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lunedì 24 ottobre 2022

Moussaka di pesce spada

 


Sarà che amo molto le melanzane, sarà che non mi rassegno alla fine dell'estate e della loro gloriosa stagione, o sarà lo stimolo culturale datomi dalla preparazione del maghmour, la moussaka libanese, fatto sta che è da un mesetto a questa parte che mi frulla per la testa l'idea di preparare una versione di moussaka con una fonte proteica diversa dalla carne e dai legumi. La scelta rimaneva tra i formaggi e il pesce, e questa idea ha continuato a solleticarmi per due o tre settimane. 

Già, ma che pesce usare? Il primo che mi è venuto in mente in abbinamento con le melanzane è stato il pesce spada, memore della squisita pasta alla Norma con pesce spada che si mangia dalle mie parti. Meditavo sulla ricetta costruendola nella mia mente, e quando sono arrivata alla besciamella mi sono detta che quella più adatta sarebbe stata la versione profumata di Paul Gayler. Più ci pensavo, più l'idea mi solleticava, così mi sono finalmente decisa, mi sono procurata gli ingredienti... e moussaka di pesce spada fu.

domenica 16 ottobre 2022

Flatbread alla paprika affumicata e halloumi


Il mio blog è nato il 18 ottobre di 12 anni fa, e in tutto questo tempo ho avuto un'idea fissa, simile ai buoni propositi di inizio anno: pubblicare una ricetta di pane per il World Bread Day, la giornata mondiale del pane, che cade il 16 ottobre. 

In realtà la vera ricorrenza di oggi è la giornata mondiale dell'alimentazione, che ricorda la fondazione della FAO, il 16 ottobre 1945. Istituita nel 1979, la giornata mondiale dell'alimentazione ha adottato dal 1981 un tema diverso ogni anno, al fine di evidenziare le aree necessarie per l'azione e fornire un approccio comune. La maggior parte dei temi ruotano attorno all'agricoltura, perché gli investimenti nell'Agricoltura registrano ogni anno dei notevoli cali: il ruolo del settore pubblico è essenziale, e aiuterebbe a veicolare in tale settore anche gli investimenti privati.


A partire dal 2006, a latere della giornata mondiale dell'alimentazione è stata istituita, sempre il 16 ottobre, la giornata mondiale del pane: alimento di alta valenza simbolica, il pane fa parte del nostro quotidiano al punto da essere entrato nel lessico comune e religioso. Dall'espressione "guadagnarsi il pane" come sinonimo di guadagnarsi da vivere a "dacci oggi il nostro pane quotidiano", preghiera a Dio di non farci mancare il sostentamento essenziale, il pane ha un ruolo centrale, benché spesso dato per scontato, nella vita di tutti i popoli del Mondo.

E' dal 2010, dicevo, che mi ripropongo di pubblicare una ricetta di pane in questa giornata; solo a distanza di 12 anni sono riuscita a mantenere questo proposito (quindi c'è qualche speranza per tutti gli altri propositi, che da quando sono nata compongono una to-do list chilometrica) e lo faccio con un flatbread, un pane piatto, che è stato realizzato su Starbooks venerdì scorso dalla bravissima Stefania - Araba Felice (lei si definisce cialtrona, ma voi non credetele!).

Come scrive Stefania nell'introduzione al suo post, di flatbread è pieno il mondo: hanno nomi esotici come chapati, naan, roti, paratha, pita, tortilla, ma ci sono anche flatbread italiani come le nostre piadine o il pane carasau, per non parlare delle focacce non lievitate mangiate dagli antichi Romani. Tutti sono accomunati dalla semplicità della preparazione e soprattutto dalla velocità di cottura, spesso effettuata in padella o su un testo. Questo pane non fa eccezione: è semplice e veloce da preparare (salvo il tempo di lievitazione), facilissimo da maneggiare e molto gustoso. L'altro ieri quando ne ho letto la ricetta ho deciso di prepararlo quanto prima, e ho approfittato della ricorrenza odierna per mettermi all'opera. L'Autrice accompagna questi panini farciti con una fresca insalata di pomodori: non potrei essere più d'accordo!

lunedì 23 maggio 2022

Shakshuka - Uova al pomodoro mediorientali

 

Avete presente quelle sere in cui siete stanchi e affamati, ma avete poco o nulla in frigo? In quei casi per me la soluzione ideale è una bella Shakshuka, la versione mediorientale delle uova in tegame al sugo di pomodoro, insaporita da un mix di spezie calde che la trasformano in una cena semplice, ma sensazionale.

Per anni ho evitato come la peste tutte le pietanze che avessero come protagonista il sugo di pomodoro, da tanto ho fatto il pieno nella casa paterna; piano piano ho riscoperto questo prezioso alleato, meglio ancora se fatto a partire dai pomodori freschi, e finalmente l'anno scorso mi sono cimentata nella Shakshuka. Non una Shakshuka qualunque però, bensì quella di Sami Tamimi, Chef e partner in crime del grandissimo Yotam Ottolenghi.

La ricetta, presa dal suo bellissimo libro Falastin (che per me è stato il libro dell'anno 2021, da tanto l'ho consultato e sporcato con macchie di sugo), prevedeva in origine che le uova venissero strapazzate. Io però preferisco lasciarle intere, perché mi piace il tuorlo liquido, quindi dopo aver provato l'originale ho optato per una presentazione più tradizionale.

Non so dirvi quante volte l'ho fatta e rifatta, nell'ultimo anno: costituisce un pasto completo ed equilibrato, con il giusto apporto di proteine e verdure e con le spezie che fanno scintille nel palato. Si prepara nel giro di mezz'ora e risolve egregiamente la cena.

lunedì 28 marzo 2022

Tortino di sgombri con cole slaw


Il Club del 27 questo mese ci ha proposto le ricette tratte dal libro di Chris McDade, The Magic of Tinned Fish (la magia del pesce in scatola). Il concetto alla base del libro è che il pesce in scatola è ima risorsa alimentare preziosa, da non snobbare e da non relegare a cene tristi e banali: bastano pochi ingredienti per ottenere piatti gustosi e sorprendenti, e per rinnovare un cibo che è ingiustamente considerato "di serie B". Come giustamente osserva l'autore, avere in casa scorte di pesce in scatola significa nutrirsi in modo gustoso, sostenibile ed economico (rispetto al pesce fresco).

Le ricette selezionate da Ilaria riguardano un po' tutto il pesce in scatola che si trova in commercio, tranne il tonno (che sarebbe una scelta scontata): è un modo per prendere consapevolezza che esistono tante conserve di pesce sul mercato, buone quanto il tonno, se non di più.

Laddove possibile prendete pesce conservato in un buon olio d'oliva; anche il pesce al naturale è una buona opzione, ma risulta meno pastoso e potrebbe costringerci ad aggiungere qualche ingrediente secco in più. E' quello che è successo a me con questa ricetta: dovevano essere delle polpette, ma avendo usato sgombri al naturale l'impasto è risultato troppo molle. Avevo finito il pangrattato, così ho optato per mettere tutto in una teglia e farne un tortino, che ho poi cotto in forno. E' venuto buonissimo lo stesso, in pratica ho realizzato una variante più leggera della ricetta originale.

Se volete vedere le ricette preparate dagli altri colleghi del Club del 27, cliccate qui.

martedì 8 marzo 2022

Sfiha libanesi

 

Adoro la carne di agnello, e se non la consumo spesso quanto vorrei è perché è meno magra di quanto non sarebbe auspicabile per la mia dieta perenne. Ancora di più adoro le ricette che ne prevedono la polpa macinata, e qui si aggiunge una seconda difficoltà, visto che dalle mie parti il macinato di agnello non si trova: ogni volta mi tocca comperare un cosciotto, disossarlo e tritarmelo a casa, un lavoro che porta via tempo e che il più delle volte mi risparmio.

Ho fatto un'eccezione per le Sfiha, preparate per lo Starbooks di settembre e divorata smodatamente, alla faccia della summenzionata dieta. 😅Si tratta di piccoli involucri di pane contenenti una polpettina di carne: semplicissimi nella concezione, divini nel sapore. 

Le Sfiha sono perfette per un aperitivo rustico, per un picnic o per la gita fuori porta di Pasquetta che sta già cominciando a profilarsi all'orizzonte.

lunedì 28 febbraio 2022

Torta cioccolato, pere e cardamomo

 


Oggi sarebbe stato il compleanno del mio Papà, 💖che era golosissimo di cioccolato e amava molto le pere. E' stato quindi naturale per me, quando al Club del 27 ci hanno proposto di fare le ricette tratte dal libro Everything Chocolate, scegliere una torta al cioccolato e pere. Altrettanto intrigante per me è stata l'aggiunta in ricetta del cardamomo, una spezia che amo moltissimo, ma che non avrei mai pensato di abbinare alle pere. Riporto l'introduzione alla ricetta degli Autori: 

Perché questa torta elegante potesse sfociare in un matrimonio felice, abbiamo reso le pere protagoniste tanto quanto il cioccolato. Le pere da sole possono risultare un po' blande, così abbiamo inserito una bella caramellatura per esaltarne gli aromi floreali. Prima di disporle sulla torta, le abbiamo arrostite in forno a 230 °C finché sono risultate caramellate e tenere. Volevamo una base dalla struttura sufficientemente solida per sostenere le pere, così che potessero rimanere in superficie senza affondare: questo ha comportato usare il cacao amaro, anziché il cioccolato fuso. Abbiamo così ottenuto un impasto denso, simile a quello dei brownies, che è risultato morbido e umido come le pere. Infine abbiamo aggiunto il cardamomo, per esaltare la nota speziata delle pere. Il cioccolato tritato infine, regala una piacevole sorpresa tra i denti. Di solito le torte vengono cotte a 180 °C, ma abbiamo constatato che in questo caso la temperatura di 160 °C è migliore per una cottura lenta e uniforme, dai bordi al centro. Temperature più elevate darebbero dei bordi duri e asciutti. La decorazione con le pere affettate e disposte a ventaglio fa sì che la torta si presenti bene e non abbia bisogno di glassa.

A causa della mia imperizia con la decorazione, ho dovuto preparare questa torta due volte. La prima volta avevo usato delle pere troppo grandi per il diametro della teglia, e la decorazione è risultata decentrata. Dovevo portarla a una cena di famiglia, così ho deciso di non fotografarla, ma di rifarla con pere più piccole. A casa ha riscosso un notevole successo, anche se mio nipote mi ha subito fatto notare il suo aspetto, diciamo, asimmetrico. 😂

Tutte le altre ricette degli amici del Club del 27 sono qui, e vi garantisco che sono una più golosa dell'altra.


lunedì 14 febbraio 2022

Purea speziata di zucca con pancakes-omelettes (pomlettes)

 


L'ultimo libro (o forse farei meglio a scrivere capolavoro) di Ottolenghi, nasce nel 2020 in pieno lockdown quando il nostro, consapevole della nuova sfida che la pandemia poneva, ha riunito la sua squadra in quella che ha prontamente ribattezzato Ottolenghi Test Kitchen (la cucina delle prove di Ottolenghi), con l'obiettivo di sfruttare tutti gli ingredienti che abbiamo in dispensa, dalle spezie ai barattoli di legumi in scatola, richiedendo quindi solo un minimo di spesa fuori, con ingredienti alla portata di tutti.

Ottolenghi è il primo ad essere consapevole che nessuna dispensa è uguale all'altra e la sua meno che mai 😅ma, come ha scritto Alessandra nel post introduttivo e in quello conclusivo dello Starbooks di novembre 2021, ci spiega come sono nate le ricette e dà anche possibili sostituzioni, per non fare impazzire i suoi lettori alla ricerca di ingredienti impossibili da trovare.

La ricetta che vi presento oggi è evidentemente dedicata ai grandi appassionati di spezie, quelli come me che ne hanno a bizzeffe e cercano modi sempre nuovi di utilizzarle; ma anche al pubblico più curioso che, affascinato dalle spezie, vuole cominciare a usarle e trova nelle ricette del nostro il modo più sicuro per apprezzarle al meglio. 

Questa è la genesi della ricetta, scritta di suo pugno: Quando ci chiedono che cosa ci ispiri, diamo di solito le risposte più disparate: famiglia, amici, cibi della nostra infanzia, luoghi che abbiamo visitato, etc. Questi pancakes-omelettes sono il frutto di un'ispirazione di Claudine, che non riusciva a trovare la farina durante il lockdown e ha quindi pensato di consumare l'arrowroot (fecola di maranta) che aveva in dispensa, cosa che le ha rese meravigliosamente gluten-free. Noor le ha subito ribattezzate "pomlettes" e ha visto che erano l'accompagnamento perfetto di questa purea di zucca violina: colazione risolta.

Io le ho mangiate a pranzo perché la colazione da noi ha gusti più blandi, e le ho apprezzate particolarmente perché pure io ho in dispensa una notevole scorta di arrowroot, che usavo tantissimo in una dieta precedente e che non sapevo più come usare: si tratta infatti di una fecola particolare, derivata dalla radice di maranta, che è meglio non utilizzare insieme a prodotti caseari, in quanto ne altera la struttura. Ho quindi trovato la giusta occasione per far fuori le mie scorte e utilizzare le mie adorate spezie: meglio di così... Se però voi non avete l'arrowroot, a mio avviso lo potete sostituire con fecola di patate o amido di mais, per mantenere le pomlettes senza glutine; oppure della normale farina 00, se non vi interessa il gluten-free. Nel caso in cui preferiate utilizzare la farina, vi consiglio di mettere un uovo in meno, in quanto gli amidi puri assorbono molto più liquido della farina. Fate sempre in tempo ad aggiungere un goccio di latte, se la pastella dovesse risultare troppo densa.

lunedì 7 febbraio 2022

Pollo piccante al berberè, carote e ceci

 


Se qualcuno mi chiedesse a bruciapelo quale sia la ricetta di Ottolenghi che preferisco, risponderei senza esitazione citando l'ultima che ho fatto (o rifatto). Non che le altre siano meno buone, intendiamoci: semplicemente, l'ultima è quella che è più presente alla mia memoria gustativa, e sto ancora rivivendo le delizie del palato che mi ha offerto. Tutto questo per dire... che questa è la migliore ricetta di pollo del Nostro che io abbia mangiato, perlomeno nell'ultima settimana. 😋

Questa ricetta l'aveva preparata Biagio per lo Starbooks di novembre, e mi aveva attirato a tal punto, che la settimana dopo l'ho replicata; non ho però fatto in tempo a fotografarla (brutta cosa, la fame! 😄), ma mi ero ripromessa di fotografarla la volta successiva, e così eccomi qua. 

Una cosa mi mancava: la miscela berberè, tipica della cucina eritrea ed etiope ed indispensabile per questo piatto. Poco male: ne ho cercato in rete la composizione, ho confrontato alcune ricette e poi ho creato la mia, che riporto più sotto. Ottolenghi avvisa il lettore che la miscela berberè è piuttosto piccante: se non lo sopportate troppo, diminuitene la quantità (e se il piccante non vi piace, cambiate ricetta 😆).

E' un piatto piacevolmente piccante, facile e veloce, che richiede solo i tempi di assemblaggio degli ingredienti e quelli di cottura. Perfetta per un pranzo domenicale, ma anche ogni volta che ci si voglia coccolare con qualcosa di gustoso. La scarpetta finale è d'obbligo, mentre consiglio di resistere alla tentazione di leccare il piatto: non è educato. 😂😂😂

lunedì 17 gennaio 2022

Zuppa di maiale e zucca con slaw di cavolo rosso allo zenzero


Se già di mio amo le zuppe, in pieno inverno le adoro ancora di più: calde, corroboranti, confortevoli, saporite e nutrienti: che cosa chiedere di più a un piatto? 

A ciò aggiungete che da un mese e mezzo mi si è rotto il calorifero del soggiorno, e a causa della scarsità di materiali generalizzata quello nuovo non è ancora arrivato nel magazzino del fornitore, motivo per cui a casa mia ci sono tra i 17 e i 18 gradi: altro che copertina sul divano, qui ci vuole il piumone! In queste condizioni, cenare con una zuppa calda diventa ancora più essenziale.

Avevo preparato questa zuppa in stile Asiatico nel settembre 2020 per la rubrica quotidiana Keep Calm and What's for Dinner, e mi ha accompagnata lungo tutto lo scorso inverno. Mi è piaciuta tantissimo, e ha il vantaggio di essere perfetta anche per la dieta: con la sua varietà di verdure e il giusto apporto di proteine, vitamine e fibre, diventa anche una preziosa alleata della linea.

Lo slaw di cavolo cappuccio rosso è la ciliegina sulla torta e regala all'insieme una sferzata semplicemente favolosa: io ho preso a prepararlo anche da solo, come contorno ad altri piatti di carne, specialmente di maiale.

Come sovente mi capita, ho apportato una piccola variazione alla ricetta originale, presa da Better Homes & Gardens, per farla più mia. 

lunedì 13 dicembre 2021

Lussekatter - Panini di Santa Lucia


I Lussekatter, o code di gatto, sono dei morbidi panbrioche allo zafferano, tipicamente serviti il giorno di Santa Lucia nei Paesi Scandinavi: da qui anche il nome di panini di Santa Lucia. 

Il periodo natalizio in Scandinavia è semplicemente magico: a Santa Lucia per esempio, si tengono le tradizionali processioni di bambini, vestiti con abiti bianchi con una cinta rossa in vita. In testa alla processione si trova la Sposa Lucia, che porta sul capo una corona di rami di abete con candele accese. E alla fine della processione, si scaldano anima e corpo offrendo un bicchiere di gløgg fumante, accompagnato dai Lussekatter appena sfornati.

Tipicamente, questi panini vengono aromatizzati con lo zafferano, che conferisce alla mollica un caldo colore dorato; se non dovesse piacervi questa spezia, la potete anche omettere e sostituire con un cucchiaino di cannella.

lunedì 6 dicembre 2021

The Ultimate Gløgg

 


Il gløgg altro non è che la versione scandinava del nostro vin brulé: del buon vino rosso (magari "spinto" da un goccio di liquore) scaldato insieme al una miscela di spezie e bevuto caldo. Una bevanda gradevole e profumata, deliziosa durante la stagione fredda e semplicemente magica nel periodo di Natale. 

Ne avevo pubblicato anni fa una versione danese, dove si aggiunge al vino rosso l'estratto per gløgg, ma negli anni non ho smesso di cercare la mia versione ideale. Credo di averla trovata nella versione svedese della ricetta, che prevede oltre al vino rosso anche la spinta alcolica e aromatica di Porto e Brandy; in Norvegia usano invece l'acquavite, liquore derivato dalle patate e aromatizzato con aneto, semi di finocchio o coriandolo, ma se devo essere sincera il Porto e il Brandy mi attiravano di più. 

Questo per me è "the ultimate gløgg", il gløgg definitivo: mi ha conquistata proprio perché la spinta alcolica è bilanciata dai profumi del Porto e del Brandy, che si sposano meravigliosamente con le spezie e con le mandorle e l'uvetta che si mettono tradizionalmente in ogni bicchiere di gløgg che si rispetti.

Adesso che, con le dovute cautele, ci si può trovare con gli amici per salutarsi in vista delle festività natalizie, non posso che invitarvi a provarlo!

lunedì 4 ottobre 2021

Kebab di agnello a bassa temperatura - Pulled Lamb Shawarma Sandwich


 Se qualcuno mi dovesse chiedere quante volte ho cucinato il Pulled Lamb Shawarma Sandwich (kebab di agnello cotto a bassa temperatura), non sarei in grado di rispondere con precisione. L'ho preparato talmente tante volte da avere letteralmente perso il conto, ma ogni volta rimandavo il momento di metterlo in posa per gli scatti fotografici che lo avrebbero consegnato ai posteri di questo blog. 😅

Le giustificazioni che mi davo erano le più svariate: dal fatto che avevo trovato l'agnello già tagliato a pezzi e quindi si trattava più di un arrosto che di un panino, alla considerazione che tanto lo avrei cucinato ancora, e quindi ci sarebbero state altre opportunità di fotografarlo. Questa volta però le scuse erano terminate: avevo finalmente trovato un bel pezzo di agnello intero, e per Giove questa volta avrei vinto la pigrizia e avrei fotografato la mia shawarma di agnello (termine che preferisco a kebab, che oramai in Italia designa solo il classico panino di carni miste e verdure di accompagnamento).   

Il bello di questa ricetta, oltre all'indiscussa bontà, è la sua versatilità: può infatti essere servito come concepito dall'Autore, su una tavola informale dove ogni commensale preleva carne, salse e accompagnamenti e ci farcisce la sua pita, oppure come un normale arrosto; in questo caso è meglio farsi tagliare l'agnello a pezzi dal macellaio prima di cucinarlo, in modo da averlo già porzionato e pronto per essere trasferito nei piatti.

Ancora una volta, Falastin si è rivelato per me il libro dell'anno: me ne sono innamorata fin dalle prime ricette pubblicate su Starbooks, e la storia di amore continua.

lunedì 27 settembre 2021

Curry afghano di agnello (Quormeh Gosfand)


La drammatica situazione in cui versa il martoriato Afghanistan in questo momento, ha spinto le "cape" del Club del 27 a scegliere la sua cucina come tema del mese di settembre; non possiamo fare niente di concreto per aiutare la popolazione Afghana, ma è di vitale importanza continuare a darle voce, anche attraverso la sua cucina. 

Come dice Alessandra, "integrazione è una bella parola che rappresenta una brutta realtà": è facile cadere nella retorica da quattro soldi o in un dibattito politico che dimentica che dietro al termine migranti ci sono tante persone, tante storie da raccontare, come testimonia anche lo Starbooks di questo mese.

Le ricette che vi presentiamo oggi sono tratte dal libro Parwana (che significa farfalla) di Durkhanai Ayubi, la figlia più giovane di una famiglia di profughi Afghani che nel 2009, dopo varie peripezie, ha aperto un ristorante in Australia, chiamato per l'appunto Parwana, dove vengono proposti i piatti di Farida, sua madre. La scelta di questo nome per il ristorante voleva essere di buon auspicio, dopo gli anni delle tribolazioni vissuti dalla famiglia Ayubi prima in Afghanistan e poi negli anni successivi alla fuga, fino all'arrivo in Australia e alla decisione di far conoscere una parte della loro tradizione al Paese che li aveva accolti.

Il ristorante Parwana ha riscosso un enorme successo di pubblico e di critica in Australia, proprio per l'incredibile bontà dei piatti offerti, i più apprezzati dei quali sono raccolti proprio nel libro omonimo. Oltre alla cucina, quello che affascina è proprio lo sforzo di raccontare le vicende dell'Afghanistan: le ricette del libro sono intervallate da episodi della storia del Paese, che si intrecciano con le vicende familiari dell'Autrice, dai fasti del regno degli Shah alla fuga della famiglia Ayubi, avvenuta dopo il colpo di Stato filo sovietico e le tensioni della guerra fredda.

Io oggi ho preparato uno dei piatti cardine della cucina afghana, un curry di agnello; se volete leggere le meraviglie preparate dagli altri membri del Club del 27, cliccate su questo link.

lunedì 10 maggio 2021

Chicken Shawarma Pie - Pie di shawarma di pollo


Come ho scritto più volte, amo molto la carne di pollo per la sua versatilità, amo le cucine etniche che fanno largo uso di spezie e amo in particolare la cucina medio orientale, che compare molto spesso sulla mia tavola. E a casa mia, cucina mediorientale è pressoché sinonimo di Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi, soci in affari e compagni nella vita, il cui genio culinario e la cui scrittura genuina e accurata hanno fatto conoscere i meravigliosi piatti della loro Terra al grande pubblico.

L'ultima fatica letteraria di Sami, il bellissimo Falastin, mi ha letteralmente stregata: è pieno zeppo di post-it con le ricette che vorrei provare - questa è la terza che provo in pochi mesi - e la scrittura coinvolgente della coautrice Tara Wigley me l'ha fatto entrare nel cuore.

La pie che vi presento oggi aveva catturato la mia attenzione fin da subito, e se finora ne ho rimandato l'esecuzione, è per la mancanza di tempo. L'avevo già programmata da un po' e avevo pure comprato la carne, quando un imprevisto mi ha costretta a rimandare la preparazione e a usare le mie sovracosce di pollo per un'altra ricetta. Poco male, perché sapevo che prima o poi l'avrei fatta e adesso quel momento è arrivato.

Ma cominciamo con una domanda non banale: che cos'è la shawarma? Si tratta dello street food più conosciuto e diffuso in Medio Oriente, quello che da noi si chiama Kebab: pezzi di carne (di pollo o di manzo) marinati nelle spezie, infilzati in uno spiedo verticale, arrostiti lentamente, tagliati man mano dalla parte più esterna e serviti in una pita calda insieme a una salsa saporita, spesso a base di tahina, e a qualche verdura croccante. Questa è la shawarma originale, ma accanto ad essa esistono innumerevoli varianti casalinghe, che non prevedono la cottura allo spiedo, bensì in tegame; ed è proprio questo tipo di shawarma che Sami Tamimi ci fa cucinare in questa ricetta, ma aggiungendovi un tocco personalissimo.

La sua genialità è infatti quella di prendere la ricetta casalinga e di inserirla in una pie dal guscio croccantissimo, anziché presentarla nella tradizionale pita. Intendiamoci, volendo anche in questa ricetta è possibile preparare solo la carne e la salsa e servirle in una pita, lo stesso Sami ce lo dice nell'introduzione. Ma perché fermarsi a metà percorso? Una volta fatto 30 fate anche 31 e non ve ne pentirete! 

Questa ricetta partecipa allo Starbooks Redone di maggio; ringrazio con tutto il cuore Starbooks per avermi fatto conoscere questo magnifico libro!


lunedì 3 maggio 2021

Curry di pollo alla birra Lager



E' stato un fine settimana all'insegna della cucina quello appena trascorso, che mi ha visto passare con disinvoltura dall'India alla Cina, con una puntata in Palestina. A fare da filo conduttore sono state loro, le spezie, che hanno scaldato e illuminato un sabato di pioggia con i loro profumi inebrianti, i sapori intensi e l'eco dei Paesi lontani di provenienza, consentendomi di viaggiare se non altro con il palato.

Devo ancora affinare la tecnica di formazione dei bao, i panini cinesi al vapore, ma oggi vi presento il primo piatto che ho cucinato, un tranquillo curry di pollo che ho voluto rinnovare inserendo tra i liquidi di cottura una birra.

Lo stile birrario che ho scelto per il mio curry di pollo è stato il Lager, dal tedesco lagern,  immagazzinare, che si riferisce alla pratica di conservare le birre in cantina a bassa temperatura per far depositare le impurità sul fondo e chiarificarsi, e che designa delle birre a bassa fermentazione, dal gusto pulito, fresche e dissetanti, di media frizzantezza e dal tenore alcolico che va dal medio al basso. E' lo stile birrario che si trova più comunemente in commercio, ed è anche il più "disprezzato" tra i cultori del genere, eppure è il più difficile da produrre: basta una disattenzione anche minima per produrre consistenti alterazioni del gusto, e il primo scopo di ogni produttore di birra che si rispetti è proprio quello di produrre birre che abbiano lo stesso sapore, in modo che i consumatori possano ritrovarlo sorso per sorso, bottiglia per bottiglia.

Il grado di amaro delle Lager va dal basso al pronunciato, ma per la mia ricetta cercavo un prodotto poco amaro perché tale gusto esalta eccessivamente la piccantezza e potrebbe avere ripercussioni sgradevoli sul palato. Se pertanto mi permetto di fare il nome del prodotto che ho usato, "citato" anche in fotografia, è solo per indirizzare il lettore verso la scelta migliore: una Beck's, tanto per fare un altro nome, è troppo amara e turberebbe l'equilibrio del piatto. Io ho usato l'ultima nata in casa Moretti, Birra Moretti filtrata a freddo, una birra dai piacevoli profumi floreali e dal gusto delicato, poco amara e molto rinfrescante. Se volete sperimentare con altre Lager leggete l'etichetta e concentratevi sul grado di amaro (IBU, International Bitterness Unit), se è riportato (oppure cercatelo sul sito del produttore): fino a 20 IBU va bene, oltre sarà una birra ottima da bere, ma non è detto che esalti i sapori del vostro curry come vi aspettereste.

martedì 27 aprile 2021

Nodini di maiale alle 5 spezie cinesi con patate dolci allo zenzero per il Club del 27


Questo mese il Club del 27 ci porta a esplorare le ricette di un libro, The Roasting Tin di Rukmini Yver, che fa del "minimo sforzo per il massimo risultato" la sua bandiera. Si tratta infatti di ricette in cui i tempi di preparazione sono ridotti al minimo, dopodiché si mette tutto in teglia, si mette la teglia in forno e ci si dedica ad altre attività in attesa che la cena sia pronta da servire.

Il libro, molto ben fatto, riporta per ogni categoria di cibo (carne, pesce, verdura, frutta, riso e pasta) i tempi e le temperature di cottura in forno: un enorme aiuto per saperci regolare nel creare le nostre ricette all'insegna dell' "in teglia e via", e un asso nella manica prezioso per chi come me lavora e torna stanca dall'ufficio: basta passare un attimo dal supermercato, acquistare gli ingredienti principali et voilà, la cena è servita con poca spesa e tanta resa.
Io ho scelto una ricetta che coniuga all'estrema semplicità il mio amore per le spezie: dei nodini di maiale alle 5 spezie cinesi, cotti su un letto di patate dolci (altro mio grande amore) insaporite con aglio e zenzero (un binomio vincente). Le ho letteralmente adorate, e spero che piacciano anche a voi.

Tutte le ricette dei miei colleghi del Club del 27 sono qui: non perdetevele!!!

lunedì 12 aprile 2021

Pollo speziato alla turca con insalata araba

 

Diana Henry è uno dei miei punti di riferimento più costanti in cucina, e benché tenda a rifare sempre le stesse ricette, ogni tanto mi metto a cercare qualcosa di nuovo. Così, se il suo pollo piccante marinato allo yogurt è uno dei piatti che preparo più spesso, questa volta ho voluto provare qualcosa di diverso, che però con quella ricetta avesse in comune la facilità di esecuzione e l'incredibile ricchezza di sapori. 

La scelta è ricaduta su questo pollo speziato alla turca; la Turchia vanta infatti una cucina molto interessante, crocevia di diverse culture. Si tratta essenzialmente di carne di pollo marinata in olio e spezie, poi cotta sulla bistecchiera: più facile di così! Sul barbecue questo pollo deve essere da urlo, tanto che dopo averlo mangiato ho whatsappato mia sorella dicendole di avvertirmi per tempo alla prossima grigliata, per darmi il tempo di farlo marinare.
 
Diana Henry accompagna il piatto con un'insalata turca che vede il prezzemolo protagonista; io ne ho preparato una simile, diffusa un po' in tutto il Medio Oriente e conosciuta come insalata araba, anche se ogni Paese tende a darle il suo nome: si chiama Salat Israeli in Israele, in Marocco è conosciuta come Insalata Marocchina e, con qualche variante, fa capolino un po' dappertutto da quelle parti. Inutile dire che io la adoro e me la preparo piuttosto spesso quando arriva la bella stagione, perché ne amo la freschezza e il mix di sapori.

Dopo la delusione della scorsa settimana con il pollo al limone con za'atar di Sami Tamimi (buono, per carità, ma il profumo è risultato migliore del sapore), è con vero piacere che ripartecipo allo Starbooks Redone con questa ricetta che, se tanto mi dà tanto, diventerà un altro caposaldo della mia cucina.



mercoledì 7 aprile 2021

Pollo al limone con za'atar

 

Pollo al limone con za'atar: solo il titolo della ricetta evocava al mio palato delizie inenarrabili, mentre tre degli alimenti che amo e consumo di più si fondevano in un unico abbraccio. Vado avanti e leggo che la lista ingredienti comprende anche sumac e pepe garofanato: di bene in meglio. L'introduzione poi, era quanto di più accattivante potesse esserci: accennava al fratello maggiore di questo piatto, il pollo arrosto alle clementine e Arak, e sottolineava la semplicità di esecuzione: si mette tutto a marinare la sera prima (o la mattina stessa), si accomoda in teglia e si cuoce nel forno caldo: un minimo sforzo per il massimo risultato, l'essenza stessa della porca figura.

Detto fatto, sono corsa a comperare gli ingredienti principali - pollo e limoni non trattati - e mi sono messa all'opera. Pochi minuti dopo avere infilato la teglia nel forno, ha cominciato a spandersi per casa un profumo celestiale. I tre quarti d'ora di cottura sono passati in fretta, quindi ho fotografato velocemente la teglia e finalmente ho assaggiato questa creazione del grande Sami Tamimi, braccio destro di Yotam Ottolenghi e autore di Falastin.

Alla mia età, mi sono detta, le delusioni in cucina pesano molto di più delle delusioni amorose. Sì, perché a mio avviso i profumi sprigionati da questo pollo non sono all'altezza del suo sapore. Tanto sono celestiali e sublimi quelli, quanto è banale e scontato questo. Intendiamoci, non è cattivo: si lascia mangiare. Niente di più però. 

Nel tentativo di iniettare più sapore, ho spremuto gli spicchi di mezza testa d'aglio in una casseruola dove ho raccolto tutti i succhi di cottura della carne, ho messo sul fuoco per far restringere il sugo (proprio come indicato nella ricetta del succitato pollo alle clementine), ho frullato tutto ottenendo una salsina omogenea e ho cosparso con questa il pollo, insieme all'olio allo za'atar. Invano: un po' ci ha guadagnato, ma è rimasta sempre una ricetta anonima e piatta, a mio avviso.  

Forse avevo aspettative troppo alte, o forse ho preparato questo pollo subito dopo il suo fratello maggiore, con il quale non regge il confronto. Fatto sta che stavolta la ricetta, per quanto non cattiva, mi ha proprio deluso. La riporto lo stesso, e partecipo con lei allo Starbooks Redone di aprile.


lunedì 29 marzo 2021

Bruschette di pane naan al pollo Tikka Masala

Il fine settimana appena trascorso è stato all'insegna del bel tempo e le temperature stanno cominciando ad alzarsi, aumentando la mia voglia di piatti diversi, ma anche veloci da fare e da consumare. Sarà per il lungo inverno freddo punteggiato da lunghi periodi di lockdown, sarà perché il sole e le temperature miti mi invogliano a trascorrere più tempo all'aperto, fatto sta che ho rispolverato questa ricetta realizzata tre anni fa per la rubrica quotidiana Keep Calm and What's for Dinner?, rapida e gustosa, che mi ha consentito di dedicare poco tempo in cucina (in mezz'ora era tutto pronto) per potermi poi dedicare al giardinaggio (o forse dovrei dire balconaggio? 😂) e a delle belle passeggiate nella villa comunale non lontana da casa. 

Adoro la cucina indiana e le spezie e i mix per preparare la pasta di curry tikka masala sono parte integrante della mia dispensa. Come sempre i sapori sono perfettamente bilanciati, con lo yogurt e il pane che "spengono" la piccantezza del peperoncino e la breve marinatura della cipolla nell'aceto, che ne attenua il sapore pungente.

Il chutney di mango, di cui vado pazza, accompagna egregiamente queste bruschette asiatiche: provare per credere!

Io ho preparato al volo del pane naan (mi sono appena resa conto che non ne ho mai pubblicato la ricetta qui, rimedierò quanto prima!), ma se non avete tempo o voglia, vanno benissimo anche dei panini arabi tagliati a metà. In questo caso, non c'è bisogno di spruzzarli con l'acqua prima di farli tostare in forno.

venerdì 26 marzo 2021

Tajine marocchina di pollo e uova per il Club del 27!

 

Oggi è una data importante, per il Club del 27: è il suo quarto compleanno! Lo festeggiamo esplorando ricette che vedono le uova come protagoniste o comprimarie (dopo tutto Pasqua è dietro l'angolo!), in un goloso giro del mondo. 

Il libro da cui tutte le ricette sono tratte è All About Eggs di Rachel Khong, e vi assicuro che è stato molto difficile fare una scelta (come dire che prima o poi, ne proverò un bel po'). Guardate qui per vedere che cosa hanno preparato i miei colleghi del Club!


Dopo aver consultato attentamente le ricette proposte e avere esitato tra quattro o cinque, la mia scelta è ricaduta su una tajine di pollo marocchina con una salsa alle uova: praticamente una fricassea, impreziosita dalle spezie e molto semplice da preparare.
Avrei tanto voluto cuocerla in una tajine, ma non avendola mi sono accontentata del mio adorato tegame di coccio, che in effetti non usavo da un po'. L'ho quindi reidratato immergendolo insieme al suo coperchio in acqua fredda per 24 ore, quindi l'ho asciugato e con un bel frangifiamma sotto è stato pronto ad accogliere la preparazione.

Devo dire che la ricetta mi è piaciuta molto, andando al di là delle mie aspettative: vi consiglio di provarla, per un pollo diverso dal solito.