Visualizzazione post con etichetta pasta fresca. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pasta fresca. Mostra tutti i post

lunedì 13 ottobre 2014

Lasagne "del cavolo" ai vrocculi arriminati, con besciamella alla bottarga


Oggi lasagne verdi, per un MTChallenge spaziale che ci ha proposto la nostra Sabrina, vincitrice della scorsa edizione. Sua Maestà La Lasagna è il titolo di un post colmo di passione per la preparazione di un piatto sontuoso, che può essere declinato in mille modi. Dalla classica lasagna bolognese, la più conosciuta, passando per la variante romagnola propostaci da Sabrina e che prevede la lasagna verde, le varianti sono infinite e noi MTChallengers siamo state chiamate a scatenare fantasia e inventiva per creare sontuosi piatti della festa.

Piatto della festa, sì, ma anche comfort food per eccellenza, con la sua consistenza morbida, la varietà di sapori che si percepiscono chiaramente al palato e poi si fondono in una armonia cremosa che avvolge i sensi e abbraccia con il calore di una mamma.
Perché in fondo i cibi delle feste sono questo: la declinazione culinaria dell'amore che si prova per le persone per le quali cuciniamo un determinato piatto.

Facciamoci caso: gira e rigira, quando dobbiamo selezionare il nostro comfort food di elezione, è sempre ai nostri ricordi d'infanzia che attingiamo. Ed è proprio a un piatto della tradizione siciliana, la mia terra di origine, che si ispira la mia lasagna di oggi.

lunedì 31 marzo 2014

Fettuccine al pepe nero con salsa cremosa alla pancetta e funghi


Ultimamente ho pubblicato solo ricette ricercate: paté, soufflé, petto d'anatra con salsa di lamponi... ma la cucina non è fatta solo di piatti raffinati: quella di tutti i giorni in particolare, predilige ricette rapide e gustose. E' con una di queste che mi sono cimentata nel mio pranzo domenicale, e più precisamente con una ricetta di Lorraine Pascale che mi ronzava in testa da un po': lei infatti prepara delle fettuccine all'uovo contenenti nell'impasto dei grani di pepe nero schiacciati al pestello, e le accompagna con una salsa cremosa alla pancetta e funghi che è velocissima da fare e molto gustosa.

lunedì 18 novembre 2013

Pici con ragù di verzini e castagne


Piancastagnaio, 10 novembre 1853.

Maria sta preparando il pranzo per domani, festa di San Martino.
Il suo Antonio è andato in città con Pietro, il figlio maggiore, per vendere i funghi e le castagne che hanno raccolto nel bosco nei giorni precedenti. Sua sorella Lena è aiuto cuoca presso una famiglia di signori, e pagherà un prezzo onesto per il loro raccolto.

A San Martino ogni mosto diventa vino, recita la saggezza popolare, e siccome il padrone ha confermato ad Antonio che gli rinnoverà il contratto anche per l'anno prossimo, festeggeranno stappando una bottiglia di vino novello e gustandolo con le castagne.
Nonno Gianni è nel bosco a raccogliere castagne e funghi insieme al secondogenito di Antonio e Maria, mentre Nonna Anna sta sferruzzando una copertina per l'ultima nata e la piccola Matilde sta giocando accanto alla culla della sorellina con una bambola di pezza fattale dal nonno.
Maria canticchia mentre va in dispensa a vedere che cosa può preparare con quello che ha in casa. Vuole fare una sorpresa al suo Antonio e sta meditando un pranzetto speciale con i suoi piatti preferiti, perché avere la sicurezza di una casa e di un lavoro non è cosa da tutti, e lei lo sa bene.
Il maiale è stato ammazzato un mese fa e una ghirlanda di salsicce adorna le pareti, mentre salami e prosciutti pendono dalle robuste travi del soffitto. Le castagne sono ammucchiate in un canto, la loro spettanza ben divisa dalla parte che spetta al padrone del castagneto. I funghi meno belli sono stati puliti, affettati e messi a essiccare per l'inverno. In un cantuccio della dispensa vi è un sacchetto di tela mezzo vuoto: contiene il residuo dei funghi secchi dell'anno scorso. La farina a casa loro non manca mai, frutto di uno scambio con la cucina dei padroni presso cui lavora Lena, che volentieri a volte danno un piccolo extra in natura ad Antonio. Gli ortaggi più comuni e le erbe aromatiche vengono amorevolmente coltivate da Antonio in un fazzoletto di terra che si è ricavato dietro casa, e sono anch'esse fonte di sostentamento per la famiglia. Quando Antonio lavora i campi del padrone ci pensano Nonno Gianni e Maria a curare l'orticello e ad accudire gli animali.
E così Maria si mette all'opera: cipolla, sedano e carota per il soffritto; un po' di polpa di maiale e qualche verzino, e poi tante castagne per il ragù preferito del suo Antonio. Il tegame di coccio è già sulla cucina economica e intanto che sobbolle il ragù Maria impasta i pici con le sue abili mani; la piccola Matilde si divertirà a tirarli, visto che da grande vuole fare la cuoca come la Zia Lena.

Ed ecco che cosa hanno gustato l'11 novembre 1853 Antonio e Maria, insieme ai Nonni e ai loro figli; quello che Maria non sapeva è che 150 anni dopo una Siciliana trapiantata a Milano avrebbe preparato le stesse cose, per raccogliere il guanto della sfida dell'MTChallenge lanciatole da una certa Serena da Piancastagnaio...

martedì 24 settembre 2013

RAVIOLE DEL PLIN MOUSSAKA-STYLE

Dopo una pausa di 2 mesi (che almeno per me ci voleva) l’MTC è ricominciato alla grande, con una splendida ricetta della tradizione langarola propostaci da quel mito di donna che è Elisa, la vincitrice della scorsa edizione. Elisa ci ha sfidate sulle raviòle dël plin, ravioli di dimensioni molto piccole, preparati con una sfoglia all’uovo molto sottile e sigillati con un pizzicotto, che in dialetto piemontese si dice appunto plin.

Una sfida nella sfida per me, che avendo poca manualità mi cimento molto raramente nelle paste ripiene. Intendiamoci, l’attrezzatura ce l’ho tutta: asse per impastare, mattarello lungo 1 metro, raviolatrici di diverse fogge e dimensioni; quello che mi manca spesso è la voglia di cimentarmi, perché le paste ripiene sono una di quelle rare preparazioni lunghe, la cui preparazione mi spaventa. La cosa è veramente strana, perché questo blog è pieno di preparazioni estremamente lunghe e io me la spiego solo con la mia scarsa manualità, per l’appunto. 

Ma Elisa ci è venuta incontro con una ricetta molto dettagliata, una sequenza fotografica puntuale e un meraviglioso video che mostrava passo passo come fare, così ho impastato la mia sfoglia, ho preso in mano il mattarello e mi sono lanciata.

Le prime raviole, diciamolo, erano proprio bruttine.


Piano piano ho cominciato a farci la mano e hanno cominciato ad assomigliare di più alle raviole di Elisa, solo che erano un po’ troppo grosse. Cioè, misuravano i 2 cm richiesti dal regolamento, ma quella è la misura massima e io avevo letto che alcuni le fanno piccole come l’unghia di un pollice.


A mano a mano che proseguivo ho capito come dovevo fare ed ho ottenuto delle raviole piccine, proprio come volevo io.


E quindi ancora una volta vorrei ringraziare Elisa e l’MTC per avermi insegnato qualcosa di nuovo.

lunedì 4 marzo 2013

Pizzoccheri di Teglio



Quando, subito dopo il Salone del Gusto di Torino, mi è arrivata la mail in cui mi veniva comunicato che ero stata scelta da Donne sul Web per rappresentare la Lombardia tramite la ricetta di un primo piatto, confesso che sono scoppiata a ridere e ho pensato: “Alberto da Giussano si starà rivoltando nella tomba”. Una Siciliana chiamata a rappresentare la
Lombardia mi pareva un controsenso, ma poi ci ho riflettuto e mi sono detta che dopo tutto la Lombardia mi ha dato i natali, che sono sempre vissuta qui e che, malgrado venga assalita dalla nostalgia della Terra dei miei Avi, difficilmente riuscirei a tornare a vivere lì, abituata come sono a ritmi del tutto diversi.
Ho quindi accettato con entusiasmo e ho scelto un piatto tipico della zona in cui sono nata, perfetto tra l’altro per il periodo invernale.
A dire il vero adesso ci stiamo avvicinando a grandi passi alla primavera, ma la settimana scorsa qui ha nevicato, sicché proporlo adesso non è inadeguato.

Piatto sicuramente sostanzioso, i pizzoccheri hanno un elevato valore nutritivo e aiutano a contrastare i radicali liberi dell’ossigeno grazie al grano saraceno che contiene il resveratrolo, un antiossidante che si trova anche nel vino rosso, nelle arachidi, nei lamponi e nei gelsi. Consumati ogni tanto e accompagnati da un bicchiere di buon vino rosso, risultano quindi persino salutari e sono molto corroboranti durante i freddi mesi invernali.

Quella che segue è la ricetta originale, codificata e registrata dall’Accademia del Pizzocchero di Teglio, di cui vi invito a visitare l’interessantissimo sito. La ricetta è un pochino vaga su alcuni punti, come la quantità di acqua da utilizzare e alcune fasi del procedimento. Ho quindi scritto direttamente all’Accademia per chiedere chiarimenti, con cui ho integrato la ricetta e vorrei ringraziare la Sig.ra Valentina Maestroni per la celere ed esauriente risposta. Ho comunque indicato in corsivo i miei commenti o aggiunte, per distinguerli dalla ricetta codificata.


venerdì 25 gennaio 2013

Pici alla crema di topinambur con granella di nocciole


Questa è l'ultima, giuro. 
Ancora una volta, io non volevo. 
Gli è che forse sono stata un po' pungolata dal fatto che la mia prima proposta fosse finita

giovedì 24 gennaio 2013

Pici al ragù di sfilacci di equino


Avevo pensato di proporre una ricetta sola per questo MTC, e tale è stata la mia ferma intenzione fino a quando non ho visto un po' delle splendide proposte delle altre MT Challengers sui pici dell'insuperabile Patty. Non che volessi strafare o altro, è solo che
senza che me ne rendessi conto le rotelle del mio cervello hanno cominciato a girare e ad arrovellarsi. Se mi avessero avvertita le avrei fermate, ma loro non mi hanno detto nulla e mi hanno messa davanti al fatto compiuto martedì sera, quando sono andata a fare la spesa dopo l'ufficio. 

Mi avvicino infatti al banco della macelleria cercando un tranquillissimo petto di pollo da grigliare per cena (tra l'altro non mi sentivo un granché bene), quand'ecco che passando davanti al settore di macelleria equina la mia attenzione è stata attirata da una confezione di sfilacci di equino. L'associazione immediata è stata cavalli-Maremma, e anche se c'è una bella differenza tra la pianura maremmana e le dolci colline del Chianti, subito mi è venuto in mente di preparare i pici con un ragù di sfilacci. Tra l'altro diversi anni fa a casa di un'amica avevo mangiato un ragù di cavallo che mi era piaciuto tantissimo, tanto da avergliene chiesta la ricetta (che però ho perso, probabilmente nel passaggio da un PC all'altro :-(  ) e insomma... dalla folgorazione all'appiciamento è passata solo mezz'ora, il tempo cioè di pagare e tornare a casa. 
"E il petto di pollo? ", direte voi. Il petto di pollo... è rimasto nel banco della polleria!!!


domenica 20 gennaio 2013

Pici al salmone affumicato e datteri


E' di nuovo MTChallenge, e questa volta la ricetta della sfida, proposta dall'inarrivabile Patty, sono i toscanissimi Pici.
Il post di Patty è meraviglioso, pura poesia, il canto d'amore di una persona innamorata della sua terra e delle tradizioni ad esso legata: mi è bastato leggerlo una volta perché mi
"prudessero" le mani e avessi voglia di appiciare!
A partire da questo mese poi, ho avuto il privilegio di essere chiamata a far parte della neonata redazione dell'MTC Blog, così non appena è uscita la ricetta della sfida siamo corse tutte a studiare gli argomenti che ci erano stati assegnati. Doppio lavoro quindi da oggi sulla sfida più entusiasmante del Web che, lo dico con l'orgoglio di chi finora ha saltato solo 2 puntate per cause di forza maggiore, non ha eguali in tutta Europa per continuità, quantità di persone che coinvolge ogni mese e qualità delle ricette che vengono proposte.
Così a inizio mese ho scritto dei post con i consigli su come impastare la pasta fresca senza uova a partire dall'attrezzatura, passando per la selezione degli ingredienti e la tecnica dell'impasto + la cottura e terminando con alcune ricette di pasta colorata con ingredienti naturali e i condimenti che più vi si adattano. 


E poi finalmente dopo tanto blaterare, questo week-end ho trovato anch'io il tempo di mettermi ad appiciare, come dicono in loco, e di preparare la mia ricetta della sfida.
Alessandra nel regolamento ci ha raccomandato di rimanere fedeli alla natura del piatto, nato come alimento povero che però all'occasione si vestiva a festa. Ammetto di non aver rispettato la richiesta: datteri e salmone non solo non appartengono alla cucina di alcun territorio italiano, ma sono ingredienti che appartengono a territori diversissimi e lontanissimi, eppure... 
Eppure se tracciamo una linea di congiunzione tra la fredda Scandinavia e il caldo Nord Africa, dov'è che ci ritroviamo? Press'a poco in Toscana. Come dire che, mediamente, ho azzeccato la combinazione ingredienti-territorio. ^_^
Per la ricetta dei pici lascio parlare direttamente Patrizia: personalmente non sarei in grado di spiegare meglio il procedimento.

giovedì 26 aprile 2012

Tagliatelle Primavera




Sapevo perfettamente che dopo un’estate torrida, un autunno e un inverno secchi (almeno qui al nord) era inevitabile che la primavera fosse piovosa. Dirò di più: concordo perfettamente sulla necessità che questa primavera sia piovosa. Quello che invece non mi trova d’accordo è che piova durante i fine settimana e/o i giorni in cui vado a fare la spesa.

giovedì 26 gennaio 2012

Tagliatelle all'arancia con ragù bianco di anatra


Driving lesson number one: open your car. 

Come scrivevo qui, di recente ho rottamato il vecchio e fedele Catorcino e acquistato una nuova auto usata (è quasi un ossimoro! ^_^).
Il Catorcino aveva la chiusura centralizzata (fino a quando non ho dovuto farla disabilitare per i problemi che mi dava con pioggia e nebbia), ma non aveva certo il telecomando a distanza. Non che la cosa mi abbia mai turbata più di tanto, ma a volte quando arrivata al parcheggio dell'iper con un carrello pieno di spesa non mi ricordavo più dove lo avevo messo, mi è capitato di pensare che un telecomando mi sarebbe stato utile.
La mia nuova auto usata il telecomando ce l'ha, anzi ha due pulsanti: uno per aprire e chiudere l'auto, l'altro per l'allarme. Fico, no? Il venditore mi ha mostrato i due pulsanti e abbiamo fatto due prove insieme, poi ognuno è andato per la sua strada. 
Tappa n. 1, l'ACI per il passaggio di proprietà. Parcheggio l'auto, scendo e con nonchalance pigio il bottoncino. Immediatamente l'auto ha cominciato a suonare, rompendo la quiete pomeridiana. Mi affretto a ripremere il tastino e poi pigio il secondo. Fiùùùù!
Entro all'ACI, sbrigo la pratica ed esco. 
Questa volta ci faccio attenzione: osservo attentamente i due tastini e ne premo uno. 
Allarme attivato in tutto il suo fragore. Lo disattivo mentre una vecchietta si affaccia al balcone, salgo sull'auto e parto.
Tappa n. 2, il supermercato. A questo punto comincio ad avere l'ansia del pulsante. Li studio attentamente, valuto ogni probabilità, mi dico che 10 minuti prima avevo premuto questo e quindi adesso devo premere l'altro, premo con trepidazione e l'auto strombazza all'impazzata. Qualcuno si stupisce se da quel momento ho deciso di usare la chiave e di lasciar perdere i pulsantini? Ma di una cosa non ho alcun dubbio: se un giorno dovesse partirmi l'allarme in un luogo pubblico e io cercassi di disattivarlo, di sicuro aprirei l'auto. Dopo tutto l'importante è riuscire a salirci sopra, no?

martedì 24 gennaio 2012

Tagliatelle ciucco & sobrio al sugo di granchio reale


Tutti noi conosciamo le tagliatelle paglia & fieno, giusto? Bene. Da oggi ci sono anche le tagliatelle ciucco & sobrio. Sono nate dalla mia necessità di consumare la quantità
industriale di tagliatelle che ho prodotto, ma si sposano alla perfezione con un sugo di granchio reale che avevo adocchiato già da un po' e che non mi decidevo ancora a fare perché a mio avviso gli mancava qualcosa: una spruzzata di vino.

Il vino è nelle tagliatelle e ci sta a meraviglia. Non fatevi ingannare dal fatto che ho usato un corposo Nebbiolo: la farina lo ha stemperato parecchio, lasciandone intatti il profumo e il retrogusto ma togliendogli l'eccesso di corposità che sovrasterebbe il sugo di pesce. 

Questa è la mia seconda proposta per l'MTChallenge di gennaio 2012. 

lunedì 23 gennaio 2012

Tagliatelle al Nebbiolo con ragù di cervo


Ci risiamo: è tornato l'MTChallenge dopo la pausa natalizia, ed è tornato alla grande con una sfida meravigliosa: la  pasta fatta in casa e tirata rigorosamente a mano. Tutto merito di Alessandra C. di Ale Only Kitchen, vincitrice della scorsa edizione, e della sua passione per questa preparazione.

lunedì 9 gennaio 2012

Cannelloni alle verdure (Sorelle Simili)

Che cosa rimane dopo le Feste Natalizie appena trascorse: 

1) Il Dolce Principe mi ha confidato che i miei baci non sono bavosi, ma che lo diceva solo per prendermi in giro (e che quindi continuerà a farlo). 

2) Il giro-vita è aumentato a dismisura e occorre fare qualcosa al riguardo, perché dopo aver dato fondo ai risparmi di una vita per acquistare libri di cucina e non solo, non posso permettermi di cambiare pure il guardaroba.

3) L'amicizia è un dono prezioso che va trattato con cura perché allora non muore mai, neppure se è l'amico stesso a morire.

4) Oggi inizia il nuovo, entusiasmante progetto delle (St)renne: una raccolta di ricette di zuppe della tradizione, per scaldare il freddo (tranne per qualcuno che ha le stagioni invertite ^_^) inverno, dallo scanzonato titolo Mine-(ST)renne's.   
Non la solita minestra insomma, e vorrei ringraziare di cuore la bravissima Mai, che ha creato per noi lo splendido logo. 

Oggi è il turno di Alessandra, domani toccherà ad Annalù, mercoledì a Stefania, giovedì a Flavia e venerdì ci sarà la mia ricetta. 
Noi (St)renne pubblicheremo per le prime tre settimane le nostre proposte, mentre nel corso della quarta settimana pubblicheranno le (St)rennine che hanno vinto la scorsa tornata del contest di Stefania sulle (St)renne gluten-free: si avvicenderanno quindi Greta, Eleonora, Loredana, Simonetta e Mai (non necessariamente in quest'ordine ^_^) con le loro proposte.

venerdì 30 dicembre 2011

Cornucopie augurali


E' ufficiale: odio le feste. 
Cioè, non che io odii le feste tout court, anzi, di per sè mi piacciono anche. E' il contorno che ci sta attorno che detesto. Non me ne ero mai resa pienamente conto e credo di averne preso coscienza solo stamattina: com'è che sono così reticente a fare le telefonate di auguri ad amici e parenti? Com'è che anche gli auguri più sentiti prendono il sapore di frasi di circostanza? E perché mi viene voglia di scappare a gambe levate dopo tutti i preparativi? Ecco, oggi ho capito perché: soffro di una sorta di sindrome di Stendhal, applicata però alle feste anziché all'arte: se la fase dei preparativi mi piace e mi diverte, arrivata al dunque non ne posso più. 
Quest'anno sono stata più orsa del solito, complice anche qualche problemuccio familiare che grazie al Cielo si è risolto. Riemergo quindi dal letargo con una ricettuzza delle mitiche Margherita e Valeria Simili, perfetta per il cenone di San Silvestro, con l'augurio di ogni bene per tutti voi.


venerdì 25 novembre 2011

Raviolone di mare


Seconda puntata del progetto (St)rè Chic che vede coinvolte le (St)renne fondatrici e le
(St)renne per un mese, vincitrici della prima tornata del contest gluten-free di Stefania. Il tema è la tavola delle feste e invito anche voi a partecipare alla seconda tornata del contest, che scade il 10 dicembre, proponendo ricette gluten-free da presentare per le prossime Feste: avrete la possibilità di diventare anche voi (St)renne per un mese partecipando al nostro backstage, pubblicando la vostra ricetta per il prossimo progetto delle (St)renne nell'ultima settimana del progetto e partecipando all'estrazione del superbo premio finale: un week-end per due persone al Baglio Costa di Mandorla nel trapanese, sulla via del sale e del vino.

Come di consueto ci passiamo il testimone: lunedì pubblicano Ale e Dani, martedì Annalù e Fabio, mercoledì Stefania, giovedì Flavia e venerdì io; in coda a noi, nel corso della quarta settimana, pubblicheranno anche Emanuela, Eleonora, Giulia, Mai e Stefania, perché quando si fa festa è bello essere in tanti! :-D

venerdì 29 luglio 2011

Chicche di patate e melanzane al sugo di moscardini, pomodori e melanzane

Col senno di poi avrei dovuto capire subito che era meglio lasciar perdere; gli indizi c'erano tutti e avrei almeno dovuto limitare i danni non leggendo i contenuti, e invece...

C'è un chiosco di giornali tra i tanti che pullulano nella ridente città dormitorio alle porte di Milano dove vivo, dove non mi ero mai fermata. Ai primi di luglio mi è venuto in mente di cercare Cucina Gourmet e per la prima volta non l'ho trovato; ho pensato quindi di provare anche qui e una domenica dopo la Messa mi ci sono fermata. Cucina Gourmet non l'avevano, così ho sfogliato un paio di altre riviste, nessuna delle quali mi convinceva. La cosa strana è che ogni volta che facevo per metterle a posto la proprietaria (che è una mia condomina) mi chiedeva di darle a lei, ci cincischiava su e poi le rimetteva a posto. In ultimo ho preso Alice e mi sono accorta con una certa perplessità che la rivista era bloccata nell'angolo superiore destro da un pezzetto di scotch. L'ho sfogliata con cautela per non strapparne le pagine e a dire il vero avrei lasciato giù pure quella, se non fosse stato per lo sguardo all'ossiacetilene della proprietaria; se non abitassimo nello stesso palazzo me ne sarei altamente infischiata, ma non volendo iniziare una faida condominiale per pochi euro di rivista ho deciso di comperarla. Lei ha preso la rivista, ha tolto con cura lo scotch e in quel momento ho capito che cosa faceva con e riviste che le avevo porto a mano a mano: le stava sigillando tutte, per impedire che venissero sfogliate da altri!!! O_O

Ora, siccome la scortesia dell'edicolante non è da attribuire alle case editrici, lì per lì non ci avevo fatto caso, anzi: l'acquisto mi pareva ancora più prezioso per lo scotto che avevo dovuto pagare e quando ho visto a pag. 24 la ricetta degli gnocchi d'estate mi sono illuminata: gnocchi di patate, melanzane e basilico con sugo di pesce, WOW!!!
E' stato durante l'esecuzione che mi sono accorta che nella ricetta c'era qualcosa che non andava: dosi e spiegazioni sommarie. 1 kg di patate, 2 grosse melanzane dal peso non specificato, 200 g di maizena, farina 00 (quantità imprecisata), sale... però Alice è legata al Gambero Rosso, vuoi che loro non sappiano quello che scrivono? E poi mi sono detta che l'amido assorbe umidità per il doppio del suo peso, quindi la cosa aveva perfettamente senso. Anzi no. 
Le melanzane sono umidissime e anche divise a metà e cotte al forno non perdono questa loro prerogativa; 200 g di maizena sono decisamente insufficienti per assorbire tutta l'umidità dell'impasto; il procedimento era spiegato sommariamente (tagliare le melanzane a metà, inciderne la polpa a croce, irrorarle con un filo d'olio, farle cuocere in forno per 30 minuti e poi aggiungerne la polpa - rovente - alle patate schiacciate roventi e impastare... e pazienza se vi spellate le mani e vi vengono le vesciche da ustione, state cucinando, no?); dicono chiaramente di formare gli gnocchi passandoli sui rebbi di una forchetta, ma l'impasto è talmente molle, pur dopo avere aggiunto alla maizena altrettanta farina, che vengono malissimo, sono letteralmente inguardabili.

Pazienza, passo alla fase 2 e preparo il sugo: 2 peperoni, 1 peperoncino piccante e 300 g di polpa di pesce spada o altro pesce... e lì mi sono posta la domanda: che senso ha preparare degli gnocchi saporiti mettendoci dentro le melanzane, se poi se ne copre tutto il gusto con un sugo ai peperoni? Oramai era fatta, avevo giusto dello spada in freezer che era già stato scongelato all'uopo e quindi ho proceduto. Sugo buonissimo, gnocchi orrendi a vedersi ma buonissimi, peccato che non c'entrassero niente gli uni con l'altro. Quando poi sono andata a vedere la loro foto del piatto per capire come avevano reso invitante un piatto di quei cosi informi, mi sono accorta con rabbia che stavo contemplando delle armoniose, liscissime chicche. Chicche di patate, non gnocchi dunque, e la distinzione non solo c'è, ma è importante. 

Di più: a pagina 178 del medesimo numero della rivista c'è un servizio sulle ricette di base di Mario Bacherini, intitolato "Chicche tre volte", dove guarda caso l'equilibrio tra patate, farina e uova (Bacherini è della scuola di pensiero che vuole le uova negli gnocchi di patate) è quello classico: 1 kg di patate, 300 g di semola di grano duro, 1 uovo. Personalmente mi sono sentita presa in giro e se c'è una cosa di cui si può stare certi, è che io con Alice ho chiuso.

Siccome però sono testarda e l'accoppiata patate-melanzane-basilico mi è piaciuta molto ho voluto rifare queste chicche, modificando dosi e procedimento per renderle "praticabili" a tutti.

venerdì 22 aprile 2011

Tonnarelli con pesto al cioccolato e basilico



Con oggi si conclude la nostra avventura di (st)Renne pasquali all'insegna del riciclo del cioccolato delle uova di Pasqua che saranno aperte domenica; quello che non si conclude affatto, ma che anzi continua a prosperare, è il legame che si è instaurato tra noi 7, fatto di risate, condivisione, bonarie prese in giro e tanta, tanta autoironia. E' per questo che alla conclusione di ogni progetto cominciamo a discutere di cosa fare dopo: se infatti ci siamo incontrati prima virtualmente e poi realmente in cucina, questa è solo una scusa per continuare a chiacchierare, a ridere, scherzare, come suggerisce l'immagine che abbiamo scelto per questa tornata.
Ho perfino trovato marito per celia e mi sono ingegnata a riprodurre qualche sua ricetta per "corteggiarlo", ed è solo grazie alle (st)Renne e a questo progetto specifico che l'ho "conosciuto", visto che personalmente non vado matta per il cioccolato e se non fossi stata spinta dalla necessità di trovare qualche ricetta un po' diversa, mai avrei acquistato il suo libro.
Per fortuna però le (st)renne ci sono, ho acquistato il libro e scoperto che il cioccolato si abbina meravigliosamente anche a dei piatti salati, che sono molto più di mio gusto di quelli dolci.

La ricetta che vi propongo oggi è sorprendente, e vale davvero la pena di provarla.
Come per l'MTC di questo mese, una parte della ricetta - quella della pasta - è mia (o meglio, appartiene alla tradizione italiana) e l'altra, il condimento, è di quel geniaccio di Paul A. Devo dire che io che detesto gli spaghetti, vado invece matta per i tonnarelli, la versione romana degli spaghetti alla chitarra, perfetti per la pasta cacio e pepe ma non solo. Se non avete l'apposita chitarra preparate dei tagliolini o delle tagliatelle: andranno benissimo lo stesso.

lunedì 11 aprile 2011

ORECCHIETTE ALLA TROTA E TOPINAMBUR

"Pollo con cous-cous al profumo di agrumi", diceva l'invitante copertina di Oggi io cucino di febbraio, e io ho ceduto alla lusinga con lo stesso entusiasmo con cui i marinai cedevano al canto delle sirene. Solo che mentre i marinai affogavano in mare, io mi sono limitata a non cucinare (ancora) la summenzionata ricetta. Di più: dopo aver sfogliato la rivista ed essermi annotata mentalmente le ricette che volevo provare, l'ho messa via e non ci ho pensato più.

Non sono ancora in grado di dirvi com'è che venerdì sera me la sono ritrovata tra le mani, fatto sta che lusingata dal pollo l'ho sfogliata di nuovo, e mi sono soffermata su una ricetta che due mesi fa non avevo neanche preso in considerazione, in ragione del fatto che tra gli ingredienti c'era un pesce d'acqua dolce.
Io sono nata, è vero, in riva a "quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti", ma le mie radici stanno molto più a sud, nell'assolata e bella Trinacria, e il pesce d'acqua dolce proprio non mi piace.
Sarà forse la Quaresima e l'imperativo di mangiar pesce al venerdì che mi hanno fatto soffermare sulla ricetta, fatto sta che l'ho voluta provare e ne sono assolutamente entusiasta. E' facile, veloce e saporita, e il delicato profumo di arancia le dà quel tocco in più.

L'unica variante che ho apportato è stata l'omissione del prezzemolo tritato, che a me non piace; avrebbe dato più colore alle foto, così come l'utilizzo di una trota salmonata, ma per quanto mi riguarda non avrebbe aggiunto molto al piatto... questione di gusti, naturalmente. Se a voi il prezzemolo piace però mettetecelo... ;-)

Ricetta molto saporita, facile e veloce: che cosa vogliamo di più dalla vita? :-)

ORECCHIETTE ALLA TROTA E TOPINAMBUR

Da Oggi io cucino – febbraio 2011


Per 4 persone


400 g orecchiette fresche
300 g topinambur
160 g trota senza pelle (2 filetti circa)
1 spicchio di arancia biologica, con la buccia
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai prezzemolo tritato
2 gambi interi di prezzemolo
olio extravergine di oliva
sale
pepe




Portare a bollore abbondante acqua salata per le orecchiette, che hanno un tempo di cottura piuttosto lungo, e farle cuocere. Controllare comunque i tempi di cottura, in modo che vengano pronte insieme al condimento.


Portare a bollore in un'altra pentola dell'acqua salata con uno spicchio di arancia biologica, comprensivo della buccia, e 2 gambi di prezzemolo.


Pelare e sciacquare i topinambur, tagliarli a fettine sottili (½ cm circa) e farli lessare insieme all'arancia e al prezzemolo per 20 minuti.


Nel frattempo diliscare i filetti di trota con l'apposita pinza (oppure usare una pinzetta per sopracciglia che dedicherete esclusivamente al diliscamento del pesce), tagliarli a metà nel senso della lunghezza e ridurli a dadini.


Far rosolare i dadini di trota per 2 minuti in una padella antiaderente insieme a 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva e allo spicchio d'aglio sbucciato e leggermente schiacciato. Togliere l'aglio.


Scolare i topinambur, eliminare arancia e prezzemolo, ridurli a dadini di 5 mm di lato e unirli ai dadini di trota. Far rosolare per altri 3 minuti mescolando spesso, e togliere dal fuoco. Aggiustare di sale, profumare con una macinata di pepe e il prezzemolo tritato (io non l'ho messo perché... non mi piace ;-) )

Scolare le orecchiette e farle saltare nel sugo per 1 minuto, poi servirle in tavola ben calde.

venerdì 1 aprile 2011

Ravioli di zucca e scampi di Mazara del Vallo con massa di cacao



Lo sapevate che la nostra personalità si esprime anche attraverso i nostri piatti preferiti? Beh, sicuramente, al pari di me, lo sospettavate già da tempo. Anche il cioccolato non è esente dai test sulla personalità: secondo il ricercatore Murray Langham, autore del libro Cioccolatoterapia, la personalità di un soggetto è strettamente legata al tipo di cioccolato che preferisce. Innanzi tutto le persone che amano il cioccolato amano anche la vita e tutto ciò che ha da offrire, inoltre sono in sintonia con tutto quello che può migliorare la condizione umana. Inoltre...
  • Amate il cioccolato bianco? Siete portati a considerare le facce opposte dei problemi, cosa però che porta ad avere dubbi e incertezze.
  • Preferite il cioccolato al latte? Rimpiangete la dolcezza dell'infanzia e siete tendenzialmente proiettati nel passato.
  • Adorate il cioccolato fondente? Siete una persona sempre in movimento, avete una mente attiva che sforna sempre idee nuove.
  • Siete golosi del cioccolato extra fondente? Avete l'animo del conoscitore, cosa che vi rende un po' insofferenti e dittatoriali nei confronti di chi non ritenete all'altezza.
  • Vi piacciono tutti i tipi di cioccolato? Avete una personalità flessibile ed adattabile, capace di vivere con chiunque e di adattarsi a qualunque situazione.
Forse vi siete ritrovati in quanto sopra riportato, magari solo in parte, o forse no. In ogni caso, io direi di passare a goderci un'altra ricetta a base di cioccolato, all'insegna del RinnUoviamoci delle (st)Renne.

Il cioccolato racchiude in se' una miriade di sapori che vanno dall'acido all'amaro, e anche se dà il meglio di se' nella versione dolce, sicuramente più popolare, si presta a tanti piatti salati veramente stuzzicanti, come la ricetta che propongo oggi, tratta da un libro molto interessante: Come il cioccolato sui maccheroni, edito da Mondadori

Questa ricetta mi ha intrigata da subito, anche se l'ho catalogata come "per molti, ma non per tutti". A casa mia ad esempio la proporrei a mio fratello Enrico e signora, che sono dei veri gourmet, mentre ai miei altri familiari preparerei piatti più tradizionali, perché con questi riceverei senza dubbio il pollice verso.
A me però è piaciuta assai...


lunedì 21 marzo 2011

Lasagne al pesce spada, mela verde e gamberetti



Questa ricetta è un mio cavallo di battaglia ormai da molti anni: l'ho trovata in un vecchio ricettario Barilla e mi aveva subito ispirato.
Risente chiaramente del retaggio degli anni '80, quando la panna veniva inserita ovunque; qualcuno negli anni mi aveva consigliato di sostituire la besciamella con una vellutata fatta con fumetto di pesce e di eliminare la panna, e io in linea teorica sono totalmente d'accordo. Il mio problema è passare dalla teoria alla pratica: la ricetta è talmente buona che ogni volta che la preparo mi manca il coraggio di apportare tali modifiche, che pure esalterebbero il sapore del pesce.
Con gli anni sono giunta alla conclusione che sia perfetta così, un po' come il clam chowder, per il quale la panna è necessaria.
Se però voi volete usare del fumetto di pesce per preparare la besciamella e magari eliminare la panna o sostituirla con qualche altro ingrediente (evitate la ricotta: l'ho già fatto e il risultato non mi è piaciuto per niente) fate pure... :-D