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lunedì 22 gennaio 2024

Bundt Cake al limone e basilico

 


Ci sto prendendo gusto con i Bundt Cake, anche troppo: ho giurato a me stessa che questo è l'ultimo dolce che preparo fino all'estate (ma non so se riuscirò a mantenere questo impegno con me stessa), perché altrimenti rischio di lievitare come un panettone.

Il fatto è che sfogliando il libro di Chrysta Wilson mi sono imbattuta in una serie di abbinamenti veramente intriganti, anche se non del tutto nuovi, e ho deciso di lasciarmi tentare da questo. L'occasione è stato un ritrovo tra amici, e non lo vuoi portare un dolcetto da condividere insieme? 😇

Ecco, questa è stata a un tempo la scusa e il mio limite: perché la ricetta originale prevedeva di tritare il basilico, lasciarlo in infusione nel latte e poi metterlo nell'impasto; io ho temuto il lato più "tradizionalista" del gruppo e ho deciso di eliminare il basilico con un colino, dopo l'infusione (che è durata un pochino di più dei 10 minuti previsti in ricetta: circa mezz'ora), però ne ho riportato l'aroma nella ghiaccia, cosa che la ricetta non prevedeva.

"Questo è l'ultimo della stagione, poi fino a giugno non se ne parla", mi sono detta. Se riuscirò a trattenermi, lo scopriremo solo vivendo.

lunedì 15 gennaio 2024

Cornetti alla confettura di rose (Cornulete cu dulceata de trandafiri)

 


Proseguo con lo Sweet Tooth January, segno evidente che non ne voglio sapere di tornare a dieta, dopo gli stravizi delle feste da poco trascorse. 😆 

Avevo in casa un vasetto di confettura di petali di rose - rigorosamente comprata - e mi sono detta che era giunto il momento di farlo fuori, capite bene che per amore di un doveroso svuota-dispensa è davvero necessario rimandare la dieta per un altro po'. 

Ho preparato questa ricetta per Starbooks nel marzo dello scorso anno e mi era piaciuta così tanto che ho voluto replicarla, aumentando però le dosi dello zucchero e aggiungendo un pizzico di sale. 

Se provate questi biscotti fatemi sapere che cosa ne pensate!

lunedì 8 gennaio 2024

Bundt Cake alla vaniglia

 


Buon 2024 a tutti!

Per il nuovo anno ho deciso di uscire dalla mia Comfort Zone, quella dei fondi e dei piatti salati, e aprire le pubblicazioni con un dolce. "Tutto qui? Un dolce semplice, per giunta!", diranno alcuni di voi, e avrebbero ragione: i Bundt Cake sono ormai dei classici in tantissime cucine, eppure a casa mia approdano oggi per la prima volta. Cucino raramente i dolci, meno che mai le torte (sono più un tipo da pasta frolla) e credetemi, valutare l'equilibrio di una ricetta di torta non è facile per me. Però avevo acquistato un paio di anni fa due stampi da Bundt, e ho deciso che era giunta l'ora di inaugurarli. 

Insieme allo stampo ho voluto acquistare un libro di ricette, e ho optato per quello di Chrysta Wilson, fondatrice e proprietaria di Kiss My Bundt (un nome geniale!), che dà il nome al libro. 

I Bundt Cake vengono rifiniti con una semplice ghiaccia reale o con le sontuose creme al burro e formaggio cremoso, aromatizzate e arricchite in vario modo. Io ho voluto tenermi sulla strada della semplicità e ho optato per la ghiaccia, ma in futuro conto di sperimentare anche le creme.

Una curiosità: il nome Bundt deriva dal tedesco Bund, comunità: la t finale è stata aggiunta dalla Nordic Ware, prima produttrice di tali stampi, per poter registrare il marchio. Mi piace molto pensare a questi dolci come a qualcosa da condividere con tanti altri, per l'appunto con una comunità.

martedì 2 maggio 2023

Poale-n-brau - grembiuli sollevati (brioche moldave farcite con crema di formaggio)

 


Ho preparato per la prima volta queste brioche farcite a metà febbraio per lo Starbooks di marzo, quando abbiamo recensito Tava, l'ultimo libro di Irina Georgescu. Da allora le ho rifatte molte volte, da tanto mi sono piaciute. Le rare volte che mi concedo una brioche, la scelgo sempre alla crema: sono in assoluto le mie preferite, adoro la consistenza vellutata della crema pasticciera che contrasta con la sfoglia del croissant; queste brioche hanno un ripieno cremoso, anche se molto più asciutto: quanto bastava per attirare la mia attenzione.

Il loro nome, dice l'Autrice nell'introduzione alla ricetta, significa grembiuli sollevati. Gli abiti tradizionali rumeni prevedono che si porti un ampio grembiule riccamente ricamato sopra una gonna semplice, e le donne spesso ne sollevano una cocca infilandola nella cintura, per potersi muovere più agevolmente. La piegatura di queste brioscine ricorda un po' l'angolo di tessuto infilato nella cintura.

La farcia è costituita da una crema poco dolce a base di un formaggio tipico rumeno, il Brânză de vaci, che è una via di mezzo tra i fiocchi di latte e una ricotta molto asciutta e leggermente fermentata. Io l'ho trovato nel minimarket rumeno vicino casa, ma può essere sostituito con della ricotta molto ben scolata e aumentando leggermente la quantità di semolino nel ripieno. Se cercate in rete, trovate le ricette per farlo in casa. Ha un aroma particolare e mi è piaciuto molto.


Ho preparato questo dolce anche in versione torta aumentando notevolmente le dosi della crema, perché quelle della ricetta sono appena sufficienti per farcire 16 brioche singole: è venuta davvero buona, anche se le monoporzioni sono molto più facili da gestire. Siccome dimezzare le dosi dell'impasto mi veniva più complicato, ho preferito ricavarne due torte del diametro di 20 cm. Nelle note scrivo le dosi che ho usato per la crema.

lunedì 27 marzo 2023

Dutch Baby alle doppie mele per Il Club del 27



Era da un po' di tempo che desideravo fare un Dutch Baby, più precisamente da quando la Patty lo ha fatto per Starbooks, perciò quando ho visto che tra le ricette proposte dal Club del 27 di questo mese c'era un Dutch Baby, mi ci sono fiondata al volo senza pensarci. Questo poi prevedeva le mele, sia in forma di frutto, sia nella variante del burro (una ricetta che impazza negli USA da qualche anno e che ero pure curiosa di provare), e tante spezie: che cosa potevo desiderare di più?


Ma che cos'è il Dutch Baby? Si tratta di un grosso pancake senza agenti lievitanti, cotto in forno nella padella pesante di ghisa, la cui caratteristica è quella di gonfiarsi parecchio in cottura, al centro e ai lati, per poi sgonfiarsi; viene servito accompagnato con frutta, panna, sciroppo d'acero e tutto ciò che la fantasia suggerisce, ed è una colazione deliziosa, perfetta quando la giornata si prospetta molto impegnativa.

Il segreto per una perfetta riuscita del Dutch Baby è partire da ingredienti a temperatura ambiente: il mio consiglio è quello di tirare fuori dal frigo la sera prima le uova, il latte e il burro di mele, e di preparare gli ingredienti secchi nella ciotola in cui monterete la pastella. 
E' opportuno anche preparare il giorno prima il burro di mele (che è buonissimo!), altrimenti va a finire che servite il Dutch Baby per pranzo, anziché a colazione.

Siete curiosi di vedere quali altre ricette hanno realizzato i colleghi del Club del 27, tratte dal libro Half Baked Harvest Every Day di Tieghan Gerard? Cliccate qui e scoprirete una montagna di golosità! 


lunedì 27 febbraio 2023

Muffin al cioccolato, pistacchi e Philadelphia per il Club del 27

 


Per l'appuntamento di febbraio, il Club del 27 ha scelto di realizzare alcune ricette tratte da The Chocolate Addict's Baking Book di Sabine Venier. L'Autrice ha dedicato un intero libro agli amanti di quel nettare degli dei che è il cacao, con tante ricette sfiziose, dalle più semplici alle più complesse, per soddisfare tutti i palati.

Complice una cronica mancanza di tempo, ho scelto di fare questi muffin; da un lato avevo già la maggior parte degli ingredienti in casa, e dall'altra ero curiosa di provare una ricetta che contenesse, tra gli ingredienti dell'impasto, del formaggio cremoso.

Io ho dimezzato le dosi perché possiedo una sola teglia da muffin, ma se ne avete due procedete pure con la dose intera, e non ve ne pentirete!

Per vedere le altre meraviglie realizzate dai colleghi del Club del 27, cliccate qui: sono una più golosa dell'altra!

lunedì 20 febbraio 2023

Ebelskivers alla confettura di rose

 


Gli ebelskivers (o aebleskivers) sono dei pancakes danesi di forma tondeggiante, che vengono cotti in un'apposita padella dotata di incavi. Ho comperato la padella tanti anni fa durante un viaggio negli USA, ma non l'ho usata molto spesso; eppure gli ebelskivers non sono difficili da fare, e si prestano sia alle versioni dolci, sia a quelle salate.

L'occasione, a questo giro, è venuta da una telefonata improvvisa di mia madre, venerdì sera: domenica (ieri) sarebbero venuti a pranzo da lei uno dei miei fratelli e sua moglie. Ovviamente questo significava una "chiamata alle armi" di tutta la famiglia, visto che li vediamo pochissimo e siamo molto legati. Mamma, a differenza del solito, non aveva scorte in freezer e mi ha chiesto aiuto per un dolce. Non ero messa benissimo neppure io, a causa di una serie di impegni presi per sabato che non mi avrebbero permesso di preparare un dolce canonico in anticipo, così ho deciso di andare di "finger sweet": di recente mi era capitata sott'occhio la succitata padella, così ho pensato di preparare degli ebelskiver e di farcirli con una confettura di rose che avevo trovato in un mini market etnico vicino casa mia.

Sono particolari, molto buoni e delicati, e anche al resto della famiglia sono piaciuti parecchio: i pochi che sono avanzati, sono stati portati via dai commensali per gustarli a merenda, o il mattino dopo a colazione.

lunedì 13 febbraio 2023

Khameer (Muqasqas)


I Khameer o Muqasqas sono dolci tradizionale yemeniti, il cui nome cambia a seconda delle regioni. Muqasqas deriva dal verbo arabo qassa (tagliare), perché la pasta si taglia a piccoli pezzi e in diverse forme, prima di friggerla. Khameer invece deriva da khameera (lievito), poiché la quantità di questo è la chiave della buona riuscita del dolce. In Yemen vengono serviti a colazione, insieme al tè (rosso o nero) di Aden, infuso anche con cardamomo e/o chiodi di garofano, ma si mangiano anche durante l'iftar (pasto della rottura del digiuno) durante il mese di Ramadan.

Esiste anche un pane (flatbread) tipico degli Emirati Arabi Uniti chiamato Khobz Al Khameer, che prevede l'uso di semi di nigella e zafferano, il cui impasto è molto simile a quello di questi dolcetti fritti yemeniti: segno evidente che le contaminazioni culinarie sono tali in tutto il mondo, a maggior ragione quando gli Stati sono limitrofi.

Li avevo fatti nel 2019 per un articolo comparso su MagAboutFood e mi sono tornati in mente in questi giorni, mentre cercavo una proposta un po' diversa dalle  frittelle di Carnevale  nostrane. Se amate il cardamomo, questa è la ricetta che fa per voi!

 

giovedì 27 ottobre 2022

Torta blondie con cioccolato bianco, burro di arachidi e confettura di lamponi per il Club del 27

 


Dopo la lunga pausa estiva, anche il Club del 27 è finalmente tornato operativo, e lo fa con ricette tratte dall'ultima fatica letteraria dell'inossidabile Jamie Oliver: One - Simple One-Pan Wonders (Uno: semplici meraviglie in una pentola). 


Proprio qualche giorno fa, tornando da un tè a casa di carissimi amici dove ho portato proprio questa torta, discutevamo sul piacere di cucinare. Una di noi diceva che per lei cucinare è una tale seccatura, che preferisce dedicarsi a preparazioni semplici e no-stress, anche se banali. Ecco, senza saperlo aveva messo il dito nella piaga: lei in particolare non ama cucinare, ma anche chi come me è appassionato di cucina ha dei momenti in cui preferirebbe trovare tutto pronto, o amerebbe avere un repertorio di ricette semplici, veloci, che sporchino meno utensili e pentole possibile, ma che siano anche belle alla vista e buone al palato.

Ecco, l'ultimo libro di Jamie Oliver si propone proprio questo: ricette facili, veloci, con pochi ingredienti di facile reperibilità e tecniche alla portata di tutti, dallo studente fuori sede all'impiegata che torna stanca la sera dopo una giornata di lavoro, e deve mettere insieme una cena appetitosa per la famiglia.


Il libro contiene ricette di tutti i tipi, dall'antipasto al dolce, tutti accomunati dalle caratteristiche elencate sopra. Io questa volta ho scelto di fare un dolce, ma vi invito caldamente a guardare tutte le ricette realizzate dai colleghi di Club, i cui link sono riportati qui.

Due parole sul dolce che ho scelto: conosciamo tutti i brownies, dolcetti che nell'impasto contengono  cioccolato fondente fuso, spesso aromatizzati con qualche altro elemento, come lamponi, frutta secca, e chi più ne ha, ne metta. Accanto ai brownies ci sono i meno noti blondies, caratterizzati dalla presenza di cioccolato bianco fuso e che possono contenere gli stessi elementi caratterizzanti dei brownies. Nella presente ricetta Jamie Oliver ha trasformato i blondies, dalla consistenza compatta, in una torta, perfetta per accompagnare una tazza di tè o di caffè. Qui il cioccolato bianco viene aggiunto a pezzetti nell'impasto anziché fuso, e gli elementi caratterizzanti sono dati dal binomio burro di arachidi-confettura di frutti rossi, che è stato sdoganato da tempo nel mondo anglosassone e che auspico diventi popolare anche da noi, da tanto è buono.
 
Io ho apportato qualche modifica di procedimento alla ricetta originale. Nel testo riporto il mio procedimento, e nelle note riporto quello di Jamie e i motivi per cui ho ritenuto di modificarlo.

martedì 11 gennaio 2022

Crème Caramel alle nocciole

 


Il Crème Caramel è da sempre uno dei dolci che amo di più, fin da quando ero bambina; al contempo, fino a poco tempo fa ero convintissima che non fosse possibile farne uno decente partendo da zero, e che qualunque tentativo casalingo sarebbe stato di molto inferiore all'equivalente ottenuto, con molta meno fatica, grazie alle polverine in vendita in tutti i supermercati del mondo.

Il motivo di questa mia radicata convinzione è presto detto: ho una zia, ottima cuoca, che ogni tanto ci ha proposto il Crème Caramel casalingo, ed è sempre stato una cocente delusione: asciutto, gommoso e butterato da fastidiosi buchini, che ne esaltano la consistenza sgradevole. E se quella zia, così brava a cucinare, non riusciva a fare un Crème Caramel decente, che cosa potevo mai sperare di fare io?

Questa certezza granitica ha cominciato a sgretolarsi qualche anno fa, quando abbiamo recensito Sweet di Ottolenghi allo Starbooks e Alessandra ha provato il Crème Caramel allo zenzero: lei illustrava procedimenti a caldo e a freddo con la disinvoltura di chi ha questa preparazione sulla punta delle dita, e per la prima volta ha fatto timidamente capolino in me l'idea che forse avrei potuto farcela pure io. La capitolazione finale però è avvenuta l'anno scorso, quando è stato recensito The Flavor Equation di Nik Sharma: quel Crème Caramel alla nocciola ha acceso tutte le mie fantasie più ardite, e soprattutto mi ha convinta che davvero avrei potuto farcela pure io.

Dal dire al fare è trascorso un anno, motivato dal fatto che sono stata a dieta strettissima per tutto il 2021 (e con ottimi risultati: ho perso 22 kg!), ma avevo giurato a me stessa che quando fosse venuto il momento avrei preparato quel dolce, e alla vigilia dell'Epifania mi sono messa all'opera. 

Il risultato è stato fantastico e mi ha riempita di entusiasmo: consistenza cremosa e vellutata, totale assenza di buchini, sapore divino. Benché lo abbia trovato un po' troppo dolce per i miei gusti, ho capito i fondamenti di un buon Crème Caramel, e anzi mi sono venuti in mente un paio di trucchetti per scongiurare il rischio degli sciagurati buchini, che non vedo l'ora di mettere in pratica. Soprattutto, ho capito l'errore della zia: una cottura troppo aggressiva e lo stampo che poggiava direttamente sulla teglia del bagnomaria. Ma non è colpa sua: dopotutto lei non aveva Nik Sharma a tenerla per mano e a guidarla passo passo. 💖 

lunedì 13 dicembre 2021

Lussekatter - Panini di Santa Lucia


I Lussekatter, o code di gatto, sono dei morbidi panbrioche allo zafferano, tipicamente serviti il giorno di Santa Lucia nei Paesi Scandinavi: da qui anche il nome di panini di Santa Lucia. 

Il periodo natalizio in Scandinavia è semplicemente magico: a Santa Lucia per esempio, si tengono le tradizionali processioni di bambini, vestiti con abiti bianchi con una cinta rossa in vita. In testa alla processione si trova la Sposa Lucia, che porta sul capo una corona di rami di abete con candele accese. E alla fine della processione, si scaldano anima e corpo offrendo un bicchiere di gløgg fumante, accompagnato dai Lussekatter appena sfornati.

Tipicamente, questi panini vengono aromatizzati con lo zafferano, che conferisce alla mollica un caldo colore dorato; se non dovesse piacervi questa spezia, la potete anche omettere e sostituire con un cucchiaino di cannella.

lunedì 21 giugno 2021

Brownies alla birra Bock Ambrata


Se qualcuno dovesse chiedermi a bruciapelo quale sia il mio stile birrario preferito, risponderei senza esitazione Bock. E' stato amore al primo sorso, tantissimi anni fa, e a distanza di tempo resiste e persiste, anche se non è un amore esclusivo; consumo molto volentieri anche altri stili: se cerco una birra rinfrescante in un afoso pomeriggio estivo prenderò una freschissima Lager o una Pilsner secca e frizzante, mentre quando cerco aromi più intensi vado di IPA senza voltarmi indietro; tutto dipende dalle circostanze o, come si dice in termini di marketing, dalle occasioni di consumo. Se però mi sto rilassando a fine giornata e ho voglia di stapparmi una birretta, la mia scelta ricadrà quasi sicuramente su una Bock, dal gusto morbido e rotondo e dalla gradazione alcolica leggermente più elevata. 

Le origini dello stile Bock sono avvolte nel mistero: l'ipotesi più accreditata lo vuole originario della cittadina tedesca di Einbeck, capitale della birra nel tardo medioevo, mentre altri ritengono che le sue origini siano situate in Baviera, dove un errore di pronuncia del dialetto locale (Ainpöckisch) l'abbia trasformataa in Ein Bockbier (bock significa caprone), e in effetti le prime etichette delle birre Bock riportavano proprio l'effigie di un caprone.

Ma quali sono le caratteristiche organolettiche dello stile Bock? In origine erano birre scure o ambrate a bassa fermentazione, mentre adesso si producono anche delle Bock chiare e delle Bock (chiare, ambrate o scure) ad alta fermentazione. La mia preferenza personale va alle ambrate o scure ad alta fermentazione, dal gusto più rotondo e dagli aromi più intensi e variegati. L'amarezza è ben bilanciata e non eccessiva, mentre il tenore alcolico di regola va dai 6,5 ai 7,5 gradi.

Oggi però ho scelto di non bere la mia Bock, ma di usarla come ingrediente per dei dolcetti tanto comuni, quanto facili da fare: i brownies.

Ecco quindi i miei

venerdì 26 febbraio 2021

Torta alla melassa di melagrana e ciliegie disidratate per Il Club del 27


Il tema di questo mese per noi del Club del 27, è molto particolare: i Fruit Cakes, torte corpose arricchite con frutta secca e spesso imbevute di liquore. Sovrani incontrastati della scena dolciaria britannica sotto le feste natalizie (anche il noto Christmas Pudding altro non è che un elaborato fruit cake), cadono un po' nel dimenticatoio per il resto dell'anno. Ed è davvero un peccato, perché sono proprio buoni!

Per porre un rimedio a questa "segregazione festiva" Jason Schreiber, uno dei più noti e influenti Food Stylist di New York, ha dedicato loro un libro, Fruit Cake, da cui sono tratte tutte le ricette che vi presentiamo oggi (guardate qui per vedere le meraviglie preparate dai colleghi del Club).
Schreiber ha voluto ridare lustro a questo dolce e lo ha fatto da par suo, mescolando un pochino le carte, aggiungendo ingredienti e rivisitando alcuni classici con ottimi risultati. 

Il dolce che ho scelto di fare ha come protagonista indiscussa la melagrana: presente nell'impasto sotto forma di melassa e di succo e inserita nella bagna alcolica per stemperarne i gradi, infonde nell'intera torta il suo sottile aroma, delicatamente sottolineato dalle spezie. Purtroppo non ho trovato le ciliegie disidratate (trovavo solo quelle candite, che però per questa ricetta non vanno bene), e le ho sostituite con i cranberry. Non appena mi capitano sottomano le ciliegie però, la devo assolutamente rifare!!! Al primo morso si resta quasi delusi: ci si aspetterebbe qualcosa di più. Poi compare il retrogusto delle spezie e quell'aroma indefinibile dato dalla melassa (contenuta nel light brown sugar) e dalla melagrana, che invoglia a prendere il boccone seguente; di boccone in boccone si termina la fetta e si allunga la mano per prenderne ancora un cicinino... e insomma, per non vanificare gli effetti della dieta seguita finora, ho dovuto incartare il dolce in fretta e furia per portarlo a mia sorella! 

venerdì 18 dicembre 2020

Kipferl alla vaniglia


Essere a dieta non comporta necessariamente l'astensione dal preparare i dolci (e possibilmente dal bere alcolici): è meglio evitare di mangiarli e berli, ma nulla ci impedisce di prepararli per poi regalarli. Del resto è quello che faccio praticamente ogni anno: sforno chili e chili di biscotti, di cui tengo per me solo la minima parte. E se quest'anno non avrò neanche quella minima parte, non importa: ci saranno altri Natali e tornerò a mangiare dolci, ma nel frattempo mi toglierò la soddisfazione di farli. 

Come questi Kipferl, che avevo adocchiato da anni e che la cara Mariella ha riproposto su MagAboutFood per A Hug in a Mug, il Calendario dell'Avvento che gira per il mondo alla scoperta dei diversi modi per celebrare il Natale delle varie culture. 

Un biscottino l'ho assaggiato, giusto per vedere se erano degni di essere regalati, 😁e ovviamente ha superato la prova: del resto la ricetta è della compianta e mai dimenticata Alda Muratore, i cui biscotti di panspeziato  sono diventati talmente un classico a casa mia, che se dovessi dimenticarmi di farli la mia famiglia (nipoti in testa) insorgerebbe.

Ma torniamo ai Kipferl: molto buoni, delicati, si sciolgono in bocca: una coccola irrinunciabile, specialmente in questo 2020 che di coccole è stato particolarmente avaro.

venerdì 5 giugno 2020

Banana Bread tostato con burro, Tahina e miele


Confesso che non sono tipo da Banana Bread, e non perché non mi piacciano le banane, tutt'altro: il fatto è che mi piacciono così tanto, che è veramente difficile che giungano a quello stadio di maturazione (quasi nere) che porta la casalinga attenta a scegliere se buttarle nell'umido o inserirle in una preparazione dolce. Per questo motivo, negli anni ho guardato tantissimi Banana Bread nel web, senza essere mai tentata di farne nessuno.

La quarantena appena trascorsa invece ha avuto su di me diversi strani effetti, uno dei quali è stato quello di trovarmi con tre banane molto mature che non mi invogliavano affatto a mangiarle. 
Gelato furbo o Banana Bread? mi sono chiesta. Le temperature erano ancora troppo basse per il gelato, e inoltre avevo il freezer strapieno; la scelta più ovvia quindi è stato il Banana Bread, ma non uno qualsiasi: ricordavo di avere intravisto una ricetta di Banana Bread in uno dei libri di Ottolenghi (li ho quasi tutti), non mi restava che tirarli fuori e cercare... ed eccolo lì!!! Leggo la ricetta e mi rendo conto che l'operazione più lunga è quella di schiacciare le noci, seguita dalla preparazione di tutti gli ingredienti. Per il resto si fa in un attimo, il che è un vantaggio non trascurabile.

Ottolenghi tra l'altro non si limita a farci preparare un ottimo Banana Bread: lui porta la goduria al livello successivo, facendocene tostare le fette e spalmandole con burro, Tahina e miele: un'apoteosi (o, come direbbe Alessandra, una gran porcata)!!! 😂

venerdì 29 maggio 2020

Tatin di mele al caramello salato e spezie


I dolci di mele sono i miei preferiti, primo fra tutti lo strudel; che in questo blog non abbiano molto spazio, così come non ce l'hanno i dolci in generale a dispetto del nome, è dovuto al fatto che oggettivamente faccio pochi dolci. La "rinascita" dovuta al periodo di pandemia non durerà a lungo,  già lo so, ma finché ho voglia di farli ne approfitto.

Tra gli utensili e gli stampi che avevo comprato qualche lustro fa, figura un set da Tarte Tatin di Emile Henry in pirofiamma, composto da una teglia in terracotta che va anche sul fuoco e un piatto di servizio. Quando l'ho acquistato vi era allegato anche il libro Tatin dolci e salate di Ernst Knam, il che è stato probabilmente il fattore determinante nell'acquisto: l'unione di due passioni, quella per i libri di cucina e quella per gli stampi. 

A dire il vero l'ho usato veramente poco, quel povero stampo: l'unica altra Tatin che ho pubblicata è quella di fichi all'aceto balsamico, e ben presto l'ho riposto in alto nel mobile del ripostiglio, assieme agli utensili che uso raramente. Fino a una ventina di giorni fa, quando l'ho adocchiato nel suddetto mobile e ho deciso di tirarlo giù, complici alcune mele che mi guardavano dalla fruttiera già da un po'. E quindi tira fuori lo stampo, tira fuori il libro, sfoglialo, pensa che vorresti fare quasi tutte le ricette e di' a te stessa che forse è meglio cominciare dalle mele. Tra l'altro, il caso ha voluto che proprio in quei giorni mi chiamasse mia madre, che aveva visto la ricetta della Tarte Tatin in televisione e voleva provarla. 

Nel frattempo però avevo scoperto l'incredibile bontà del caramello salato, quindi perché non inserirlo nella mia Tatin? E già che c'ero, perché non aggiungere le spezie da Strudel, di cui vado matta? E insomma, ho preso la ricetta di Knam e l'ho variata leggermente. 

Buona? Di più!

mercoledì 27 maggio 2020

La mia Pie al limone con panna montata al basilico per il Club del 27



Il Club del 27 è un progetto che la nostra vulcanica Alessandra ha creato nel febbraio 2017 a latere dell'MTChallenge, "con lo scopo principale di tornare a cucinare sul web come si faceva una volta: quando il cibo di internet non passava attraverso portali quotati in borsa, prezzemoline in tacco 12, foodblog che ormai sono dichiaratamente vetrine, eventi, lustrini, ricchi premi e cotillons. Ma quando si accendeva il pc con il solo scopo di condividere una ricetta che era riuscita bene, di capire perche’ qualcosa era andato storto, di invitare amici virtuali nelle stanze di una vita quotidiana in cui la cucina era, ancor prima che pretesto, fulcro, cardine, anima. [...]E allora, ecco l’idea: perche’ non creare un club di appassionati di cucina, che si incontra tutti i giorni in uno spazio virtuale per cucinare il piatto che preferisce, nell’elenco di quelli indicati, come lo preferisce, discutendone con gli altri, condividendo successi e flop, dubbi e certezze, saperi collaudati e “dritte” fresche fresche- e che poi si da’ appuntamento il 27 di ogni mese, pubblicando i propri piatti? ".

Progetto bellissimo, dichiarazione d'intenti ancora di più (non a caso io e Alessandra ci siamo conosciute in un forum di cucina dove, per l'appunto, si condividevano successi e insuccessi, dritte e pacche sulla spalla), ma all'epoca io non avevo tempo. Avevo appena perso uno zio amatissimo, ero oberata da impegni di lavoro e, anche se ho sempre amato cucinare, aggiungere un impegno a quelli già numerosi che avevo (ai tempi partecipavo anche a Starbooks), non ero proprio in grado di assumermene un altro.
Così ho guardato da lontano quel gruppo gioioso, che pubblicava ricette una volta al mese e secondo me si divertiva anche un sacco, nella sua stanza segreta del web. Fino a quest'anno. Non so se sia stato un effetto della quarantena, non so se terminato questo periodo di clausura forzata e di ritorno entusiastico ai fornelli tornerò a essere oberata di lavoro, ma ho deciso di buttarmi e ho fatto richiesta di entrare a farne parte. E guarda un po', proprio nel mio primo mese, il tema affrontato sono le Pie degli Stati Uniti: una sorta di richiamo al nome del mio blog, scelto in un momento della mia vita in cui ero convinta che mi piacesse cucinare i dolci. 

Le ricette, tratte dal libro The Southern Pie Book di Jan Moon, erano una più allettante dell'altra e non sapevo letteralmente quale scegliere; alla fine la mia scelta è caduta su una pie che riunisce due degli aromi che più amo in cucina: il limone e il basilico.


Ecco quindi la mia ricetta, e non perdetevi quelle delle mie colleghe del Club del 27, qui!!!

lunedì 27 aprile 2020

BAKLAVA' ALL'ARANCIA


E' da quando Alice ha realizzato questa ricetta per MagAboutFood, che la voglio provare. A "peggiorare" le cose, l'anno scorso MagAboutFood ha fatto il calendario 2019 scaricabile, e quale ricetta campeggiava, golosa e tentatrice, nel mese di gennaio? La baklavà all'arancia di Alice!

Lo scorso anno ero prigioniera di una dieta molto restrittiva che guardava con orrore a zucchero, miele e grano, tanto per citare alcuni alimenti, e mi ero detta che quel dolce sarebbe rimasto per me solo un pio desiderio. Tuttavia a fine anno non me la sono sentita di buttare il bel calendario di Mag, che mi ricordava tanti bei momenti vissuti insieme alla sua magica Community, così l'ho lasciato appeso in cucina.

Nel frattempo mi sono rassegnata al fatto che le diete siano trappole infernali che fanno perdere peso solo fintantoché ti ci attieni, per poi fartelo riprendere con gli interessi nel momento in cui le smetti, pertanto in gennaio ho deciso che non avrei cambiato pagina fino a quando non avessi preparato la baklavà. Siamo a fine aprile e, beh... ho deciso che quel momento è finalmente arrivato. 😇

Il dolce è facilissimo da fare - si tratta di una versione semplificata della baklavà mediorientale -, non richiede alcuna abilità particolare e il risultato è garantito. Che cosa potrei volere più di così? Beh... vorrei non essere in quarantena e poterlo dividere con la mia famiglia e con gli amici, anche perché così mi tocca mangiarmelo tutto io. Ma tanto non sono più a dieta, e quindi... 😆

lunedì 20 aprile 2020

Flan Parisien


Quest'anno, per la prima volta dopo tanti anni, per la Quaresima ho deciso di fare il fioretto della rinuncia ai dolci. Francamente non pensavo che mi sarebbe pesato tanto, visto che non sono molto golosa di dolci; fatto sta che, vuoi per la rinuncia decisa, vuoi perché a causa della quarantena che è intervenuta poco dopo tantissimi amici blogger hanno cominciato a sfornare e postare ricette di dolci da sbavo, mai come in questa Quaresima ho avuto voglia di mangiare un bel dolcetto.

Ho resistito coraggiosamente (ancora oggi non so dirvi come abbia fatto), e all'approssimarsi del giorno di Pasqua mi sono chiesta quale dolce avrei preparato, per festeggiare. La Colomba? No, non mi piace il suo aroma di mandorla, e anche se avrei potuto farla senza, non avevo voglia di stare dietro alle lunghe lievitazioni. Uno strudel di mele, che è il mio dolce preferito? Un po' rustico, avrei voluto fare qualcosa di diverso e di più raffinato. 

Mentre vagliavo le varie possibilità, mi è venuto in mente che la mia amica Marinella aveva postato la ricetta di un Flan Patissier, che a sua volta mi aveva acceso un lumino nella memoria: non avevo forse già visto da qualche parte una preparazione del genere? Yesssss, su Starbooks! Lo aveva proposto Gaia, in versione sglutinata, quando avevano recensito Baklava to Tarte Tatin di Bernard Laurance. Ecco il mio dolce pasquale!!! 

lunedì 9 marzo 2020

Bundt Cake alle pere e zafferano


Durante questo week-end la Lombardia, insieme alle regioni limitrofe, è diventata zona rossa: nessuno può entrare o uscire, se non per comprovati motivi, almeno fino al 3 aprile e in ogni caso fino a quando le Autorità non daranno il nulla osta.
In una situazione del genere è fondamentale per noi che la vita abbia una parvenza di normalità, e se dobbiamo attenerci alle regole, una delle quali lo smart working - ieri sera mi ha telefonato il mio capo dicendomi di non mettere piede in ufficio fino ai primi di aprile - dedicarci ad altre attività come cucinare è un aiuto enorme per superare questo momento. Il virus sta corrodendo le nostre vite e noi gli opponiamo resistenza come possiamo.

Ho preparato per la prima volta questo ciambellone dolce nel 2017 per Starbooks, e da allora ogni tanto lo rifaccio. La ricetta è presa dal bellissimo libro di Brontë Aurell Fika & Hygge, e quello che più mi ha intrigata allora - e che continua a intrigarmi tutt'oggi - è stato l'uso dello zafferano tra gli ingredienti. A quanto pare per le colleghe Starbooker non era una novità, in ogni caso la scoperta è stata decisamente piacevole.

Si tratta di un dolce facilissimo da fare; l'unica accortezza sta nel seguire i tempi di cottura. Io infatti non avevo allora e non possiedo tutt'ora uno stampo in metallo da Bundt Cake, ma ne ho uno di silicone. Uso quindi sempre quello, che evidentemente non diffonde il calore con la stessa rapidità e uniformità del suo corrispondente metallico, allungando i tempi di cottura. Ormai lo so e li taro di conseguenza, senza aprire il forno in una fase che per me è quella di metà cottura.

Se riuscite a resistere, servitelo il giorno dopo: i sapori si amalgamano tra loro e il dolce risulta ancora più buono!