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lunedì 1 giugno 2015

Muffins Integrali di Donna Hay


Lo Starbook del mese scorso riguardava un'Autrice molto conosciuta, Donna Hay, cui si deve la rivoluzione della comunicazione sul cibo, come scrive giustamente Alessandra nella premessa: "Perchè, che ci piaccia o meno, senza questa food writer e food stylist Australiana, probabilmente staremmo ancora a fotografie ricette impiattate nel servizio buono, uccise da luci sparate in fronte e mortificate da trucchi volgari e abbruttenti e del tutto slegate fra loro, esattamente come era di prassi vent'anni fa".
Fresh and Light, la sua ultima fatica, mi è piaciuto particolarmente perché ritengo perfettamente riuscita l'operazione di alleggerire piatti di consumo quotidiano, lasciandone intatta la bontà.
Non si tratta di un libro di ricette dietetiche, sia chiaro, ma di ricette - lo dice giustamente il titolo - fresche e leggere, adatte alla stagione estiva ma anche ad altre stagioni: penso alla Lemon and Yoghurt Pannacotta preparata da Patty, alla Berry and Ricotta Slice fatta da Luciana, ma anche ai Burger di quinoa e ceci che ha fatto Gaia, e insomma basta guardare tutte le ricette che abbiamo sperimentato per voi il mese scorso per rendersi conto che si può cucinare di gusto pur rimanendo leggeri.


venerdì 21 novembre 2014

Muffins agli agrumi


L'inconveniente di decidere di preparare i muffin alla domenica mattina, è che potresti scoprire all'ultimo minuto di non avere sufficiente farina 00. Vai in dispensa tranquilla, sapendo che le farine a casa tua non mancano mai, e scopri di avere solo un pacco di Manitoba: la peggior farina per i muffins visto che è ricca di glutine, e il glutine è l'ultima cosa di cui i muffin hanno bisogno. Non ti perdi d'animo però: frughi nello stipetto e tiri fuori l'amido di frumento, con cui decidi di tagliare la Manitoba per indebolirla. C'è un problema però: gli amidi assorbono liquidi fino al doppio del loro peso, quindi dovrai aggiustare pure i liquidi nella ricetta che farai... sì, perché qui siamo all'MTChallenge, mica pizza e fichi, e Francesca del blog Burro e Zucchero ci ha sfidati proprio sui muffins, dove le corrette proporzioni tra ingredienti secchi e umidi sono fondamentali.

Ma la ricetta questo mese non basta: il regolamento impone che sia ispirata a un testo letterario. Ora, uno degli amori letterari più grandi della mia vita è Emile Zola, fondatore della Scuola Naturalista in Francia (che ha nel Verismo il suo corrispondente in Italia) e che ha scritto il ciclo dei Rougon-Maquart, 20 libri che hanno come filo conduttore i due rami di una famiglia, quello legittimo e quello bastardo; intento dell'autore è quello di dimostrare che la tara iniziale dei capostipite si tramanda alle generazioni future, e assume aspetti diversi secondo l'ambiente sociale e il carattere stesso degli individui. Ho letto e riletto tutti e 20 i libri di tale ciclo: tutti quanti almeno un paio di volte, alcuni li ho riletti con grande piacere anche per 10 volte (e chissà quante ancora li rileggerò).

Il libro a cui mi sono ispirata per questa ricetta è La colpa dell'abate Mouret, ambientato per la maggior parte in un giardino fantastico e apparentemente infinito, il Paradou, una sorta di Eden che sorge nel bel mezzo di una terra arida e difficile da coltivare. Nel Paradou vi sono ogni specie di piante e fiori, dalle più note a quelle più strane, e vi sono angoli nascosti e sconosciuti alla stessa Albine, che lo esplorerà in lungo e in largo insieme a Serge, l'Abate Mouret. Al centro del Paradou vi è un grande albero, che Zola sicuramente paragona all'albero della vita: tra le sue fronde ogni specie di uccelli trova rifugio, ed è sotto la sua ombra rinfrescante e protettiva che si consuma la colpa di Serge e Albine, colpa che sarà espiata con il sacrificio di Serge, che torna al presbiterio, e con la morte di Albine, disperata dal rifiuto estremo del suo grande amore.

E' stato proprio pensando al Paradou e a ogni sorta di albero da frutto che vi si trova, che ho trovato l'ispirazione per i miei muffins: ho colto diversi agrumi, di cui ho mischiato scorze candite e succhi, per creare i miei muffins.

Come dicevo nell'introduzione, non mi ero accorta né che la farina 00 stesse per finirmi, né che non ne avevo altra in dispensa. Ho quindi usato per i miei muffins 150 g di farina 00, 100 g di farina Manitoba e 60 g di amido di frumento. Per riequilibrare i liquidi, ho usato 50 ml di latte in più. Li ho rifatti in settimana con sola farina 00, la più indicata per avere muffins morbidi e dalla giusta consistenza, e di seguito ne riporto le dosi corrette.

lunedì 17 novembre 2014

Muffins speziati di Natale


Eccomi tornata al consueto appuntamento mensile con l'MTChallenge, a cui sono fedele da 4 anni e mezzo (ho saltato solo 2 puntate, una perché ero in ospedale :-) ). Questo mese oggetto della sfida sono i Muffins, in versione dolce o salata, proposti dalla bravissima Francy, che si  è aggiudicata la vittoria della scorsa edizione con delle lasagne semplicemente strepitose.
Una sfida sui muffins dunque, apparentemente una passeggiata, ma che nasconde in realtà molte insidie; la prima di queste sta proprio nel fatto di realizzare dei muffins: non basta inserire un impasto nei pirottini per farne un muffin, occorre rispettare rigorosamente le proporzioni tra ingredienti secchi e ingredienti liquidi, e soprattutto lavorare l'impasto pochissimo, per non sviluppare la maglia glutinica della farina. Il post di Francy è dettagliatissimo e illuminante in tal senso e ne consiglio vivamente la lettura a tutti.
Ma la sfida di questo mese è ulteriormente complicata da un altro fattore. Recita infatti il regolamento: "Muffins dolci e salati, dunque, ma obbligatoriamente ispirati ad un testo letterario: che sia un romanzo, un testo teatrale, una poesia, una preghiera, una favola, una canzone, un libretto d'opera e via dicendo. Sceglietelo voi, spiegateci il perché, raccontatecelo, e inventate il vostro muffin sulla base delle suggestioni che questa fonte di ispirazione vi detta."


Per la mia prima proposta mi sono ispirata a uno dei libri più belli che abbia letto negli ultimi anni, Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi.


Si tratta della storia autobiografica di una docente Iraniana di letteratura inglese, Azar Nafisi, che dopo 20 anni di insegnamento presso l'Università Allameh Tabatabei, a seguito della rivoluzione Khomeinista decide di lasciare l'incarico per via delle continue pressioni che riceve sui contenuti delle sue lezioni (che diffondono la cultura decadente del "Grande Satana", l'Occidente) ed in generale sulla sua vita di donna, costretta a nascondere ogni aspetto della sua femminilità e ad abdicare al suo cervello quando esce di casa. Le madri delle studentesse dell'autrice, le donne della sua generazione e di quella precedente, hanno studiato, hanno partecipato attivamente alla vita culturale e politica del paese (Nehzat, la madre dell'autrice è stata la prima donna eletta nel Parlamento iraniano), mentre adesso sono relegate tra le 4 mura domestiche e non hanno quasi più nessun diritto. La professoressa Nafisi però non si arrende dopo le dimissioni da docente: convoca le sue 7 migliori studentesse e le invita a partecipare a un seminario settimanale di letteratura inglese a casa sua, durante il quale si concedono il lusso di togliersi veli e chador e discutono in piena libertà di Nabokov, Scott Fitzgerald, Jane Austen ed Henry James sorseggiando tè e gustando pasticcini, e mettendo a confronto finzione e realtà, alla luce della loro esperienza quotidiana.

Azar Nafisi accoglie le sue studentesse ogni giovedì con un tè profumato e deliziosi pasticcini, ed è stato proprio pensando a questi che ho ideato i miei muffins: leggendo il libro mi sono immedesimata via via nell'autrice e nelle sue studentesse, le cui storie e identità sono state mischiate ad arte per non farle riconoscere al regime degli ayatollah e garantirne così la sicurezza; stamattina sono l'autrice, intenta a preparare i dolcetti che accoglieranno le ragazze nel pomeriggio.
Spezie profumate, che la cucina Iraniana sa dosare con tanta sapienza, e che insieme creano un'armonia di sapori che aiuta a evadere dal grigiore della realtà, apre e libera la mente e prepara le ragazze ad affrontare l'autore del giorno senza preconcetti, confrontando la vita e soprattutto le emozioni dei personaggi con le loro.
Ho così voluto unire cannella, coriandolo, cardamomo e kumquat, che simboleggiano l'antica, raffinata cultura persiana e la poesia dei tempi andati; ho aggiunto la marmellata di arance con le bucce, che conservano un pochino della parte bianca, a ricordare l'amara realtà che le protagoniste vivono ogni giorno nell'Iran dopo la rivoluzione khomeinista. Acqua di rose e liquore Strega (che contiene erbe, spezie e zafferano) completano un insieme punteggiato dall'uvetta sultanina, oasi di dolcezza come il seminario settimanale a cui le ragazze partecipano.

La Pulcetta dopo averli addentati mi ha detto che le ricordano i biscotti di pan speziato che le preparo per Natale... e in effetti ripensandoci direi che hanno proprio un sapore che nel decadente Occidente noi definiremmo natalizio; so che con il libro non c'entra niente, ma io vivo in Italia, quindi per me questi sono dei

venerdì 2 maggio 2014

Torta di mele e noci con salsa di mele al sidro (Martha Stewart)


Il titolo originale di questa ricetta è "Applesauce Coffee Cake", ma se lo traducessi letteralmente in italiano non sarebbe chiaro ai miei lettori di che cosa si tratti.
In Italia infatti non abbiamo le coffee cakes, letteralmente torte da caffè, per il semplice motivo che il nostro Caffè Espresso, famoso in tutto il mondo, è una delizia molto concentrata, la cui intensità aromatica richiede che lo si gusti da solo, al massimo macchiato con un goccio di latte per stemperarne amarezza e acidità (già il liquore nel caffè mi fa rabbrividire); addirittura al Sud, dove di degustazione del caffè se ne intendono, ti servono un bicchiere di acqua naturale insieme alla profumata tazzina, da bere prima del caffè, per pulire la bocca da eventuali sapori residui di qualcosa consumato in precedenza.
All'estero invece le cose cambiano e il caffè è molto più lungo e ha un gusto decisamente meno intenso (e spesso poco gradevole per noi Italiani), che può quindi prevedere l'accompagnamento di dolci che ne esaltino al massimo l'aroma. Ecco allora un fiorire di Coffe Cakes, tra i cui ingredienti troviamo frutta secca tostata - noci, pinoli, pistacchi, noci pecan - che si sposa alla perfezione con le note tostate del caffè contenuto nell'omonima bevanda allungata che si trova all'estero.

lunedì 23 dicembre 2013

Dolcetti speziati ai datteri e al sesamo

Immagine presa da qui

E' quasi Natale e dicembre come al solito è un mese intenso: la chiusura anno ci obbliga a lavorare più del solito, ma i giorni lavorativi sono decisamente meno.
Sono stanca e faccio molta fatica a sentire l'atmosfera natalizia, ma oggi a Messa ho capito una cosa: il Natale deve essere innanzi tutto dentro di noi. Decorazioni, presepi, alberi e luminarie sono solo vuoti orpelli se l'attesa per la nascita del Bimbo Gesù non è nel nostro cuore.
Perché Gesù nasce lo stesso, nasce ogni anno da più di 2000 anni, si fa carne e viene sulla Terra a condividere la nostra vita, la nostra pochezza, le nostre miserie e le nostre difficoltà, ma ciò che fa la differenza per me è che io Lo attenda. Rivivo allora la trepidante attesa per la nascita dei miei nipotini, con tutte le domande, le aspettative, le gioie e i timori che hanno accompagnato questi due grandi eventi della mia vita, e cerco di applicarle alla venuta di Gesù Salvatore, che si fa bambino nascendo in povertà e al freddo, per venire incontro a me e dare dignità al mio niente.
Allora il mio augurio di Natale per tutti voi è lo stesso che faccio a me stessa: che attendiate la nascita del Bambino Gesù, che vi lasciate intenerire e afferrare da questa Presenza piccola, fragile ma misteriosamente forte e potente. Una Presenza che chiede di essere maneggiata con cura, come un bambino; che chiede di essere nutrita, curata, coccolata, scaldata, contemplata ed amata; una presenza concreta che ci chiede di alzarci la notte quando urla disperata, per ascoltare ciò che ci domanda in un tono misteriosamente imperioso e implorante allo stesso tempo. Una Presenza che richiede attenzioni e cure costanti per poter crescere sana e forte e radicarsi nel nostro cuore e nella nostra vita, accompagnandoci in ogni passo del cammino e convertendo il nostro cuore con la semplicità e la pienezza del sorriso di un bimbo.

BUON NATALE.

lunedì 28 ottobre 2013

Egg Benedict and Maybe Corned Beef per il mio ultimo American Breakfast


Il 5 ottobre, giorno in cui è stata pubblicata la ricetta della sfida dell'MTC di novembre, mi trovavo a Masone insieme a una ventina di Emmetichallengers ospite della nostra Alessandra, la "padrona di casa" dell'MTC, oltre che della bella dimora in cui ci trovavamo. Una giornata di intenso lavoro (di cui parlerò prossimamente) ma anche di chiacchiere, risate e... grasse mangiate.

lunedì 8 aprile 2013

Helbeh - torta al fieno greco (Yotam Ottolenghi)


Quando Alessandra ha proposto questa ricetta per lo Starbooks di febbraio sono saltata su, come punta da uno spillo: come mai mi era sfuggita questa ricetta? La verità naturalmente è che Jerusalem è un libro talmente meraviglioso e ricco, che bisognerebbe realizzarle tutte, ed è quello che spero di fare, piano piano.
Avevo anch'io una bella confezione di profumatissimo fieno greco in casa, così ne ho approfittato per preparare questa torta.
Yotam avverte subito che questo è un dolce che si ama, o si odia. Nel suo ristorante lo ha fatto provare a 5 chef e a 2 di loro non è piaciuto, mentre gli altri 3 sono caduti in deliquio. Ovvio che questo elemento di "sfida" abbia contribuito a stuzzicare la mia curiosità, così una sera mi sono messa all'opera, dopo l'ufficio.

Il dolce, tagliato a piccole losanghe, va consumato il giorno dopo essere stato preparato per dar modo a tutti gli aromi di fondersi bene, ma ammetto che è stato difficile resistere. Ce l'ho fatta comunque, e il giorno dopo tornando dal lavoro ero trepidante per il premio che mi attendeva.
Il primo boccone è stata una delusione: francamente mi aspettavo molto di più. Ho terminato il pezzetto passando in rassegna tutte le critiche che mi venivano in mente, e spiegando a me stessa perché ricadevo nella schiera di coloro che non apprezzando questo  dolce. Per provare a me stessa che quello che avevo pensato era giusto, ne ho mangiato un secondo pezzetto, continuando a rimuginare. Alla sesta losanga ho cominciato a dirmi che per essere un dolce deludente lo stavo divorando a quattro palmenti, e per quella sera mi sono fermata. L'ho terminato a poco a poco nei giorni successivi, sempre poco convinta, ma continuando a mangiarlo. A un certo punto mi sono detta che dovevo affrettarmi a fotografarlo perché stava sparendo troppo velocemente e dopo che l'ho finito ho pensato che forse vale la pena rifarlo usando i pistacchi al posto dei pinoli, come ha fatto Alessandra... Però non sono ancora del tutto convinta, sappiatelo. :-) Effetto Starbooks?

E a proposito di Starbooks: a partire da questo mese c'è una grossa novità!!!! Lo Starbooks infatti si svincola dai nostri singoli blog e assume una vita propria, diventando un blog indipendente che riunisce tutti i nostri contributi. Questo ci permetterà di pubblicare un post per ogni giorno della settimana lavorativa a partire dalla seconda settimana del mese, mentre nella prima settimana raccoglieremo in una pagina apposita tutti i vostri post dello Starbooks - Redone!, dandovi maggiore visibilità. Correte quindi sul nuovo blog (a partire dalle 09:00), per scoprire qual'è lo Starbook di aprile!!!!

mercoledì 27 febbraio 2013

Budino di riso al cardamomo con pistacchi e acqua di rose - Starbooks di febbraio


Se al mondo c'è un dessert semplice, goloso e "coccoloso", questo per me è il budino di riso; è anche un dessert trasversale un po' a tutte le culture, vista la facile reperibilità degli ingredienti principali che lo costituiscono. Mai però mi sarei aspettata di trovarne
una versione anche nella cucina mediorientale, e invece mi sbagliavo. Come al solito il Medio Oriente straccia tutti, arricchendo il classico budino di riso di profumi e sapori esotici, capaci di placare anche le menti più turbate, facendo loro trovare una rassicurante oasi di pace e di serenità. Parafrasando un vecchio spot pubblicitario, mi sento di dire "Contro lo stress della vita moderna, budino di riso al cardamomo... e ritrovi la serenità!".


La nostra avventura con questo Starbook volge al termine ed è giunto il momento di trarre le conclusioni sul libro. Sfogliandolo la prima volta mi è venuta in mente una frase di Cracco, che pure non amo particolarmente: "il cibo è cultura". E' una frase verissima: il cibo è cultura non solo perché esprime la cultura del popolo che lo prepara, ma anche perché cucinare bene e con criterio è un'operazione culturale: preparare un brodo a partire dalla carne e dalle ossa anziché dal dado, significa immergersi in una cultura millenaria e tramandarla alle generazioni successive, per quanto banale sembri preparare un pasto, delle polpette, una minestra o un budino di riso.
E la cultura - quella vera - trasuda anche da questo libro, che si apre parlando della storia di Gerusalemme e prosegue raccontando la sua gente, i suoi piatti, le sue case, la sua vita, attraverso delle foto bellissime e ricette fantastiche.

Questo è uno dei pochi libri di cui mi viene voglia di provare tutte le ricette, e credo che poco per volta lo farò. La stessa cosa mi è accaduta per il libro di Martha Stewart e per quello di Downton Abbey, e mi auguro che in futuro mi capitino tra le mani sempre più libri di questo tipo (e pazienza per il giro vita).

Che cosa ne pensano le altre Starbookers? Vediamolo insieme, prima di passare alla ricetta:


Alessandra - Menù Turistico: Helbeh-Torta al fieno greco
Ema - Arricciaspiccia: Hummus
Cristina - Vissi d'arte e di cucina: Pollo arrosto con topinambur e limone
Roby - Le Chat Egoiste: Chocolate Kranz Cakes
Gaia - La Gaia Celiaca: Mejadra
Alessandra - Ale Only Kitchen: Polpette al limone e porri
Stefania - Araba felice in cucina: Kofta b'siniyah
Patty - Andante con gusto: Pollo all'Arak e clementine

Ancora un attimo di pazienza prima di passare alla ricetta: vorrei infatti riparlarvi del progetto Starbooks - Redone! da noi lanciato a inizio mese.
Riepilogo sinteticamente l'iniziativa: noi Starbookers pubblichiamo le recensioni dei libri a partire dal secondo mercoledì di ogni mese, per tutto il mese. Il primo mercoledì, mentre noi stiamo preparando le ricette per il prossimo Starbooks, è dedicato a voi: potete pubblicare una ricetta tratta da uno dei libri che abbiamo "starbookato" finora (qui trovate l'elenco completo); possono essere le stesse che abbiamo fatto noi, o altre tratte dal libro, se spinte dalle nostre opinioni lo avete acquistato. Inserite il banner, disegnato dalla nostra fantastica Roby, e mettete il link in uno qualsiasi dei nostri blog. 
Il metodo di affronto delle ricette è stato detto alla perfezione da Alessandra, e ve lo riporto pari pari: "Potete rifare ricette che abbiamo già testato oppure provarne altre, per la prima volta: l'importante è che seguiate il procedimento alla lettera e che, se correggete qualche passaggio "in corsa", lo segnaliate. 
Lo Starbooks infatti non è una rassegna di libri di cucina, ma una verifica sul campo della fattibilità delle ricette: per ciascuna, verichiamo se riescono, anzitutto, e se il risultato finale ci soddisfa. Se decidete di partecipare anche voi, vi chiediamo la cortesia di fare lo stesso: di entrare, cioè, all'interno della ricetta, di studiarla con l'occhio critico, di spiegarci le ragioni delle vostre eventuali modifiche e del vostro giudizio finale."



La pagina FB è ancora under construction, ma stiamo cercando il modo migliore per darvi la giusta visibilità. 


E adesso passiamo alla ricetta, semplicissima ma assolutamente deliziosa, con cui concludo questo magnifico Starbooks di febbraio: 

lunedì 11 febbraio 2013

Red Velvet Cake con Cheese Buttercream alle rose: l'MTC secondo Stefania!!!


Finalmente ha vinto.
Dopo 26 edizioni in cui si è vista passare davanti altrettanti vincitori diversi da lei, ha conseguito la sospirata vittoria. 
Di chi sto parlando? Ma della grandissima Stefania Oliveri, una delle concorrenti più ricorrenti dell'MTChallenge, che come me ha cominciato a partecipare fin dalla prima edizione, e che fin da subito ha dichiarato di anelare alla vittoria.
E' stata incoronata Regina dei Pici da Patrizia, e per la sfida di febbraio ha deciso di andare oltre Oceano per proporci una ricetta che lì è tradizionale, specialmente per il giorno di San Valentino.
Il San Valentino americano, si sa, è diverso dal nostro: lì si usa scambiarsi pensierini e bigliettini anche tra amici, non solo tra innamorati, e Stefania per me è un'amica speciale. 

Naturalmente la sfida non è solo nella Red Velvet in se': Stefania ha aggiunto alla sfida un elemento in più, facendo condividere a tutti noi quella che per lei è una sfida quotidiana: la cucina gluten-free. Affetta da celiachia da quasi 20 anni, e col figlioletto minore che soffre della medesima patologia, Stefania è da anni impegnata nella lotta della cucina buona, semplice e senza glutine. Lei infatti non si accontenta di usare i prodotti dietoterapici, ma studia da anni per trovare il mix di farine giusto per fare la pasta (non per niente ha vinto sui pici!), il pane, i biscotti e tutto quello che fa parte della nostra alimentazione quotidiana, ma senza glutine.
Certo, la lotta può sembrare titanica, ma lei non si lascia scoraggiare e ricomincia instancabilmente ogni giorno.

La cucina gluten-free richiede tanti accorgimenti: il rischio di contaminazione infatti è altissimo e proviene da fonti insospettabili. Se si cucina per un celiaco bisogna fare attenzione a tutto: avete impanato la cotoletta e preso un pizzico di sale dal barattolo? Il sale è contaminato. Avete cucinato la pasta normale e l'avete mescolata nella pentola con un cucchiaio di legno? Il cucchiaio è contaminato, e per mescolare della pasta gluten-free dovrete usare un'altra pentola perfettamente pulita - meglio ancora, una pentola dedicata - e un cucchiaio di legno nuovo, da usare esclusivamente per gli alimenti senza glutine e da non fare entrare assolutamente in contatto con alimenti glutinosi o contaminati. Meglio ancora, prevedete uno stipetto a parte in cui mettere tutti gli alimenti gluten-free. 
Tutto questo suona molto complicato, e di fatto lo è: è la lotta quotidiana di tutti gli amici celiaci. Ma cucinare facilmente gluten-free si può, e Stefania è impegnata da anni su questo fronte, per sensibilizzare amici e conoscenti sul problema e far capire che basta seguire alcuni semplici accorgimenti per cucinare cose squisite senza glutine. Ovvio che qui occorre fare attenzione all'etichetta - perfino i coloranti possono contenere glutine! - e che qui diventa fondamentale indicare le marche dei prodotti utilizzati, a garanzia della totale assenza di glutine.

Un esempio concreto ci viene offerto questo mese con la sfida sulla Red Velvet: una torta sontuosa e superba, con un mix di farine senza glutine, che è perfino più buona della versione originale!!!


venerdì 1 febbraio 2013

Queen of Puddings


La Pulcetta è una bimba passionale. 
E' molto intelligente e sensibile, ma soprattutto ha una proprietà di linguaggio fuori dal comune, grazie alla quale ogni tanto se ne esce con delle frasi che lasciano gli astanti con un palmo di naso.

Come l'altro venerdì, per esempio. Ero andata a trovare mia sorella dopo il lavoro e ci stavamo scambiando le ultime notizie. Lei, piccola acrobata, stava facendo delle evoluzioni da circo particolarmente complesse nell'esiguo spazio che va dallo schienale del divano al pavimento. Non so descrivervi esattamente il tipo di acrobazie in cui si è lanciata, so solo che a un certo punto ha fatto un salto carpiato che ha fatto prendere un coccolone a me e a sua madre, perché a momenti si spaccava i denti.
Mia sorella naturalmente l'ha rimproverata, e visto che la signorina aveva già cominciato a mettere il broncio ha aggiunto: "E non ti arrabbiare!". 
Questa frase deve averla fatta uscire dai gangheri, perché ha subito esclamato: "Tu non decidi dei miei sentimenti!" e con passo furioso e altero a un tempo è andata in camera sua. She stormed away, avremmo detto in inglese.
Ovvio che in casi del genere non puoi scoppiare a ridere, ma io e mia sorella ci siamo guardate allibite: da dove ha tirato fuori una frase del genere, questa bimba alta come un soldo di cacio?

Uno solo era il modo per addolcirla, questo budino semplicemente superbo, ma estremamente facile da preparare. I pudding inglesi di solito prevedono delle briciole di pane bianco in cassetta cotte nella custard, l'equivalente inglese della crema pasticcera. Nel Queen of Puddings il pane in cassetta è sostituito dal burroso pan brioche, e la differenza si sente! Ho provato a farlo con marmellata comperata e con marmellata casalinga, e anche qui la differenza di sapore è nettissima. Io preferisco usare la marmellata casalinga di lamponi, più asprigna, che contrasta piacevolmente la dolcezza di budino e meringa. 
Provatelo e non ve ne pentirete. 

mercoledì 30 gennaio 2013

Sally Lunn Bread senza impasto, a chiusura dello Starbooks di gennaio


E' giunto il momento di tirare le somme per il ricettario non ufficiale di Downton Abbey, oggetto dello Starbooks di gennaio.

Per quanto mi riguarda il verdetto è molto positivo: ho trovato delle dimenticanze qui e
là, ma nel complesso è un ottimo libro e ne consiglio l'acquisto a chiunque sia abbastanza curioso e anticonvenzionale da non ritenere che la cucina inglese sia indegna di tale nome.
A me personalmente basta pensare alla prima colazione inglese per andare in sollucchero: amo alla follia le uova strapazzate a colazione, benché le preferisca accompagnate dalla salsiccia piuttosto che dalla pancetta, e praticamente tutte le ricette di questo splendido libro hanno attirato la mia attenzione e mi hanno fatto venire una gran voglia di provarle. La sua autrice va senz'altro tenuta d'occhio: ha in se' quel pizzico di follia che le fa sperimentare le ricette più strane (e non mi riferisco a questo libro, ma al suo precedente "The Hunger Games Unofficial Cookbook", per scrivere il quale si è procurata ogni sorta di bestiolina selvatica, comprese le manguste) e bravura a sufficienza da poter scrivere questo splendido libro di ricette ispirandosi alla serie di Downton Abbey.



Oggi ho messo alla prova Miss Ansara Baines con un lievitato: è sui lievitati che sono cadute alcune autrici di libri presi in considerazione dallo Starbooks, e questo è quindi diventato un banco di prova significativo.
La prova è stata brillantemente superata da un Sally Lunn Bread senza impasto, dove le giuste proporzioni tra farina, lievito di birra e liquidi hanno dato un pan brioche che mi è piaciuto assai.

Prima di vederlo nel dettaglio, passiamo però in rassegna quello che hanno fatto le altre Starbookers e vediamo se anche per loro il bilancio è positivo:


Roberta - Le Chat Egoiste: Sweet Cream Scones
Emanuela - Arricciaspiccia: Cream of Asparagus Soup
Stefania - Araba Felice in cucina: Mrs.Patmore's Rosemary Oat Crackers
Patrizia - Andante con gusto: Anna Bates's Chocolate Crumpets
Cristina - Vissi d'arte e di cucina: Baked Cod with Parmesan Bread Crumbs

mercoledì 14 novembre 2012

Apple Æbleskivers per lo Starbooks di novembre!


Vedere la ricetta di queste caratteristiche frittelle sferiche danesi nel nuovo libro che stiamo testando per lo Starbooks di novembre e desiderare provarla è stato per me tutt'uno.

lunedì 22 ottobre 2012

Pane dolce dello Shabbat ai datteri, fichi e castagne con miele di castagno


Un pane per ringraziare.
Un pane per non dimenticare.
Un pane per invocare la pace.


L’MT Challenge di ottobre 2012 ha messo a tema, insieme al pane dolce dello Shabbat, la storia e la cultura di un Popolo, quello Ebraico, che nel corso dei secoli è sempre stato ingiustamente perseguitato in ragione della sua profonda unità con Dio, il suo unico Dio.

Certamente il fatto più eclatante perché più vicino ai giorni nostri è la Shoah avvenuta nel secolo scorso; ma che dire della deportazione in Egitto avvenuta prima della nascita di Cristo? Un popolo intero deportato e fatto schiavo, che nel corso di quei lunghi decenni si è piegato ma non spezzato, ha mantenuto inalterata la sua fortissima identità culturale ed è stato poi liberato da Dio per mezzo di Mosè, passando per il Mar Rosso le cui acque si sono divise in due, per poi richiudersi sui soldati del Faraone.

Anche oggi, nell’Anno Domini 2012, il popolo Ebraico è ben lungi dall’essere al sicuro e non parlo solo della situazione geopolitica d’Israele: un mesetto fa parlavo con Michela chiedendole dei corsi di cucina ebraica che lei tiene e sono rimasta allibita quando lei mi ha risposto che non può pubblicizzare giorno, ora e luogo per ragioni di sicurezza. Sono rimasta allibita – purtroppo non stupita – perché ritengo assurdo che in un Paese libero come l’Italia (e purtroppo sono certa che le medesime regole valgano in moltissimi altri Paesi), dove l’Articolo 3 della Costituzione sancisce la libertà religiosa e politica, un Popolo debba fare attenzione a pubblicizzare un evento normale e pacifico come un corso di cucina, per evitare attentati e rappresaglie.
Altrettanto assurdo è che uno straniero che si rechi in Israele debba chiedere di avere il timbro del Paese in un foglietto a parte anziché sul passaporto, perché se dovesse recarsi in alcuni Paesi avversi a Israele, basta quel timbro a negargli l’accesso. Sarà che mi sono messa nei panni dei funzionari dell’aeroporto di Tel Aviv, che si sentono chiedere tutti i giorni, come una litania, “no stamp, please”, ma l’ultima volta che mi sono recata laggiù non ho detto nulla e da allora posso orgogliosamente dire che sul mio passaporto campeggia il timbro d’Israele (così come in camera mia campeggia un poster con la panoramica di Gerusalemme).

Ottobre 2012, dicevo all’inizio, ed Eleonora ha messo a tema il Pane Dolce dello Shabbat, un pan-brioche fragrante che viene tradizionalmente preparato il venerdì e consumato il sabato, a colazione.
Da non confondere con la Challah, il Pane Dolce dello Shabbat viene farcito di frutta e/o altre prelibatezze, e benché tradizionale non ha significati religiosi.

Per questa mia seconda versione ho scelto abbinamenti di frutta secca più classici: datteri Medjoul (da quando li ho assaggiati in Israele per me non esiste altra varietà), fichi fioroni secchi e castagne lessate (per evitarmi il lavoraccio di pelarle ho acquistato quelle Noberasco, già pronte).
Anche questa volta ho voluto far rinvenire la frutta secca separatamente in acqua calda per una mezz’oretta prima di inserirla nel pane e questa volta il trait d’union è stato il miele di castagno: un cucchiaio sciolto nell’acqua in cui ho fatto rinvenire fichi e datteri, miele puro versato a filo sopra le castagne secche. Completano il tutto i soliti semini di papavero: sono stata tentata di usare il sesamo, ma non volevo che il suo sapore coprisse quello del ripieno. Nelle mie intenzioni dovevano esserci pure dei gherigli di noce spezzettati insieme ai datteri e ai fichi; una volta che il pane è andato in forno me li sono trovati lì, nella loro ciotolina e quindi… per questa volta ne ho fatto a meno. :-)

lunedì 15 ottobre 2012

Pane dolce dello Shabbat ai frutti rossi e acqua di rose


Quando a fine settembre ho visto che la vincitrice dell'MTC sulla Pasqualina era Eleonora, sono stata strafelice non solo per lei, ma anche, egoisticamente, per me. ^_^
Che l'MTC si sia trasformato pian piano da mero contest a una scuola di cucina è palese a
chiunque dia un'occhiata alle sfide dell'ultimo anno; che a questo appuntamento irrinunciabile si parlasse finalmente ebraico, è una cosa che mi ha per l'appunto reso felice, visto che sono curiosa da sempre di questa cultura millenaria di cui la cucina è una delle tante espressioni.

Io in Israele sono stata 2 volte e avrei dovuto tornarci una terza volta due anni fa, ma un problema di salute me l’ha impedito. E’ un Paese bellissimo, ricco di storia e di tradizioni; è anche un Paese profondamente lacerato, dove convivono le comunità arabe ed ebraiche, non sempre pacificamente; dove i ragazzini in spalla portano non lo zaino come i nostri, ma il mitra. Nessun Popolo è mai stato così pervicacemente perseguitato nel corso dei secoli, ma nessun Popolo ha mai dimostrato una unità più grande e più ostinata. L’ha espressa tramite tanti aspetti, questa unità: medesimi riti legati al cibo, al modo di prepararlo, di cucinarlo e di mangiarlo. Medesimi riti legati allo svolgersi della vita quotidiana, come le abluzioni prima dei pasti o le preghiere che scandiscono la giornata. Ed è alla capacità di questo Popolo di risollevarsi sempre e comunque che va il mio omaggio, la mia stima e la mia preghiera.

domenica 30 settembre 2012

TARTELLETTE DI FICHI E DATTERI CON SCIROPPO DI CIOCCOLATO AL CUMINO


Non m’intendo molto di oroscopi, ma il contest di Raffaella, a cui partecipo con questa ricetta, è incentrato proprio su questi: descrivere il proprio segno zodiacale e collegarvi una ricetta.

martedì 27 marzo 2012

Crepes "Tatin" per l'MTC

L'MTC di marzo verte sulle crepes, proposte dalla bravissima Giuseppina, che si è aggiudicata l'edizione di febbraio con un superbo paté. 

Le crepes sono deliziose e versatili, perfette con il dolce e con il salato e neanche a dirlo a me piacciono parecchio.

Le regole di questo MTC sono poche, ma chiarissime: bisogna usare la ricetta di Giuseppina per le crepes e non la propria, ed è obbligatorio l'uso del burro chiarificato
Ho già spiegato nel link come si prepara il burro chiarificato: a casa mia ce n'è sempre un vasetto in frigo e ogni volta che devo friggere col burro è quello che utilizzo, perché ha lo stesso punto di fumo dell'olio extravergine di oliva.

Ho avuto un sacco di idee per l'MTC di questo mese, la maggior parte delle quali erano per piatti salati. Alla fine però, visto che il challenge verteva essenzialmente su crepes dolci, ho preferito realizzarne solo una, dolce. Non so se entro mercoledì riesco a farne un'altra.

CREPES "TATIN" ALLE MELE

venerdì 18 novembre 2011

Christmas Pudding al triplo cioccolato




Sono ripartite le (St)renne, e sono ripartite alla grande: a un anno esatto dalla fondazione del gruppo, nato da un'idea geniale di Alessandra Gennaro, ci siamo ritrovate con una "stalla allargata" a parlare della tavola delle feste. Il merito dell'allargamento del gruppo è tutto di Stefania, che ha indetto il contest "(St)renne sì, for gluten-free" nel corso del quale i partecipanti devono reinterpretare il tema delle (St)renne in chiave gluten-free. Il contest si svolge nell'arco di 9 mesi (astenersi spiritosoni ^_^) ed è partito in settembre. I giudici siamo noi (St)renne Fondatrici e scegliamo di volta in volta le 5 ricette che secondo noi hanno interpretato meglio il tema trasformando ricette normali in ricette senza glutine senza usare prodotti dietoterapici. I vincitori di ogni edizione diventeranno (st)renne per un mese, partecipando al nostro backstage e pubblicando le loro ricette in coda alle nostre, nell'ultima settimana del progetto. Tra tutti i vincitori dei singoli temi, le (St)renne selezioneranno il vincitore finale, che avrà uno splendido premio: un week-end per 2 persone nello splendido Baglio Costa di Mandorla a Petrosino (TP). 



Le vincitrici della prima tornata del contest sono state Emanuela di Arricciaspiccia, Eleonora di Burro e Miele, Mai de Il Colore della Curcuma, Stefania di Profumi & Sapori e Giulia di Rossa di Sera
Da oggi per 3 settimane le (St)renne pubblicheranno le loro proposte per la tavola delle feste; la quarta settimana sarà il turno delle (St)rennine, come le abbiamo affettuosamente soprannominate, e naturalmente anche le loro ricette finiranno nel pdf ufficiale delle (St)renne. 

A scanso di equivoci preciso subito una cosa: le ricette delle (St)rennine potranno non essere gluten-free, per rientrare nel pdf. Se però loro vogliono partecipare anche a questa tornata del contest, possono pubblicare una ricetta gluten-free: chi ha detto che non si può vincere due volte il premio parziale? :-D


Passiamo adesso al tema delle (St)renne: la tavola delle feste. Chiaramente le prime feste a cui ci viene da pensare sono quelle natalizie che si stanno avvicinando a grandi passi, ma proporremo in generale dei piatti da gran festa, quella che vede la famiglia riunita attorno a una tavola imbandita, dove il cibo è la sinfonia che fa da sottofondo alla gioia di stare insieme.


Come prima ricetta ho pensato di proporre l'inglesissimo Christmas Pudding, nella versione del mio adorato Paul A. Young, l'uomo che mi ha conquistata nel momento in cui ho assaggiato i fondant con ganache al basilico preparati seguendo la sua ricetta. 
Non avevo mai preparato questo dolce in vita mia, e quando ho letto nell'introduzione alla ricetta “se solo una volta nella vita preparerete un Christmas Pudding, allora fate questo” ho pensato: OBBEDISCO!!!!! :-D


Il Christmas Pudding va preparato con un certo anticipo rispetto alla data di consumo, perché deve maturare al fresco (in una camera non riscaldata, ho letto da qualche parte; in balcone ben riparato dentro un armadietto, ho deciso io). Ho consultato diverse ricette e ho constatato che i tempi di maturazione del dolce variano parecchio dall'una all'altra. La ricetta più comune viene preparata l'ultima domenica di novembre, detta stirrup Sunday (domenica del mescolamento) perché è tradizione che ciascun membro della famiglia agguanti il cucchiaio di legno e dia una bella mescolata all'impasto del pudding esprimendo un desiderio per l'anno a venire. 
Ho però visto anche ricette che richiedono fino a 3 mesi di maturazione. 
Nel libro di Paul viene riportato quanto segue: idealmente, il pudding non dovrebbe essere consumato prima di otto settimane dalla preparazione
Insomma, ognuno si regoli come crede, io ho cominciato a prepararlo il 28 ottobre per gustarlo a Natale (barando di un paio di settimane); mi dispiace che a causa della tempistica di programmazione delle (St)renne sono costretta a pubblicare solo oggi la ricetta. 
Attualmente il mio Christmas Pudding è quindi in pieno work in progress e le immagini del prodotto finito sono state prese dal web per darvi un'idea del risultato finale; mie sono invece le fotografie delle varie fasi, e aggiornerò questo post con la foto finale del pudding fatta da me quando lo servirò in tavola, completo di commenti su consistenza e sapore.
Chiaramente non è un dolce per bambini, dato l'elevato tenore alcolico.

Avrei potuto usare un frullatore o la planetaria per prepararlo, ma ho voluto ricorrere al caro, vecchio cucchiaio di legno (quello destinato alle sole preparazioni dolci, ovviamente), per cercare di immedesimarmi in una tradizione secolare a me sconosciuta e nella quale voglio entrare in punta di piedi.

Quando ho letto della cottura a bagnomaria in una pentola capiente mi sono congratulata con me stessa: una decina di giorni prima di cimentarmi avevo infatti acquistato una bella pentola da brodo della capacità di 10 litri perché ero stufa di mettere in mezzo 3 pentole ogni volta che preparavo il brodo di carne. Curiosamente, il battesimo di questa pentola è avvenuto con questa ricetta di Paul: quale migliore auspicio per i suoi usi futuri? :-)

lunedì 24 ottobre 2011

Profiterole alla crema di cioccolato bianco e basilico



Quando ho letto il bellissimo post di Stefania, ho pensato: ma quanto è bello l'MTChallenge??? Si provano ricette nuove, ci si sfida su quelle già conosciute e si ha l'occasione di preparare un dolce che non si era mai fatto prima! Sì, perché devo
confessare che l'unico periodo della mia vita in cui preparavo regolarmente il profiterole è stato l'anno della terza media, solo che all'epoca usavo le scatole con i preparati. Ogni tanto invitavo a casa mia per il pomeriggio una o due compagne di scuola con la domanda "facciamo una torta?", acquistavo la scatola per i profiteroles, aggiungevamo al preparato uova, acqua o latte e burro e preparavamo le palline di impasto sulla placca del forno, aiutandoci con un cucchiaino (altro che la sac-à-poche! ^_^).
I problemi si presentavano regolarmente al momento di farcire i bignè gonfi e dorati che uscivano fragranti dal forno: la scatola che comperavo io prevedeva una farcitura di crema pasticcera e la copertura di cioccolata. Solo che a noi ragazzine non è mai venuto in mente di far raffreddare la crema prima di farcire i bignè (e sulla scatola non c'era scritto ^_^), sicché ogni volta ci scottavamo le dita. Che divertimento però! Alla fine del pomeriggio ogni amica portava a casa metà o un terzo dei profitteroles preparati - dipendeva da quante eravamo - da far gustare alla sua famiglia la sera, dicendo con orgoglio "questo l'ho fatto io".

Ne è passato di tempo da allora, ma io stranamente non ho mai più preparato i profitteroles, dedicandomi invece ad altri tipi di preparazione. Non che la ricetta mi fosse comunque sconosciuta: qualche anno dopo una zia l'ha svelata a mia madre e li ho visto preparare i bigné tante volte, solo che non l'avevo mai fatto personalmente. Non posso quindi che ringraziare di cuore Stefania di Profumi & Sapori con il suo preziosissimo post dettagliato fino all'ultimo grammo, per avermi trasportata magicamente per un istante dentro gli allegri e sereni pomeriggi della mia infanzia e per aver proposto questa magnifica ricetta su cui sfidarci in questo dorato mese di ottobre. 

Solo che... solo che ottobre mi è volato, letteralmente. Ero ancora convinta di avere tutto il tempo del mondo quando, venerdì sera, ho cominciato a leggere le proposte delle sfidanti. E' a quel punto che ho cominciato seriamente a preoccuparmi, perché oltre a rendermi conto che di tempo non ce n'era più tanto, ho constatato che l'MTC di questo mese non riguarda solo una ricetta di cucina, ma anche la vita personale. Sì, perché più di una sfidante, per realizzare i bigné, ha fatto ricorso all'aiuto del marito; e i mariti non si sono limitati a fotografare o a stare in cucina incitando con un "dai che ce la fai", no: hanno partecipato attivamente, qualcuno addirittura improvvisando un mandrino per sac-à-poche con il fermaciuccio del bébé! 


Occorreva correre ai ripari, solo che avevo 8 giorni per mettere un annuncio sul giornale (qualcosa del tipo donna sola, bella presenza, cerca marito per fare i bigné), scegliere il candidato tra i tanti che si sarebbero presentati, fare le pubblicazioni, sposarlo e preparare il profiterole. Capite bene anche voi che mi mancavano i tempi tecnici. Stavo per gettare la spugna, quando mi sono ricordata una cosa: ma io ce l'ho un marito!!! Un marito virtuale, che non sa neppure che esisto e che naviga sull'altra sponda, è vero, ma data la situazione non era certo il caso di fare la schizzinosa. A quel punto sono corsa alla libreria, ho agguantato emozionata il libro di Paul e mi sono messa a sfogliarlo avidamente. La mia scelta è caduta su una ganache che avevo già provato in una ricetta diversa e che mi era piaciuta assai; mi è bastato raddoppiare la dose di panna per avere una crema della consistenza adatta per farcire i miei bigné. 


Per i bigné stessi ho usato la ricetta di Montersino ma preparando la dose intera, per due motivi: il primo è che immaginavo i bigné fossero come le crepes: le prime non vengono bene, poi ci prendi la mano. Il secondo motivo è che intanto che preparavo i bigné dolci mi è venuta in mente una versione salata, di cui vi parlerò presto. :-)

venerdì 16 settembre 2011

Tatin di fichi all'aceto balsamico (E. Knam) con gelato alla ricotta di bufala

Annunciaziò, annunciaziò: Colin Firth è entrato a far parte delle (st)Renne!!!!
Sì, beh, lui non lo sa, ma ha forse importanza? ^_^ Indossa un maglione con una renna, e questo per noi è stato più che sufficiente per nominarlo (st)Renna ad honorem. Lui naturalmente è contentissimo e ha subito brindato con noi. :-D


Le (st)renne sono tornate con un sacco di progetti in cantiere ma soprattutto con la voglia di condividere la nostra esperienza con tutti quelli che lo desiderano, anzi... vogliamo condividere con voi pure il nostro backstage, quella fucina di idee e divertimento che è il motore principale del nostro lavorare insieme.



Ripartiamo quest'autunno con due progetti contemporanei: le (st)Renne settembrine che vedono come protagonisti i dolcissimi fichi e un progetto di promozione della cucina gluten-free il cui motore è Stefania, ma che vede coinvolti tutti noi delle (st)Renne in veste di giudici.

Le (st)renne gluten-free (cliccare sul link per il regolamento e ulteriori informazioni) si articoleranno in una serie di raccolte di ricette, tutte rigorosamente senza glutine, aventi un tema stabilito. Questo mese il tema coincide con il nostro e raccogliamo ricette aventi tra gli ingredienti i fichi.
Obiettivo del progetto è quello di creare un pdf ricco di ricette golose, sfiziose, semplici (o anche complesse, perché no?) ad uso e consumo dei numerosi amici celiaci e dei loro familiari e amici, senza però rinunciare al gusto.

Ogni 2 mesi Stefania lancerà un tema e raccoglierà ricette, e tra le migliori pervenute nel corso di quel mese ne eleggeremo 5, a nostro insindacabile giudizio, che vinceranno nell'immediato la corona di (St)Renna per un mese partecipando ai nostri backstage e pubblicando insieme a noi nel corso del progetto successivo durante l'ultima settimana, un post per ciascuno come facciamo noi.

Tra tutti i vincitori dei contest gluten-free poi, decreteremo il vincitore del bellissimo premio finale: un week-end per due persone da trascorre presso l'Agriturismo Baglio Costa di Mandorle a Paceco (TP) proprio sulla via del sale e sulla via del vino.



Tornando al tema delle (St)renne di questo mese, vorrei precisare che io i "fichi" li ho già in famiglia e quindi in teoria non avrei bisogno di andarmi a cercare Colin Firth.


In pratica però,
1) i miei fratelli non hanno mai indossato un maglione con l'effigie di una renna e
2)  trovarsi con i "fichi" in casa serve solo ad affinare il gusto e a rendere più esigenti quando ci si guarda in giro, motivo per cui ho assolutamente bisogno di andare a cercare proprio Colin Firth. :-D
Fabio non era del tutto d'accordo con la scelta del banner di noi (st)renne e si era subito proposto come modello, ma siccome neanche lui ha mai indossato un maglione neppure lontanamente simile a quello di Colin, è stato depennato impietosamente dal resto del branco, pardon, gruppo. ^_^

La dinamica è sempre la stessa: ci passiamo il testimone per tutta la settimana lavorativa e quindi lunedì pubblicano Ale & Dani, martedì Annalù e Fabio, mercoledì Stefania, giovedì Flavia e venerdì io.

La ricetta di questa settimana è rigorosamente gluten-free ed è targata Knam, almeno per la prima parte. Il gelato non è suo, ma mica si può avere tutto dalla vita, no? ^_^