lunedì 23 gennaio 2023

Panini ai cipollotti e Comté

 


Ho preparato questi deliziosi panini l'anno scorso per lo Starbooks, e nella loro semplicità li ho trovati spaziali. Li ho rifatti qualche volta e li ho anche surgelati (in abbattitore) e scongelati: sono rimasti perfetti.

L'impasto è quello dei panini al latte, a cui però si aggiunge una farcia di formaggi e cipollotti che li rende particolarmente goduriosi perché sono un trionfo di umami, il quinto gusto. Ne sono ricchi il lievito di birra (presente in forma ultra concentrata nel Marmite), i formaggi stagionati e i cipollotti. Il risultato sono dei panini veramente appetitosi, morbidi e invitanti, e in più semplicissimi da fare.

L'impasto è molto morbido e si manipola facilmente, cosa che ho sperimentato una volta di più sabato scorso, l'ultima volta che li ho fatti: per la rubrica l'angolo dell'imbranata, mi stavo apprestando a tagliare il rotolo, quando mi è caduto l'occhio sulla ciotola dei cipollotti, che avevo dimenticato di inserire. Ho srotolato delicatamente l'impasto e cosparso i cipollotti, quindi l'ho arrotolato di nuovo. I panini sono venuti benissimo.

Spendo due parole su due ingredienti fondamentali, il Comté e il Marmite. 

Il Comté appartiene alla grande famiglia dei formaggi a pasta cotta, la stessa a cui appartengono gli svizzeri Gruyère, Etivaz ed Emmenthaler o i francesi Beaufort e Abondance. Se non lo trovate, potete sostituirlo con uno di questi formaggi. Io ho provato a fare questi panini anche con un Parmigiano Reggiano stagionato 30 mesi, e sono riusciti alla perfezione.

Il Marmite è una crema spalmabile a base di estratto di lievito, dal sapore piuttosto deciso e molto salato, simile a un mix fra salsa di soia e brodo.  Scoperta per caso dallo scienziato tedesco Justus Liebig, fu prodotta per prima dalla britannica Marmite Food Company, che acquistava il lievito direttamente dai tanti birrifici sparsi per la città di Burton on Trent. Inizialmente la crema veniva conservata in vasi di terracotta dalla forma simile a quella di una pentola, chiamata marmite in francese, da cui il nome. Se non lo trovate lo potete sostituire con l'estratto di carne (in Veneto è molto diffuso il Bovril), ma secondo me vale la pena cercarlo, nei negozietti di specialità etniche oppure on line. 

giovedì 29 dicembre 2022

Zucca al forno con olio all'arancia e miele bruciato

 

Foto di Louise Hagger per The Guardian

Mi scuso ancora una volta con i miei piccoli lettori (cit.),😅 se ho preso la foto di questo piatto dal web: l'ho preparato diverse volte, ma per pigrizia (e fame!) non l'ho mai fotografato. L'ho rifatto anche in questi giorni,  finito il primo round di mangiate natalizie, per un pranzo più leggero, ma ricco di gusto e di salute.

La ricetta è di Big Y, il grande Yotam Ottolenghi, e contrariamente al solito richiede solo pochi ingredienti, per un risultato dal sapore eccezionale. Vi dirò che l'anno scorso ho estrapolato dalla ricetta il magnifico olio all'arancia, ne ho fatto una produzione industriale e l'ho regalato agli amici per Natale: un successo incredibile per una preparazione estremamente semplice.

lunedì 19 dicembre 2022

Petto d'anatra arrosto con chutney di prugne ai profumi asiatici

 


Mi è sempre piaciuto immaginare che il 99,9% dei miei lettori siano persone altamente organizzate, che hanno già deciso 20 giorni fa che cosa cucinare a Natale e hanno già cominciato a preparare parte dei piatti; quelli che hanno l'abbattitore e che sono più organizzati di me, avranno già tutto pronto e surgelato, pronto per essere rigenerato all'ultimo momento.

Io no. 
Io sono il tipo last minute. Anche last second, se è per questo. Tanto per darvi un'idea, mi sono trovata con mia madre ieri pomeriggio, per fare la conta di chi c'è e quando, e decidere i menù della Vigilia e di Natale.

Probabilmente è per questo che amo i piatti da "minimo sforzo per un massimo risultato", e quello che vi presento oggi fa parte senz'altro del novero. La ricetta è semplicissima e abbastanza veloce; il successo è assicurato, se i vostri commensali amano la carne di anatra, e avrete portato in tavola un'anatra deliziosa e non banale. 

La ricetta è di Diana Henry, sicché non c'è bisogno di aggiungere altro. 😋

venerdì 9 dicembre 2022

Tea Cookies - Frollini al tè


Se devo essere sincera, quest'anno sono piuttosto stanca e non ho granché voglia di mettermi ai fornelli per preparare i biscotti natalizi. D'altra parte so che in famiglia li aspettano, quindi vincendo la pigrizia ieri sera ho dato inizio alle danze. 

Ogni anno mi piace offrire una selezione di biscotti diversi e un po' particolari, accanto ai sempiterni (e mai troppo apprezzati) biscotti di panspeziato dell'indimenticabile Alda Muratore. La mia scelta per i primi biscotti della stagione natalizia 2022 è ricaduta su dei deliziosi Tea Cookies che avevo preparato in occasione dell'MTChallenge sull'Afternoon Tea, ma che in mezzo a tutte quelle ricette rischiano di passare inosservati.

Nel 2018 non avevo trovato il tè Lady Grey, e mi ero "accontentata" di un Earl Grey; di recente ne ho visto una confezione e, anche se costava un Perù, l'ho comperato immediatamente.

Non sono dei tipici biscotti di Natale e non sono nemmeno belli, ma il gusto delle foglie di tè aromatizzato, sottile e discreto, è a mio avviso delizioso. L'unica avvertenza da seguire è di non mangiarli la sera e di non prenderne troppi, se si vuole riposare bene la notte.


lunedì 5 dicembre 2022

Salmone e fagiolini al forno con mollica alla senape e cetriolini


Se dovessi dare una definizione di me stessa quanto a gusti culinari, il primo termine che mi verrebbe in mente sarebbe rompiscatole. Se poi dovessi precisare meglio il perché di tale definizione, ecco che rompiscatole verrebbe sostituito da contraddittoria. Non mi piace il prezzemolo, eppure adoro il Tabbouleh; non mi piacciono aglio e cipolla, eppure li uso in abbondanza (purché siano finemente tritati); non mi piace la senape, eppure la uso nella maionese e in alcune citronnette, dove sta d'incanto, per non parlare delle numerose altre ricette qui pubblicate (e di tantissime mai pubblicate), dove la uso. Per farla breve, ogni volta che cucino mi dico che questo o quell'ingrediente che sto usando in quel momento di solito non mi piace, ma che ci sono le dovute eccezioni. 😅

Nella ricetta di oggi, che chiamerei l'eccezione del giorno, troviamo la senape, l'aglio e il prezzemolo che insaporiscono la mollica di pane; chevvelodicoaffà, è buonissima e ogni ingrediente ha il suo ruolo: l'aglio profuma la mollica, il prezzemolo e la scorza di limone rinfrescano il palato e smussano le spigolosità della senape, e l'insieme regala una sferzata di sapore a un secondo che diversamente sarebbe un po' banale e decisamente blando.

Del resto la ricetta è dell'immensa Diana Henry, un nome, una garanzia!

E' una ricetta facile e veloce, adatta sia a una cena in famiglia, sia a un brunch domenicale. E, cosa da non trascurare, si sporcano giusto una teglia e una padella!

lunedì 7 novembre 2022

Polacca Aversana

 


Ho sentito parlare per la prima volta della polacca aversana da un collega napoletano nel febbraio 2020, circa una settimana prima del primo lockdown, ed è da allora che mi riprometto di farla. Si tratta di un dolce tipico della città di Aversa, molto simile al pasticciotto leccese, di cui condivide la farcitura. Quello che cambia è il guscio esterno, uno scrigno di pasta brioche che racchiude il goloso ripieno di crema pasticciera e amarene. 

Tre sono le leggende legate alle origini della ricetta: secondo quella più accreditata, una suora proveniente dalla Polonia e residente nel convento delle Cappuccinelle di Aversa era solita preparare un dolce tipico delle sue parti, il  Drozdzowki (brioche tonde simili ai krapfen, farcite con una crema di formaggio e frutta), e ne diede la ricetta a un pasticciere di Aversa, Nicola Mungiguerra. Questi pensò di rielaborare il dolce adattandolo ai gusti italiani, e diede vita alla torta che ora conosciamo e che nella versione monoporzione è chiamata polacchina. Un'altra leggenda racconta della visita ad Aversa di una regina polacca, che fu ospitata in uno dei conventi della città. Le suore, volendole offrire per colazione un dolce raffinato, elaborarono questa ricetta. Un'ipotesi più recente invece, attribuisce la ricetta a un mercante pugliese trasferitosi ad Aversa agli inizi del XX secolo, che ripropose il pasticciotto leccese sostituendo la pasta frolla con pasta brioche.

Quali che siano le origini della ricetta, mi intrigava l'idea di uno scrigno di pasta brioche farcito con crema pasticciera al limone e amarene sciroppate; ho fatto quindi un giro estensivo in rete per trovarne la ricetta. Fin da subito la ricetta che mi ha convinto di più è stata quella di Pasqualina, ma ho dato un'occhiata anche ad altre e mi sono pure guardata il video di Simone Esposito, per raccogliere più accorgimenti possibile. 

Dico sempre che i dolci non sono il mio forte e infatti l'estetica lascia molto a desiderare; il sapore però era buonissimo, e sono certa che piacerà anche a voi.