Che la quarantena abbia effetti inaspettati sulle persone, si capisce dall'abnorme quantità di dolci che sta uscendo dalla mia cucina. Mai preparati così tanti dolci in così poco tempo, sono la prima ad esserne esterrefatta. Eppure in questo periodo poche cose mi attirano quanto i dolci, e sto ahimè cedendo alla fantasia, salvo non poter più uscire quando mi sarà consentito, per mancanza di capi di abbigliamento atti a contenermi. Pazienza.
Ho sempre amato le fragole, foriere di Primavera e di temperature più miti. Le adoro, letteralmente, purché gustate in purezza o al massimo in macedonia, accompagnate dalle immancabili banane, o da gelato alla vaniglia o al fiordilatte, o ancora da un ciuffo di panna montata. Tutte le preparazioni che le vedono accostate a sapori più forti, come il vino rosso o l'aceto balsamico, se in teoria mi attirano, all'atto pratico vengono da me fermamente respinte: mangio fragole per un periodo dell'anno relativamente breve, e rovinarle con vino rosso o aceto balsamico, per quanto stuzzicante sia l'abbinamento, è un'idea che mi fa inorridire. Al massimo ci metto una spolverata di pepe nero (che adoro al pari delle fragole), ma è la concessione più estrema che possa fare.
Visto che adoro le fragole, negli anni ho collezionato tante ricette di tiramisù alle fragole, che però non ho mai realizzato. Perché? Non saprei dirlo. Forse perché mi sembravano tutte banali e incredibilmente piatte: savoiardi, mascarpone zuccherato e fragole: tanto vale fare una semplice macedonia e aggiungerci della panna montata, no? Perché aggiungere altro lavoro inutile ai fini del sapore?
Poi è arrivato lui, Yotam Ottolenghi. Conosciuto tramite Starbooks nel lontano 2013, quando in Italia era ancora pressoché sconosciuto al grande pubblico e noi pubblicavamo le ricette nei nostri blog individuali, l'ho subito amato per la bontà delle sue ricette, che sapevano di casa nonostante provenissero da una cucina lontana da quella europea, e che riescono sempre.
La sua torta tiramisù alle fragole è radicalmente diversa dai banali tiramisù alle fragole che si trovano in rete: le fragole di copertura vengono arrostite in forno, uno strato di crema allo zabaglione precede la panna montata, i savoiardi sono inzuppati nello sciroppo di fragole... sono bastati questi semplici tocchi per creare un dolce unico che vale assolutamente la pena fare.
Questa torta tiramisù è stata realizzata da Biagio l'anno scorso per Mag About Food titillandomi le papille, ed è stata rifatta da Giulia la settimana scorsa... e sarà per lo strano effetto della quarantena su di me, ma stavolta non ho resistito al richiamo, ho aspettato impaziente il giorno in cui di solito faccio la spesa e mi sono messa all'opera.
Un paio di modifiche soltanto: siccome i savoiardi comprati non mi piacciono, li ho preparati in casa con la ricetta di Giulia per MTChallenge; e dopo avere inserito l'impasto nella sac-à-poche, ho deciso di fare una pasta biscotto unica, da tagliare in due rettangoli secondo le dimensioni del mio stampo. La seconda modifica riguarda il binomio Grand Marnier - caffè espresso: siccome tendenzialmente non mi piace il liquore nei dolci alla crema (unica eccezione: il babà) e siccome come dicevo prima non amo sapori forti in abbinamento con le fragole, li ho sostituiti rispettivamente con latte e acqua di rose: un binomio che si è rivelato vincente.
Come dice Ottolenghi, questo dessert così bello a vedersi è come un tiramisù estivo. non regge bene il tempo e il calore, quindi mangiatelo tutto non appena esce dal frigo. Il caffè espresso dà un twist adulto, ma può essere tralasciato, se non vi va.