Venerdì sera, intorno alle ore 21.
Ho appena finito di rigovernare la cucina e sono molto soddisfatta di me: dopo il lavoro ho fatto la spesa, nella slow cooker sta cuocendo uno spezzatino che sarà pronto domattina, il lavoro del week-end è organizzato e mi appresto a godermi una serata tranquilla in compagnia di un buon libro, con della buona musica di sottofondo. Il lavoro del fine settimana è pianificato senza imprevisti.
O così almeno credo.
Squilla il telefono: è mia madre. I cuginetti Francesi sono arrivati per le loro vacanze autunnali e domenica siamo tutti a pranzo da lei: non è che porterei un dolce?
Su Starbooks questo mese abbiamo recensito l'ultima fatica di Ottolenghi, Sweet: accetto con entusiasmo pensando ai numerosi dolci pubblicati questo mese. Avrei una voglia matta di provare il Cheesecake al cioccolato bianco oppure il Rotolo di meringa alla frutta, o ancora le Tartellette alla crema chai bruléé, ma i gusti di alcuni dei miei familiari mi bloccano: che senso ha preparare un dolce per una festa in famiglia, se alcuni non lo mangeranno? Apro il libro, lo sfoglio per l'ennesima volta e l'attenzione mi cade su una crostata al cioccolato che ha una faccia fantastica. Una rapida scorsa alla lista degli ingredienti e al procedimento mi convince del fatto che ce la posso fare: è un po' laboriosa, ma dovrei essere in grado di cavarmela. Certo, mi mancano alcuni ingredienti e sabato mattina dovrò tornare al supermercato per un supplemento di spesa, ma pazienza: andrò il mattino presto e mi sbrigherò in fretta.
Insomma, in linea generale non mi piace preparare i dolci, ma Ottolenghi mi ha proprio stregata!
Il vantaggio di questa ricetta è che alcuni dei suoi singoli componenti possono essere fatti in anticipo: il croccante di nocciole fino a 5 giorni prima, la frolla fino a 3 giorni prima, il rosmarino brinato e l'infusione di panna e burro negli aromi la sera prima. Così il giorno X non resta che cuocere la frolla in bianco, ultimare la crema e mettere tutto in forno.
Io a dire il vero, da brava sweet dummy qualche intoppo l'ho avuto: la temperatura del forno per la cottura in bianco era troppo elevata, e ho steso la frolla tropo sottile. Nonostante le pecche della mia esecuzione però, la tarte è risultata meravigliosa. Il verdetto unanime di tutti i commensali è stato favolosa, e io ho ringraziato in cuor mio gli autori del libro, che hanno ideato ricette a prova di imbranati come me.