua per ottenere un ottimo concentrato. Perfetto: al posto dell'acqua ho usato la vodka, preparando così un perfetto pollo Bloody Mary!!!

Non avevo in casa né l'olio all'aglio, né il pepe all'aglio: ho rimediato aggiungendo ¼ di cucchiaino di aglio granulare alla marinata.

Questo pollo è facilissimo e velocissimo da preparare; inoltre, il fatto che sia tagliato a farfalla ne riduce notevolmente i tempi di cottura. Una vittoria su tutti i fronti!

lunedì 4 novembre 2024

Scones

 


Preparare la clotted cream e ripensare ai miei soggiorni a Cambridge da ragazza, è stato un tutt'uno. Il tè da Auntie's con Sidonie, la mia compagna di stanza, era un rito di fine giornata irrinunciabile: eravamo due studentelle squattrinate e quel tè era una soluzione economica che riempiva lo stomaco a sufficienza, risolvendo la cena. E poi adoravamo l'atmosfera del Tea Shop, i suoi dolci, le teiere colme di tè fragrante e soprattutto loro, gli scones, che spalmavamo generosamente di clotted cream su cui stendevamo un altro generoso strato di confettura alle fragole o ai lamponi. 

Era il momento in cui ci si rilassava, si godeva di buon cibo e buona compagnia, e ci si ripercorrevano i passi della giornata, commentandoli e discutendoli.

Ancora una volta, è stata Sarah di Curious Cuisinière a fornirmi la ricetta perfetta, insieme a un paio di trucchi e a un post estremamente informativo su cosa sono e cosa non sono gli scones, e quando si consumano in Gran Bretagna (non a colazione, bensì con il cream tea a metà mattina o con l'afternoon tea - e di regola non con l'high tea, che prevede più canapè salati).

E' bastato il primo boccone a riportarmi ai miei vent'anni e all'atmosfera di allora, ai miei sogni e alle mie aspettative sulla vita: mi sono sentita come Proust quando ha addentato quella madeleine

lunedì 21 ottobre 2024

Clotted Cream

 


"Could you please make an exception? I love the stuff!"
"Sorry, no exception".

Questo dialogo è avvenuto a metà settembre a Londra, in aeroporto, quando il mio bagaglio a mano è stato fermato e l'impiegata, inflessibile, ha tolto 2 vasetti di clotted cream da 125 ml ciascuno, prima di restituirmelo. Quei 25 ml in più rispetto al limite sono stati sufficienti a farmi perdere la mia preziosa clotted cream, e se avessi avuto un cucchiaino giuro che mi sarei mangiata l'eccedenza pur di portarmela a casa. 

Ero reduce da un bellissimo viaggio a Bath insieme alle amiche di Webin-Arte in occasione del Jane Austen Festival e non avevo resistito alla tentazione di comprare la deliziosa clotted cream gustata durante gli High Tea prima di tornare a casa, che mi ha ricordato i tè che gustavo a Cambridge da ragazza, nella ormai chiusa Tea House Aunties, dove la servivano insieme agli scones, alla confettura di lamponi e a una fragrante tazza di tè.

Ma che cos'è la clotted cream? La cosa più simile che abbiamo sul mercato italiano è il mascarpone, ma con un aroma diverso, dovuto al metodo di preparazione: laddove il mascarpone si ottiene dalla panna scaldata per breve tempo e miscelata, agitandola, con acido citrico o tartarico (questo video mostra come farlo in casa), la clotted cream richiede un calore dolce ma costante per tante ore e raggiunge una profondità di sapore che il mascarpone nostrano non ha. 

Tornata a casa ho fatto una ricerca nel web e sono inciampata nella ricetta di Curious Cuisinière, che ho subito replicato. Il risultato? Sublime!!! Vi basti sapere che è da metà settembre che me la faccio, senza soluzione di continuità. E poi mi lamento perché non riesco a dimagrire. 😅

lunedì 14 ottobre 2024

Kibbeh aperto alla zucca con erbette al limone (Ottolenghi)

 


I kibbeh sono delle polpette ripiene tipiche della cucina libanese. Il guscio è formato da un impasto di bulghur, cipolle e carne di manzo macinata, mentre il ripieno consiste in carne trita speziata e pinoli tostati. Le polpette così ottenute vengono fritte oppure cotte in forno e servite insieme a una salsa a base di tahina, prezzemolo e coriandolo oppure yogurt, prezzemolo e coriandolo.

Ottolenghi ha preso la ricetta originale e l'ha modificata in chiave vegana usando il guscio di bulghur come base di una torta salata, farcita con cipolle caramellizzate, erbette e spezie e cospargendo il tutto con salsa tahina e olio al limone ed erbe aromatiche (prezzemolo e coriandolo). Un filo di melassa di melagrana completa il tutto.

Inutile dire che non appena ho visto la ricetta, ricevuta in una newsletter a cui sono abbonata, ho deciso che sarebbe stata mia e che lo sarebbe stata in tempi brevi. Tra l'altro avevo in dispensa un pacchetto di bulgur in scadenza di cui mi domandavo cosa fare, quindi la ricetta è caduta proprio a fagiolo. 

Spero che ispiri voi tanto quanto ha ispirato me: l'ho trovata buonissima e mi riprometto di farla al prossimo potluck con gli amici.

lunedì 7 ottobre 2024

Salmone al limone, curcuma e pepe nero


Ogni tanto mi piace ripescare libri che avevo comprato d'impulso, sfogliato ma mai utilizzato; il fatto è che ne ho troppi e ho troppo poco tempo (per non parlare della capacità del mio stomaco) per cucinare tutto quello che vorrei.

Questo autunno è il turno di Sirocco, di Sabrina Ghayour: è il secondo libro che ha scritto dopo Bazaar, e stavolta coniuga le sue radici iraniane con gli ingredienti che trova in Gran Bretagna dove è cresciuta e risiede, dando vita a un insieme di piatti di ispirazione mediorientale, anche se non propriamente ascrivibili a tale area geografica. 

Il pregio di questo libro è che se non si trova qualche ingrediente lo si può tranquillamente omettere o sostituire con qualcosa che si ha già in dispensa; per la ricetta che propongo oggi avevo già tutto in casa e si è trattato di un mero lavoro di assemblaggio, che ha portato via pochissimo tempo e ha dato un ottimo risultato.

Ero un po' preoccupata dall'elevata temperatura del forno, ma mi sono dovuta ricredere: tempi e temperature si sono rivelati perfetti.

lunedì 23 settembre 2024

Buck Rarebit

 


Avevo sempre sentito parlare di Welsh Rarebit (pane tostato, spalmato con uno strato molto spesso di salsa al Cheddar e tostato di nuovo fino a gratinare il formaggio) ed ero davvero curiosa di provarlo; come al solito però la mia to-do list era lunghissima e la preparazione è stata rimandata a data da destinarsi. Fino a quando lo scorso maggio, Starbooks ci ha messi davanti al libro Good Eggs di Ed Smith. E indovinate un po'? Mentre lo sfogliavo mi si è parato davanti il fratello del Welsh: il Buck Rarebit.

La parola rarebit ricorda rabbit, coniglio: nei tempi andati in Gran Bretagna si definiva "Welsh" (Gallese) un'imitazione di bassa qualità. In questo caso la traduzione sarebbe "coniglio gallese", ma vi assicuro che la qualità è eccellente, anche se ovviamente non è paragonabile al valore nutritivo della carne.

La variante buck consiste nell'aggiunta di un uovo in camicia; in UK è parte di una sostanziosa colazione ed è ritenuto anche una cura perfetta per il dopo sbornia. Io non mi sono mai ubriacata in vita mia, ma a una sostanziosa colazione saporita non dico mai di no. 😇

La salsa deve essere preparata in anticipo e conservata in frigorifero fino al momento dell'uso, in modo da essere densa abbastanza da poterla spalmare sul pane in uno strato molto spesso, quindi la preparazione si presta ad essere fatta in anticipo. Al momento di servirlo si tosta il pane, si prepara l'uovo in camicia, si spalma la salsa al formaggio e la si fa gratinare, quindi si serve il tutto. Ovviamente me ne sono innamorata e questo piatto è parte del mio brunch domenicale.

lunedì 29 luglio 2024

Salmorejo Cordobès

 


Che il gazpacho in tutte le sue varianti (incluso quello ai lamponi di Marika, che non ho mai fotografato ma che prima o poi comparirà anche su queste pagine) sia la mia zuppa estiva preferita non è certo un mistero. Tuttavia, quando ho poco tempo oppure non ho tutti gli ingredienti in casa ricorro al salmorejo, tipico della città di Cordova, che prevede tra i suoi ingredienti solo pomodoro, aglio, olio extravergine di oliva, aceto e pane raffermo; viene servito freddo ma non ghiacciato, accompagnato da uovo sodo e jamòn serrano (la migliore alternativa nostrana è il San Daniele) ed è molto più denso del gazpacho

Le origini del Salmorejo Cordobès sono molto antiche: pare che fosse conosciuto anche dagli antichi romani, che in alcuni scritti descrivono delle zuppe contadine andaluse di composizione molto simile alla primissima versione del salmorejo, a base di formaggio, aglio, sedano, ruta, coriandolo e aceto pestati al mortaio fino a ridurli in crema.

Con il tempo la ricetta si è evoluta e fino al 600 sotto il nome di salmorejo si serviva una salsa di accompagnamento alla selvaggina preparata con aglio, olio, aceto, sale, pepe e acqua. Con l’arrivo del pomodoro dalle Americhe, e passato il periodo di inevitabile diffidenza verso questo ortaggio inizialmente considerato una pianta ornamentale, il salmorejo comincia ad assumere la fisionomia attuale e da salsa di accompagnamento diventa la zuppa fredda che conosciamo oggi. 

Si tratta senza dubbio un cibo povero della cosiddetta cucina di recupero, di origini contadine. Oggi però è considerato un piatto di tradizione che in Spagna è più diffuso del cugino gazpacho, con il quale non va confuso: la sua consistenza molto più densa, unita alla sua maggiore digeribilità, ne fanno un piatto completamente a parte.

Il pane che tipicamente si usa a Cordova per preparare il salmorejo è la telera, un pane a lievitazione naturale la cui forma ricorda il copricapo dei matadòr. Un buon pane casereccio, anche di grano duro, è un'ottima alternativa. 

Come per tutti i piatti semplici, la qualità degli ingredienti è fondamentale: scegliete dei pomodori San Marzano maturi ma sodi, un buon pane casereccio raffermo e privato della crosta, dell'ottimo aceto e il miglior olio extravergine di oliva su cui riusciate a mettere le mani, ed avrete un pranzo da re!