Dopo
una pausa di 2 mesi (che almeno per me ci voleva) l’MTC è ricominciato alla
grande, con una splendida ricetta della tradizione langarola propostaci da quel
mito di donna che è Elisa,
la vincitrice della scorsa edizione. Elisa ci ha sfidate sulle raviòle dël
plin, ravioli di dimensioni molto
piccole, preparati con una sfoglia all’uovo molto sottile e sigillati con un
pizzicotto, che in dialetto piemontese si dice appunto plin.
Una sfida nella sfida per me, che avendo poca manualità mi cimento molto
raramente nelle paste ripiene. Intendiamoci, l’attrezzatura ce l’ho tutta: asse
per impastare, mattarello lungo 1 metro, raviolatrici di diverse fogge e
dimensioni; quello che mi manca spesso
è la voglia di cimentarmi, perché le paste ripiene sono una di quelle rare
preparazioni lunghe, la cui preparazione mi spaventa. La cosa è veramente
strana, perché questo blog è pieno di preparazioni estremamente lunghe e io me
la spiego solo con la mia scarsa manualità, per l’appunto.
Ma Elisa
ci è venuta incontro con una ricetta molto dettagliata, una sequenza
fotografica puntuale e un meraviglioso video che mostrava passo passo come
fare, così ho impastato la mia sfoglia, ho preso in mano il mattarello e mi
sono lanciata.
Le
prime raviole, diciamolo, erano proprio bruttine.
Piano
piano ho cominciato a farci la mano e hanno cominciato ad assomigliare di più
alle raviole di Elisa, solo che erano un po’ troppo grosse. Cioè, misuravano i
2 cm richiesti dal regolamento, ma quella è la misura massima e io avevo letto
che alcuni le fanno piccole come l’unghia di un pollice.
A mano
a mano che proseguivo ho capito come dovevo fare ed ho ottenuto delle raviole
piccine, proprio come volevo io.
E
quindi ancora una volta vorrei ringraziare Elisa e l’MTC per avermi insegnato
qualcosa di nuovo.