Visualizzazione post con etichetta biscotti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta biscotti. Mostra tutti i post

lunedì 15 gennaio 2024

Cornetti alla confettura di rose (Cornulete cu dulceata de trandafiri)

 


Proseguo con lo Sweet Tooth January, segno evidente che non ne voglio sapere di tornare a dieta, dopo gli stravizi delle feste da poco trascorse. 😆 

Avevo in casa un vasetto di confettura di petali di rose - rigorosamente comprata - e mi sono detta che era giunto il momento di farlo fuori, capite bene che per amore di un doveroso svuota-dispensa è davvero necessario rimandare la dieta per un altro po'. 

Ho preparato questa ricetta per Starbooks nel marzo dello scorso anno e mi era piaciuta così tanto che ho voluto replicarla, aumentando però le dosi dello zucchero e aggiungendo un pizzico di sale. 

Se provate questi biscotti fatemi sapere che cosa ne pensate!

mercoledì 6 dicembre 2023

Bottoncini al burro di arachidi e gelatina di frutta

 


Il mese scorso allo Starbooks vi abbiamo deliziati con una carrellata di biscotti; ne sto facendo diversi, da regalare per le prossime festività natalizie, e naturalmente ho rifatto quelli che avevo già proposto - e che finiscono qui per primi, data la mia proverbiale pigrizia a fotografare. 😇

Amo moltissimo il binomio burro di arachidi-gelatina di frutta, e a questo giro nel rifare questi biscotti ho scelto di raddoppiare le dosi di tutto, in modo da usare un uovo intero, tranne che del burro di arachidi: l'Autrice del libro infatti diceva nelle note che la quantità di quest'ultimo si può dimezzare, per ottenere dei biscotti più croccanti. Avendo già constatato che la frolla con la dose "normale" risultava delicatissima e si sbriciolava facilmente anche dentro la scatola di latta, ho voluto provare la versione più resistente. In effetti è risultata meno friabile, ma la croccantezza è un'altra cosa.

venerdì 9 dicembre 2022

Tea Cookies - Frollini al tè


Se devo essere sincera, quest'anno sono piuttosto stanca e non ho granché voglia di mettermi ai fornelli per preparare i biscotti natalizi. D'altra parte so che in famiglia li aspettano, quindi vincendo la pigrizia ieri sera ho dato inizio alle danze. 

Ogni anno mi piace offrire una selezione di biscotti diversi e un po' particolari, accanto ai sempiterni (e mai troppo apprezzati) biscotti di panspeziato dell'indimenticabile Alda Muratore. La mia scelta per i primi biscotti della stagione natalizia 2022 è ricaduta su dei deliziosi Tea Cookies che avevo preparato in occasione dell'MTChallenge sull'Afternoon Tea, ma che in mezzo a tutte quelle ricette rischiano di passare inosservati.

Nel 2018 non avevo trovato il tè Lady Grey, e mi ero "accontentata" di un Earl Grey; di recente ne ho visto una confezione e, anche se costava un Perù, l'ho comperato immediatamente.

Non sono dei tipici biscotti di Natale e non sono nemmeno belli, ma il gusto delle foglie di tè aromatizzato, sottile e discreto, è a mio avviso delizioso. L'unica avvertenza da seguire è di non mangiarli la sera e di non prenderne troppi, se si vuole riposare bene la notte.


venerdì 18 dicembre 2020

Kipferl alla vaniglia


Essere a dieta non comporta necessariamente l'astensione dal preparare i dolci (e possibilmente dal bere alcolici): è meglio evitare di mangiarli e berli, ma nulla ci impedisce di prepararli per poi regalarli. Del resto è quello che faccio praticamente ogni anno: sforno chili e chili di biscotti, di cui tengo per me solo la minima parte. E se quest'anno non avrò neanche quella minima parte, non importa: ci saranno altri Natali e tornerò a mangiare dolci, ma nel frattempo mi toglierò la soddisfazione di farli. 

Come questi Kipferl, che avevo adocchiato da anni e che la cara Mariella ha riproposto su MagAboutFood per A Hug in a Mug, il Calendario dell'Avvento che gira per il mondo alla scoperta dei diversi modi per celebrare il Natale delle varie culture. 

Un biscottino l'ho assaggiato, giusto per vedere se erano degni di essere regalati, 😁e ovviamente ha superato la prova: del resto la ricetta è della compianta e mai dimenticata Alda Muratore, i cui biscotti di panspeziato  sono diventati talmente un classico a casa mia, che se dovessi dimenticarmi di farli la mia famiglia (nipoti in testa) insorgerebbe.

Ma torniamo ai Kipferl: molto buoni, delicati, si sciolgono in bocca: una coccola irrinunciabile, specialmente in questo 2020 che di coccole è stato particolarmente avaro.

lunedì 14 dicembre 2020

Biscotti tre gusti: vaniglia, fragola e cioccolato (Neapolitan Cookies)

Du gust is megl che uàn, diceva una vecchia pubblicità, e seguendo tale logica tri gust is megl che du. 😄 Questo almeno è quello che mi dicevo, mentre addentavo uno di questi biscotti, assaggiando prima i gusti singolarmente e poi l'insieme. E che siano davvero buoni, è un dato di fatto.

Come ogni anno in questo periodo, sono stata presa dalla frenesia di infornare teglie di biscotti una dietro l'altra, complice anche l'ultimo Cookie Swap del Club del 27, ma oltre ai classici biscotti speziati ho volutamente cercato qualcosa di più particolare. Se infatti in Europa biscotti di Natale è sinonimo di lebkuchen, pandizenzero e così via, da altre parti del Mondo non è necessariamente così, come testimonia in questi giorni la carrellata di bevande calde e dolcetti di accompagnamento di A Hug in a Mug, courtesy of MagAboutFood. 

Oltreoceano per esempio, impazzano biscotti al cioccolato e menta, un binomio sdoganato da noi alla grande con gli After Eight, ma che ancora non ha trovato seguito in altre preparazioni. Confesso di essere stata tentata di provarne una versione, quando girovagando per il web mi sono trovata davanti questi biscotti tricolori, ideati dal Pastry Chef Mathew Rice,  in occasione di un evento a Saint Louis nel quale si raccoglievano fondi per i bisognosi. Neapolitan Cookies li ha chiamati il suo ideatore, in omaggio ai tre gusti più amati di gelato italiano: vaniglia, fragola e cioccolato.

Ho dovuto fare qualche piccolo aggiustamento, anche perché per la parte al gusto fragola da noi non si trovano né il Nesquik alla fragola, né le fragole essiccate sotto zero (un procedimento che fa evaporare l'acqua per sublimazione, lasciando intatto il gusto del frutto e rendendolo estremamente friabile). Mi sono comunque ingegnata con delle fragole candite, e il risultato è stato veramente buono.

Se volete provarci anche voi, questi biscotti sono davvero particolari e saranno graditissimi da grandi e piccini.

venerdì 27 novembre 2020

Biscotti alla melassa e 5 spezie cinesi per il Club del 27

 


Mai come quest'anno si avverte il desiderio di festeggiare il Natale, di cercare una luce di speranza per l'umanità, colpita dalla tragedia della pandemia di Covid-19. E mai come quest'anno è stata benvenuta la proposta di Ilaria, responsabile del Club del 27, di fare uno swap natalizio tra i membri del gruppo con i biscotti di Natale. L'elenco di tutte le ricette preparate dagli amici del gruppo, lo trovate qui e vi consiglio di andarle a spulciare tutte, perché sono una più golosa dell'altra.

Naturalmente a causa del lockdown e dei diversi status delle regioni, non tutti abbiamo la possibilità di spedire i nostri pacchetti; ecco che allora lo swap è stato differenziato, tra virtuale e reale. Il mio swap purtroppo è solo virtuale, dal momento che la Lombardia è zona rossa e le code in posta sono infinite, ma mentre sfornavo i biscotti ne ero così dispiaciuta, che ho quasi desiderato poterli spedire, tanto più che voglio un gran bene alla destinataria virtuale dei miei biscotti: Leila de Il profumo dell'acqua.

Pediatra brava e coscienziosa, cuoca eccellente e maestra nel fare i dolci, di Leila colpiscono la semplicità,  la generosità, la pazienza, la signorilità e l'autoironia. Ma soprattutto, quello che mi piace di Leila è il suo cuore grande, la sua vicinanza discreta e generosa a chi ha bisogno, la sua disponibilità. 

La poveretta ha avuto a che fare con me e il mio caratteraccio😅 quando tenevo la rubrica Avanzi Tutta! su MagAboutFood e ancora non so come abbia fatto a non mandarmi a quel paese ai tempi, e fosse solo per scusarmi, avrei tanto voluto spedirle il pacchetto.

I biscotti a lei dedicati sicuramente le piacerebbero: sono i classici crinkle biscuits in versione natalizia. Profumano di spezie, di Natale e di festa. Profumano di casa, di affetti familiari e di abbracci. 

Ed è un grosso abbraccio che mando alla cara Leila e a tutti i membri del Club del 27.

lunedì 16 dicembre 2019

Stelle di Natale alle mele e caramello salato


A dispetto del nome del mio blog, non amo particolarmente fare dolci 😇 e il periodo natalizio non fa certo eccezione. Non per nulla la settimana scorsa ho pubblicato una ricetta salata. 😉 

Ma Natale è sinonimo di biscotti e non potevo proprio esimermi dal pubblicarne almeno una ricetta. Anche questi li avevo preparati 2 anni fa per MTChallenge, ma mi sembrava un peccato non pubblicare la ricetta anche qui. La crema di burro al caramello salato, di cui questa ricetta usa solo un cucchiaio, è diventata un must a casa mia, durante le feste: in altri periodi non me la posso permettere visto che sono già ingrassata abbastanza, ma un piccolo strappo alla regola durante le feste lo si deve fare, altrimenti che feste sono?

domenica 25 marzo 2018

Coronation Afternoon Tea per l'MTChallenge


Cara Valeria,

Permettimi innanzi tutto di congratularmi con te per aver vinto (posso aggiungere finalmente?) l'MTChallenge. Ci hai sbaragliati tutti con quell'anatra confit affumicata e tutti i suoi complementi, e il fatto che tu abbia appreso della tua vittoria proprio il giorno del tuo compleanno, ne ha fatto un evento speciale.

Proprio in considerazione di tutto questo, nonostante marzo sia stato (e sia ancora, visto che non è ancora finito 😂 ) un mese estremamente impegnativo per me sul fronte professionale, ho combattuto strenuamente la tentazione di passare. All'enorme quantità di tempo che mi ha portato via il lavoro, si aggiunge un altro fattore: da anni per ordine del medico non posso più bere tè e caffè, e devo usare notevolissima moderazione per altre sostanze nervine (bandita la Coca-Cola, moderazione estrema con il cioccolato, che posso mangiare solo tre-quattro volte all'anno).

Eppure come resistere al fascino del British Afternoon Tea? La mente è riandata subito ai giorni trascorsi a Cambridge da universitaria, quando con un'amica Austriaca andavo nel tardo pomeriggio in un Tea Shop (Auntie's, si chiamava; ha chiuso 2 anni fa) e consumavo il tè accompagnato dai loro magnifici scones, con clotted cream e marmellata di lamponi: erano le mie cene preferite!!!


Una volta deciso e ratificato con il sangue (peraltro in un contratto con me stessa) che avrei partecipato, restava da scegliere il tema del mio Afternoon Tea. Ci ho pensato molto a lungo, essenzialmente durante i viaggi in metropolitana per e dall'ufficio, ho compilato ogni mattina liste di preparazioni che venivano puntualmente scartate il mattino dopo, e alla fine mi sono resa conto che due erano gli elementi che sopravvivevano alla mia censura: il Coronation Chicken per la parte salata e i Pomeroy Rolls, dei graziosi buns alle albicocche secche dalla forma che ricorda vagamente una corona, la cui ricetta continuava ad ammiccarmi dal primo libro sul pane che io abbia mai acquistato (proprio a Cambridge, tra l'altro, nel 1984): Supercook's Home Baker. Da questa constatazione è nata la scelta del tema per il mio Afternoon Tea: il Coronation Tea, in onore della Regina Elisabetta II.

Naturalmente per il giorno della sua incoronazione era stata prevista una cena, non c'era sicuramente tempo per la leisurely calm of an Afternoon Tea; mi sono però divertita a immaginarne la celebrazione di un anniversario pur con i limiti che la gara ci impone, quelli di 2 categorie di cibi da offrire tra focaccine, buns, torte e tramezzini.

Coronation Day, il 2 giugno 1953, è stata una giornata speciale per tutto il popolo britannico: erano gli anni del dopoguerra, molti alimenti erano ancora razionati (zucchero, burro, formaggio, margarina, carne e grassi di cottura) e i dolci, le uova e la panna erano stati tolti da tale lista rispettivamente in febbraio, marzo e aprile. Il Paese aveva le maniche ben rimboccate per la ricostruzione e questo evento ne risollevò grandemente il morale: l'Incoronazione fu considerata l'inizio di una nuova era elisabettiana, foriera di speranza per il futuro.

Elisabetta II accettò, contro il parere dell'allora Primo Ministro Sir Winston Churchill, che l'evento fosse ripreso dalla televisione e molti cittadini di Sua Maestà ricordano ancora di essere andati dai vicini che possedevano una TV, o in un pub, per seguire l'evento in diretta. Al tempo c'erano solo 2700 apparecchi televisivi in Gran Bretagna, ma l'Incoronazione fu seguita da più di venti milioni di spettatori nel solo Regno Unito.
Avevo 3 anni quando ci fu l'incoronazione”, ricorda un cittadino britannico. “I dolci erano appena stati tolti dalla lista degli alimenti razionati e noi mangiammo molti dolci alla panna e sandwich. Ai bambini fu distribuita la zucca e agli adulti il tè. Fu un giorno molto felice.
"Questa è storia in atto, vieni a vedere!" disse la madre di un altro, invitandolo a entrare a casa di una vicina dove una ventina di persone erano stipate in salotto, con gli occhi incollati al piccolo schermo.

La bandiera britannica sventolava ovunque e i cittadini si erano vestiti con i suoi colori; ai sudditi fu concesso di acquistare 1 libbra di zucchero e 40 once (circa kg 1,120) di margarina, per festeggiare.
Il tempo quel giorno fu inclemente: piovve per tutto il giorno e sui monti Pennini cadde addirittura la neve, ma questo non impedì al popolo britannico di riversarsi in strada e organizzare banchetti all'aperto o nelle case, invitando amici e vicini.

Nei mesi precedenti all'evento Marguerite Patten, nella trasmissione televisiva About the Home, aveva insegnato alle massaie a ricavare manicaretti dai pochi ingredienti a loro disposizione, come ad esempio la mousse di salmone e il cocktail di melone, mentre lo Chef Philip Harben diede una cena privata in onore dell'evento, nel corso della quale servì un tacchino farcito con un'oca, farcita con altri 5 o 6 volatili di taglie via via inferiori (il che mi ricorda qualcosa 😃).

In occasione dell'Incoronazione, la Chef Rosemary Hume inventò il Coronation Chicken, la cui ricetta fu riportata da Constance Spry (floral artist e food writer, che curò l'allestimento della tavola reale nel giorno dell'Incoronazione) nella prima edizione (1956) del suo libro Constance Spry Cookery Book.

Per il mio Coronation Tea ho scelto un tè Darjeeling, il più pregiato dei tè neri, soprannominato lo Champagne dei tè: ho voluto acquistare un Second Flush (raccolto di mezza estate), che dà un infuso ambrato, dal caratteristico gusto moscato tipico del Darjeeling maturo e che si accompagna bene con la pasticceria da tè e le confetture.
Per i tramezzini ho deciso di riprodurre la rielaborazione del Coronation Chicken fatta dagli Hairy Bikers anziché la ricetta originale della Hume, perché la presenza del mango (accostato alla confettura di albicocche, prevista già dalla ricetta originale) si sposa bene con i Pomeroy Rolls e con i Dried Apricot Garibaldi Biscuits (mia variante alla classica ricetta di Delia Smith), che ho deciso di preparare per la parte dolce.

Su tre cose, cara Valeria, mi appello alla clemenza della corte: il mio servizio da tè, che tutto è tranne che regale, la mancanza della foto dei canapés alla mousse di salmone (per un errore matematico effettuato durante la riduzione delle dosi, ho usato troppo liquido e la mousse non è venuta)  e l'introduzione di una terza categoria, in deroga al regolamento della sfida: in fondo il 2 giugno 1953 ai sudditi di Sua Maestà fu concesso di acquistare più margarina e zucchero, per festeggiare la loro nuova sovrana. 😇

Fonti:
BBC News
Twentieth Century Crush
express.co.uk

mercoledì 3 maggio 2017

Farina di grano germogliato


Ho cominciato a farmi il pane in casa nel lontano 2004 per far fronte a un'emergenza: ero a casa malata, mi era terminata la scorta di pane in freezer e stavo troppo male per uscire a fare un po' di spesa. Avevo però in casa della farina e del lievito di birra secco, ho letto le istruzioni sul retro della bustina di lievito e ho sfornato una pagnotta che adesso definirei accettabile, ma che allora mi parve buonissima, rispetto al pane che acquistavo. Da allora ho cominciato a fare ricerche: un mese dopo preparavo il mio primo lievito madre, due mesi dopo sfornavo la mia prima colomba, e da allora non mi sono più voltata indietro. I miei gusti si sono affinati e solo in Sicilia il pane comprato è più buono del mio: a Milano e dintorni non c'è proprio paragone.

Non ho pubblicato molte ricette di pane sul blog, essenzialmente perché tendo a rifare sempre le stesse ricette, ma ultimamente la ricerca mi ha spinta su altre strade, e più precisamente su quelle dell'autoproduzione di farina di grano germogliato.
Perché di grano germogliato? Lo spiega benissimo la fantastica Roberta (che se non ci fosse, bisognerebbe inventarla) in questo post: "Quello che non sempre ci dicono, è che nelle farine integrali, [...] sono presenti anche dei cosiddetti "antinutrienti", cioè delle sostanze, per dirla in termini molto poveri, che rendono indisponibili per l'organismo i preziosi elementi nutritivi contenuti nel chicco. Con la germogliazione, il chicco rilascia i preziosi sali minerali contenuti al suo interno e allo stesso tempo aumenta il suo contenuto in vitamine e proteine. Non si eliminano completamente le sostanze antagoniste, ma sicuramente si ottiene una farina con un migliorato apporto nutritivo. Perché questo avvenga, è sufficiente procurarsi dei chicchi di grano biologico, ovviamente interi, non decorticati o trattati in alcun modo. Vanno bene tutti i grani, anche quelli antichi, la spelta, il farro, così come altri cereali. Si mettono in ammollo in acqua fredda per 12 o massimo 24 ore, avendo l'accortezza di scolarli, sciacquarli e cambiare l'acqua di ammollo almeno un paio di volte. Poi si mettono in un recipiente capace, un grande vaso di vetro coperto con una garza fissata con un elastico, e si attende che spuntino i germogli. Di solito bastano 48 ore. Bisognerà solo sciacquarli e scolarli bene ogni 12 ore. Alla fine si distendono sulla placca del forno e si lasciano asciugare a 40° C per una mezza giornata, aprendo il forno per lasciar uscire il vapore e scuotendoli di tanto in tanto. Ancora qualche ora o anche una notte ad asciugare all'aria e sono pronti per essere macinati. Ora, certo sarebbe meglio avere un piccolo mulino casalingo, ma per i primi esperimenti, può andar bene anche un macina caffè o un macina spezie."

A quanto scritto da Roberta aggiungo che l'antinutriente più importante è l'acido fìtico, che inibisce l'assorbimento delle sostanze nutritive in quanto lega a se' minerali importanti quali zinco, magnesio, ferro e calcio: la germinazione invece inibisce i fitati, impedendo loro di trasformarsi in acido fitico, e consente quindi all'organismo di assorbire tutti i preziosi sali minerali presenti nel prodotto finale.

Inoltre il grano (sia duro, sia tenero) da cui vengono ricavate le farine oggi, è geneticamente modificato per resistere agli attacchi della maggior parte degli insetti e perfino agli uragani: cosa volete che possa fare il nostro povero organismo, contro chicchi così resistenti? Le farine di grano quindi rallentano notevolmente il nostro metabolismo, e se come me si desidera perdere peso è meglio rivolgersi alla decisamente più digeribile farina di grano germogliato: la germinazione infatti rompe i legami più resistenti e trasforma l'amido - uno zucchero complesso - in maltosio, uno zucchero semplice, che fornisce facile nutrimento alla nuova pianta che sta per nascere. Il prodotto che si ottiene è pertanto molto più digeribile, e ricco di elementi nutritivi.

Attenzione però: se la germinazione ha come effetto quella di trasformare in zuccheri semplici quelli complessi, ne deriva che chi desidera perdere peso deve bloccare la germinazione non appena questa giunge allo stadio iniziale: quando infatti le radichette raggiungono i 2/3 della lunghezza del chicco, avremo il massimo di presenza di zucchero semplice (maltosio), con il minimo consumo da parte del germoglio. E' il cosiddetto malto, utilizzato nell'industria alimentare come dolcificante, in sostituzione dello zucchero (pensate anche alle fette biscottate al malto, o più semplicemente alla birra: quella bianca è prodotta con malto di frumento!).
Ai fini della produzione di una farina di grano germogliato non eccessivamente zuccherina, è pertanto indispensabile bloccare la germinazione non appena questa si è avviata. Osservate attentamente i chicchi di grano, e quando il germoglio compare passate subito all'essiccazione.

Il procedimento che ho seguito io è quindi leggermente diverso da quello di Roberta: vediamolo insieme.

martedì 8 novembre 2016

Savoiardi al cacao


E' appena stata lanciata la sfida n. 61 dell'MTChallenge, riguardante il Tiramisù, e la prima cosa di cui mi sono preoccupata sono state le sue basi: crema al mascarpone e savoiardi.
Ieri Giulia Robert ha pubblicato la ricetta dei savoiardi classici; per la ricetta che ho in mente io però, servivano quelli al cacao.
Una breve ricerca su internet mi ha fatto approdare al sito del Cucchiaio d'Argento: ricetta molto semplice e veloce, perché non provarla? Ci ho provato in effetti, e nel giro di mezz'ora ho sfornato dei savoiardi deliziosi che mi hanno riempito di profumo tutta la casa.

Non mi sono venuti perfetti dal punto di vista estetico: lo zucchero a velo non è stato assorbito del tutto lasciando qui e là antiestetici puntini bianchi. Però sono di un buono... provare per credere!

lunedì 25 aprile 2016

Frollini al cappuccino


Oggi è l'ultimo giorno utile per postare le ricette che partecipano all'MTChallenge di aprile, imperniato sui biscotti a base di frolla. Terzi giudici della sfida, i bravissimi Dani e Juri di Acqua e Menta, che hanno sbaragliato tutti lo scorso mese con il loro favoloso cuscus alla trapanese.
Terzi giudici di grande competenza, che ci hanno proposto tre tipi di frolla con cui realizzare i nostri biscotti: la frolla classica, la frolla sablée e la più difficile di tutte: la frolla montata.


E' proprio con quest'ultima frolla che mi cimento in questo post, e comincio descrivendone le caratteristiche (fonte: Alma - Pasticceria di base). La frolla montata deve contenere burro da un minimo del 60% a un massimo dell'80% rispetto al peso della farina (le frolle comuni hanno un contenuto di burro che varia dal 30% al 70%). Il burro deve essere alla temperatura di 13 °C circa e va montato in planetaria fino a ottenere una pomata soffice, a cui si aggiunge poi lo zucchero a velo. Si continua a montare e infine si incorpora la farina mescolata con un pizzico di sale. L'impasto così ottenuto è sofficissimo e va inserito in sac-à-poche e utilizzato subito per formare i biscotti o i fondi di crostata. Il riposo in frigo o in abbattitore avviene dopo la formatura, per permetterle di prendere consistenza.

I biscotti ottenuti con la frolla montata rientrano nel novero della pasticceria secca e della biscotteria fine; sono caratterizzati da una grande friabilità e sono buoni da morire!
Ricordiamoci però che, avendo un così alto contenuto di burro, durante la cottura tendono a "sedersi". Occorre quindi fare delle forme molto cicciottelle, se non si vogliono ottenere dei dischi volanti. I biscotti vanno inoltre ben distanziati e cotti in forno ben caldo (180-200 °C).

L'idea per questi biscotti mi è venuta un mattino a colazione, mentre sorseggiavo il mio caffellatte: perché non provare a realizzare dei biscotti che ricordassero il cappuccino? Da lì a pensare di unire una frolla al caffè con un po' di cioccolato bianco, è stato un attimo. :-)


Biscotti Digestive ai kumquat sciroppati e fleur de sel alla vaniglia


Mai mi era capitato, nel corso dell'MTChallenge, di ridurmi all'ultimo giorno per preparare la ricetta della sfida. Il fatto è che Daniela e Juri del blog Acqua e Menta, vincitori della scorsa edizione e terzi giudici di questa, hanno imposto un paletto alle preparazioni di biscotti: la seconda proposta doveva obbligatoriamente essere una frolla all'olio.

Questo tipo di frolla mi ha bloccata: ho pensato da subito di provare a replicare i famosi biscotti Digestive, che mi piacciono tanto, ma il primo tentativo è risultato in un fallimento: i biscotti sapevano di cartone ondulato. Li mangerò poco alla volta, ma non potevo certo pubblicare una ricetta del genere. E così, pur avendo la terza proposta già pronta e pure fotografata, ho continuato a sperimentare con quella all'olio. Stamattina (finalmente... e per fortuna! :-) ) Sono riuscita a ottenere il risultato che volevo: dei biscotti integrali buoni e profumati, ricchi di fibre e di sapore!


La scelta dei kumquat è figlia del viaggio che ho fatto a Catania lo scorso week-end, in occasione dell'ultima tappa del tour per presentare il 4° libro dell'MTChallenge, Torte Salate.
Ho infatti un cugino che vive a Catania, e naturalmente ho approfittato del viaggio per riabbracciare lui e la sua famiglia. Hanno un delizioso giardino, nel quale tra gli altri c'è un magnifico alberello di kumquat, o mandarini cinesi, i cui rami erano pieni di frutti. Li abbiamo raccolti insieme e ne abbiamo gustato qualcuno: erano dolcissimi!!!! I kumquat che compero qui a Milano hanno la polpa molto aspra e la buccia dolce; questi invece, maturati sulla pianta, avevano anche la polpa dolcissima: una meraviglia! I cugini hanno insistito per regalarmi la maggior parte dell'ultimo raccolto dell'anno, e con frutti così dolci la scelta era quasi obbligata: andavano canditi! Ho optato per una canditura morbida, lasciandoli immersi nel loro delizioso e aromatico sciroppo. Pubblicherò la ricetta prossimamente, intanto ho approfittato della loro presenza in dispensa per preparare questi profumatissimi biscotti.

domenica 24 aprile 2016

Shortbread con violette candite


Tempo di MTChallenge, e io sono più malpresa che mai.
Tempo zero questo mese, a causa di una serie di impegni che mi hanno tenuta occupata per tutti i fine settimana del mese, gli unici momenti cioè in cui posso dedicarmi alla cucina.
Non potevo rinunciare però, non dopo la vittoria di Dani e Juri con un cuscus alla trapanese da paura.

Biscotti a base di frolla è il tema della sfida; tre sono i tipi di frolla in cui ci possiamo cimentare: la frolla classica, la frolla montata e la frolla sablée. E poi c'è un paletto: tre proposte al massimo, una per ciascun tipo di frolla, ma la seconda proposta dev'essere obbligatoriamente una frolla all'olio.
Vedo già qualcuno fare spallucce: biscotti? E che ci vuole? Li faccio da una vita!
Certo, li faccio da una vita pure io. Però questo è l'MTChallenge, mica pizza e fichi, e sono richieste attenzione e cura sulla tecnica. Dani ci ammonisce, dal suo post: "Apparentemente facili da fare, richiedono che si seguano regole ben precise, a partire dagli ingredienti principali – farina, burro, zucchero, uova, sale, aromi – e dalla padronanza tecnica (impasto, riposo, cottura)."

Ed è proprio così, sapete? Io, che sui dolci non sono fortissima, mi sono messa più che mai sui banchi di scuola questo mese (altro motivo per cui pubblico all'ultimo momento). Nessuna proposta creativa quindi su questi schermi, per quelle andatevi a vedere le meraviglie fatte dagli altri MTChallengers.
La ricetta che segue è la mia prima proposta, una frolla sablée, e non è certo farina del mio sacco: l'ho presa da qui (l'unica modifica che ho fatto è stata quella di non usare uova nell'impasto). E come potete vedere confrontando le mie foto con quelle del sito, un conto è prendere un'idea, un conto è avere la manualità necessaria per realizzarla a regola d'arte. Ma non importa: ho imparato una ricetta e una tecnica di decorazione nuove, il che è lo scopo della nostra meravigliosa sfida.


lunedì 14 dicembre 2015

Elisenlebküchen


I biscotti di panpepato sono originari del Nord Europa e vengono preparati in occasione delle festività natalizie. Tra questi, i più famosi sono i Nürnberger Lebkuchen, i biscotti di panpepato di Norimberga, dove sono nati un tipo particolare di tali deliziosi dolcetti: gli oblati. Norimberga era una città libera imperiale situata all'intersezione tra le antiche vie per il trasporto delle spezie e delle merci; divenne quindi uno dei centri commerciali più importanti d'Europa, dove spezie altrove rare erano facilmente reperibili. Nel XIV secolo i monaci franconi cominciarono a produrre questi biscotti, il cui impasto veniva adagitato sopra le ostie per impedire che si attaccasse alle teglie; da qui il nome di oblati, con cui sono ugualmente conosciuti. Con il passare del tempo la produzione dei biscotti di panspeziato passò anche ai "civili" dando origine nel 1643, dopo secoli di lotte da parte dei fornai specializzati per ottenere l'ambìto riconoscimento, a una vera e propria Corporazione cui furono riconosciuti Lade und Herberg: il diritto di avere un forziere dove custodire i documenti segreti e quello di incontrarsi regolarmente in una taverna locale.

E gli Elisenlebküchen? Qui la storia si confonde con la leggenda: la storia narra di un fornaio della Corporazione di Norimberga che, avendo perso l'amata moglie a causa di una malattia, adorasse letteralmente la sua unica figlia, Elisabeth. Un giorno Elise si ammalò, e le cure a cui il padre la sottoponeva su consiglio dei medici non giovavano a nulla. Preso dalla disperazione, il padre pensò quindi di preparare dei dolcetti appositamente per lei, usando gli ingredienti più preziosi e nutrienti (a quel tempo si attribuivano alle spezie qualità di guarigione quasi miracolose ), senza farina. Mangiando quei dolcetti Elise riacquistò la salute e le forze, e da allora questi particolari dolcetti portano il suo nome.

Oggi la produzione degli Elisenlebküchen è regolamentata da un apposito disciplinare: non possono contenere più del 10% di farina e devono essere composti almeno per il 25% da noci. Le spezie che li compongono sono quelle tipiche dei Lebküchen: cannella, chiodi di garofano, semi di coriandolo, vaniglia, noce moscata, pimento, cardamomo e zenzero.

La ricetta che vi propongo non è certo quella originale: ne ho consultate un po' in rete e nessuna mi convinceva pienamente, così ho creato la mia.

mercoledì 9 dicembre 2015

Biscotti sablés alle noci con crema di Gorgonzola e mascarpone


Solo un paio di mesi fa annunciavamo l'apertura del Giubileo dell'MTC; la nostra Community, per quanto eterogenea e all'apparenza scalcagnata, è cresciuta moltissimo in questi 5 anni (e 52 sfide), consolidando non solo le proprie capacità culinarie, ma anche un'amicizia che, nata nel mondo virtuale, è diventata sempre più reale, tanto da farci decidere di incontrarci.
Conoscevo già di persona diverse MTChallengers oltre ai membri della Redazione; l'ultima settimana di novembre, nella splendida cornice di Villa Poggio al Sodo, ho fatto la conoscenza di molte altre persone, tutte accomunate da alcuni tratti: la bravura in cucina, la correttezza, l'autoironia e il non prendersi troppo sul serio.

Calore, allegria e tanta voglia di conoscersi e di condividere esperienze comuni hanno caratterizzato l'intero raduno, che ha previsto anche 3 mini corsi per i partecipanti: un corso di introduzione alla fotografia tenuto da Tamara, uno sul lievito madre tenuto da Antonietta e, last but not least, un corso di scrittura tenuto da Alessandra, la fondatrice di questo fantastico gioco e della Community che vi si è generata intorno.

Immagini di Rosaria Orrù, Corrado Tumminelli e Fabio D'Amore

Non vi sto a raccontare nel dettaglio quello che è successo e le persone meravigliose che ho incontrato, né vi parlerò del cuore immenso di questa splendida Community di cui sono ogni giorno più fiera di fare parte. Lascio tre immagini, generosamente donate da alcuni partecipanti, e la ricetta di quello che ho portato per il pranzo di sabato.

Già, il pranzo di sabato: ognuno avrebbe dovuto portare qualcosa da mangiare. Il problema era che tra il viaggio in treno e il fatto che la cucina dell'agriturismo sarebbe servita al massimo per scaldare qualcosa ma di sicuro non per cucinare, era difficile scegliere una portata che potesse essere preparata in anticipo e che reggesse bene il trasporto.
Scartati gli involtini alla messinese, che sarebbero stati possibili solo se fossi partita in auto direttamente da casa, ho optato per questo antipasto, semplicissimo da fare e di sicuro successo.

I biscotti possono essere preparati anche una settimana prima (si conservano perfettamente in una scatola di latta a chiusura ermetica) e la crema di Gorgonzola e mascarpone può essere preparata al momento, versata in un sac-à-poche e strizzata sopra ai biscotti subito prima di servirli.

Ho preso la ricetta da una rivista, che però la descriveva in maniera telegrafica, occupando sì e no 5 righe; io ho aggiunto dettagli e passaggi per renderla più fruibile.

lunedì 13 aprile 2015

Shortbread alle noci con crema di formaggio e pomodorini confit


Avevo realizzato questa ricetta il mese scorso per lo Starbooks, Tea Fit for a Queen.
Nel complesso il libro si è rivelato una delusione, nonostante contenga diverse ricette sfiziose, sia per il modo superficiale in cui le ricette sono scritte, sia soprattutto perché molte delle ricette scelte nulla avevano a che vedere con il vero High Tea inglese.
A noi Starbooker infatti non interessano le ricette tout court, valutiamo anche il contesto culturale in cui queste si inseriscono, e da questo punto di vista il libro ha fallito miseramente, perdendo una preziosa occasione per fare cultura.

martedì 4 dicembre 2012

Biscotti al pimento



Di una persona vivace e con un bel caratterino si dice che è un peperino; la Pulcetta risponde in pieno a questa descrizione. Carattere forte, dolce e solare ma risoluto, la Pulcetta non sta mai ferma un secondo. Se tutta la famiglia è seduta sul divano a

mercoledì 21 novembre 2012

Crisp Cinnamon Cookies - Biscotti croccanti alla cannella per la seconda puntata dello Starbooks di novembre


Il libro che noi Starbookers abbiamo messo sotto la lente d'ingrandimento questo mese è una nuova uscita editoriale, Scandinavian Christmas di Trine Hahnemann.
In quali altri Paesi è infatti sentito il Natale, se non in quelli Scandinavi, dove risiede

lunedì 20 febbraio 2012

Biscotti del Lagaccio con lievito madre


Driving Lesson Nr 3: Fill up the Tank

Non posso continuare così.
Davvero, non posso.
Oramai è chiaro: devo portarmi a casa il manuale di istruzioni della mia nuova macchina usata e studiarmelo per bene. Prendiamo il volante, per esempio: non è liscio e tutto di un pezzo come quello del Catorcino, ma ha una sorta di scanalatura in cui spesso si impiglia il pirulino della cerniera sulla manica del piumino quando curvo , limitando la mia mobilità proprio durante la delicata manovra. Ora, delle due l'una: o imparo a curvare evitando che il pirulino si impigli, o cambio piumino. Potrei anche cambiare il volante, ma non sono certa che sia l'opzione più giusta, né la più economica (e poi quale migliore scusa per acquistare un piumino nuovo? ^_^)

Peraltro il pirulino della lampo mi ha cavata d'impiccio l'altra settimana, quando sono andata per la prima volta a fare il pieno di benzina: nello staccare la chiave per darla al benzinaio infatti si è incastrato a qualche levetta lì in giro. Mentre pagavo, il benzinaio mi ha restituito la chiave dicendomi che non ce n'era bisogno perché il serbatoio era già aperto e quando allarmata gli ho chiesto se potesse essere aperto da chiunque mi ha risposto di no, che glielo avevo aperto io.
"Ah sì?" ho pensato, e benedetto il pirulino della cerniera del piumino... ma capite bene che non posso sempre confidare in una cerniera e che prima dell'estate è bene che io impari ad aprire il serbatoio intenzionalmente, oltre che accidentalmente. A meno che non riesca a trovare un braccialetto con cerniera impigliante entro l'estate, beninteso; nel frattempo ho deciso di studiarmi a fondo il libretto delle istruzioni...

venerdì 27 gennaio 2012

Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio... AUGURI ALE!!! - Pignolata in cornucopia augurale




« Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio,
ego me baptizzo contro il malocchio.
Puh! Puh!
E con il peperoncino e un po' d'insaléta
ti protegge la Madonna dell'Incoronéta;
con l'olio, il sale, e l'aceto
ti protegge la Madonna dello Sterpeto;
corrrrrno di bue, latte screméto,
proteggi questa chésa dall'innominéto. »


Io non sono superstiziosa e immagino che non lo sia neppure lei;  è un fatto però che da qualche anno a questa parte il giorno del suo compleanno o le "date limitrofe" sia funestato da qualche evento negativo per la sua vita, tanto che adesso ha perfino paura a festeggiarlo. 

Potevamo noi suoi amici far finta di nulla? Assolutamente no! Il 27 gennaio di X anni fa è nata una delle persone più meravigliose che abbia mai conosciuto e solo per questo fatto, tale data merita di essere ricordata in modo speciale e di venire cerchiata di rosso sul calendario, insieme a quella del compleanno dei parenti e degli amici più cari.


E tra i suoi amici più cari, conosciuti grazie al web e poi incontrati di persona, ci sono alcuni blogger che hanno voluto contribuire a  organizzarle questa piccola festa on line, con tanto di filastrocca propiziatoria e di banner, ideato dalla fantastica Mai, pieno di amuleti. 

Abbiamo deciso di realizzare per lei tante ricette portafortuna, per augurarle tutto il bene possibile e tutta la gioia che il suo grande cuore può contenere, ma soprattutto per farle sapere che le vogliamo un mondo di bene.