sabato 13 novembre 2021

La Challah (חלה) di Michael (in alto, a sinistra...)

 

Ogni anno, tra la fine di ottobre e il 13 novembre, ripenso al periodo analogo del 2017; all'alternarsi di speranze, timori, gioie, sollievi, trepidazione e infine all'immenso dolore per la scomparsa del nostro Doc, Michaël MeyersEx chirurgo oncologo, ex vegetariano, ex osservante. Un bandito errante, eretico anarchico, così si definiva lui sulla testata del suo blog; e se era tutto questo, era molto, ma molto di più. Ogni anno in questo periodo vado a rileggermi il post struggente scritto da Alessandra sul blog della nostra Community, e mi vengono le lacrime agli occhi; ricordo la sua simpatia, la sua enorme premura, la chat che ha aperto con me per supplicarmi di non mangiare soia mentre ero a dieta perché è il legume più geneticamente modificato in natura ed è nocivo, oppure quella in cui mi chiedeva lumi sulla traduzione in italiano di un termine culinario francese, o ancora le preoccupazioni per la salute della sua Eleonora, la figlia che non ha mai avuto e che le è stata affidata dal suo amico d'infanzia Robert. 

Ogni anno mi entra sempre più prepotentemente nel cuore, con quella presa salda che è propria degli affetti più cari, e mi dispiaccio per non averlo conosciuto di più e meglio. E ogni anno mi torna in mente una delle sue ultime conversazioni con Lolo, il suo nipotino putativo, così come lui l'ha riferita alla sua mamma: 
No, mamma, ti sbagli. Gli animali muoiono, ma le persone no. Le persone rimangono, basta guardare il cielo in alto a sinistra per trovarle.
Lolo, ma dove l'hai sentita questa?
Me l'ha detto lui, quindi è vero. In alto, a sinistra...

Gli altri anni mi sono limitata a pensare a lui e a pregare per lui e per la sua famiglia: la moglie Micol, la figlia Eleonora, i nipoti Lorenzo e Sébastien, e poi tutti i suoi amici più cari, quelli che ha conosciuto tramite la Community dell'MTChallenge e tutti gli altri, conosciuti nella sua vita reale e professionale. Quest'anno sono riuscita a fare un passo in più e ho deciso di preparare una Challah (חלה) seguendo la sua ricetta. Negli anni ho provato diverse ricette di Challah, e quella che mi è piaciuta più di tutte è senza dubbio quella di Hamelman; ma una ricetta dedicata a Michaël non può che essere fatta seguendo la sua ricetta e soprattutto rileggendo il meraviglioso post che lui ha scritto insieme a Eleonora sulla sua storia, tradizioni, usi e costumi. Perché Michaël si definiva un Ebreo ex osservante, ma in realtà era religiosissimo e aveva molto a cuore (giustamente) la storia del suo Popolo, cui inevitabilmente si è intrecciata la sua storia personale, e tutte le tradizioni che ne derivano.

Ho seguito la sua ricetta alla lettera, impastando a mano la mia Challah, e quando lo sguardo mi si è posato sulla planetaria ho sorriso ripensando alle parole che ha detto a Ele, nella situazione analoga: qu'est-ce-que tu me fabriques? E ho voluto anche omaggiare la sua stella, che continua a splendere luminosa nel cielo del mio cuore, in alto a sinistra; così ho dato alla mia Challah la forma della Stella di David (מגן דוד), Magen David; è venuta sgraziata, lo so, ma so anche che sicuramente con gli anni migliorerà. Perché da ora in poi questa sarà la mia tradizione, il 13 novembre, in memoria di Michaël: preparare una Challah a forma di Magen David.

Mi manchi Doc, non so dirti quanto. 💖

CHALLAH (חלה) DI MICHAEL MEYERS


7 g di lievito di birra disidratato
160 ml di acqua tiepida a 37°C
1 cucchiaio abbondante di miele
80 ml di olio extra vergine di oliva
2 uova
2 cucchiaini di sale
500 g di farina di forza

per la doratura:
1 uovo o un tuorlo
1 cucchiaino di miele
semi di sesamo o di papavero

Sciogliere il lievito e il miele nell'acqua tiepida. Sul piano di lavoro, disporre la farina a fontana e versarci l'acqua con il miele e il lievito. Iniziare ad impastare a mano, fino a che la farina avrà assorbito il liquido. Aggiungere l'olio e continuare ad impastare. Aprire le uova, in ciotole separate e scartare quelle che eventualmente abbiano un punto rosso o scuro. Quando l'olio sarà assorbito dalla farina, si aggiungono le uova, una ad una, aggiungendo il secondo solo quando il primo sarà ben distribuito nell'impasto. Solo alla fine, aggiungere il sale. 

Con le mani infarinate, continuare a impastare, fino ad ottenere una palla di impasto elastica,  liscia e setosa che si staccherà dalle mani senza lasciare residui. Ci vuole tempo e pazienza.
Mettere l'impasto a lievitare in una ciotola possibilmente di terracotta, e mai di plastica, unta di olio e coperta da un panno umido in un luogo tiepido, lontano da correnti d'aria, fino a farla duplicare di volume. 

Dividere l'impasto in sei parti uguali. Formare ciascun pezzo in filoni di una trentina di centimetri, più cicciotti al centro e più sottili ai lati. Disporre sulla placca del forno foderata di carta forno (io ho usato un tappeto di silicone, steso direttamente sulla griglia) i primi tre filoni, formando un triangolo. Disporre gli altri tre filoni sul primo triangolo, intrecciandoli in modo da formare una Stella di David. Chiudere le estremità dei filoni sovrapponendole un paio di volte e rimboccando le estremità sotto all'intreccio.


Sbattere l'uovo o il tuorlo con il cucchiaino di miele e spennellare il composto sulla Challah. Spolverizzare di semi di sesamo o papavero. Lasciare di nuovo lievitare fino a raddoppiare il volume, coprendo con un canovaccio leggermente inumidito. 

Preriscaldare il forno a 180 °C in modalità statica.

Infornare la Challah e cuocerla per 25-30 minuti, fino a che non sarà dorata; bussando con le nocche sul fondo, si sentirà suonare "vuoto". Se dovesse suonare ancora pieno, trasferire sulla griglia del forno senza carta o tappeti sotto, inserire la griglia nella tacca più vicina al pavimento del forno, e cuocere per altri 5 minuti coprendo, se necessario, la Challah con un foglio di alluminio, per impedire alla superficie di scurirsi troppo. Proseguire così, di 5 minuti in 5 minuti, finché il pane non suonerà vuoto.

Far raffreddare su una gratella prima di servirla.
Consumare la Challah il giorno stesso in cui la si è sfornata.

2 commenti:

  1. Grazie per la ricetta interessante e buonissima e le emozioni condivise! Buona serata!

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