I dolci di mele sono i miei preferiti, primo fra tutti lo strudel; che in questo blog non abbiano molto spazio, così come non ce l'hanno i dolci in generale a dispetto del nome, è dovuto al fatto che oggettivamente faccio pochi dolci. La "rinascita" dovuta al periodo di pandemia non durerà a lungo, già lo so, ma finché ho voglia di farli ne approfitto.
Tra gli utensili e gli stampi che avevo comprato qualche lustro fa, figura un set da Tarte Tatin di Emile Henry in pirofiamma, composto da una teglia in terracotta che va anche sul fuoco e un piatto di servizio. Quando l'ho acquistato vi era allegato anche il libro Tatin dolci e salate di Ernst Knam, il che è stato probabilmente il fattore determinante nell'acquisto: l'unione di due passioni, quella per i libri di cucina e quella per gli stampi.
A dire il vero l'ho usato veramente poco, quel povero stampo: l'unica altra Tatin che ho pubblicata è quella di fichi all'aceto balsamico, e ben presto l'ho riposto in alto nel mobile del ripostiglio, assieme agli utensili che uso raramente. Fino a una ventina di giorni fa, quando l'ho adocchiato nel suddetto mobile e ho deciso di tirarlo giù, complici alcune mele che mi guardavano dalla fruttiera già da un po'. E quindi tira fuori lo stampo, tira fuori il libro, sfoglialo, pensa che vorresti fare quasi tutte le ricette e di' a te stessa che forse è meglio cominciare dalle mele. Tra l'altro, il caso ha voluto che proprio in quei giorni mi chiamasse mia madre, che aveva visto la ricetta della Tarte Tatin in televisione e voleva provarla.
Nel frattempo però avevo scoperto l'incredibile bontà del caramello salato, quindi perché non inserirlo nella mia Tatin? E già che c'ero, perché non aggiungere le spezie da Strudel, di cui vado matta? E insomma, ho preso la ricetta di Knam e l'ho variata leggermente.
Buona? Di più!