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lunedì 14 dicembre 2015

Elisenlebküchen


I biscotti di panpepato sono originari del Nord Europa e vengono preparati in occasione delle festività natalizie. Tra questi, i più famosi sono i Nürnberger Lebkuchen, i biscotti di panpepato di Norimberga, dove sono nati un tipo particolare di tali deliziosi dolcetti: gli oblati. Norimberga era una città libera imperiale situata all'intersezione tra le antiche vie per il trasporto delle spezie e delle merci; divenne quindi uno dei centri commerciali più importanti d'Europa, dove spezie altrove rare erano facilmente reperibili. Nel XIV secolo i monaci franconi cominciarono a produrre questi biscotti, il cui impasto veniva adagitato sopra le ostie per impedire che si attaccasse alle teglie; da qui il nome di oblati, con cui sono ugualmente conosciuti. Con il passare del tempo la produzione dei biscotti di panspeziato passò anche ai "civili" dando origine nel 1643, dopo secoli di lotte da parte dei fornai specializzati per ottenere l'ambìto riconoscimento, a una vera e propria Corporazione cui furono riconosciuti Lade und Herberg: il diritto di avere un forziere dove custodire i documenti segreti e quello di incontrarsi regolarmente in una taverna locale.

E gli Elisenlebküchen? Qui la storia si confonde con la leggenda: la storia narra di un fornaio della Corporazione di Norimberga che, avendo perso l'amata moglie a causa di una malattia, adorasse letteralmente la sua unica figlia, Elisabeth. Un giorno Elise si ammalò, e le cure a cui il padre la sottoponeva su consiglio dei medici non giovavano a nulla. Preso dalla disperazione, il padre pensò quindi di preparare dei dolcetti appositamente per lei, usando gli ingredienti più preziosi e nutrienti (a quel tempo si attribuivano alle spezie qualità di guarigione quasi miracolose ), senza farina. Mangiando quei dolcetti Elise riacquistò la salute e le forze, e da allora questi particolari dolcetti portano il suo nome.

Oggi la produzione degli Elisenlebküchen è regolamentata da un apposito disciplinare: non possono contenere più del 10% di farina e devono essere composti almeno per il 25% da noci. Le spezie che li compongono sono quelle tipiche dei Lebküchen: cannella, chiodi di garofano, semi di coriandolo, vaniglia, noce moscata, pimento, cardamomo e zenzero.

La ricetta che vi propongo non è certo quella originale: ne ho consultate un po' in rete e nessuna mi convinceva pienamente, così ho creato la mia.

martedì 22 settembre 2015

Croissant alla fava tonka con crema di melanzane al cioccolato


La prima volta, non sono stata soddisfatta.
Un errore madornale, il non aver tenuto conto del fatto che il burro si scioglie al caldo (sic!), ha causato la fuoriuscita di buona parte del burro dai miei croissants nella fase della lievitazione finale, compromettendo il risultato.
La prima volta però ha avuto il grande merito di farmi rompere il ghiaccio, motivo per cui questo fine settimana ci ho riprovato.
Sto parlando della sfida mensile dell'MTC naturalmente, giunta alla 50^ puntata e vinta da Luisa Jane del blog Rise of the Sourdough Preacher, che questo mese ci ha sfidati sui Croissants Sfogliati, una meraviglia dell'arte pasticciera. 
Questa volta ho deciso di fare dei croissants normali anziché integrali, sempre seguendo la ricetta di Lou Jane: il regolamento ammette anche ricette diverse, ma la partecipazione a 48 sfide su 50 mi ha insegnato che ripetere quella proposta dal terzo giudice è sempre la cosa migliore, perché apre letteralmente un mondo. Non è la prima volta che mi capita del resto, ricordo ancora la sfida sul Danubio: il regolamento imponeva di usare la ricetta del terzo giudice e io ero molto contrariata perché ne avevo già una mia, collaudatissima. Mi sottomisi al regolamento e... meraviglia! La ricetta di Tery era un sogno, e da allora ho accantonato la mia!!!!


Via allora alla ricetta di Lou Jane, cui ho apportato poche, insignificanti variazioni. E via anche a un cordiale e sentito te potessino alla medesima Lou Jane, perché per colpa sua d'ora in poi i croissants del bar mi sembreranno delle emerite schifezze!!!! :-D
So di dover migliorare ancora, ma ora che ho capito come funziona il meccanismo, chi mi ferma più? Ho già in mente un altro modo di fare i croissants integrali, che però sperimenterò più avanti perché adesso non ho tempo. 

Inserisco qui la bellissima infografica preparata da Dani Pensacuoca del blog Acqua e Menta, che ringrazio per la gentile concessione (oltre che per la pazienza e bravura di averla realizzata!).

Infografica di Daniela Badalini

mercoledì 25 febbraio 2015

4 Baci tutti per voi!!!


Sapevo già che avrei avuto un picco di superlavoro in gennaio; quello che non sapevo però, era che tale picco mi avrebbe prosciugato le energie al punto tale, da impedirmi di partecipare al mio amato MTChallenge, una sfida di cucina estremamente stimolante che mi spinge sempre ad andare un po' oltre ai miei limiti. E' quindi avvenuto che per prepararmi alla sfida sui canederli io abbia preparato due tipi di pane, che ho rigorosamente affettato e messo a seccare (follie da MTChallenge, lo so); quel pane è ancora in un sacchetto di carta, pronto ad essere usato, e sicuramente prima o poi mi cimenterò in solitaria nei canederli.

lunedì 26 maggio 2014

Babà analcolico con crema cioccomenta


Devo confessare una cosa: anni fa mi era venuto il trip del babà, avevo comperato anche gli stampini monoporzione e avevo provato diverse ricette. Nel corso di un viaggio a Napoli mi ero pure procurata il Rum Fantasia, che si usa appositamente per questo meraviglioso dolce.
Non avendo metri di giudizio personali mi sono affidata a dei carissimi amici napoletani che abitano vicino a casa mia, ma ogni volta il verdetto era negativo: c'era qualcosa che non andava, il babà non era abbastanza spugnoso e non assorbiva bene la bagna. Dopo 3 tentativi falliti con 3 ricette diverse ho rinunciato e gli stampini erano tristemente lì, a fare la polvere.

Poi Antonietta ha vinto l'MTChallenge e ci ha sfidati sul babà: EVVAI!!!! Ho tirato fuori gli stampini, ho studiato le ricette - DUE! - che Antonietta ci ha regalato e mi sono messa all'opera.

La prima ricetta che ho voluto provare è stata quella con il lievito di birra, benché la mia passione (neanche tanto segreta) sia proprio lui, il lievito madre.
E forse è stata questa passione disattesa che mi ha fatto dimenticare di lucidare il primo babà che ho fatto per questa sfida.

Questa volta invece l'ho tirato lucido, ma prima ancora ho messo all'opera il mio amato lievito madre.
Dal momento che i destinatari del dolce erano i miei nipoti, ho scelto di preparare un babà analcolico, ma con una crema che ingolosisse grandi e piccini e rinfrescasse il palato dalle prime arsure estive. Per questa crema ho pensato di esaltare al massimo i due aromi principali, quello del cioccolato e della menta, e ho quindi omesso i tuorli, utilizzando come unico addensante l'amido di mais (ottimo anche quello di frumento), come facciamo noi Siciliani per le nostre creme: il risultato è semplicemente strepitoso, una crema morbida, setosa dal gusto unico.

Ho anche scelto di fare un babà unico, inaugurando il mio stampo da Kugelhopf in silicone, acquistato un paio di anni fa ma mai utilizzato. :-)

Ecco quindi la mia seconda proposta, il

lunedì 20 gennaio 2014

Spezzatino di cinghiale in dolce e forte nella zucca, con Biove


Sono reduce da una settimana di "arresti domiciliari" per malattia e sono felicissima di tornare alla vita attiva di sempre, perché se è vero che un po' di riposo non fa mai male, è anche vero che troppo riposo... stanca. :-)
Se non altro durante questo periodo ho meditato a lungo sulla seconda ricetta da proporre per l'MTC di questo mese, che Chiara e Marta del blog La Cucina Spontanea hanno scelto di far vertere sullo spezzatino. Basta minestrine e passati di verdura quindi, che sono stati protagonisti dei miei pasti per tutta la scorsa settimana, e via ad un goloso secondo piatto a base di carne e verdure, cotte a fuoco lento e che hanno riempito la mia casa di profumi primordiali.

Primordiali, sì, perché per la mia seconda proposta ho scelto ancora della selvaggina da pelo, carne di cinghiale questa volta. Mentre riflettevo su come cucinarla, mi è venuto in mente che la mia amica Acquaviva aveva proposto a un MTC passato un coniglio in dolce e forte. Sono quindi andata sul suo blog a cercare la ricetta, ed ecco lì la preziosa annotazione: "Il dolce e forte è una salsa da umido, quindi se lo fai il giorno prima è migliore", seguita dalla ricetta della preziosa, antica salsa. La ricetta contiene anche un'avvertenza: con il dolce e forte evitare di usare il chiodo di garofano. Non lo prevedevo nella mia marinata, meglio così; la riporto ugualmente, ad evitare che qualcuno dei miei lettori commetta questo errore.

Cinghiale in dolce e forte, dunque, soffritto in olio e guanciale, perché la sua carne è molto magra.
E come verdura? Ho scelto la zucca, un ortaggio che sta bene con l'agrodolce, e ho anche scelto di usarla come contenitore per il mio spezzatino. L'idea non è nuova in questo blog, intendiamoci: avevo già fatto uno spezzatino di vitello nella zucca; oggi la ripropongo di nuovo, col cinghiale.
Il pane che ho voluto preparare per accompagnare questo spezzatino è un classico: il Biove di altre due sorelle (tanto per non far sentire sole Chiara e Marta ^_^), Margherita e Valeria Simili.
L'ho scelto per due motivi: il primo è che contiene strutto, un richiamo al guanciale che ho utilizzato per lo spezzatino, e il secondo è che questo pane accompagna alla perfezione qualsiasi menù, con il suo gusto delicato. Chi non riuscisse a procurarsi lo strutto può usare al suo posto del burro chiarificato; sconsiglio il burro semplice perché a differenza degli altri due grassi sopra menzionati contiene circa il 18% di acqua, ed altererebbe quindi l'equilibrio dell'impasto.


mercoledì 27 marzo 2013

VELLUTATA DI TOPINAMBUR CON CIALDE DI CIOCCOLATO E PECORINO - Starbooks!




Lo Starbooks di questo mese è giunto alla sua puntata conclusiva, ed è ora di tirare le somme sul libro esaminato.
Chiunque segua il mio blog già da un po’ sa che io adoro Paul: lo ritengo un genio assoluto e concordo pienamente con Alessandra, quando dice che questo libro dovrebbe avere un’esposizione preferenziale nelle librerie tra i libri di cucina, al posto delle emerite

mercoledì 13 marzo 2013

Vinaigrette al cioccolato per lo Starbooks di marzo




Lo Starbook di questo mese non è una novità editoriale, bensì una vecchia conoscenza. Lo abbiamo scelto perché a fine mese cade la Pasqua e il cioccolato è uno dei temi del mese. Lo abbiamo scelto anche perché il suo autore è uno dei primi 8 Maitres Chocolatiers al mondo e le sue ricette sono davvero molto, ma molto particolari.

Il primo invito che l’Autore fa al lettore è quello di mangiare il cioccolato. Ci spiega come degustarlo e come riconoscere fin dalle prime tre fasi della degustazione (osservazione, odore e rumore quando si spezza) un buon cioccolato da uno scadente. Sembra un invito scontato, ma non lo è affatto: quante volte ci troviamo con degli ingredienti in mano e una ricetta da creare, ci mettiamo a pensare agli abbinamenti ma non ci passa nemmeno per la testa di assaggiare? Il cioccolato poi… sa di cioccolato, no? E invece no: a parità di tipologia (fondente, al latte) i sapori sono diversi, secondo la provenienza delle fave di cacao.

Ecco allora che fin da subito Paul ci prende per mano e ci conduce in un universo profumato e imprevedibile e ci fa scoprire, insieme alle varie sfumature dei gusti del cioccolato, degli abbinamenti impensati, eppure riuscitissimi.

E’ il caso della prima ricetta che vi propongo oggi, che è facile, veloce, insolita e – manco a dirlo – strepitosa.
Prima di spiegarvela però passiamo dalle altre Starbookers a vedere che cosa hanno cucinato per noi:

La Gaia Celiaca: Muscovado Truffles
Menù Turistico: Chocolate Syrup

E ora passo alla mia ricetta: una semplice vinaigrette all'aceto balsamico, in cui è stato sciolto del cioccolato fondente. Ho scelto di accompagnarla alle fragole al naturale, che si sposano splendidamente con l'aceto balsamico. Il risultato? STRE-PI-TO-SO. 
Provare per credere.

venerdì 12 ottobre 2012

Crostata al caramello salato con cioccolato al latte giavanese



L'estate è ormai un ricordo semisbiadito in questo inizio di autunno ancora abbastanza tiepido; eppure il ricordo non è ancora sbiadito del tutto e io mi ritrovo spesso con la testa tra le nuvole perché ne sto rivivendo degli episodi.

domenica 30 settembre 2012

TARTELLETTE DI FICHI E DATTERI CON SCIROPPO DI CIOCCOLATO AL CUMINO


Non m’intendo molto di oroscopi, ma il contest di Raffaella, a cui partecipo con questa ricetta, è incentrato proprio su questi: descrivere il proprio segno zodiacale e collegarvi una ricetta.

giovedì 5 luglio 2012

Il gelato


"Antonio, fa caldo" recitava una nota pubblicità alcuni anni orsono, e invero fa molto caldo (per fortuna, aggiungo io) in questa splendida estate 2012.
Che ricetta proporre quindi per l'MT Challenge di luglio? Ho pensato a un fresco gelato, che richiede una presenza minima ai fornelli e dà tanta, tanta soddisfazione.
Anche chi non possiede una gelatiera può tranquillamente cimentarsi: il

venerdì 18 novembre 2011

Christmas Pudding al triplo cioccolato




Sono ripartite le (St)renne, e sono ripartite alla grande: a un anno esatto dalla fondazione del gruppo, nato da un'idea geniale di Alessandra Gennaro, ci siamo ritrovate con una "stalla allargata" a parlare della tavola delle feste. Il merito dell'allargamento del gruppo è tutto di Stefania, che ha indetto il contest "(St)renne sì, for gluten-free" nel corso del quale i partecipanti devono reinterpretare il tema delle (St)renne in chiave gluten-free. Il contest si svolge nell'arco di 9 mesi (astenersi spiritosoni ^_^) ed è partito in settembre. I giudici siamo noi (St)renne Fondatrici e scegliamo di volta in volta le 5 ricette che secondo noi hanno interpretato meglio il tema trasformando ricette normali in ricette senza glutine senza usare prodotti dietoterapici. I vincitori di ogni edizione diventeranno (st)renne per un mese, partecipando al nostro backstage e pubblicando le loro ricette in coda alle nostre, nell'ultima settimana del progetto. Tra tutti i vincitori dei singoli temi, le (St)renne selezioneranno il vincitore finale, che avrà uno splendido premio: un week-end per 2 persone nello splendido Baglio Costa di Mandorla a Petrosino (TP). 



Le vincitrici della prima tornata del contest sono state Emanuela di Arricciaspiccia, Eleonora di Burro e Miele, Mai de Il Colore della Curcuma, Stefania di Profumi & Sapori e Giulia di Rossa di Sera
Da oggi per 3 settimane le (St)renne pubblicheranno le loro proposte per la tavola delle feste; la quarta settimana sarà il turno delle (St)rennine, come le abbiamo affettuosamente soprannominate, e naturalmente anche le loro ricette finiranno nel pdf ufficiale delle (St)renne. 

A scanso di equivoci preciso subito una cosa: le ricette delle (St)rennine potranno non essere gluten-free, per rientrare nel pdf. Se però loro vogliono partecipare anche a questa tornata del contest, possono pubblicare una ricetta gluten-free: chi ha detto che non si può vincere due volte il premio parziale? :-D


Passiamo adesso al tema delle (St)renne: la tavola delle feste. Chiaramente le prime feste a cui ci viene da pensare sono quelle natalizie che si stanno avvicinando a grandi passi, ma proporremo in generale dei piatti da gran festa, quella che vede la famiglia riunita attorno a una tavola imbandita, dove il cibo è la sinfonia che fa da sottofondo alla gioia di stare insieme.


Come prima ricetta ho pensato di proporre l'inglesissimo Christmas Pudding, nella versione del mio adorato Paul A. Young, l'uomo che mi ha conquistata nel momento in cui ho assaggiato i fondant con ganache al basilico preparati seguendo la sua ricetta. 
Non avevo mai preparato questo dolce in vita mia, e quando ho letto nell'introduzione alla ricetta “se solo una volta nella vita preparerete un Christmas Pudding, allora fate questo” ho pensato: OBBEDISCO!!!!! :-D


Il Christmas Pudding va preparato con un certo anticipo rispetto alla data di consumo, perché deve maturare al fresco (in una camera non riscaldata, ho letto da qualche parte; in balcone ben riparato dentro un armadietto, ho deciso io). Ho consultato diverse ricette e ho constatato che i tempi di maturazione del dolce variano parecchio dall'una all'altra. La ricetta più comune viene preparata l'ultima domenica di novembre, detta stirrup Sunday (domenica del mescolamento) perché è tradizione che ciascun membro della famiglia agguanti il cucchiaio di legno e dia una bella mescolata all'impasto del pudding esprimendo un desiderio per l'anno a venire. 
Ho però visto anche ricette che richiedono fino a 3 mesi di maturazione. 
Nel libro di Paul viene riportato quanto segue: idealmente, il pudding non dovrebbe essere consumato prima di otto settimane dalla preparazione
Insomma, ognuno si regoli come crede, io ho cominciato a prepararlo il 28 ottobre per gustarlo a Natale (barando di un paio di settimane); mi dispiace che a causa della tempistica di programmazione delle (St)renne sono costretta a pubblicare solo oggi la ricetta. 
Attualmente il mio Christmas Pudding è quindi in pieno work in progress e le immagini del prodotto finito sono state prese dal web per darvi un'idea del risultato finale; mie sono invece le fotografie delle varie fasi, e aggiornerò questo post con la foto finale del pudding fatta da me quando lo servirò in tavola, completo di commenti su consistenza e sapore.
Chiaramente non è un dolce per bambini, dato l'elevato tenore alcolico.

Avrei potuto usare un frullatore o la planetaria per prepararlo, ma ho voluto ricorrere al caro, vecchio cucchiaio di legno (quello destinato alle sole preparazioni dolci, ovviamente), per cercare di immedesimarmi in una tradizione secolare a me sconosciuta e nella quale voglio entrare in punta di piedi.

Quando ho letto della cottura a bagnomaria in una pentola capiente mi sono congratulata con me stessa: una decina di giorni prima di cimentarmi avevo infatti acquistato una bella pentola da brodo della capacità di 10 litri perché ero stufa di mettere in mezzo 3 pentole ogni volta che preparavo il brodo di carne. Curiosamente, il battesimo di questa pentola è avvenuto con questa ricetta di Paul: quale migliore auspicio per i suoi usi futuri? :-)

lunedì 14 novembre 2011

Chocolate Pistachio Cake (Nigella Lawson) - Gluten-Free!!!!


Questo week-end avevo un mare di cose da fare e pochissimo tempo per farle; non a caso me ne sono rimaste indietro un paio. ^_^ Stavo organizzando i tempi e la spesa, quando mi ha chiamata mia madre: mi andava bene festeggiare il mio compleanno in famiglia
domenica? Sì, certo che mi andava bene; allora tutti a casa sua, invitiamo anche il cugino e, senti, non è che al dolce ci potresti pensare tu? 
Per la prima volta avrei preferito che non me lo chiedesse, ma ovviamente ho accettato: mi stava mettendo in piedi un intero menù, potevo ben preparare il dolce, no?
La scelta era ovvia per me: la Old Fashioned Chestnut Cake di Raravis, che in famiglia ha riscosso talmente tanti consensi, da essere catalogata come migliore della Sette Veli. Agguanto quindi il mazzo di fogli con le ricette che preparo più spesso, che tengo sul leggio della cucina, e mi metto a sfogliarlo. Sorrido perché andando a ritroso vedo la stampa di tutte le ricette dell'MTC degli ultimi 6 mesi, mi dico ah, già scorrendo le ricette che vorrei fare entro la fine dell'anno, ma della Old Fashioned non vedo l'ombra e a quel punto mi ricordo che avevo archiviato un bel po' di ricette, qualche tempo fa.
Non avevo voglia di tirare giù quel pesante faldone, ma siccome nel frattempo ho comperato il bellissimo libro di Nigella che aveva ispirato Alessandra per la versione chestnut, ho preso quello dalla libreria. Avevo appena cominciato a sfogliare la sezione dedicata al cioccolato, quando l'occhio mi è caduto su questo dolce sontuoso e subito mi è venuta voglia di provarlo.

E' molto semplice e veloce da preparare, la base può anche essere fatta in anticipo mentre è meglio che la ganache venga fatta il giorno in cui lo si consumerà; gli ingredienti erano tutti in casa, così ho rotto gli indugi e mi sono messa all'opera.
Il risultato? Mia cognata mi ha detto che nella sua classifica personale ha scalzato la Old Fashioned, cosa che francamente non ritenevo possibile; il dolce è stato spazzolato con mucho gusto, e l'ultima fetta avanzata è stata messa in palio a tombola e in seguito è divenuta oggetto di negoziazione tra mia cognata e il Dolce Principe (indovinate chi ha vinto? ^_^). Insomma, un successo strepitoso che francamente non mi aspettavo. E, last but not least, questo dolce è completamente gluten-free grazie al pistacchio che, ridotto in polvere, prende il posto della farina. Meglio di così... :-9
Ho lasciato alla ricetta il nome originale, il che spiega come mai la parola pistacchio sia scritta con una c sola. ;-)

Un'avvertenza sulle foto: dovendo trasferire la torta nel porta-torte per portarla dai miei, ho versato meno glassa in modo da poterla ritoccare in caso di danni da spostamento. I danni non ci sono stati, ma dalle foto la torta sembra meno ricca di quanto non sia in realtà. 
Posso solo dirvi di provare a farla: è una goduria unica!!!!

mercoledì 26 ottobre 2011

Profiterole salato alle quaglie e salsa di prugne


Uno o due giorni prima che ci venisse comunicata la ricetta per la sfida di ottobre, Alessandra ha cominciato con gli indizi su FB; è partita da piccioni e palline - una citazione dal Gargantua di Rabelais, ha precisato, e io che pure ho studiato bene la letteratura francese al liceo non ho colto il legame. Poi si è messa a parlare di tartufi: di male in

lunedì 24 ottobre 2011

Profiterole alla crema di cioccolato bianco e basilico



Quando ho letto il bellissimo post di Stefania, ho pensato: ma quanto è bello l'MTChallenge??? Si provano ricette nuove, ci si sfida su quelle già conosciute e si ha l'occasione di preparare un dolce che non si era mai fatto prima! Sì, perché devo
confessare che l'unico periodo della mia vita in cui preparavo regolarmente il profiterole è stato l'anno della terza media, solo che all'epoca usavo le scatole con i preparati. Ogni tanto invitavo a casa mia per il pomeriggio una o due compagne di scuola con la domanda "facciamo una torta?", acquistavo la scatola per i profiteroles, aggiungevamo al preparato uova, acqua o latte e burro e preparavamo le palline di impasto sulla placca del forno, aiutandoci con un cucchiaino (altro che la sac-à-poche! ^_^).
I problemi si presentavano regolarmente al momento di farcire i bignè gonfi e dorati che uscivano fragranti dal forno: la scatola che comperavo io prevedeva una farcitura di crema pasticcera e la copertura di cioccolata. Solo che a noi ragazzine non è mai venuto in mente di far raffreddare la crema prima di farcire i bignè (e sulla scatola non c'era scritto ^_^), sicché ogni volta ci scottavamo le dita. Che divertimento però! Alla fine del pomeriggio ogni amica portava a casa metà o un terzo dei profitteroles preparati - dipendeva da quante eravamo - da far gustare alla sua famiglia la sera, dicendo con orgoglio "questo l'ho fatto io".

Ne è passato di tempo da allora, ma io stranamente non ho mai più preparato i profitteroles, dedicandomi invece ad altri tipi di preparazione. Non che la ricetta mi fosse comunque sconosciuta: qualche anno dopo una zia l'ha svelata a mia madre e li ho visto preparare i bigné tante volte, solo che non l'avevo mai fatto personalmente. Non posso quindi che ringraziare di cuore Stefania di Profumi & Sapori con il suo preziosissimo post dettagliato fino all'ultimo grammo, per avermi trasportata magicamente per un istante dentro gli allegri e sereni pomeriggi della mia infanzia e per aver proposto questa magnifica ricetta su cui sfidarci in questo dorato mese di ottobre. 

Solo che... solo che ottobre mi è volato, letteralmente. Ero ancora convinta di avere tutto il tempo del mondo quando, venerdì sera, ho cominciato a leggere le proposte delle sfidanti. E' a quel punto che ho cominciato seriamente a preoccuparmi, perché oltre a rendermi conto che di tempo non ce n'era più tanto, ho constatato che l'MTC di questo mese non riguarda solo una ricetta di cucina, ma anche la vita personale. Sì, perché più di una sfidante, per realizzare i bigné, ha fatto ricorso all'aiuto del marito; e i mariti non si sono limitati a fotografare o a stare in cucina incitando con un "dai che ce la fai", no: hanno partecipato attivamente, qualcuno addirittura improvvisando un mandrino per sac-à-poche con il fermaciuccio del bébé! 


Occorreva correre ai ripari, solo che avevo 8 giorni per mettere un annuncio sul giornale (qualcosa del tipo donna sola, bella presenza, cerca marito per fare i bigné), scegliere il candidato tra i tanti che si sarebbero presentati, fare le pubblicazioni, sposarlo e preparare il profiterole. Capite bene anche voi che mi mancavano i tempi tecnici. Stavo per gettare la spugna, quando mi sono ricordata una cosa: ma io ce l'ho un marito!!! Un marito virtuale, che non sa neppure che esisto e che naviga sull'altra sponda, è vero, ma data la situazione non era certo il caso di fare la schizzinosa. A quel punto sono corsa alla libreria, ho agguantato emozionata il libro di Paul e mi sono messa a sfogliarlo avidamente. La mia scelta è caduta su una ganache che avevo già provato in una ricetta diversa e che mi era piaciuta assai; mi è bastato raddoppiare la dose di panna per avere una crema della consistenza adatta per farcire i miei bigné. 


Per i bigné stessi ho usato la ricetta di Montersino ma preparando la dose intera, per due motivi: il primo è che immaginavo i bigné fossero come le crepes: le prime non vengono bene, poi ci prendi la mano. Il secondo motivo è che intanto che preparavo i bigné dolci mi è venuta in mente una versione salata, di cui vi parlerò presto. :-)

venerdì 24 giugno 2011

Brownie cioccolato, cocco e cranberry


Confesso che i frutti rossi stanno cominciando a mettermi ansia. ^_^
Quando tra le varie proposte che ci siamo fatti è saltata fuori la cucina alla frutta, ero in visibilio; poi la cosa si è ristretta ai frutti rossi e lì sono cominciati i dolori, perché tutte le ricette un minimo decenti che trovavo richiedevano l'uso di qualche ingrediente che, benché non introvabile di per se', io personalmente faccio fatica a reperire.
Come la Crème de cassis, per esempio.
Parrebbe facile trovarla, la Crème de cassis: vai in un ipermercato ben fornito, ti rechi al reparto superalcolici ed è fatta, no? No.
Ora, va bene che si tratta di un liquore al ribes nero e io invece rivolgendomi al commesso che in quel momento stava ricaricando lo scaffale ho parlato di liquore di mirtilli, ma tutto mi aspettavo tranne la risposta "al mirtillo abbiamo solo lo Zedda Piras". "Ma quello è mirto, non mirtillo: sono due cose diverse!", ho replicato. Il commesso mi ha guardata con aria dubbiosa e ha ribadito il concetto che il peraltro squisito mirto di Sardegna (e lo Zedda Piras, mi sia consentito dirlo, non è certo il migliore della produzione regionale!) fosse l'equivalente della Crème de cassis.

Scoraggiata, ho eliminato (ma solo temporaneamente) la ricetta che avevo in mente e mi sono rivolta all'unico che potesse davvero aiutarmi in quel frangente: mio marito. Marito immaginario e per giunta gay, d'accordo, ma bisogna sapersi accontentare e per giunta in quel momento non ero certo nella posizione di chi può dettare condizioni.

Non mi è andata male per la verità, tutt'altro: questo dolce è da svenimento tanto è buono, anzi la prima cosa che mi è venuta in mente quando l'ho assaggiato è stata: "questo è porno food!!!".

Quindi se avete più di 18 anni vi è consentito prepararlo e assaggiarlo, ma se ne avete di meno chiedete almeno prima il permesso ai genitori!!!! ^_^
E adesso gustatevi insieme a me questo godurioso dolce, in attesa dell'appuntamento di lunedì da Ale e Dani.

venerdì 27 maggio 2011

Risi e bisi al cioccolato e gorgonzola

Ma.... una variante un po' diversa non la vogliamo introdurre, in questo bellissimo MTC? Magari inserendoci anche un po' di cioccolato, in memoria dei vecchi tempi? :-D 
In fondo sono pur sempre La Ragazza dei Piselli, nonché ex moglie (virtuale) di un Maître Chocolatier tra i migliori al mondo, che non sa quant'è fortunato a non conoscermi!!! ^_^
Vi dico solo che a me è piaciuta parecchio.
Ovviamente è diversissima dai Risi e Bisi tradizionali, ma l'MTC è anche questo, giusto?
Allora gustate insieme a me questi

RISI E BISI AL CIOCCOLATO E GORGONZOLA



mercoledì 4 maggio 2011

Pollo piccante alla messicana con cioccolato fondente


Sabato mattina finalmente, dopo un mese abbondante di fermo, il tecnico della lavastoviglie (uomo corpulento di mezza età, padre di famiglia) è venuto a riportarmi la bimba, riparata e rimessa a nuovo per soli 90 euro, un vero affare.
Lo aspettavo fin dalle 9, ma lui si è fatto desiderare ed è comparso alle 10.40 (che cosa sarà mai un'ora e mezza di fronte all'eternità?). Naturalmente mia madre ha scelto proprio quel momento per chiamarmi e chiedermi qualcosa, così sono uscita dalla cucina e ho fatto due chiacchiere con lei.
Rientro in cucina e mi trovo davanti il tecnico - che mi dava le spalle - accovacciato sul pavimento, intento ad armeggiare con il tubo dell'acqua, con i jeans dalla vita più bassa di quanto il suo fisico non si potesse permettere e la metà superiore delle chiappe in bella vista. Imbarazzata faccio per uscire, quando lui si volta e con l'aplomb di chi ignora di non apparire nel modo migliore mi chiede:

- Non è che ha un pappagallo?
- (sconcertata) Un pappagallo? Uhm, no, però potrei fornirle una bacinella...
- (perplesso) Una bacinella?
- Sì, guardi, eccola qui...
- Veramente io intendevo una tenaglia a pappagallo...



A quel punto mi vengono in mente simultaneamente due cose:
1) questa situazione è un déjà-vu: l'ho vissuta a casa dei miei, pressoché identica (lì mancavano le chiappe del tecnico a dire il vero) una ventina di anni fa, ma con mia mamma come protagonista della scena e io e mia sorella in qualità di ilari spettatrici;
2) quando ho messo su casa una delle prime cose che ho acquistato è stata proprio una tenaglia a pappagallo, precisamente perché volevo evitare di fare la figura fatta anni addietro... la stessa figura, cioè, che avevo appena fatto.

Qualcuno si stupisce se dopo che il tecnico se ne è andato via, io mi sono precipitata a comperare gli ingredienti per prepararmi questo pollo piccante di Paul A.? ^_^

Paul A. è come me: se dice che un piatto è piccante, c'è da credergli. Se quindi avete il palato delicato, lasciate perdere.
L'accoppiata pollo piccante - salsa al cioccolato è un classico della cucina messicana, che fa molto uso del mole poblano. Paul A. nel suo libro semplifica moltissimo questa ricetta, in modo da renderla alla portata davvero di tutti.
Non ho mai assaggiato il mole poblano, ma a leggere gli ingredienti direi che ha tutte le carte in regola per piacermi. Quello che invece non mi è piaciuto, è stato proprio questo fondo di cottura con tutto quel cioccolato.
Per mia fortuna avevo "cioccolatato" solo una parte del fondo di cottura, perché la ricetta in se' è ottima, a patto di togliere il cioccolato, però.


lunedì 2 maggio 2011

Crackers al cacao e il pdf delle (st)Renne sul riciclo delle uova di Pasqua!


Oggi amici cari, ho ben 3 cose da dirvi.

La prima è che è pronto il pdf delle (st)Renne che riunisce 30 ricette golose tutte a base di cioccolato da cui attingere per riciclare le uova di Pasqua dei vostri bambini. Lo potete scaricare qui e noi (st)Renne ci auguriamo che dopo averlo mangiato con gli occhi proverete qualcuna delle ricette che da metà marzo abbiamo cominciato a proporvi. 
Il progetto è stato molto interessante e impegnativo, e con Ale&Dani, AnnaLù&Fabio, Stefania e Flavia ci siamo divertiti parecchio, anche perché nel bel mezzo ci è capitata l'Operazione ChocFinger che ha coinvolto molti di voi (e a proposito, GRAZIE!!!) :-D.  

La seconda... la seconda...
Amici cari, non so come dirvelo, ma dirvelo devo.
Lo sapevo già da una decina di giorni ma ho aspettato che fossero celebrate le nozze di William e Kate prima di comunicarvelo, perché non volevo rubare la scena alla Coppia Reale, cosa che sarebbe inevitabilmente successa se la ferale notizia fosse trapelata: non era giusto nei confronti della povera Kate, che ha dovuto superare parecchi ostacoli prima del sospirato YES.

Questo matrimonio, annunciato ufficialmente soltanto ieri, è stato sciolto per giusta causa (si dice così?).
Quello tra me e Paul A., intendo.
E' emerso infatti un impedimento grave, di quelli assolutamente insormontabili, indirimibili o come altro si dice.
Quale? vi domanderete voi. Osservatelo mentre sfata alcuni miti sul cioccolato.

Notato niente?
Appunto.
Ora, mentre il ragazzo è liberissimo di disporre di se' come meglio crede e non sarò certamente io a fargli la morale, converrete con me che la scoperta ha innegabilmente un effetto devastante sull'autostima di una donna. E' per questo che ho generosamente :-D deciso di liberarlo da un legame che, mi rendo conto, per lui sarebbe davvero soverchiante e rischierebbe di offuscare il suo notevole genio creativo.
A dire il vero la prima cosa che ho pensato è stata che solo io potevo, a scatola chiusa e sulla fiducia, decidere di sposare un uomo, come dire, un po' delicato. Probabilmente è un segno del fatto che ho fatto bene a non sposarmi. O forse è esattamente il motivo per cui non mi sono mai sposata; :-D fatto sta che, come anticipato ieri da Ale, lo sposo è il più felice di tutti (quando si dice beata ignoranza! ^_^), e tale vogliamo che rimanga.

In ogni modo Paul A. ha avuto il merito non indifferente di aprirmi nuovi orizzonti sul cioccolato, cosa che francamente non credevo possibile perché devo ammettere che, pur piacendomi, il cioccolato non mi ha mai fatto impazzire.

Per dimostrare a lui e a voi che non gliene voglio - e questa è la terza cosa che volevo dirvi - oggi vi propongo un'altra delle sue ricette che, manco a dirlo, è deliziosa.
A pagina 47 di Avventure al Cioccolato ci s'imbatte in questi raffinati cracker, perfetti per accompagnare i formaggi erborinati, ma anche quelli di capra o a pasta dura.
Possono essere aromatizzati con le erbe aromatiche che si preferiscono: Paul A. suggerisce semi di finocchio, cumino, pepe nero e peperoncino, ma dice anche di lasciare aperta la porta della fantasia e scatenare le papille gustative.

venerdì 29 aprile 2011

Chocolate Biscuit Cake e tanti auguri a William e Kate!!!

É da quando Ale lo ha pubblicato, che me lo sogno la notte: il Chocolate Biscuit Cake, la torta che il Principe William ha scelto per il ricevimento serale delle sue nozze, come spiega con profusione di particolari l'informatissima Marina di Altezza Reale.
E allora mi sono detta: perché non trasformare il sogno in realtà, magari proprio nel giorno delle Nozze Reali?
Oltre tutto queste sono le prime Nozze Reali del secolo e la loro importanza è tale, che persino in America hanno tacciato di antipatriottismo chiunque non faccia il tifo per William e Kate, come testimoniato qui
Così, come si conviene a tutte le cose belle e buone condivise nell'era di internet, dopo aver invitato Paul A. nella mia cucina per preparare insieme la ricetta dell'MTC di aprile, gusterò il Chocolate Biscuit Cake assieme a Kate, William e i loro ospiti, questa sera. Se volete unirvi a me per brindare a questa giovane coppia e augurare loro tanta felicità, siete ancora in tempo: il dolce è semplicissimo, non richiede cottura e potrete gustarlo questa sera anche voi.

Tanti auguri di felicità, William e Kate!!!