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lunedì 6 marzo 2017

Panini al latte


I primi mesi dell'anno sono stati pesantucci per me dal punto di vista lavorativo, tanto da avermi fatto rinunciare a partecipare al mio adorato MTChallenge per un po', perché non ci sono proprio con la testa. Continuo a cucinare però, sia per mangiare, sia per rilassarmi, e una delle cose che mi rilassa di più e che mi fa sentire in sintonia con le generazioni passate e con quelle future, è fare il pane.
Anche se per lo più uso l'impastatrice per far formare l'impasto, mi piace rovesciarlo poi sul piano di lavoro e impastare a mano, finché non sento la consistenza cambiare e posso formare una bella palla liscia e morbida, da mettere a lievitare.

Di recente mi sono venuti in mente i sandwich che da ragazzina in estate mangiavamo all'ormai chiuso Bar Mokarta, che si affacciava nell'omonima piazza a Mazara del Vallo. Era il luogo di ritrovo del tardo pomeriggio per noi ragazzini, e dalle 18 alle 20:30 era pieno di adolescenti. Ogni gruppo aveva il suo angolo, e "ci vediamo stasera in piazza" era il saluto di ogni pomeriggio, quando si veniva via dalla spiaggia. E lì tra chiacchiere, risate e accordi per la serata, si gustavano arancine, brioche col gelato e i sandwich, quei deliziosi mini panini semidolci farciti con uno strato di burro freschissimo e il prosciutto crudo: una bontà!

Adesso il bar non c'è più, al suo posto è sorta una banca e Piazza Mokarta non è più il luogo di ritrovo degli adolescenti, ma ogni volta che passo da lì mi viene una fitta di nostalgia, al pensiero della piazza piena di ragazzi della mia gioventù.

Immagine dal web
Credo sia per questi ricordi che in occasione dell'ultimo Starbooks ho voluto fare i panini al latte; la ricetta riportata sul libro che abbiamo recensito non mi è riuscita però, e alla fine me la sono rielaborata io. Al primo morso sono tornata indietro di 35 anni, in un autentico viaggio proustiano...


mercoledì 19 ottobre 2016

Il salto della quaglia: di tapas, pinchos y montaditos


Da Wikipedia: In natura la quaglia, quando è inseguita dai cani, prima di fermarsi e acquattarsi, dopo aver corso a piedi, fa un salto in modo da disorientare i cani.

Che cosa c'entra il salto della quaglia con un blog di cucina? E soprattutto, che cosa ha a vedere con l'MTChallenge, magnifico contest che vede ogni mese tanti blogger sfidarsi a colpi di ricette?
Elementare, Watson: se la creatività scatenata di Mai Esteve, vincitrice della scorsa edizione, si unisce alla fantasia senza ritegno di Alessandra Gennaro, patron (o forse dovrei dire matron? ok, vado a nascondermi 😅) dell'MTChallenge, ecco che al tapear spagnolo occorre dare un senso, con un filo conduttore che unisca le tre ricette proposte: una tapa, un pincho e un montadito.


E allora vamos de tapeo, e facciamolo declinando la quaglia, uno dei miei pennuti preferiti, in tre versioni monoporzione. E se in natura la quaglia salta per disorientare i suoi nemici, nella mia cucina si limita a saltare da una preparazione all'altra, nella speranza di non disorientare i due giudici. 😉

Le ricette sono presentate in ordine di degustazione, dalla più delicata alla più saporita.


domenica 26 giugno 2016

Pizza al piatto maturata nel fieno: 3 farciture, un unico impasto


Questo mese di giugno è stato un delirio per me: lavoro massacrante, fine settimana impegnati e nel mezzo un pensiero che mi rodeva: l'MTChallenge
Sì, perché la vincitrice dello scorso mese, Antonietta, la maga dei lievitati che la prima volta che ha vinto ci ha sfidati sul Babà, questo mese ci ha sfidati sulla PIZZA NAPOLETANA


Cioè, rendiamoci conto: una sfida sulla pizza napoletana, fatta secondo il disciplinare, e spiegata per filo e per segno nel suo magnifico post! E io che non avevo il tempo per partecipare!!! Non era possibile, non poteva essere... e così per tutto il mese, dai fumi della stanchezza che mi annebbiavano il cervello, da un lato emergeva il dispiacere per non poter partecipare, e dall'altro il neurone si lambiccava: se avessi tempo per farla, come la farcirei? Era dal 6 giugno che ci pensavo, e ancora non riuscivo a trovare una risposta soddisfacente, dove per soddisfacente intendo dire una pizza che parli di me, che porti la mia impronta e la mia firma.

Poi mi sono capitati due colpi di fortuna: innanzi tutto il prolungamento della scadenza della sfida a domenica 26 giugno, cosa che mi permetteva di partecipare in extremis, e poi, nella notte tra mercoledì e giovedì, l'illuminazione.
Dovete sapere che da qualche mese a questa parte mi sveglio intorno alle 3:30 - 4 del mattino e faccio fatica a riaddormentarmi, cosa che aggrava la stanchezza. Ebbene, giovedì quando ho avuto questa interruzione del sonno, il mio primo pensiero cosciente è stato per il fieno.
Ho già adoperato il fieno per uso alimentare (acquistato on line qui) in altre ricette, questa e questa (tutte guarda caso legate all'MTChallenge). Avrei usato il fieno per farvi prima lievitare e poi maturare l'impasto, in modo che il suo delicato sapore erbaceo, fresco, dolce e fiorito si trasmettesse all'impasto, profumandolo. A partire dal quel momento, il cammino è stato in discesa.

lunedì 5 ottobre 2015

'Mpanata di baccalà


Vivere a Milano mi piace, diciamolo.
Sarà che in Lombardia ci sono nata e ho vissuto la maggior parte della mia vita, sarà che affetti, lavoro e amici sono qui, sarà che hai a portata di mano praticamente tutto quello che vuoi, fatto sta che, benché ogni tanto vagheggi di trasferirmi altrove, in realtà difficilmente cambierei città.
Però... Però vivere a Milano non mi impedisce di sognare la Terra dei miei Avi, la bella Trinacria da cui proviene la mia famiglia e dove trascorro le mie estati da quando sono nata.
Ho avuto la fortuna di avere una nonna viva fino a qualche mese fa, una nonna bravissima in cucina e con un grande amore per tutto quello che faceva.
La sua focaccia ai fiori di zucca ha allietato la mia infanzia, e non solo quella: il cuscus "incocciato" a mano da lei a partire dalla semola, li sfinci, la pignolata e tante altre cose buone che mi si affollano alla mente, di pochissime delle quali ho annotato la ricetta quando potevo.

La cucina di Nonna Sara era profondamente radicata nella tradizione del territorio, anche perché all'epoca il concetto di km 0 non era neppure teorizzato: lo si praticava e basta. Si cucinava con gli ingredienti disponibili sul mercato, tutti rigorosamente locali: le cipolle rosse di Partanna, pomodori, peperoni, melanzane, zucche, zucchine e tinnirumi dell'orto o comunque di produttori locali e via discorrendo.

Uno dei nostri piatti invernali preferiti era la 'mpanata di baccalà, una focaccia ripiena di baccalà, cavolfiore e patate, semplicissima e squisita.
Il cavolfiore fa parte di moltissime ricette invernali della tradizione siciliana, lo troviamo nei ricchi timballi di Natale insieme alla carne di maiale e nella povera ma squisita pasta cu li vrocculi arriminati, che ho rivisitato solo l'anno scorso trasformandoli in una sontuosa lasagna.
Del cavolfiore non si butta via niente: le cime sono la parte più tenera consumata più di frequente, ma foglie e torsolo possono essere ridotti a striscioline e a dadini e far parte di gustose minestre (addirittura con la parte verde delle foglie ho fatto le lasagne verdi nella ricetta sopra menzionata).

Oggi, nell'ambito del contest indetto da Cucina Semplicemente in collaborazione con Grandi Molini Italiani, vi propongo la 'mpanata di baccalà di Nonna Sara. Lei usava la semola di grano duro, io ho preferito usare la farina integrale Frumenta che mi è stata mandata per il contest, un po' perché ne amo moltissimo il sapore (ed è molto più ricca di fibre delle farine integrali che si trovano sul mercato: ne contiene il 10%!!!), un po' perché sono convinta che le primissime 'mpanate siano state fatte proprio con farine integrali, quelle più facilmente disponibili sul mercato all'epoca.

martedì 22 settembre 2015

Croissant alla fava tonka con crema di melanzane al cioccolato


La prima volta, non sono stata soddisfatta.
Un errore madornale, il non aver tenuto conto del fatto che il burro si scioglie al caldo (sic!), ha causato la fuoriuscita di buona parte del burro dai miei croissants nella fase della lievitazione finale, compromettendo il risultato.
La prima volta però ha avuto il grande merito di farmi rompere il ghiaccio, motivo per cui questo fine settimana ci ho riprovato.
Sto parlando della sfida mensile dell'MTC naturalmente, giunta alla 50^ puntata e vinta da Luisa Jane del blog Rise of the Sourdough Preacher, che questo mese ci ha sfidati sui Croissants Sfogliati, una meraviglia dell'arte pasticciera. 
Questa volta ho deciso di fare dei croissants normali anziché integrali, sempre seguendo la ricetta di Lou Jane: il regolamento ammette anche ricette diverse, ma la partecipazione a 48 sfide su 50 mi ha insegnato che ripetere quella proposta dal terzo giudice è sempre la cosa migliore, perché apre letteralmente un mondo. Non è la prima volta che mi capita del resto, ricordo ancora la sfida sul Danubio: il regolamento imponeva di usare la ricetta del terzo giudice e io ero molto contrariata perché ne avevo già una mia, collaudatissima. Mi sottomisi al regolamento e... meraviglia! La ricetta di Tery era un sogno, e da allora ho accantonato la mia!!!!


Via allora alla ricetta di Lou Jane, cui ho apportato poche, insignificanti variazioni. E via anche a un cordiale e sentito te potessino alla medesima Lou Jane, perché per colpa sua d'ora in poi i croissants del bar mi sembreranno delle emerite schifezze!!!! :-D
So di dover migliorare ancora, ma ora che ho capito come funziona il meccanismo, chi mi ferma più? Ho già in mente un altro modo di fare i croissants integrali, che però sperimenterò più avanti perché adesso non ho tempo. 

Inserisco qui la bellissima infografica preparata da Dani Pensacuoca del blog Acqua e Menta, che ringrazio per la gentile concessione (oltre che per la pazienza e bravura di averla realizzata!).

Infografica di Daniela Badalini

martedì 15 settembre 2015

Croissants sfogliati semi integrali


Vi dico subito che non sono soddisfatta.
Non al 100%.
Certo, per accertarmene senza ombra di dubbio sono stata costretta a mangiarne 2 (e sono a dieta stretta), ma già dopo il primo assaggio la soddisfazione pura, quella che provi quando una ricetta complessa ti riesce alla perfezione al primo colpo, non c'era.
Pubblico ugualmente, ripromettendomi di trovare il tempo di rifarli, visto che questo mese di tempo ne ho pochino.
Di che cosa sto parlando? Dell'MTChallenge, naturalmente! Quella meravigliosa sfida giunta alla 50^ edizione, con la meravigliosa ricetta dei croissants proposta da Luisa Jane.

Ora, io la pasta sfoglia l'ho fatta un paio di volte in vita mia; entrambe in epoca pre-blog, motivo per cui non ho sentito la necessità di fare le foto passo-passo del procedimento, ma insomma non ero esattamente a digiuno sul procedimento.
Mi ha fregato la funzione "camera di lievitazione" del mio forno, che prevede 30 °C come temperatura minima. Dopo 3 ore di sosta colà, il burro è fuoriuscito dai miei croissants e stava ai loro piedi come un lago unto e viscoso... uno scoramento mai visto! Ho infornato lo stesso, ma ho intenzione di riprovarci.
Intanto vi racconto come ho fatto.

lunedì 22 giugno 2015

Burger al fieno "Erba di casa mia"


Avete presente quando ci diciamo "non ce la posso fare"?
Ecco, io non ce la posso fare.
A resistere fino alle ferie, intendo.
Sul lavoro sto preparando le attivazioni di settembre (in ritardo e con l'acqua alla gola, naturalmente) e in cucina - più precisamente nell'MTChallenge - ho deciso che eravamo avanti, avantissimo, tanto che praticamente la sfida di giugno era finita.
Proprio questo dicevo sabato ad Alessandra: peccato che la sfida sia finita, l'ingrediente chiave per la mia seconda ricetta mi è arrivato solo mercoledì, troppo tardi perché possa fare qualcosa...
Lei mi ha guardato stranita e mi ha fatto notare che la sfida termina il 25 e che eravamo solo al 20 giugno.
Cavoli!!!! Allora ce la faccio!!!! Ero già proiettata ai primi di luglio...

E insomma eccomi qui, cara Arianna, a proporti la mia seconda ricetta.
L'ingrediente principale della mia seconda proposta è al contempo semplicissimo e difficile da reperire: il fieno per uso alimentare.


Molto usato per la stagionatura dei formaggi e presente in alcuni piatti della cucina di montagna, da qualche anno è stato riscoperto dagli Chef ed è entrato a pieno titolo tra gli ingredienti dei piatti dell'Alta Cucina.

Io ovviamente non ho pretese del genere: la mia idea è semplicissima e mi è venuta perché ai primi del mese ho gustato in un noto ristorante milanese del pane fatto in casa, adagiato sul fieno. Il dolce e delicato profumo erbaceo del fieno ha insaporito deliziosamente la mollica conferendo un sapore molto delicato e caratteristico al pane, e subito mi sono detta che dovevo procurarmi del fieno per qualche ricetta.

Pochi giorni dopo è uscita la ricetta della sfida di questo mese, l'American Burger di Arianna, e ho quindi subito trovato la scusa per comperarlo. Solo... dove procurarmelo? Nell'era di internet è facile trovare una risposta a ogni domanda, così ho effettuato il mio acquisto on line qui... e atteso con impazienza che mi arrivasse!

lunedì 15 giugno 2015

Burger di Rana Pescatrice e Salmone con salsa al mango e fiori di zucca fritti


Arrivata a questo punto dell'anno, mi confesso decisamente stanca.
L'alta stagione sul lavoro è cominciata già da due mesi (e prima del suo inizio abbiamo corso come pazzi per prepararla), sono sempre di corsa e in più adesso che è scoppiato il caldo faccio più fatica a stare davanti ai fornelli. Non che non ne abbia voglia, tutt'altro, ma tra il desiderare e il fare c'è di mezzo una fiacca che faccio fatica a combattere.

Per fortuna ci ha pensato Arianna a tirarmi fuori dalla "lagnusìa" (=pigrizia lamentosa), come si dice dalle mie parti: bravissima vincitrice della scorsa edizione dell'MTC, ci ha lanciato una sfida a dir poco entusiasmante, quella sull'American Burger. Non il panino alla McDonald's inteso come junk food, beninteso, ma un burger gourmet che comprende la preparazione in casa del pane, del burger, di almeno una salsa e di un contorno. Una sfida impegnativa insomma, che ci tiene in cucina per parecchio tempo ma che mi ha regalato tantissime soddisfazioni, a partire dal pane: la ricetta di Arianna per i panini da burger è semplicemente perfetta, e l'ho fatta mia subito.

Purtroppo potrò presentare una sola delle 3 idee che mi sono venute, proprio per mancanza di tempo: ho dovuto ordinare uno degli ingredienti chiave su internet e non mi è ancora arrivato, e so già che in settimana non avrò il tempo di preparare e fotografare un'altra ricetta. Le proporrò più in là, fuori gara ma con calma, perché comunque le idee mi sono piaciute e sono curiosa di vedere se la realizzazione corrisponde alle mie aspettative.
Intanto posso dirvi che questa le ha superate. :-)


martedì 30 dicembre 2014

Triangoli al cotechino e lenticchie


Il 2014 sta per chiudersi definitivamente.
E' stato un anno ricco e intenso, e onestamente non sono d'accordo con i TG, che ogni anno in questo periodo parlano regolarmente di "anno nero X".
Ogni anno porta con se' cose belle e cose brutte: è la vita, e il segreto sta nel vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Si chiudono porte, è vero, ma si spalancano portoni, e se la gente invece di lamentarsi di continuo guardasse al positivo che ha e si desse da fare per migliorare quanto è negativo, staremmo tutti meglio.

E' questo l'augurio che faccio a me stessa e a tutti voi, per il 2015 e per tutti gli anni a venire: guardare la vita con ottimismo, essere grati per i numerosi doni che abbiamo, e rimboccarci le maniche per far funzionare quello che non funziona. E se non c'è nulla che possiamo fare, guardare il lato umoristico della situazione e imparare a sorridere di noi stessi e delle cose che capitano.
E magari dedichiamoci un po' al volontariato: guardarsi intorno e aiutare gli altri ci arricchisce umanamente oltre ogni possibile immaginazione.

BUON 2015 A TUTTI


giovedì 25 dicembre 2014

Panettone del Maestro Giorilli... e tanti auguri di Buon Natale dalla Redazione dell'MTChallenge!!!


Quest'anno, complice l'uscita del libro Dolci Regali alla cui stesura noi tutti della Redazione dell'MTChallenge abbiamo partecipato attivamente, coordinati dalla grandissima Alessandra Gennaro, abbiamo pensato di fare a tutti voi gli auguri collettivi, realizzando una ricetta di panettone o di pandoro a nostra scelta e pubblicandola il 25 dicembre.
Oggi abbiamo tra l'altro una sorpresa per voi: Valeria Pizzolato, produttrice di panettoni artigianali eccezionali, ci ha regalato una sua ricetta di panettone, che troverete pubblicata sul sito dell'MTC.

Ho cominciato a fare il panettone nel 2004, anno di nascita del mio lievito madre, ;-) e da allora a quasi ogni Natale fare il panettone per me era un must. Curiosamente però, dall'anno in cui ho aperto il blog non ho mai trovato il tempo per farlo - sono 3 giorni di lavoro, i cui ritmi sono dettati dal lievito madre e non dall'orologio (ad esempio il mio primo impasto ci ha messo 18 ore a triplicare, perché la temperatura di casa era troppo fredda) - motivo per cui ho accolto con gioia la proposta, che mi ha finalmente costretta a riprendere un dolce natalizio da me amatissimo.

Erano anni che volevo provare la ricetta del Maestro Giorilli e quest'anno, complice la Redazione, ce l'ho fatta. La ricetta è meravigliosa e vi è una ricetta nella ricetta: quella dell'aroma panettone home-made: una meraviglia!!!

Ho ridotto le quantità date dal Maestro (20 panettoni erano un po' troppi per me ^_^ ) e ho aggiunto le proporzioni tra la farina e gli altri ingredienti, in modo che ciascuno possa adattarle alle proprie esigenze produttive.
Ho anche ridotto drasticamente la quantità di zucchero: lui ne usa il 47%, un po' troppo per i miei gusti. Io ho portato la proporzione al 35% e alla prova assaggio si è rivelata perfetta per il mio palato. Ho comunque riportato le quantità indicate dal Maestro, sbarrandole e mettendo quelle utilizzate da me: fate vobis. ;-)

Per portare il lievito madre alla giusta forza ho usato il metodo delle Sorelle Simili, che riporto nella ricetta. Il lievito madre va rinfrescato con la stessa farina che si userà per il panettone, in modo da uniformarlo al resto dell'impasto (data la quantità di grassi che deve reggere, una farina 0 normale non sarebbe sufficiente).

Per la prima volta ho sperimentato l'uso della farina Petra Panettone: eccezionale, l'impasto si è incordato in men che non si dica. La consiglio a tutti e poco male se la dovete comprare a pacchi da 5 kg: con Dolci Regali, le ricette in cui usarla non vi mancano di certo (e garantisco che ci mettete meno di 3 giorni a prepararle). ;-)

lunedì 1 dicembre 2014

Pane integrale senza impasto


Sono pochi i libri che esaminiamo nello Starbooks che mi colpiscono talmente tanto, da adottarli per la cucina di tutti i giorni. I più purtroppo finiscono nella mia libreria dove, nonostante siano pieni zeppi di segnalibri, rimangono pressoché intonsi per anni, salvo che abbia qualche necessità particolare e torni a consultarli.

My Bread di Jim Lahey invece, è entrato a pieno titolo nella mia cucina ed è da quando abbiamo cominciato a esaminarlo che non faccio che sfornare pane, tutto preparato rigorosamente secondo il suo metodo, che prevede un impasto brevissimo - 30 secondi, giusto il tempo di amalgamare gli ingredienti tra loro - una lunga lievitazione, da 12 a 18 ore, e la cottura dentro una pentola di ghisa (ma vanno bene anche quelle in terracotta o in pyrex) munita di coperchio, preriscaldata in forno (un forno nel forno, come dice Lahey).


martedì 30 settembre 2014

Pane Guttiau per #imagnifici6 ! (Pane Carasau, esperimento n. 2)


Chi di noi non ha mai sentito parlare della Dieta Mediterranea?
Famosa in tutto il mondo perché sana e salutare, la dieta mediterranea è basata su cereali, legumi, olio d'oliva e vino, che combinati insieme formano i piatti che hanno garantito la sopravvivenza dei popoli del bacino del Mediterraneo, favorendo una dieta (nel senso etimologico del termine, e cioè stile di vita) variata e saporita, mai noiosa e soprattutto sana ed equilibrata.

Ai Foodblogger soci di AIFB è data la possibilità di partecipare a questo contest di eccezione, che vede protagonista la Dieta Mediterranea, declinata in 6 categorie di cibi: pane, pasta, pesto, timballo, scapece e pani dolci. Sono tutti metodi di preparazione e di cottura delle materie prime menzionate sopra, antichi quanto la Dieta Mediterranea stessa, eppure moderni.

Oggi partecipo anche io a questo contest per la categoria PANE, e lo faccio con una ricetta che mi incuriosisce da sempre e che ho sperimentato di recente. 


lunedì 1 settembre 2014

Pane Carasau, esperimento n. 1


Era da mo' che volevo provare a fare il pane Carasau, un pane molto leggero e digeribile che contiene pochissimo lievito di birra.
Avevo una collega Sarda che ogni tanto ci portava da casa sua il Carasau e il suo gustosissimo fratello, il pane Guttiau, che altro non è che un Carasau spennellato di olio extravergine di oliva e a volte insaporito con rosmarino: uno snack golosissimo che è capace di farmi andare fuori di testa al primo assaggio.

lunedì 26 maggio 2014

Babà analcolico con crema cioccomenta


Devo confessare una cosa: anni fa mi era venuto il trip del babà, avevo comperato anche gli stampini monoporzione e avevo provato diverse ricette. Nel corso di un viaggio a Napoli mi ero pure procurata il Rum Fantasia, che si usa appositamente per questo meraviglioso dolce.
Non avendo metri di giudizio personali mi sono affidata a dei carissimi amici napoletani che abitano vicino a casa mia, ma ogni volta il verdetto era negativo: c'era qualcosa che non andava, il babà non era abbastanza spugnoso e non assorbiva bene la bagna. Dopo 3 tentativi falliti con 3 ricette diverse ho rinunciato e gli stampini erano tristemente lì, a fare la polvere.

Poi Antonietta ha vinto l'MTChallenge e ci ha sfidati sul babà: EVVAI!!!! Ho tirato fuori gli stampini, ho studiato le ricette - DUE! - che Antonietta ci ha regalato e mi sono messa all'opera.

La prima ricetta che ho voluto provare è stata quella con il lievito di birra, benché la mia passione (neanche tanto segreta) sia proprio lui, il lievito madre.
E forse è stata questa passione disattesa che mi ha fatto dimenticare di lucidare il primo babà che ho fatto per questa sfida.

Questa volta invece l'ho tirato lucido, ma prima ancora ho messo all'opera il mio amato lievito madre.
Dal momento che i destinatari del dolce erano i miei nipoti, ho scelto di preparare un babà analcolico, ma con una crema che ingolosisse grandi e piccini e rinfrescasse il palato dalle prime arsure estive. Per questa crema ho pensato di esaltare al massimo i due aromi principali, quello del cioccolato e della menta, e ho quindi omesso i tuorli, utilizzando come unico addensante l'amido di mais (ottimo anche quello di frumento), come facciamo noi Siciliani per le nostre creme: il risultato è semplicemente strepitoso, una crema morbida, setosa dal gusto unico.

Ho anche scelto di fare un babà unico, inaugurando il mio stampo da Kugelhopf in silicone, acquistato un paio di anni fa ma mai utilizzato. :-)

Ecco quindi la mia seconda proposta, il

lunedì 19 maggio 2014

Babà all'Alchermes con crema allo zenzero


Non so se avete in mente quella strana sensazione di aver dimenticato qualcosa.
State facendo una cosa, siete convinte di aver fatto tutto per bene, eppure c'è qualcosa che vi disturba.
Non riuscite a individuare che cosa sia, il che rende la sensazione ancora più irritante.
Poi, finalmente, scatta un click nella memoria e vi ricordate il passaggio mancante.


venerdì 4 aprile 2014

Pizza bianca a lievitazione naturale con carciofi alle arance di Ribera e mozzarella di bufala


Qualche tempo fa sono stata presa dal sacro fuoco di conoscere meglio la cucina siciliana, e con questo obiettivo mi sono messa a navigare su Amazon in cerca di ispirazione.
Nossignore, non stavo cercando una scusa per fare acquisti su Amazon, che cosa andate mai a pensare? 😇

Fatto sta che nel corso delle mie peregrinazioni internettiane sono inciampata in un libretto dal titolo molto interessante: A tavola con le arance di Ribera. Promozione di un'eccellenza regionale, prefazione di Filippo La Mantia, gli elementi per tentarmi c'erano tutti. Un po' meno tentante era il prezzo, 18 euro, ma il ricavato era devoluto in beneficienza, proprio come L'Ora del Paté, quindi non è stato certo questo a fermarmi. Peccato che le analogie con L'Ora del Paté si siano fermate qui: il libro è stato una grande delusione, con poche ricette descritte con imperizia (la primissima è di muffin salati, ma la ricetta parla di 80 g di zucchero su 180 di farina, fate un po' voi). Peccato, perché l'idea era buona e qualche buono spunto si può trarre, ma la beneficienza da sola non giustifica l'esistenza di un libro e di questo si poteva benissimo fare a meno.
Ma visto che oramai si trova negli scaffali della mia libreria, tanto vale fare qualcosa...

La ricetta che ho realizzato oggi è discreta. Ho preferito usare il mio impasto per pizza perché quello delle autrici contiene una quantità di lievito esorbitante, aumentata dal fatto che fanno pure un lievitino: con quelle dosi si potrebbero far lievitare 3 kg di farina!!! Il condimento è buono, ma se non ci avessi aggiunto la scorzetta grattugiata dell'arancia, questa non si sarebbe sentita proprio, e da lì a toglierla il passo sarebbe stato breve. insomma, vogliamo o non vogliamo promuoverle, queste arance di Ribera, tutelate da un consorzio?


lunedì 20 gennaio 2014

Spezzatino di cinghiale in dolce e forte nella zucca, con Biove


Sono reduce da una settimana di "arresti domiciliari" per malattia e sono felicissima di tornare alla vita attiva di sempre, perché se è vero che un po' di riposo non fa mai male, è anche vero che troppo riposo... stanca. :-)
Se non altro durante questo periodo ho meditato a lungo sulla seconda ricetta da proporre per l'MTC di questo mese, che Chiara e Marta del blog La Cucina Spontanea hanno scelto di far vertere sullo spezzatino. Basta minestrine e passati di verdura quindi, che sono stati protagonisti dei miei pasti per tutta la scorsa settimana, e via ad un goloso secondo piatto a base di carne e verdure, cotte a fuoco lento e che hanno riempito la mia casa di profumi primordiali.

Primordiali, sì, perché per la mia seconda proposta ho scelto ancora della selvaggina da pelo, carne di cinghiale questa volta. Mentre riflettevo su come cucinarla, mi è venuto in mente che la mia amica Acquaviva aveva proposto a un MTC passato un coniglio in dolce e forte. Sono quindi andata sul suo blog a cercare la ricetta, ed ecco lì la preziosa annotazione: "Il dolce e forte è una salsa da umido, quindi se lo fai il giorno prima è migliore", seguita dalla ricetta della preziosa, antica salsa. La ricetta contiene anche un'avvertenza: con il dolce e forte evitare di usare il chiodo di garofano. Non lo prevedevo nella mia marinata, meglio così; la riporto ugualmente, ad evitare che qualcuno dei miei lettori commetta questo errore.

Cinghiale in dolce e forte, dunque, soffritto in olio e guanciale, perché la sua carne è molto magra.
E come verdura? Ho scelto la zucca, un ortaggio che sta bene con l'agrodolce, e ho anche scelto di usarla come contenitore per il mio spezzatino. L'idea non è nuova in questo blog, intendiamoci: avevo già fatto uno spezzatino di vitello nella zucca; oggi la ripropongo di nuovo, col cinghiale.
Il pane che ho voluto preparare per accompagnare questo spezzatino è un classico: il Biove di altre due sorelle (tanto per non far sentire sole Chiara e Marta ^_^), Margherita e Valeria Simili.
L'ho scelto per due motivi: il primo è che contiene strutto, un richiamo al guanciale che ho utilizzato per lo spezzatino, e il secondo è che questo pane accompagna alla perfezione qualsiasi menù, con il suo gusto delicato. Chi non riuscisse a procurarsi lo strutto può usare al suo posto del burro chiarificato; sconsiglio il burro semplice perché a differenza degli altri due grassi sopra menzionati contiene circa il 18% di acqua, ed altererebbe quindi l'equilibrio dell'impasto.


venerdì 25 ottobre 2013

American Breakfast off the Hook - Uovo alla benedict, salmone marinato nelle erbe e tè Darjeeling e...


L'American Breakfast mi è entrato nel sangue, trigliceridi inclusi, e mi si sta depositando sui fianchi. Poco importa però: mi sto gustando delle colazioni meravigliose, rigorosamente nel fine settimana, ché negli altri giorni ho a malapena il tempo di trangugiare una tazza di caffellatte prima di prepararmi per l'ufficio.
Il merito è tutto di Roberta, che questo mese per l'MTC ci ha sfidati sull'uovo alla Benedict inserito in un American Breakfast, per l'appunto. Grazie al tema della sfida sono virtualmente tornata nei miei amati USA e a quelle magnifiche colazioni fatte nei Diners, dove uno può entrare a qualsiasi ora e mangiare quello che gli pare senza che nessuno lo guardi storto.
Ho sempre amato le colazioni continentali - in fondo la prima colazione è o non è il pasto più importante della giornata? - e ne usufruisco sempre ogni volta che posso. Se prima non mi era mai saltato in mente di prepararmela a casa, grazie a Roberta adesso lo faccio ogni fine settimana, ed è una goduria autentica.

Certo, occorre organizzarsi; la salsa Olandese ad esempio può essere preparata il giorno prima come spiega Elisa qui, e conservata in frigorifero. Il giorno dopo sarà dura per via dell'elevata presenza di burro, ma basta mescolarla con un cucchiaio ponendola su una pentola con acqua bollente (senza fare entrare in contatto il fondo della ciotola con l'acqua bollente) e il gioco è fatto. Io ho provato anche a passarla al microonde a potenza minima (funzione keep warm) per 30 secondi e ha funzionato a meraviglia!
Anche il dolce può (alcune volte anzi, deve) essere preparato il giorno prima, e perfino il pane, sia esso l'English Muffin, il Crumpet, il Bagel o lo Scone, può essere preparato prima e congelato. Certo, è decisamente più buono fatto in giornata, ma anche la colazione si gusta di più se fatta al mattino, no? ;-)

Insomma, con un minimo di organizzazione ce la si può fare, ed è così che sono riuscita a prepararmi in tempi umani la mia seconda proposta: Uovo alla Benedict su crumpet con salsa mousseline all'aneto, salmone marinato alle erbe e thè Darjeeling, Malt Loaf Pudding (ricetta di Paul Hollywood che ho leggermente modificato e alleggerito) e ben due bevande: thè Darjeeling e frullato di cachi, arancia e carota. Auff, che nome lungo!!!! Molto meglio chiamarlo, sia pure impropriamente,

lunedì 21 ottobre 2013

Uovo alla Benedict e American Breakfast a Mazara del Vallo


Voi non avete idea dello stato in cui eravamo, io e la mia cucina, dopo che ho terminato di preparare questo American Breakfast... e sì che sono il tipo che lava piatti, pentole e accessori a mano a mano che va avanti, per non trovarsi il lavello strapieno! Ma quando la sfida mensile dell'MTChallenge riguarda praticamente un menù mattutino anziché un solo piatto, la cucina sottosopra è il minore dei problemi.

Il maggiore, per una come me, è l'organizzazione dei tempi. Praticamente se avessi voluto consumare questa colazione all'ora di colazione, avrei dovuto cominciare intorno alle 3 di notte. Io ho preferito attendere le 7 del mattino di sabato, con il risultato che poco dopo le 13 ci ho pranzato, ma va bene così. :-)
Il fatto è che Roberta, vincitrice della scorsa edizione dell'MTC, in testa ha un intero condominio; immagino che ognuno degli abitanti abbia voluto dire la sua, e così questo mese non siamo stati sfidati su un piatto solo, ma appunto su un intero menù: un American Breakfast composto di uovo alla Benedict, una portata dolce e una bibita, il tutto equilibrato e in armonia, sia chiaro. :-)
Hai detto niente.
Già solo l'uovo alla Benedict si compone di un pane, uovo in camicia, salsa olandese e pancetta alla piastra, per dire. E' una portata non solo completa, ma anche fortemente squilibrata sul fronte dei grassi e a noi sfidanti tocca per l'appunto riequilibrarla con il resto.

La prima idea che mi è venuta la esporrò in un altro post, perché una sua componente è ancora in fieri. La seconda idea è in corso di preparazione pure quella, perché io se non si tratta di preparazioni lunghe in una sfida che è già di per se' impegnativa, non sono contenta. Quella che vi propongo oggi è la terza idea che mi è venuta, legata alla mia città di origine, Mazara del Vallo.

A Mazara (e in tutta la Sicilia per la verità) ci sono dei dolcetti semplicissimi, che si preparano a Carnevale ma non solo, e di cui vado pazza: li sfinci. Sono delle semplici frittelle, come se ne fanno in tutta Italia, che vengono servite o ricoperte di zucchero semolato, o di miele liquido fatto scaldare appena appena per renderlo liquido, oppure ancora cosparsi con un filo di vino cotto. Trattandosi di una base neutra, una volta cotte possono anche essere farcite con acciughe sott'olio o con ricotta. Ne esistono varie ricette, alcune con l'uovo e altre senza; per questa sfida ho scelto la ricetta senza uova, perché ce ne erano già parecchie nell'uovo alla Benedict, tra uovo in camicia e salsa olandese.
Completano il mio American Breakfast una fetta spessa di prosciutto cotto grigliato sulla piastra, un pomodoro tagliato a metà e grigliato e un frullato di succo di mela, prugne e yogurt greco.
Come pane di base del mio Egg Benedict ho scelto un crumpet al posto del consueto English Muffin (che è un panino cotto sulla piastra e non un muffin come lo intendiamo noi), e anche la salsa olandese l'ho presentata semplice, senza arricchirla di aromi.

Adesso provo a mettere ordine nelle ricette, dopo aver messo ordine in cucina. :-)

lunedì 8 luglio 2013

Pane semi-integrale alla birra scura


All'inizio dell'estate (lo so che siamo in luglio, ma con le temperature di quest'anno mi pare che l'estate sia iniziata solo adesso) non è solo il mio congelatore che mi preoccupa: c'è anche la dispensa.
Tutte le farine acquistate nel corso dell'inverno e utilizzate solo parzialmente minacciano di diventare