lunedì 29 novembre 2021

Indivia belga farcita per il Club del 27

 


Visto che siamo già entrati nel clima natalizio, quest'anno il Club del 27 presenta 24 ricette che possono benissimo fungere da goloso Calendario dell'Avvento. 🎄 Le ricette sono tutte tratte dal libro Festive: Recipes for Advent di Julia Stix ed Eva Fischer e vi garantisco che scegliere non è stato facile, tutt'altro. La buona notizia è che c'è ancora tempo per provare quelle fatte dai colleghi del Club, e selezionarne qualcuna da portare sulla tavola di Natale.

Tra le ricette proposte io ho scelto quella dell'indivia belga farcita, per un motivo molto semplice: a casa nostra ogni pranzo celebrativo non si apre con i tradizionali antipasti all'italiana, ma con un'insalata sfiziosa. E' gradita a tutti, la prepariamo sempre abbondante e non ne avanza mai neppure una foglia. Per Natale io sono sempre alla ricerca di qualcosa di diverso, e l'indivia belga è una delle insalate che presento di più in assoluto, grazie alla sua versatilità. E' infatti piacevolmente croccante, e il suo lieve gusto amarognolo si sposa bene con le citronnette e con la frutta. Questa con pere e mandorle agrodolci tostate è stata finora la più gettonata, seguita da una classica insalata di arance che preveda l'indivia belga al posto dei finocchi; quest'anno però, mi sa che a Natale porterò in tavola la ricetta che vi presento oggi: è ugualmente fresca, ma decisamente natalizia e sono sicura che alla mia famiglia piacerà quanto è piaciuta a me.

Per vedere le altre ricette pubblicate dai colleghi del Club, andate qui e... buon divertimento!

lunedì 15 novembre 2021

Shatta (conserva levantina di peperoncini piccanti)

 


Ho già scritto più volte che Falastin di Sami Tamimi è stato il libro a cui mi sono più ispirata per la cucina di tutti i giorni, nell'ultimo anno. Non passa settimana che non prepari qualche piatto tratto da lì, e uno degli ingredienti che spesso figurano in quelle ricette come accompagnamento è proprio lei, la shatta (ad esempio nel kebab di agnello a bassa temperatura). 

Si tratta di una conserva levantina di peperoncini piccanti, e se nei Paesi di cui è originaria vi è la distinzione tra shatta rossa e shatta verde, io non mi sono posta il problema e ho usato quelli che ho trovato, mischiandone i colori. 

La shatta è presente in ogni tavola palestinese, e grazie alla sua piccantezza taglia i cibi più grassi e dà carattere a quelli più blandi. Si accompagna bene a uova, pesce, carne e verdure. Io la uso anche in ricette dove sono richiesti peperoncini piccanti: mi risparmia di doverli andare a comprare, lavare e tritare, visto che li ho già pronti per l'uso in frigo.

Si tratta di un prodotto leggermente fermentato, quindi il barattolo dove sarà conservato deve essere sterilizzato. Una volta pronta, la shatta si conserva in frigo fino a 6 mesi; l'olio si solidificherà e tenderà a separarsi per effetto del freddo, quindi prima di usarla è buona norma dare una bella mescolata prima dell'uso. 

sabato 13 novembre 2021

La Challah (חלה) di Michael (in alto, a sinistra...)

 

Ogni anno, tra la fine di ottobre e il 13 novembre, ripenso al periodo analogo del 2017; all'alternarsi di speranze, timori, gioie, sollievi, trepidazione e infine all'immenso dolore per la scomparsa del nostro Doc, Michaël MeyersEx chirurgo oncologo, ex vegetariano, ex osservante. Un bandito errante, eretico anarchico, così si definiva lui sulla testata del suo blog; e se era tutto questo, era molto, ma molto di più. Ogni anno in questo periodo vado a rileggermi il post struggente scritto da Alessandra sul blog della nostra Community, e mi vengono le lacrime agli occhi; ricordo la sua simpatia, la sua enorme premura, la chat che ha aperto con me per supplicarmi di non mangiare soia mentre ero a dieta perché è il legume più geneticamente modificato in natura ed è nocivo, oppure quella in cui mi chiedeva lumi sulla traduzione in italiano di un termine culinario francese, o ancora le preoccupazioni per la salute della sua Eleonora, la figlia che non ha mai avuto e che le è stata affidata dal suo amico d'infanzia Robert. 

Ogni anno mi entra sempre più prepotentemente nel cuore, con quella presa salda che è propria degli affetti più cari, e mi dispiaccio per non averlo conosciuto di più e meglio. E ogni anno mi torna in mente una delle sue ultime conversazioni con Lolo, il suo nipotino putativo, così come lui l'ha riferita alla sua mamma: 
No, mamma, ti sbagli. Gli animali muoiono, ma le persone no. Le persone rimangono, basta guardare il cielo in alto a sinistra per trovarle.
Lolo, ma dove l'hai sentita questa?
Me l'ha detto lui, quindi è vero. In alto, a sinistra...

Gli altri anni mi sono limitata a pensare a lui e a pregare per lui e per la sua famiglia: la moglie Micol, la figlia Eleonora, i nipoti Lorenzo e Sébastien, e poi tutti i suoi amici più cari, quelli che ha conosciuto tramite la Community dell'MTChallenge e tutti gli altri, conosciuti nella sua vita reale e professionale. Quest'anno sono riuscita a fare un passo in più e ho deciso di preparare una Challah (חלה) seguendo la sua ricetta. Negli anni ho provato diverse ricette di Challah, e quella che mi è piaciuta più di tutte è senza dubbio quella di Hamelman; ma una ricetta dedicata a Michaël non può che essere fatta seguendo la sua ricetta e soprattutto rileggendo il meraviglioso post che lui ha scritto insieme a Eleonora sulla sua storia, tradizioni, usi e costumi. Perché Michaël si definiva un Ebreo ex osservante, ma in realtà era religiosissimo e aveva molto a cuore (giustamente) la storia del suo Popolo, cui inevitabilmente si è intrecciata la sua storia personale, e tutte le tradizioni che ne derivano.

Ho seguito la sua ricetta alla lettera, impastando a mano la mia Challah, e quando lo sguardo mi si è posato sulla planetaria ho sorriso ripensando alle parole che ha detto a Ele, nella situazione analoga: qu'est-ce-que tu me fabriques? E ho voluto anche omaggiare la sua stella, che continua a splendere luminosa nel cielo del mio cuore, in alto a sinistra; così ho dato alla mia Challah la forma della Stella di David (מגן דוד), Magen David; è venuta sgraziata, lo so, ma so anche che sicuramente con gli anni migliorerà. Perché da ora in poi questa sarà la mia tradizione, il 13 novembre, in memoria di Michaël: preparare una Challah a forma di Magen David.

Mi manchi Doc, non so dirti quanto. 💖

lunedì 4 ottobre 2021

Kebab di agnello a bassa temperatura - Pulled Lamb Shawarma Sandwich


 Se qualcuno mi dovesse chiedere quante volte ho cucinato il Pulled Lamb Shawarma Sandwich (kebab di agnello cotto a bassa temperatura), non sarei in grado di rispondere con precisione. L'ho preparato talmente tante volte da avere letteralmente perso il conto, ma ogni volta rimandavo il momento di metterlo in posa per gli scatti fotografici che lo avrebbero consegnato ai posteri di questo blog. 😅

Le giustificazioni che mi davo erano le più svariate: dal fatto che avevo trovato l'agnello già tagliato a pezzi e quindi si trattava più di un arrosto che di un panino, alla considerazione che tanto lo avrei cucinato ancora, e quindi ci sarebbero state altre opportunità di fotografarlo. Questa volta però le scuse erano terminate: avevo finalmente trovato un bel pezzo di agnello intero, e per Giove questa volta avrei vinto la pigrizia e avrei fotografato la mia shawarma di agnello (termine che preferisco a kebab, che oramai in Italia designa solo il classico panino di carni miste e verdure di accompagnamento).   

Il bello di questa ricetta, oltre all'indiscussa bontà, è la sua versatilità: può infatti essere servito come concepito dall'Autore, su una tavola informale dove ogni commensale preleva carne, salse e accompagnamenti e ci farcisce la sua pita, oppure come un normale arrosto; in questo caso è meglio farsi tagliare l'agnello a pezzi dal macellaio prima di cucinarlo, in modo da averlo già porzionato e pronto per essere trasferito nei piatti.

Ancora una volta, Falastin si è rivelato per me il libro dell'anno: me ne sono innamorata fin dalle prime ricette pubblicate su Starbooks, e la storia di amore continua.

lunedì 27 settembre 2021

Curry afghano di agnello (Quormeh Gosfand)


La drammatica situazione in cui versa il martoriato Afghanistan in questo momento, ha spinto le "cape" del Club del 27 a scegliere la sua cucina come tema del mese di settembre; non possiamo fare niente di concreto per aiutare la popolazione Afghana, ma è di vitale importanza continuare a darle voce, anche attraverso la sua cucina. 

Come dice Alessandra, "integrazione è una bella parola che rappresenta una brutta realtà": è facile cadere nella retorica da quattro soldi o in un dibattito politico che dimentica che dietro al termine migranti ci sono tante persone, tante storie da raccontare, come testimonia anche lo Starbooks di questo mese.

Le ricette che vi presentiamo oggi sono tratte dal libro Parwana (che significa farfalla) di Durkhanai Ayubi, la figlia più giovane di una famiglia di profughi Afghani che nel 2009, dopo varie peripezie, ha aperto un ristorante in Australia, chiamato per l'appunto Parwana, dove vengono proposti i piatti di Farida, sua madre. La scelta di questo nome per il ristorante voleva essere di buon auspicio, dopo gli anni delle tribolazioni vissuti dalla famiglia Ayubi prima in Afghanistan e poi negli anni successivi alla fuga, fino all'arrivo in Australia e alla decisione di far conoscere una parte della loro tradizione al Paese che li aveva accolti.

Il ristorante Parwana ha riscosso un enorme successo di pubblico e di critica in Australia, proprio per l'incredibile bontà dei piatti offerti, i più apprezzati dei quali sono raccolti proprio nel libro omonimo. Oltre alla cucina, quello che affascina è proprio lo sforzo di raccontare le vicende dell'Afghanistan: le ricette del libro sono intervallate da episodi della storia del Paese, che si intrecciano con le vicende familiari dell'Autrice, dai fasti del regno degli Shah alla fuga della famiglia Ayubi, avvenuta dopo il colpo di Stato filo sovietico e le tensioni della guerra fredda.

Io oggi ho preparato uno dei piatti cardine della cucina afghana, un curry di agnello; se volete leggere le meraviglie preparate dagli altri membri del Club del 27, cliccate su questo link.