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lunedì 23 maggio 2016

Cheesecake cocco e limone


L'idea per questo Cheesecake (al maschile, sì!) mi è venuta immediatamente, ispirata alla tarte cocco e limone, detta la Stupendissima, di Alessandra. Quella tarte era stata un tormentone del forum a cui entrambe eravamo iscritte tanti anni fa, e ogni tanto la replico perché è molto buona e facile e veloce da fare. Per questo MTChallenge, proposto da quei geniacci di Annaluisa e Fabio che hanno vinto la scorsa edizione, ho pensato di declinarla in forma di Cheesecake.


Avere l'idea  però è una cosa, trovare il tempo per realizzarla è un'altra. Una serie di impegni che si sono accavallati mi hanno impedito di dedicarmi alla cucina come avrei voluto (e lo si vede dagli ultimi post del blog), e mi sono ridotta all'ultimo momento grazie a Laura, un'amica che - puro caso, giuro! - mi ha commissionato un cheesecake per la festa del suo 50° compleanno.
Conosco Laura dalla scuola media, l'ho persa di vista negli anni del liceo perché il lavoro di suo padre ha portato la famiglia a trasferirsi in Medio Oriente prima e negli Stati Uniti poi, ma al loro rientro in Italia, subito dopo la laurea di entrambe, ci siamo ritrovate e la nostra amicizia si è rinnovata.

Laura soffre di intolleranze da una vita; le ultime in ordine di tempo sono quella al glutine (ma non è celiaca) e quella al lattosio. Ho pertanto adattato la mia idea iniziale, che era quella di preparare una frolla 3-2-1 da far cuocere insieme al cheesecake, utilizzando come base dei biscotti Digestive gluten-free procuratimi da lei, tenuti insieme da olio di cocco (che a temperatura ambiente ha la consistenza del burro in pomata ed è molto stabile alle alte temperature).
L'intolleranza al lattosio di Laura ha dettato tutte le scelte successive: lemon curd all'olio d'oliva (un'altra variante di Alessandra Van Pelt Gennaro che è stata subito copiata in tutto il web - ovviamente senza riferimenti a lei, perché mai avrebbero dovuto?), Philadelphia e panna senza lattosio.

Questo cheesecake è più buono il giorno dopo, quando i sapori si sono amalgamati.
Lemon curd e marmellata di limoni possono essere fatti prima (io avevo i tempi stretti e ho finito di cuocere la marmellata il giorno dopo aver preparato il cheesecake, ma voi organizzatevi meglio!).

Un'ultima notazione riguarda l'estetica: il risultato che avrei voluto ottenere era qualcosa di simile a questo.
Immagine presa da qui
Quello che ho ottenuto io, lo vedete nelle foto ed è stato il frutto di una serie di decisioni prese all'ultimo minuto. Diciamo che proverò a rifare il mio cheesecake e sostituirò le foto, appena possibile. Sorry anche per il fondo della teglia visibile sotto al cheesecake: stavo per trasferire il tutto nel porta torte e avevo paura di fare un disastro. :-)

Ah, dimenticavo: alla festa non mi è stato possibile scattare una foto della fetta, quindi sono pure fuori concorso. :-)
Però ci tenevo a partecipare...

lunedì 2 maggio 2016

Cheesecake bicolore alla nutella


Lei dice che la sua è una cucina cialtrona. Io vorrei che tutte le cialtrone della blogsfera avessero la sua competenza o, in mancanza, la sua autoironia. Perché la cialtroneria è un'altra cosa, e lei di competenza in cucina ne ha da vendere, come dimostra da anni (se mai avesse bisogno di dimostrarlo) il lavoro di approfondimento che fa sullo Starbooks - nel blog e soprattutto nel dietro le quinte, dove ci offre quotidianamente la sua preziosa consulenza.
Sto parlando di Stefania, alias Araba Felice in cucina, una delle blogger più amate dalla blogsfera per la verve della sua penna spiritosa e per le splendide ricette che pubblica.

Quest'anno Stefania mi ha salvato la Pasqua: mi era infatti stato commissionato un dolce, e il diktat era che questo fosse morbido e umido, per esigenze di uno dei nostri commensali. Niente Colomba, per intenderci. Io non sono tipo da dolci, mi mancano pazienza e creatività. Ancora ancora quelli lievitati, che però a questa tornata non potevo assolutamente considerare. Mi stavo giusto arrovellando il cervello, quand'ecco che lei ha pubblicato una Cheesecake New York Style che faceva proprio al caso mio. morbida, umida e pure cioccolatosa, che a Pasqua il cioccolato è d'obbligo o quasi. Molto semplice e veloce da realizzare tra l'altro, il che non guasta. Insomma, si definirà anche cialtrona (ma noi sappiamo benissimo che non lo è), ma quest'anno mi ha salvato la Pasqua con un dolce che ha riscosso un successo unanime e immediato, e io le sono immensamente grata!

martedì 29 marzo 2016

Baumkuchen


É da un mesetto circa che mi sono fissata con il Baumkuchen, o torta ad albero, così chiamata perché i numerosi strati che la compongono ricordano gli anelli che formano il tronco di un albero.
Il motivo per cui cercavo la ricetta è legato alla mia nuova rubrica, CHEF-d'oeuvre, in quanto la ricetta che presenterò il prossimo 18 aprile la prevede tra gli ingredienti. Da lì è partita una ricerca che mi ha portato a sperimentare diverse ricette: prima di tutto quella di Alessandra, poi quella di Cristina-Vissidicucina e infine quella di Cristina-BluAragosta (che del resto si è ispirata alla ricetta di Alessandra, come si evince chiaramente dal post).

Quella che mi ha soddisfatta di più e che pubblico oggi è quella di Cristina-Bluaragosta: dato infatti il particolare metodo di cottura, in più strati sotto al grill, è quella che mi è risultata più morbida. Mi è andata a genio anche la dritta di spalmare pochissima marmellata tra uno strato e l'altro durante la cottura, e devo dire che si è trattato di un'idea vincente.
Solo il procedimento è stato da me leggermente variato: ho preferito montare anche i tuorli con lo zucchero come da ricetta di Alessandra anziché limitarmi a mescolarli come fa Cristina. Per il resto ho seguito le sue dosi e il suo procedimento, incluse le monoporzioni.

La parte veramente noiosa della preparazione di questa torta è nella cottura: va infatti cotta sotto al grill del forno, uno strato dopo l'altro, attendendo 5-6 minuti tra ognuno di essi. Il segreto del dolce è quello di ottenere quanti più strati possibile; io ne ho fatti 14, poi mi è finita la teglia. :-)
Se al posto delle monoporzioni volete fare una torta intera, seguite la ricetta di Alessandra, ma aggiungendo 250 ml di latte per avere una pastella più liquida.


giovedì 11 febbraio 2016

Torta Krantz ai cranberries e miele di arancio


I lettori del mio blog sono oramai familiari con l'MTChallenge, che è in primis il motivo per cui ho aperto il blog, nonché la quasi unica causa della sua sopravvivenza. :-)
E non è una cosa da poco, a pensarci bene: MTChallenge una scuola di cucina dove da 5 anni e mezzo (in giugno saranno 6!) a questa parte i blogger si sfidano a colpi di ricette e imparano tantissime cose nuove. E' una scuola particolarissima, dove tutti sono al contempo allievi e maestri e mettono a disposizione della Community quello che sanno. Non è poco, in un mondo dove l'individualismo sembra farla da padrone!

Questo mese giochiamo con Eleonora e Michael, vincitori dell'edizione di gennaio con la loro strepitosa penicillina ebraica, e ci sfidiamo sul miele in cucina.
Due ricette per partecipante, una dolce e una salata, hanno decretato i nostri terzi giudici.

Confesso di essere rimasta un po' interdetta, a tutta prima: io amo smodatamente i salati, ma non sono particolarmente versata nei dolci. Stranamente però, ed è una cosa che non mi capitava più da anni all'MTC, venerdì scorso mentre facevo la spesa ho avuto un'illuminazione: non sono un granché coi dolci, è vero, ma me la cavo con i lievitati.

Circa 8 anni fa avevo preparato una rivisitazione del Krantz in forma di torta, creata dalla bravissima Lobster di P&F. Arrivata a casa sono quindi andata a consultare il mio archivio ricette, ed eccola lì... solo che aspetta un momento: la ricetta ha più di 10 anni, e all'epoca gli aromi artificiali venivano usati senza ritegno. Adesso inorridiamo tutti all'idea di usarli e sicuramente inorridirebbe anche Lobster... quindi ho rivisitato la ricetta sostituendo tutti gli aromi artificiali con quelli naturali; inoltre, per ottemperare al regolamento della nostra sfida, ho sostituito integralmente lo zucchero con miele, scegliendo quello di arancio perché si armonizza con la ricetta; e già che ero in vena di modifiche, ho sostituito l'uva sultanina con i cranberries disidratati. Ho inoltre modificato il metodo di sfogliatura (che infatti 8 anni fa non mi era venuta bene, con l'impasto a temperatura ambiente), avendolo imparato dalla nostra Lou Jane in occasione dell'MTC n. 50, e ho dimezzato le dosi della ricetta originale, che sono per 2 torte.

Andando a verificare il link originale della ricetta mi sono accorta che la pagina non è più disponibile, perché nel frattempo hanno inibito la lettura ai non iscritti al forum; fortunatamente qualcuno l'aveva riportata qui, così volendo si possono fare i confronti con l'originale.

Apro quindi la mia personale sfida dell'MTChallenge n. 54 con la

lunedì 13 luglio 2015

Dolce alla ricotta e frutti di bosco (Berry and Ricotta Slice) di Donna Hay


Mi sono sempre considerata un tipo più da salati che da dolci, ma questo naturalmente non mi impedisce di preparare un dolcetto, ogni tanto.
Piuttosto, direi che l'essere un tipo "salato" fa sì che ogni volta che per lo Starbooks devo testare le ricette di un libro, io di regola salti a piè pari la sezione dolci e mi butti invece a capofitto sui salati.
Ho fatto così anche per l'ultimo libro di Donna Hay che abbiamo testato, Fresh and Light, salvo poi vedere la proposta di Luciana ed esserne conquistata, tanto da decidere di prepararla alla prima occasione.

La prima cosa che ho pensato assaggiando questo dolce è che è una genialata: si tratta in pratica del ripieno della Cheesecake, presentato senza la base di biscotti e burro, cosa che per l'appunto lo alleggerisce parecchio. E' anche più basso di una Cheesecake - leggi attenuazione di sensi di colpa - ed è golosissimo, insieme ai deliziosi frutti di bosco.
E' la conclusione ideale di una cena estiva, e penso che diventerà il tormentone dell'estate, a casa mia, tanto più che è velocissimo da fare.
A dire il vero diverse ricette di questo libro ricorreranno nella mia tavola estiva quest'anno, perché il libro è un'autentica miniera di piatti leggeri e sfiziosi.

mercoledì 22 aprile 2015

Pan di Spagna al pistacchio con mousse alle fragole e fragoline di bosco


Che l'MTChallenge sia una scuola di cucina in cui ogni mese il secondo Giudice mette umilmente a disposizione il suo sapere e la Redazione studia anche di notte per approfondire il tema e svelare trucchi e segreti, già lo sapevo. Negli anni ho sperimentato ricette, scoperto modi nuovi per preparare la stessa cosa, modificato le mie convinzioni sul "come si fa" questo o quello e cambiato la mia vecchia, fidata ricetta perché quella proposta dal secondo Giudice era migliore. Con l'MTC insomma, il vecchio adagio "non si finisce mai di imparare" ha acquistato un nuovo senso.

Quello che però non mi era mai capitato, era un MTChallenge che sovvertisse completamente le mie nozioni su una data ricetta. E' successo questo mese (immagino che prima o poi dovesse accadere), e del tutto inaspettatamente è accaduto con il Pan di Spagna.
Cioè, andiamo, il Pan di Spagna!!! La prima volta che l'ho preparato, sotto la stretta supervisione di mammà, avevo 7 anni e se c'è una base dolce che faccio anche a occhi chiusi, è esattamente quella. Ovviamente conoscevo la ricetta classica, che prevede di montare uova intere e zucchero insieme, ma non avendo trovato grandi differenze rispetto al metodo alternativo insegnatomi da mia madre, che a sua volta l'aveva appreso dalla sua, 9 volte su 10 lo preparo con la ricetta di famiglia.

E poi, a dirla tutta, il Pan di Spagna mi è perfino venuto a noia: non posso dire che non mi piaccia, ma siccome il 90% delle torte proposte da mia madre è a base di PdS, ho cominciato ben presto a ritenerli dei dolci scontati e banali.

venerdì 2 maggio 2014

Torta di mele e noci con salsa di mele al sidro (Martha Stewart)


Il titolo originale di questa ricetta è "Applesauce Coffee Cake", ma se lo traducessi letteralmente in italiano non sarebbe chiaro ai miei lettori di che cosa si tratti.
In Italia infatti non abbiamo le coffee cakes, letteralmente torte da caffè, per il semplice motivo che il nostro Caffè Espresso, famoso in tutto il mondo, è una delizia molto concentrata, la cui intensità aromatica richiede che lo si gusti da solo, al massimo macchiato con un goccio di latte per stemperarne amarezza e acidità (già il liquore nel caffè mi fa rabbrividire); addirittura al Sud, dove di degustazione del caffè se ne intendono, ti servono un bicchiere di acqua naturale insieme alla profumata tazzina, da bere prima del caffè, per pulire la bocca da eventuali sapori residui di qualcosa consumato in precedenza.
All'estero invece le cose cambiano e il caffè è molto più lungo e ha un gusto decisamente meno intenso (e spesso poco gradevole per noi Italiani), che può quindi prevedere l'accompagnamento di dolci che ne esaltino al massimo l'aroma. Ecco allora un fiorire di Coffe Cakes, tra i cui ingredienti troviamo frutta secca tostata - noci, pinoli, pistacchi, noci pecan - che si sposa alla perfezione con le note tostate del caffè contenuto nell'omonima bevanda allungata che si trova all'estero.

mercoledì 5 marzo 2014

Torta alla panna e pesche sciroppate


Questa torta è la preferita di mio fratello Guido; mia mamma ce la faceva sempre ai compleanni quando eravamo piccoli, ma da adulti i nostri gusti si sono un po' differenziati; non per mio fratello per l'appunto, che è rimasto affezionato a questa torta semplicissima, ma fresca e squisita.

lunedì 10 febbraio 2014

Il Pan di Spagna di casa mia


Il Pan di Spagna è una delle pochissime ricette che sono in grado di fare a occhio.
E' la prima ricetta di cucina che mi ha insegnato a fare mia mamma, a 7 anni; e siccome lei lo ha sempre preparato a occhio, io ho imparato a farlo a occhio, con i bicchieri al posto della bilancia.
Più tardi ovviamente ho cercato di "codificare" la ricetta pesando farina e zucchero in modo da avere riferimenti più precisi di quel particolare bicchiere che aveva mia mamma (ne ho un paio a casa mia ancora adesso J ).

lunedì 11 febbraio 2013

Red Velvet Cake con Cheese Buttercream alle rose: l'MTC secondo Stefania!!!


Finalmente ha vinto.
Dopo 26 edizioni in cui si è vista passare davanti altrettanti vincitori diversi da lei, ha conseguito la sospirata vittoria. 
Di chi sto parlando? Ma della grandissima Stefania Oliveri, una delle concorrenti più ricorrenti dell'MTChallenge, che come me ha cominciato a partecipare fin dalla prima edizione, e che fin da subito ha dichiarato di anelare alla vittoria.
E' stata incoronata Regina dei Pici da Patrizia, e per la sfida di febbraio ha deciso di andare oltre Oceano per proporci una ricetta che lì è tradizionale, specialmente per il giorno di San Valentino.
Il San Valentino americano, si sa, è diverso dal nostro: lì si usa scambiarsi pensierini e bigliettini anche tra amici, non solo tra innamorati, e Stefania per me è un'amica speciale. 

Naturalmente la sfida non è solo nella Red Velvet in se': Stefania ha aggiunto alla sfida un elemento in più, facendo condividere a tutti noi quella che per lei è una sfida quotidiana: la cucina gluten-free. Affetta da celiachia da quasi 20 anni, e col figlioletto minore che soffre della medesima patologia, Stefania è da anni impegnata nella lotta della cucina buona, semplice e senza glutine. Lei infatti non si accontenta di usare i prodotti dietoterapici, ma studia da anni per trovare il mix di farine giusto per fare la pasta (non per niente ha vinto sui pici!), il pane, i biscotti e tutto quello che fa parte della nostra alimentazione quotidiana, ma senza glutine.
Certo, la lotta può sembrare titanica, ma lei non si lascia scoraggiare e ricomincia instancabilmente ogni giorno.

La cucina gluten-free richiede tanti accorgimenti: il rischio di contaminazione infatti è altissimo e proviene da fonti insospettabili. Se si cucina per un celiaco bisogna fare attenzione a tutto: avete impanato la cotoletta e preso un pizzico di sale dal barattolo? Il sale è contaminato. Avete cucinato la pasta normale e l'avete mescolata nella pentola con un cucchiaio di legno? Il cucchiaio è contaminato, e per mescolare della pasta gluten-free dovrete usare un'altra pentola perfettamente pulita - meglio ancora, una pentola dedicata - e un cucchiaio di legno nuovo, da usare esclusivamente per gli alimenti senza glutine e da non fare entrare assolutamente in contatto con alimenti glutinosi o contaminati. Meglio ancora, prevedete uno stipetto a parte in cui mettere tutti gli alimenti gluten-free. 
Tutto questo suona molto complicato, e di fatto lo è: è la lotta quotidiana di tutti gli amici celiaci. Ma cucinare facilmente gluten-free si può, e Stefania è impegnata da anni su questo fronte, per sensibilizzare amici e conoscenti sul problema e far capire che basta seguire alcuni semplici accorgimenti per cucinare cose squisite senza glutine. Ovvio che qui occorre fare attenzione all'etichetta - perfino i coloranti possono contenere glutine! - e che qui diventa fondamentale indicare le marche dei prodotti utilizzati, a garanzia della totale assenza di glutine.

Un esempio concreto ci viene offerto questo mese con la sfida sulla Red Velvet: una torta sontuosa e superba, con un mix di farine senza glutine, che è perfino più buona della versione originale!!!


venerdì 12 ottobre 2012

Crostata al caramello salato con cioccolato al latte giavanese



L'estate è ormai un ricordo semisbiadito in questo inizio di autunno ancora abbastanza tiepido; eppure il ricordo non è ancora sbiadito del tutto e io mi ritrovo spesso con la testa tra le nuvole perché ne sto rivivendo degli episodi.

lunedì 8 ottobre 2012

Torta alla frutta disidratata


Ci sono ricorrenze che non si possono dimenticare e il primo blog-compleanno della Ema è proprio una di queste. Lei tra l'altro lo festeggia in maniera degnissima: con un contest dedicato alla deliziosa frutta disidratata, in collaborazione con Noberasco che ha aperto un bellissimo punto vendita a Milano, in Via Spadari. 

martedì 4 settembre 2012

Crostata cocco e limone (Torta Stupendissima)






E' terminata anche questa estate, caratterizzata da un caldo torrido a cui i meteorologi hanno dato nomi fantasiosi, dall'alito del drago a Lucifero in persona. A Milano sono iniziate le prime piogge che, se da un lato rendono più vivibile la città, dall'altro fanno pensare con malinconia ai bei giorni da poco trascorsi.

Ripensavo proprio l'altro giorno al caldo benvenuto che mi hanno dato in Sicilia la Pulcetta insieme a un'altra cuginetta (il Dolce Principe sarebbe venuto con i genitori poco dopo di me), con tanto di festoni di carta crespa fatti da loro e di colorati disegni su cui campeggiava la scritta "BENVENUTA, ZIA MAPI".

Un'accoglienza commovente, subito bilanciata in cucina - dove mi ero precipitata perché non avevo pranzato ed eravamo a metà pomeriggio - da tre affermazioni consecutive, che sono diventate il refrain dell'estate: Zia, sei grassa; Zia, sei vecchia; Zia, sei bacata.
Alla terza frase ho alzato gli occhi dal piatto, deglutito quanto avevo in bocca e detto: "Adesso chiamo il signor Q. e mi faccio riportare all'aeroporto; torno a casa mia, che almeno le mie piante non mi insultano."
"Beh, a modo loro te lo fanno capire", ha replicato la Pulcetta, "perché muoiono." :-S

Sarà, ma chissà com'è la compagnia di questa zia grassa, vecchia e bacata è apprezzata dai nipotini che tanto hanno l'aria di disprezzarla, visto che da quest'anno hanno voluto dormire tutti e due in camera con me, preferendo il caldo soffocante a malapena tenuto a bada dall'aria condizionata, al riposare in una camera più ampia e ariosa ma Zia-free.

Ed è a loro che dedico questa torta, che peraltro adorano, e che ha tutto il sapore dell'estate, dell'allegria e del sole.

La torta è stata un tormentone tre anni fa, quando Alessandra l'ha proposta sul suo vecchio blog e in un noto forum di cucina in cui scrivevamo entrambe, ribattezzandola Torta Stupendissima. Oggi grazie al Cielo ha aperto un nuovo blog, tutto suo, dove l'ha riproposta di recente. Sappiate che è colpa sua merito suo, se ho fatto i salti mortali per procurarmi il libro da cui l'ha tratta (usato peraltro, ché nuovo non si trova più).

lunedì 14 maggio 2012

Torta Ricciolina di Nonna Domenica



Nonna Domenica era la mamma di una mia amica e aveva tutta la tempra, la ruvida dolcezza e la bravura delle donne romagnole.
Grande cuoca come tutte le donne della sua terra, tirava la sfoglia con una disinvoltura da fare invidia a tutte noi foodblogger.


L’ho incontrata una volta sola, molti anni fa: avevamo invitato a casa nostra in montagna sua figlia Mirella insieme al marito Giorgio e ai loro bimbi (oggi padri di famiglia), Alessandro e Lorenzo. Venne con loro anche Nonna Domenica e ci portò in una grande scatola di latta un dolce dall’aspetto strano, rustico e a dire il vero poco invitante. Alessandro e Lorenzo però non facevano che girare intorno al contenitore con aria famelica, dandomi quindi l’idea che quei quadrotti dall’aspetto rustico fossero buoni, in barba all’aspetto.
Avevano ragione, naturalmente: il dolce era delizioso e non avevamo fatto in tempo ad addentare il primo quadrotto, che mia mamma già chiedeva la ricetta.

Solo in seguito ho saputo che questo antico dolce vuole imitare un piatto di gustose tagliatelle, per cui è giustamente famosa l’Emilia Romagna: la frolla simboleggia il piatto e i tagliolini sono “conditi” con mandorle tritate, zucchero e scorza di limone, a imitare il Parmigiano Reggiano.

Da allora l’ho proposto diverse volte ed è sempre piaciuto tantissimo; quest’anno mia madre l’ha proposto perfino nel pranzo di Pasqua... ed è stata apprezzata molto più del tradizionale uovo di cioccolato! :-9

lunedì 16 aprile 2012

Torta Frangipane al cappuccino


Avevo preparato la torta Frangipane da studentessa universitaria una ventina di anni fa, seguendo la ricetta di una nota rivista di cucina, e non mi era piaciuta: troppo dolce, ma soprattutto... troppo "mandorlosa". All'epoca i miei gusti si stavano affinando: avevo
appena imparato ad apprezzare il gorgonzola, che fino ad allora mi faceva ribrezzo, e stavo insomma cedendo alla curiosità di provare gusti nuovi. E' stato proprio in quel periodo che mi sono resa conto che i dolci di mandorle non mi piacciono e la torta Frangipane fu come il sigillo su quella constatazione. Ci misi una croce sopra e non ci pensai più... fino a 10 giorni fa quando Ambra, bravissima vincitrice dello scorso MT Challenge, ci ha sfidati proprio sulla torta Frangipane e le regole dicevano chiaramente che non si poteva elaborare una versione salata.

Il mio primo pensiero, lo confesso, è stato di passare tout court. In fondo ho partecipato fin dalla primissima edizione e l'unica volta che ho passato è stato perché ero in ospedale e sfortunatamente non mi permettevano di usare le loro cucine. 😅

Poi ovviamente ci ho ripensato: il vero MTChallenger è quello che raccoglie le sfide, non chi le schiva solo perché la ricetta proposta non è di suo gusto! Ma come neutralizzare il gusto e il troppo dolce delle mandorle, pur mantenendole e senza snaturare il dolce? Pensa e ripensa ecco la soluzione che ho trovato: il gusto amaro del caffè, che si sposa perfettamente con le mandorle, attenuandole.

Poi mi è venuta un'altra idea: aggiungere un tocco "fashion" alla frolla con l'effetto maculato. In fondo all'MTC ho presentato una cheesecake zebrata e un coniglio con la calza a rete, ma il maculato ancora mi mancava. 😀

Ho fatto una torta piccolina e spero che mi perdonerete le dosi ridotte, ma io sarei anche a dieta... 😇
Devo dire che questa torta è venuta molto buona, per essere un dolce alle mandorle: pensate che mi è valsa perfino una telefonata di congratulazioni da mia madre, cosa oltremodo rara. 😆

lunedì 5 marzo 2012

Torta Promessa di Primavera


Quando ho preparato la torta per il contest di Montersino di quelle due pazze scatenate di Annalù e Stefania, ho accennato a un miserabile fallimento; Stefania giustamente mi ha chiesto di dettagliare in un'ottica di sana critica costruttiva ed è quanto mi appresto a fare oggi (buon lunedì, eh? :-D). Le regole del contest richiedevano di preparare una delle torte del Maestro, oppure di creare una torta nuova ma utilizzando solo le basi del Maestro. 
Io di Montersino ho un solo libro, Peccati di gola, e di primo acchito l'ho trovato ben fatto: ogni capitolo è preceduto da un'introduzione didattica che spiega il perché e il percome delle singole basi; seguono poi le ricette. 
Una prima delusione a dire il vero l'avevo avuta al tempo dei bigné: una spiegazione estremamente esauriente, ma nel libro non ho trovato indicazioni precise sui tempi di cottura, e se non fosse stato per il post di Stefania avrei avuto qualche problema. Però i bigné mi erano venuti bene, ero rimasta soddisfatta dei 3 profiteroles che avevo preparato e non ci ho pensato più.

La faccenda mi è tornata in mente quando mi sono messa a pensare alla ricetta da realizzare per il contest di cui sopra: la mia scelta era caduta sulla Torta Giardino di Fragole e siccome una mia amica compiva gli anni in quel periodo e le avevo promesso una torta, ho colto due piccioni con una fava pensando di realizzare quella. Non l'avessi mai fatto, il fallimento era dietro l'angolo e ho dovuto rimediare facendo un'altra torta di corsa (di cui vi parlerò prossimamente), mentre maledicevo pensavo intensamente a Montersino e al suo libro.

giovedì 23 febbraio 2012

Torta di sfoglia al farro alle mandorle e amarene di Luca Montersino


Il fatto stesso che io abbia preparato questa torta è un'attestazione di stima e di affetto
per le due folli che hanno concepito il montersiniano contest: Annalù e Stefania. Per nessun altro infatti avrei preparato una torta di mandorle, visto che i dolci di mandorle a me proprio non piacciono.
Nessuno mi obbligava a preparare proprio questa torta, sia chiaro: è solo che dopo averne provata invano un'altra risoltasi in un miserabile fallimento (oltre che nello spreco di una quantità industriale di uova, panna, yogurt e fragole) ho deciso di cimentarmi con qualcosa di più semplice, e il dolce più semplice dell'unico libro di Montersino in mio possesso era questo.

Le regole del contest sono ferree: occorre realizzare un dolce di Montersino seguendo integralmente la sua ricetta, oppure preparare un dolce diverso ma usando solo le basi e le dosi del Maestro. Non sono certa di rientrare in tutte le regole in quanto non ho avuto il tempo materiale di preparare una pasta sfoglia con farina di farro e mi sono accontentata di un prodotto surgelato, per cui ho forti probabilità di finire fuori concorso ugualmente; non importa, l'importante per me a questo punto è averci provato... :-D   


lunedì 14 novembre 2011

Chocolate Pistachio Cake (Nigella Lawson) - Gluten-Free!!!!


Questo week-end avevo un mare di cose da fare e pochissimo tempo per farle; non a caso me ne sono rimaste indietro un paio. ^_^ Stavo organizzando i tempi e la spesa, quando mi ha chiamata mia madre: mi andava bene festeggiare il mio compleanno in famiglia
domenica? Sì, certo che mi andava bene; allora tutti a casa sua, invitiamo anche il cugino e, senti, non è che al dolce ci potresti pensare tu? 
Per la prima volta avrei preferito che non me lo chiedesse, ma ovviamente ho accettato: mi stava mettendo in piedi un intero menù, potevo ben preparare il dolce, no?
La scelta era ovvia per me: la Old Fashioned Chestnut Cake di Raravis, che in famiglia ha riscosso talmente tanti consensi, da essere catalogata come migliore della Sette Veli. Agguanto quindi il mazzo di fogli con le ricette che preparo più spesso, che tengo sul leggio della cucina, e mi metto a sfogliarlo. Sorrido perché andando a ritroso vedo la stampa di tutte le ricette dell'MTC degli ultimi 6 mesi, mi dico ah, già scorrendo le ricette che vorrei fare entro la fine dell'anno, ma della Old Fashioned non vedo l'ombra e a quel punto mi ricordo che avevo archiviato un bel po' di ricette, qualche tempo fa.
Non avevo voglia di tirare giù quel pesante faldone, ma siccome nel frattempo ho comperato il bellissimo libro di Nigella che aveva ispirato Alessandra per la versione chestnut, ho preso quello dalla libreria. Avevo appena cominciato a sfogliare la sezione dedicata al cioccolato, quando l'occhio mi è caduto su questo dolce sontuoso e subito mi è venuta voglia di provarlo.

E' molto semplice e veloce da preparare, la base può anche essere fatta in anticipo mentre è meglio che la ganache venga fatta il giorno in cui lo si consumerà; gli ingredienti erano tutti in casa, così ho rotto gli indugi e mi sono messa all'opera.
Il risultato? Mia cognata mi ha detto che nella sua classifica personale ha scalzato la Old Fashioned, cosa che francamente non ritenevo possibile; il dolce è stato spazzolato con mucho gusto, e l'ultima fetta avanzata è stata messa in palio a tombola e in seguito è divenuta oggetto di negoziazione tra mia cognata e il Dolce Principe (indovinate chi ha vinto? ^_^). Insomma, un successo strepitoso che francamente non mi aspettavo. E, last but not least, questo dolce è completamente gluten-free grazie al pistacchio che, ridotto in polvere, prende il posto della farina. Meglio di così... :-9
Ho lasciato alla ricetta il nome originale, il che spiega come mai la parola pistacchio sia scritta con una c sola. ;-)

Un'avvertenza sulle foto: dovendo trasferire la torta nel porta-torte per portarla dai miei, ho versato meno glassa in modo da poterla ritoccare in caso di danni da spostamento. I danni non ci sono stati, ma dalle foto la torta sembra meno ricca di quanto non sia in realtà. 
Posso solo dirvi di provare a farla: è una goduria unica!!!!

mercoledì 19 ottobre 2011

Crostata ricotta e mandorle



Me ne sono ricordata leggendo un post su un blog questa settimana. Non chiedetemi quale post di quale blog, perché onestamente in questo periodo sono presissima con il lavoro - è periodo di chiusura budget - e faccio molta fatica a ritagliare tempo per il blog, ancora di
più a leggere il resto della blogsfera.
Fatto sta che leggendolo mi è tornato alla mente un episodio della mia infanzia: avrò avuto 5 anni e mia nonna stava contando delle monetine dal suo borsellino. Io le ho chiesto se mi dava un soldino, e lei mi ha dato una moneta da 50 lire. Cinquanta liiireeeee??? A meeeee??? Gliel'ho rimesso sul tavolo indignata, esclamando: "Questo non è un bravo soldo!!!!" 
Morale della favola: state attenti a quando insegnate a un bambino il valore del denaro... :-D


La ricetta di oggi potrei ribattezzarla "crostata della dimenticanza". Mi spiego: ricordate quando vi avevo parlato di un notissimo chiosco di gelati a Mazara del Vallo, chiamato Ciolla? Ecco, nel frattempo le cose si sono evolute: lo storico chiosco è sempre in Piazza Regina Margherita, ma sul lungomare uno degli eredi ha aperto un suo bar gelateria pasticceria: Ciolla's. 


La scatola della torta: non trovate che il logo sia bellissimo?

Eravamo lì una sera con i miei fratelli quando Salvino, il proprietario, ci ha fatto assaggiare una fetta di una mitica crostata che stava sperimentando. Noi l'abbiamo trovata deliziosa, e dopo la nostra approvazione entusiastica la torta è entrata a pieno titolo tra le proposte del locale.
Questa è la crostata originale, acquistata da Ciolla's quest'estate
 Naturalmente io non potevo esimermi dal provare a rifarla, dietro pressione tra l'altro delle mie cognate. Ho subito capito che la particolare friabilità della frolla era dovuta al fatto che era stata impastata con lo strutto e, una volta tornata a casa, ho cominciato a sperimentare. La crostata qui fotografata è stata cucinata lo scorso week-end per la solita cena mensile che facciamo con alcuni amici, in cui ognuno porta qualcosa. 
Solo che... nella crostata originale c'erano gocce di cioccolato, pistacchi, mandorle e una spolverata di zucchero a velo. In quella portata agli amici ho dimenticato le gocce di cioccolato e i pistacchi, mentre nella tortina fotografata per questo post ho dimenticato la spolverata di zucchero a velo... Voi non dimenticate nulla e mi raccomando, provatela: è semplicemente meravigliosa!!!

I segreti di questa crostata sono due: la frolla con lo strutto e la ricotta di pecora. 
Naturalmente è sempre possibile prepararla con una normale frolla al burro e con ricotta vaccina, ma vi garantisco che il risultato finale sarà molto inferiore all'originale, per cui vale la pena fare lo sforzo in più. 
La frolla con lo strutto era la norma anticamente, almeno al Sud, dove lo strutto costava poco ed era disponibile in quantità, mentre il burro era un lusso da signori. Oggi si è un po' persa l'abitudine a usare questo grasso in casa, ed è un peccato: dà fritti leggerissimi.
Per preparare la frolla sono partita dalla ricetta di Adriano Continisio, il cui post a mio avviso è da incorniciare. Siccome il burro contiene il 18% di acqua, ho pensato di effettuare la sostituzione mettendo il 20% (ho preferito arrotondare) di strutto in meno rispetto al burro. La frolla che ne è risultata era friabilissima e deliziosa, molto delicata.


venerdì 16 settembre 2011

Tatin di fichi all'aceto balsamico (E. Knam) con gelato alla ricotta di bufala

Annunciaziò, annunciaziò: Colin Firth è entrato a far parte delle (st)Renne!!!!
Sì, beh, lui non lo sa, ma ha forse importanza? ^_^ Indossa un maglione con una renna, e questo per noi è stato più che sufficiente per nominarlo (st)Renna ad honorem. Lui naturalmente è contentissimo e ha subito brindato con noi. :-D


Le (st)renne sono tornate con un sacco di progetti in cantiere ma soprattutto con la voglia di condividere la nostra esperienza con tutti quelli che lo desiderano, anzi... vogliamo condividere con voi pure il nostro backstage, quella fucina di idee e divertimento che è il motore principale del nostro lavorare insieme.



Ripartiamo quest'autunno con due progetti contemporanei: le (st)Renne settembrine che vedono come protagonisti i dolcissimi fichi e un progetto di promozione della cucina gluten-free il cui motore è Stefania, ma che vede coinvolti tutti noi delle (st)Renne in veste di giudici.

Le (st)renne gluten-free (cliccare sul link per il regolamento e ulteriori informazioni) si articoleranno in una serie di raccolte di ricette, tutte rigorosamente senza glutine, aventi un tema stabilito. Questo mese il tema coincide con il nostro e raccogliamo ricette aventi tra gli ingredienti i fichi.
Obiettivo del progetto è quello di creare un pdf ricco di ricette golose, sfiziose, semplici (o anche complesse, perché no?) ad uso e consumo dei numerosi amici celiaci e dei loro familiari e amici, senza però rinunciare al gusto.

Ogni 2 mesi Stefania lancerà un tema e raccoglierà ricette, e tra le migliori pervenute nel corso di quel mese ne eleggeremo 5, a nostro insindacabile giudizio, che vinceranno nell'immediato la corona di (St)Renna per un mese partecipando ai nostri backstage e pubblicando insieme a noi nel corso del progetto successivo durante l'ultima settimana, un post per ciascuno come facciamo noi.

Tra tutti i vincitori dei contest gluten-free poi, decreteremo il vincitore del bellissimo premio finale: un week-end per due persone da trascorre presso l'Agriturismo Baglio Costa di Mandorle a Paceco (TP) proprio sulla via del sale e sulla via del vino.



Tornando al tema delle (St)renne di questo mese, vorrei precisare che io i "fichi" li ho già in famiglia e quindi in teoria non avrei bisogno di andarmi a cercare Colin Firth.


In pratica però,
1) i miei fratelli non hanno mai indossato un maglione con l'effigie di una renna e
2)  trovarsi con i "fichi" in casa serve solo ad affinare il gusto e a rendere più esigenti quando ci si guarda in giro, motivo per cui ho assolutamente bisogno di andare a cercare proprio Colin Firth. :-D
Fabio non era del tutto d'accordo con la scelta del banner di noi (st)renne e si era subito proposto come modello, ma siccome neanche lui ha mai indossato un maglione neppure lontanamente simile a quello di Colin, è stato depennato impietosamente dal resto del branco, pardon, gruppo. ^_^

La dinamica è sempre la stessa: ci passiamo il testimone per tutta la settimana lavorativa e quindi lunedì pubblicano Ale & Dani, martedì Annalù e Fabio, mercoledì Stefania, giovedì Flavia e venerdì io.

La ricetta di questa settimana è rigorosamente gluten-free ed è targata Knam, almeno per la prima parte. Il gelato non è suo, ma mica si può avere tutto dalla vita, no? ^_^