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martedì 15 settembre 2015

Croissants sfogliati semi integrali


Vi dico subito che non sono soddisfatta.
Non al 100%.
Certo, per accertarmene senza ombra di dubbio sono stata costretta a mangiarne 2 (e sono a dieta stretta), ma già dopo il primo assaggio la soddisfazione pura, quella che provi quando una ricetta complessa ti riesce alla perfezione al primo colpo, non c'era.
Pubblico ugualmente, ripromettendomi di trovare il tempo di rifarli, visto che questo mese di tempo ne ho pochino.
Di che cosa sto parlando? Dell'MTChallenge, naturalmente! Quella meravigliosa sfida giunta alla 50^ edizione, con la meravigliosa ricetta dei croissants proposta da Luisa Jane.

Ora, io la pasta sfoglia l'ho fatta un paio di volte in vita mia; entrambe in epoca pre-blog, motivo per cui non ho sentito la necessità di fare le foto passo-passo del procedimento, ma insomma non ero esattamente a digiuno sul procedimento.
Mi ha fregato la funzione "camera di lievitazione" del mio forno, che prevede 30 °C come temperatura minima. Dopo 3 ore di sosta colà, il burro è fuoriuscito dai miei croissants e stava ai loro piedi come un lago unto e viscoso... uno scoramento mai visto! Ho infornato lo stesso, ma ho intenzione di riprovarci.
Intanto vi racconto come ho fatto.

sabato 5 settembre 2015

50 e non sentirle! Il Giubileo dell'MTC



...E siamo arrivati a 50.
Cinquant'anni? Nooooo, quelli li ho già superati!!! :-D
Sto parlando dell'MTChallenge, una gara di cucina nata quasi per gioco nel giugno 2010 e che è via via cresciuta, sotto gli occhi stupiti della sua ideatrice (nonché anima), Alessandra, e di tutti i partecipanti, che negli anni hanno creato una Community di tutto rispetto, e che appunto domani inaugurerà la sua cinquantesima sfida!

In un mondo dove tutto cambia, la nostra Community resiste da più di 5 anni, un autentico record per la blogsfera, e non certo l'unico battuto dal nostro gioco. Certo, negli anni non sono mancate discussioni, polemiche e defezioni; questo tuttavia ha rafforzato il gruppo, creando un senso di appartenenza che difficilmente si trova in rete, e che per molti di noi ha un seguito nella vita reale.
Il suo segreto? Sicuramente la guida discreta, ma ferma e sicura di Alessandra, che ha saputo valorizzare al meglio le doti di ciascun partecipante; ma anche la pronta ed entusiastica risposta dei singoli, che ad ogni sfida si mettono in gioco fino in fondo, dando il meglio di se' con allegria e autoironia, forti di un bagaglio di valori veri, solidi e indiscutibili, che hanno permesso a tutti di incontrarsi e di riconoscersi (cit.).
A lei va la mia più viva gratitudine, anche perché se ho aperto il blog è stato proprio grazie all'MTChallenge!!!

L'evoluzione del gioco ha comportato l'apertura di un blog dedicato, MTChallenge.it, dove la 
Redazione (di cui ho l'onore di fare parte) approfondisce ogni mese il tema proposto con post tecnici e storici e con interviste a Chef ed esperti del campo, mentre la Community contribuisce realizzando appositamente delle ricette extra sfida. 
Tutto questo ha fatto sì che l'MTChallenge abbia guadagnato un posto importante nel web, quanto a credibilità dei contenuti ed affidabilità delle ricette.
E poi, fateci caso: le principali riviste di cucina propongono regolarmente, a 2 mesi di distanza, i temi della nostra sfida!


Domani si aprirà dunque la cinquantesima sfida di questo bellissimo gioco che, iniziato quasi per scherzo, negli anni si è evoluto fino a diventare una vera e propria scuola di cucina, dove il vincitore della sfida precedente mette a disposizione della Community il suo sapere lanciando una nuova sfida ai partecipanti.

E non è finita: MTChallenge è nato come un gioco, ma ha già pubblicato ben 3 libri di cucina, che in pochi mesi hanno battuto tutti i record di vendite pur non essendo supportati da alcuna pubblicità!



Anche qui, grandissimo entusiasmo e generosità da parte di tutta la Community, dal momento che i proventi della vendita di tutti e tre sono andati in beneficienza.

E quindi, festeggiamo il nostro gioco e la nostra Community aprendo oggi lo scanzonato GIUBILEO DELL'MTCHALLENGE.
Restate sintonizzati con noi: ne vedrete delle belle!!!!

lunedì 22 giugno 2015

Burger al fieno "Erba di casa mia"


Avete presente quando ci diciamo "non ce la posso fare"?
Ecco, io non ce la posso fare.
A resistere fino alle ferie, intendo.
Sul lavoro sto preparando le attivazioni di settembre (in ritardo e con l'acqua alla gola, naturalmente) e in cucina - più precisamente nell'MTChallenge - ho deciso che eravamo avanti, avantissimo, tanto che praticamente la sfida di giugno era finita.
Proprio questo dicevo sabato ad Alessandra: peccato che la sfida sia finita, l'ingrediente chiave per la mia seconda ricetta mi è arrivato solo mercoledì, troppo tardi perché possa fare qualcosa...
Lei mi ha guardato stranita e mi ha fatto notare che la sfida termina il 25 e che eravamo solo al 20 giugno.
Cavoli!!!! Allora ce la faccio!!!! Ero già proiettata ai primi di luglio...

E insomma eccomi qui, cara Arianna, a proporti la mia seconda ricetta.
L'ingrediente principale della mia seconda proposta è al contempo semplicissimo e difficile da reperire: il fieno per uso alimentare.


Molto usato per la stagionatura dei formaggi e presente in alcuni piatti della cucina di montagna, da qualche anno è stato riscoperto dagli Chef ed è entrato a pieno titolo tra gli ingredienti dei piatti dell'Alta Cucina.

Io ovviamente non ho pretese del genere: la mia idea è semplicissima e mi è venuta perché ai primi del mese ho gustato in un noto ristorante milanese del pane fatto in casa, adagiato sul fieno. Il dolce e delicato profumo erbaceo del fieno ha insaporito deliziosamente la mollica conferendo un sapore molto delicato e caratteristico al pane, e subito mi sono detta che dovevo procurarmi del fieno per qualche ricetta.

Pochi giorni dopo è uscita la ricetta della sfida di questo mese, l'American Burger di Arianna, e ho quindi subito trovato la scusa per comperarlo. Solo... dove procurarmelo? Nell'era di internet è facile trovare una risposta a ogni domanda, così ho effettuato il mio acquisto on line qui... e atteso con impazienza che mi arrivasse!

lunedì 15 giugno 2015

Burger di Rana Pescatrice e Salmone con salsa al mango e fiori di zucca fritti


Arrivata a questo punto dell'anno, mi confesso decisamente stanca.
L'alta stagione sul lavoro è cominciata già da due mesi (e prima del suo inizio abbiamo corso come pazzi per prepararla), sono sempre di corsa e in più adesso che è scoppiato il caldo faccio più fatica a stare davanti ai fornelli. Non che non ne abbia voglia, tutt'altro, ma tra il desiderare e il fare c'è di mezzo una fiacca che faccio fatica a combattere.

Per fortuna ci ha pensato Arianna a tirarmi fuori dalla "lagnusìa" (=pigrizia lamentosa), come si dice dalle mie parti: bravissima vincitrice della scorsa edizione dell'MTC, ci ha lanciato una sfida a dir poco entusiasmante, quella sull'American Burger. Non il panino alla McDonald's inteso come junk food, beninteso, ma un burger gourmet che comprende la preparazione in casa del pane, del burger, di almeno una salsa e di un contorno. Una sfida impegnativa insomma, che ci tiene in cucina per parecchio tempo ma che mi ha regalato tantissime soddisfazioni, a partire dal pane: la ricetta di Arianna per i panini da burger è semplicemente perfetta, e l'ho fatta mia subito.

Purtroppo potrò presentare una sola delle 3 idee che mi sono venute, proprio per mancanza di tempo: ho dovuto ordinare uno degli ingredienti chiave su internet e non mi è ancora arrivato, e so già che in settimana non avrò il tempo di preparare e fotografare un'altra ricetta. Le proporrò più in là, fuori gara ma con calma, perché comunque le idee mi sono piaciute e sono curiosa di vedere se la realizzazione corrisponde alle mie aspettative.
Intanto posso dirvi che questa le ha superate. :-)


lunedì 25 maggio 2015

Spaghetti al sugo di pomodoro e fragole Candonga


Quando dico che l'MTChallenge è una sfida con se stessi prima ancora che con gli altri, e che spinge a superare i propri limiti e pregiudizi, lo dico con cognizione di causa. 😉

Ad esempio ero convinta che del sugo di pomodoro mi desse fastidio perfino l'odore, ma ho scoperto che non è esattamente così: mi è capitato infatti in qualche periodo dell'anno, quando mia mamma andava da sua mamma ad assisterla, di preparare per mio padre dei vasetti di sugo di pomodoro perché potesse condirsi la pasta in settimana. Siccome capitava essenzialmente in inverno, preparavo il sugo con i barattoli di pomodori pelati, e sì, mi dava fastidio perfino l'odore di quei sughi.

Ma l'MTC di questo mese, in cui la bravissima Paola di Fairie's Kitchen ci ha sfidati su O' spaghetto ca' pummarola (con un post da incorniciare tanto è completo, preciso e ben fatto), mi ha fatto scoprire che il sugo fatto con pomodori freschissimi, maturi e di stagione è di una bontà incredibile. La voglio quindi ringraziare, perché senza questa sfida non sarei mai andata a fondo sul perché il sugo di pomodoro semplice non mi piace - da questo autunno mi faccio i pelati in casa! - e, last but not least, non avrei riscoperto un formato di pasta, gli spaghetti, che negli ultimi 18 anni hanno avuto poca e nulla cittadinanza a casa mia.

venerdì 22 maggio 2015

Spaghetti con sugo di pomodori e triglie



DRIIIIINNNN!!!

- Pronto?
- Ciao Pulcetta, come va? Tutto bene?
- Ciao Zia, tutto bene grazie.
- Senti, che ne diresti se Zia si autoinvitasse a pranzo da voi?
- Direi che posso darti i croccantini del gatto. Quelli che lui non vuole naturalmente, altrimenti chi lo    sente, se ti vede mangiare i suoi preferiti?
- Vabbè, allora passo. Preferisco gli spaghetti al pomodoro.

Quando l'MTChallenge chiama la Community risponde, e poco importa quanto sia difficile o poco consona al proprio gusto la ricetta: una via s'ha da trovare, perché la sfida più intrigante del Web è innanzi tutto una sfida a noi stessi e ai nostri limiti, e solo dopo diventa una sfida culinaria tra concorrenti.

Per me questo è stato chiarissimo fin da quando ho visto l'argomento di questo mese: O' spaghetto ca' pummarola proposto dalla bravissima Paola, vincitrice della scorsa edizione.

Una sfida nella sfida, sì, perché come ho già scritto altre volte in questo blog, causa overdose da piccola, se c'è un formato di pasta che detesto sono proprio gli spaghetti, e se c'è un sugo di cui mi dà fastidio perfino l'odore è proprio quello di pomodoro semplice.

mercoledì 22 aprile 2015

Pan di Spagna al pistacchio con mousse alle fragole e fragoline di bosco


Che l'MTChallenge sia una scuola di cucina in cui ogni mese il secondo Giudice mette umilmente a disposizione il suo sapere e la Redazione studia anche di notte per approfondire il tema e svelare trucchi e segreti, già lo sapevo. Negli anni ho sperimentato ricette, scoperto modi nuovi per preparare la stessa cosa, modificato le mie convinzioni sul "come si fa" questo o quello e cambiato la mia vecchia, fidata ricetta perché quella proposta dal secondo Giudice era migliore. Con l'MTC insomma, il vecchio adagio "non si finisce mai di imparare" ha acquistato un nuovo senso.

Quello che però non mi era mai capitato, era un MTChallenge che sovvertisse completamente le mie nozioni su una data ricetta. E' successo questo mese (immagino che prima o poi dovesse accadere), e del tutto inaspettatamente è accaduto con il Pan di Spagna.
Cioè, andiamo, il Pan di Spagna!!! La prima volta che l'ho preparato, sotto la stretta supervisione di mammà, avevo 7 anni e se c'è una base dolce che faccio anche a occhi chiusi, è esattamente quella. Ovviamente conoscevo la ricetta classica, che prevede di montare uova intere e zucchero insieme, ma non avendo trovato grandi differenze rispetto al metodo alternativo insegnatomi da mia madre, che a sua volta l'aveva appreso dalla sua, 9 volte su 10 lo preparo con la ricetta di famiglia.

E poi, a dirla tutta, il Pan di Spagna mi è perfino venuto a noia: non posso dire che non mi piaccia, ma siccome il 90% delle torte proposte da mia madre è a base di PdS, ho cominciato ben presto a ritenerli dei dolci scontati e banali.

lunedì 16 marzo 2015

Quiche di mare alle erbe aromatiche


Carta d'Identità

Nome: MTChallenge
Cognome: La brisée di Michel Roux nelle torte salate
Indirizzo: Sfida n. 46
1° Giudice: An Old-Fashioned Lady
2° Giudice: Cuocicucidici
Segni particolari: Fichissima
Foto:

Per riassumere la sfida dell'MTChallenge di questo mese, non ho trovato niente di meglio che provare a tracciarne una carta d'identità.
Intese dai più come meri svuotafrigo, le torte salate possono - anzi devono - assurgere ad opere d'arte, e questo mese noi MTChallengers siamo stati chiamati proprio a questo. A giudicare dalle ricette che fin da subito hanno riempito la pagina degli sfidanti, direi che il guanto della sfida è stato raccolto e rilanciato alla grande (guardate questa, se non ci credete ;-) ).

Confesso che a tutta prima l'enorme portata di questa sfida mi aveva paralizzata, un po' come era successo con quella sulla Caesar Salad: apparentemente facile, in realtà nasconde un'insidia, il rischio di mettere insieme un'accozzaglia di ingredienti senza né capo, né coda. Non a caso, uno dei punti del regolamento è "no svuota-frigo".

Così ho iniziato dal basso, ingranando la prima come si suol dire, e cioè imitando una ricetta tradizionale interpretata da un grande Chef. Poi ovviamente ho dato un'occhiata alle prime proposte arrivate, e mi sono inchinata fino a terra davanti alla bravura delle mie colleghe MTChallenger.
E poi il neurone si è messo in moto, e ha cominciato venirmi qualche idea.

Adoro i piatti di pesce, che mi fanno letteralmente impazzire. Tra i frutti di mare il mio preferito sono le cozze, come forse qualcuno ha intuito nella sfida sulla Taieddhra, nel corso della quale ho fatto 11 proposte (la 12^ non l'ho pubblicata perché il risultato non mi aveva convinta del tutto). ;-)
Non avevo fatto in tempo a decidere di proporre una quiche a base di cozze, che ho letto la ricetta della torta salata alle erbe aromatiche di Loredana: perfino una capra in matematica come me è in grado di fare 1+1, e così è nata la ricetta che vi propongo oggi.

Ho unito al gusto forte e deciso delle cozze quello più delicato del merluzzo e ho aromatizzato la salsa dell'appareil con le fresche erbe aromatiche del mio balcone. E meno male che la quiche era già in forno quando mi sono collegata a internet e ho visto la Salted Lemon Meringue Pie di Alessandra, altrimenti mi sarei bloccata, tanto il mio appareil assomiglia alla crema pasticciera salata di sua madre. Quando si dice questione di feeling. ;-)

venerdì 13 marzo 2015

Torta salata di piccione speziato - quasi Pastilla


Adoro la selvaggina in generale, e faccio fatica a decidere se preferisco quella da pelo o da piuma. Il piccione in particolare, è per me legato a tantissimi ricordi d'infanzia. Ho raccontato qui come da bambina avessi provato a covare un uovo di questo volatile, con scarso successo; ma anche prima di quell'episodio, noi cuginetti ci contendevamo l'onore di buttare il grano alla sera, nella terrazza adibita a piccionaia, per nutrire i piccioni - che durante il giorno volavano liberi - e fidelizzarli a casa nostra. Era divertente vedere la terrazza vuota riempirsi all'improvviso di piccioni, ogni volta che buttavamo una manciata di chicchi di grano presa dal pesante sacco di juta che Nonna Sara sorreggeva per noi. Lei sorvegliava la quantità che spargevamo, ed era sempre con dispiacere che smettevamo, al suo "Basta così".

Tra le ricette a base di piccione che mi sono capitate sotto mano in questi anni, una mi ha sempre affascinata: quella della Bstilla marocchina (detta anche Bastila o Pastilla, e traslitterata nei Paesi anglofoni con Bisteeya), una sontuosa torta salata a base di carne di piccione e spezie, avvolta in pasta Warqua (oggi sostituita dalla fillo) e cosparsa di zucchero a velo.
Ora, se lo zucchero a velo mi è sempre sembrato eccessivo, il ripieno mi ha invece stuzzicato le papille e ho voluto approfittare dell'MTC n. 46, vinto dalla grandissima Flavia con una ricetta di Baci a dir poco strepitosa, che verte sulle torte salate, per provare a realizzarlo.

Oggigiorno nessuno più fa la Bstilla col piccione, che viene comunemente sostituito dal pollo, come suggerisce Claudia Roden. Io però avevo sottomano la ricetta dello Chef Greg Malouf, che richiede 3 piccioni, e "casualmente" tenevo in freezer 4 piccioni, congelati a due a due. Ho deciso di scongelarne una coppia per provare la ricetta, sostituendo il terzo con un galletto, motivo per cui il ripieno della mia torta salata mostra un misto di carne nera e bianca. Col senno di poi, avrei fatto meglio a scongelarli tutti e 4: il mio stampo a fondo amovibile aveva un diametro molto ampio (28 cm), e il ripieno non è bastato a riempirlo completamente. La prossima volta opterò per quello da 24 cm di diametro, che non ho usato questa volta perché non ha il fondo amovibile e temevo di rompere la torta al momento di sformarla.


mercoledì 25 febbraio 2015

4 Baci tutti per voi!!!


Sapevo già che avrei avuto un picco di superlavoro in gennaio; quello che non sapevo però, era che tale picco mi avrebbe prosciugato le energie al punto tale, da impedirmi di partecipare al mio amato MTChallenge, una sfida di cucina estremamente stimolante che mi spinge sempre ad andare un po' oltre ai miei limiti. E' quindi avvenuto che per prepararmi alla sfida sui canederli io abbia preparato due tipi di pane, che ho rigorosamente affettato e messo a seccare (follie da MTChallenge, lo so); quel pane è ancora in un sacchetto di carta, pronto ad essere usato, e sicuramente prima o poi mi cimenterò in solitaria nei canederli.

lunedì 16 febbraio 2015

Insalata Orient Express


E' trascorso un mese e mezzo da quando ho pubblicato l'ultimo post (a parte i due post di traino per lo Starbooks, ma comunque come tempi siamo lì) e in questo periodo di tempo sono successe tante cose: da un picco di super lavoro che sicuramente mi aspettavo, ma che non immaginavo sarebbe stato così pesante, alla perdita di una persona cara, e per finire mi è capitato tra le mani un libro magico che parla di riordinare la casa e dà un metodo molto efficace.


Si mette a posto la casa, si passano in rassegna tutti gli oggetti che possediamo, uno per uno, prendendoli in mano e chiedendoci se ci rendono felici; se la risposta è no, quell'oggetto va scartato senza pietà e soprattutto senza rimpianti. L'operazione è piuttosto lunga: l'autrice parla di riordinare tutto in una volta, ma precisa che il tempo medio di riordino dura 6 mesi, visto che la maggior parte delle persone lavorano durante la settimana. Si mette in ordine la casa buttando via il vecchio e interiorizzando il proprio passato, per poter organizzare e affrontare con più serenità e determinazione il presente e il futuro. La cosa incredibile è che l'autrice ripete spesso che dopo aver riordinato una stanza, l'aria si fa più leggera, pura e cristallina. Ho pensato che fossero fesserie, ma ho dovuto constatare di persona che mi sbagliavo: è proprio così e incredibilmente, dopo aver svuotato un armadio, tutta la stanza sembra più vuota e leggera, anche se le ante dell'armadio sono chiuse e il loro contenuto è solitamente nascosto allo sguardo.

Il riordino insomma è una sorta di depurazione della casa dalle scorie accumulatesi nel tempo, e in parallelo anche le scorie del nostro organismo vengono espulse: inconsciamente, a mano a mano che liberiamo la casa dalle cose superflue, adottiamo uno stile di vita più sano e anche il nostro organismo si depura. Ma la cosa più bella è che si depura pure l'anima: si ripensano tutti i rapporti con le persone, si fa chiarezza dentro di se' e si capisce quali sono i rami secchi da potare e quali quelli da curare e far fiorire.

E visto che sto depurando casa e organismo, tanto vale prendere in mano lo splendido Insalata da Tiffany e farsi ispirare da una di quelle meravigliose insalate, perché il gusto non è certo bandito dalla vita, anzi! Con il riordino si riesce ad apprezzare e a gustare meglio ciò che si ha.

martedì 16 dicembre 2014

DOLCI REGALI - Perché non c'è due senza tre


Il primo è stato L'ora del patè: caso editoriale dell'anno 2013, la prima tiratura (1700 copie, contro le 500-600 copie che di solito si stampano per i libri di cucina) è andata esaurita in soli 5 giorni e un mese dopo c'è stata la ristampa di altrettante copie.
Poi è uscito Insalata da Tiffany: era il 17 luglio, a ridosso delle ferie estive, e un lancio vero e proprio non c'è stato; l'unica presentazione ufficiale è avvenuta nella splendida cornice di Villa Regina Margherita a Bordighera il 5 settembre. Eppure anche di questo, le prime 1700 copie sono state vendute tutte.

E siccome non c'è due senza tre, oggi esce DOLCI REGALI, il terzo libro della Collana dell'MTChallenge, edito da Sagep, armonizzato dalla penna brillante di Alessandra Gennaro e curato dall'instancabile Fabrizio Fazzari, a cui va il mio ringraziamento più sentito.
Le fotografie sono di Paolo Picciotto, che non ha certo bisogno di presentazioni,


 e le illustrazioni della bravissima Mai Esteve, che si è riconfermata fedele interprete dello spirito del libro e di tutto ciò che ruota attorno all'MTChallenge, a cui del resto partecipa da diversi anni come concorrente, oltre che come membro della Redazione.

Dolci regali dunque, dove quel "regali" significa primariamente "dei re", anche se l'ambivalenza lessicale e il periodo pre natalizio fanno subito pensare ai doni.

A differenza dei libri precedenti, incentrati su sfide specifiche dell'MTChallenge, Dolci Regali è partito da una di queste, quella sul Babà, per poi spaziare tra i dolci nati tra la fine del XVII e gli inizi del XIX secolo, quando la pasticceria divenne un'arte autonoma grazie anche al calo del prezzo dello zucchero. Via allora a tutti gli impasti lievitati dolci, a forma di corona (Savarin, Babà, Kugelhupf, Kringel, etc.) o di treccia, simboli quindi di potere e di regalità. perché il potere dei monarchi veniva comunicato anche tramite i cibi serviti a corte.
Ma anche i poveri hanno escogitato i loro dolci, più modesti, certo, di quelli serviti a palazzo, ma ugualmente buoni: le Graffe, i Krapfen, la Torta delle rose, i Buns, etc., sono tutti la risposta popolare ai dolci di corte.
Completano il libro la sezione di sciroppi e bagne, quella delle creme e "la dispensa del castello", una raccolta di sciroppi e liquori, conserve e acque profumate, che ogni cuoca reale deve avere sottomano.

Una ricca raccolta di 130 ricette insomma, alcune delle quali senza glutine, da  mangiare con gli occhi prima che con la bocca, che vi farà subito venir voglia di mettere le mani in pasta.

E non è tutto:

Acquistando una copia di Dolci Regali, contribuirai alla creazione di borse di studio per i ragazzi di Piazza dei Mestieri, un progetto rivolto ai giovani oggetto della dispersione scolastica e che si propone di insegnare loro gli antichi mestieri di un tempo, in uno spazio che ricrea l'atmosfera di una vecchia piazza, con le botteghe di una volta - dal ciabattino, al sarto, al mastro birraio e, ovviamente, anche al cuoco. La Piazza dei Mestieri si ispira dichiaratamente a ricreare il clima delle piazze di una volta, dove persone, arti e mestieri si incontravano e, con un processo di osmosi culturale, si trasferivano vicendevolmente conoscenze e abilità: la centralità del progetto è ovviamente rivolta ai ragazzi che trovano in questa Piazza un punto di aggregazione che fonde i contenuti educativi con uno sguardo positivo e fiducioso nei confronti della realtà, derivato proprio dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei propri talenti anche attraverso l’introduzione all’arte, alla musica e al gusto.

Insomma, correte in libreria a ordinarlo, ma soprattutto...



venerdì 21 novembre 2014

Muffins agli agrumi


L'inconveniente di decidere di preparare i muffin alla domenica mattina, è che potresti scoprire all'ultimo minuto di non avere sufficiente farina 00. Vai in dispensa tranquilla, sapendo che le farine a casa tua non mancano mai, e scopri di avere solo un pacco di Manitoba: la peggior farina per i muffins visto che è ricca di glutine, e il glutine è l'ultima cosa di cui i muffin hanno bisogno. Non ti perdi d'animo però: frughi nello stipetto e tiri fuori l'amido di frumento, con cui decidi di tagliare la Manitoba per indebolirla. C'è un problema però: gli amidi assorbono liquidi fino al doppio del loro peso, quindi dovrai aggiustare pure i liquidi nella ricetta che farai... sì, perché qui siamo all'MTChallenge, mica pizza e fichi, e Francesca del blog Burro e Zucchero ci ha sfidati proprio sui muffins, dove le corrette proporzioni tra ingredienti secchi e umidi sono fondamentali.

Ma la ricetta questo mese non basta: il regolamento impone che sia ispirata a un testo letterario. Ora, uno degli amori letterari più grandi della mia vita è Emile Zola, fondatore della Scuola Naturalista in Francia (che ha nel Verismo il suo corrispondente in Italia) e che ha scritto il ciclo dei Rougon-Maquart, 20 libri che hanno come filo conduttore i due rami di una famiglia, quello legittimo e quello bastardo; intento dell'autore è quello di dimostrare che la tara iniziale dei capostipite si tramanda alle generazioni future, e assume aspetti diversi secondo l'ambiente sociale e il carattere stesso degli individui. Ho letto e riletto tutti e 20 i libri di tale ciclo: tutti quanti almeno un paio di volte, alcuni li ho riletti con grande piacere anche per 10 volte (e chissà quante ancora li rileggerò).

Il libro a cui mi sono ispirata per questa ricetta è La colpa dell'abate Mouret, ambientato per la maggior parte in un giardino fantastico e apparentemente infinito, il Paradou, una sorta di Eden che sorge nel bel mezzo di una terra arida e difficile da coltivare. Nel Paradou vi sono ogni specie di piante e fiori, dalle più note a quelle più strane, e vi sono angoli nascosti e sconosciuti alla stessa Albine, che lo esplorerà in lungo e in largo insieme a Serge, l'Abate Mouret. Al centro del Paradou vi è un grande albero, che Zola sicuramente paragona all'albero della vita: tra le sue fronde ogni specie di uccelli trova rifugio, ed è sotto la sua ombra rinfrescante e protettiva che si consuma la colpa di Serge e Albine, colpa che sarà espiata con il sacrificio di Serge, che torna al presbiterio, e con la morte di Albine, disperata dal rifiuto estremo del suo grande amore.

E' stato proprio pensando al Paradou e a ogni sorta di albero da frutto che vi si trova, che ho trovato l'ispirazione per i miei muffins: ho colto diversi agrumi, di cui ho mischiato scorze candite e succhi, per creare i miei muffins.

Come dicevo nell'introduzione, non mi ero accorta né che la farina 00 stesse per finirmi, né che non ne avevo altra in dispensa. Ho quindi usato per i miei muffins 150 g di farina 00, 100 g di farina Manitoba e 60 g di amido di frumento. Per riequilibrare i liquidi, ho usato 50 ml di latte in più. Li ho rifatti in settimana con sola farina 00, la più indicata per avere muffins morbidi e dalla giusta consistenza, e di seguito ne riporto le dosi corrette.

lunedì 17 novembre 2014

Muffins speziati di Natale


Eccomi tornata al consueto appuntamento mensile con l'MTChallenge, a cui sono fedele da 4 anni e mezzo (ho saltato solo 2 puntate, una perché ero in ospedale :-) ). Questo mese oggetto della sfida sono i Muffins, in versione dolce o salata, proposti dalla bravissima Francy, che si  è aggiudicata la vittoria della scorsa edizione con delle lasagne semplicemente strepitose.
Una sfida sui muffins dunque, apparentemente una passeggiata, ma che nasconde in realtà molte insidie; la prima di queste sta proprio nel fatto di realizzare dei muffins: non basta inserire un impasto nei pirottini per farne un muffin, occorre rispettare rigorosamente le proporzioni tra ingredienti secchi e ingredienti liquidi, e soprattutto lavorare l'impasto pochissimo, per non sviluppare la maglia glutinica della farina. Il post di Francy è dettagliatissimo e illuminante in tal senso e ne consiglio vivamente la lettura a tutti.
Ma la sfida di questo mese è ulteriormente complicata da un altro fattore. Recita infatti il regolamento: "Muffins dolci e salati, dunque, ma obbligatoriamente ispirati ad un testo letterario: che sia un romanzo, un testo teatrale, una poesia, una preghiera, una favola, una canzone, un libretto d'opera e via dicendo. Sceglietelo voi, spiegateci il perché, raccontatecelo, e inventate il vostro muffin sulla base delle suggestioni che questa fonte di ispirazione vi detta."


Per la mia prima proposta mi sono ispirata a uno dei libri più belli che abbia letto negli ultimi anni, Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi.


Si tratta della storia autobiografica di una docente Iraniana di letteratura inglese, Azar Nafisi, che dopo 20 anni di insegnamento presso l'Università Allameh Tabatabei, a seguito della rivoluzione Khomeinista decide di lasciare l'incarico per via delle continue pressioni che riceve sui contenuti delle sue lezioni (che diffondono la cultura decadente del "Grande Satana", l'Occidente) ed in generale sulla sua vita di donna, costretta a nascondere ogni aspetto della sua femminilità e ad abdicare al suo cervello quando esce di casa. Le madri delle studentesse dell'autrice, le donne della sua generazione e di quella precedente, hanno studiato, hanno partecipato attivamente alla vita culturale e politica del paese (Nehzat, la madre dell'autrice è stata la prima donna eletta nel Parlamento iraniano), mentre adesso sono relegate tra le 4 mura domestiche e non hanno quasi più nessun diritto. La professoressa Nafisi però non si arrende dopo le dimissioni da docente: convoca le sue 7 migliori studentesse e le invita a partecipare a un seminario settimanale di letteratura inglese a casa sua, durante il quale si concedono il lusso di togliersi veli e chador e discutono in piena libertà di Nabokov, Scott Fitzgerald, Jane Austen ed Henry James sorseggiando tè e gustando pasticcini, e mettendo a confronto finzione e realtà, alla luce della loro esperienza quotidiana.

Azar Nafisi accoglie le sue studentesse ogni giovedì con un tè profumato e deliziosi pasticcini, ed è stato proprio pensando a questi che ho ideato i miei muffins: leggendo il libro mi sono immedesimata via via nell'autrice e nelle sue studentesse, le cui storie e identità sono state mischiate ad arte per non farle riconoscere al regime degli ayatollah e garantirne così la sicurezza; stamattina sono l'autrice, intenta a preparare i dolcetti che accoglieranno le ragazze nel pomeriggio.
Spezie profumate, che la cucina Iraniana sa dosare con tanta sapienza, e che insieme creano un'armonia di sapori che aiuta a evadere dal grigiore della realtà, apre e libera la mente e prepara le ragazze ad affrontare l'autore del giorno senza preconcetti, confrontando la vita e soprattutto le emozioni dei personaggi con le loro.
Ho così voluto unire cannella, coriandolo, cardamomo e kumquat, che simboleggiano l'antica, raffinata cultura persiana e la poesia dei tempi andati; ho aggiunto la marmellata di arance con le bucce, che conservano un pochino della parte bianca, a ricordare l'amara realtà che le protagoniste vivono ogni giorno nell'Iran dopo la rivoluzione khomeinista. Acqua di rose e liquore Strega (che contiene erbe, spezie e zafferano) completano un insieme punteggiato dall'uvetta sultanina, oasi di dolcezza come il seminario settimanale a cui le ragazze partecipano.

La Pulcetta dopo averli addentati mi ha detto che le ricordano i biscotti di pan speziato che le preparo per Natale... e in effetti ripensandoci direi che hanno proprio un sapore che nel decadente Occidente noi definiremmo natalizio; so che con il libro non c'entra niente, ma io vivo in Italia, quindi per me questi sono dei

lunedì 27 ottobre 2014

Lasagne al ragù e vellutata di pesce, con sfoglia al curry


Quando ho saputo che il numero massimo di lasagne che potevamo presentare per questo MTC era 3, ho subito pensato che ne avrei presentata una vegetale, una di carne e una di pesce.
Ho anche pensato che Sabrina, che proprio sulla lasagna ci ha sfidate, avrebbe preferito che ognuno di noi ne preparasse una sola, ma si sa: l'MTC ti prende e non si può davvero fare a meno di dare il massimo, a ogni sfida.

Tre lasagne, dunque. Per quella di carne avevo le idee chiare, ma mi mancava l'ingrediente chiave, sicché ho ripensato interamente il ragù; per quella vegetale l'ispirazione mi è venuta mentre facevo la spesa. Per quella di pesce avevo invece le idee chiarissime, quindi sono andata a fare la spesa con una lista ben precisa, salvo cambiare idea davanti al banco del pesce.

mercoledì 22 ottobre 2014

Lasagne ai mirtilli con ragù bianco di quaglie ai fichi


Sono reduce da un week-end piacevolissimo ma intenso e da un'apertura di settimana sfibrante, motivo per cui oggi sarò breve.
Molto breve. :-)
Parliamo di MTC, delle lasagne di Sabrina e di uno dei miei abbinamenti preferiti: la selvaggina e la frutta.



A dire il vero io avevo cercato del cinghiale; in difetto, mi sarei accontentata del cervo o del capriolo. Niente. Impossibile reperirli in breve tempo, e siccome sapevo di avere due fine settimana di ottobre impegnati, non potevo aspettare.
Mi sono accontentata delle quaglie, con cui ho preparato un profumatissimo ragù bianco speziato, accompagnato da dolcissimi fichi. La sfoglia è colorata con dei mirtilli frullati, anch'essi perfetti con la selvaggina. Prosciutto crudo per dare sapidità al ragù e croccantezza fuori, et voilà...

lunedì 13 ottobre 2014

Lasagne "del cavolo" ai vrocculi arriminati, con besciamella alla bottarga


Oggi lasagne verdi, per un MTChallenge spaziale che ci ha proposto la nostra Sabrina, vincitrice della scorsa edizione. Sua Maestà La Lasagna è il titolo di un post colmo di passione per la preparazione di un piatto sontuoso, che può essere declinato in mille modi. Dalla classica lasagna bolognese, la più conosciuta, passando per la variante romagnola propostaci da Sabrina e che prevede la lasagna verde, le varianti sono infinite e noi MTChallengers siamo state chiamate a scatenare fantasia e inventiva per creare sontuosi piatti della festa.

Piatto della festa, sì, ma anche comfort food per eccellenza, con la sua consistenza morbida, la varietà di sapori che si percepiscono chiaramente al palato e poi si fondono in una armonia cremosa che avvolge i sensi e abbraccia con il calore di una mamma.
Perché in fondo i cibi delle feste sono questo: la declinazione culinaria dell'amore che si prova per le persone per le quali cuciniamo un determinato piatto.

Facciamoci caso: gira e rigira, quando dobbiamo selezionare il nostro comfort food di elezione, è sempre ai nostri ricordi d'infanzia che attingiamo. Ed è proprio a un piatto della tradizione siciliana, la mia terra di origine, che si ispira la mia lasagna di oggi.

mercoledì 24 settembre 2014

Riso con astice scottato in court bouillon e tartufo nero


Torno oggi con la mia seconda proposta per l'MTChallenge di questo mese, che verte su un argomento tanto vasto quanto poco conosciuto, almeno da me: il riso.
Personalmente non sono mai andata più in là della cognizione che i risi semifini servono per il risotto; quando ero giovane si trovava sugli scaffali il Maratelli, considerato l'eccellenza per i risotti e oggi soppiantato dal Carnaroli. Ci è voluto l'MTChallenge di novembre 2012 per farmi scoprire che la varietà più indicata per fare le arancine è l'Originario, ma onestamente non sono mai andata oltre.
Ci ha pensato Acquaviva Scorre, vincitrice della scorsa edizione, a riportare la mia attenzione su uno dei cereali più importanti e diffusi del mondo, che è stato (ed è tutt'ora) l'alimento base di moltissime popolazioni sul pianeta. Dovere la propria vita a un pugno di riso non è cosa da poco, visto che la sua coltivazione esige molte cure e un lavoro ininterrotto, dalla semina alla raffinazione, fino alla vendita al minuto; e proprio perché non è cosa da poco occorre soffermarsi e acquisire maggiore consapevolezza di quello che abbiamo davanti, come ben dice la mia amica Francy.

E visto che questo mese trattiamo il riso, tanto vale imparare qualcosa di nuovo, no? Ecco che Acquaviva ci propone di cimentarci su 3 tecniche di cottura del riso poco conosciuti, ma che garantiscono una dispersione pressoché nulla delle sostanze nutritive del riso, e quindi una intensità di sapore che altre modalità di cottura non hanno.

Se con la mia prima proposta ho esplorato la tecnica del pilav, oggi sperimento invece la cottura per assorbimento, detta anche (ed erroneamente) a vapore. Perché erroneamente? Ce lo spiega Acquaviva nel suo interessantissimo post: "[La cottura al vapore] si svolge in un cestino posto sopra acqua bollente. [...] Il fraintendimento sul nome nasce dalla traduzione inesatta (steamed rice) da parte dei primi inglesi che hanno riportato questo metodo in Occidente: in una prima fase il riso bolle fino a che ha assorbito tutta l’acqua, dopo di che in effetti la cottura prosegue al vapore, sia a fornello acceso che nel periodo di riposo fuori dal fuoco. La definizione inglese se non altro è parziale, insomma."

Per sperimentare questo tipo di cottura semplice ed essenziale, che mantiene i sapori puliti, ho scelto di usare un abbinamento collaudatissimo, anche se diametralmente opposto all'idea di sopravvivenza cui ho accennato all'inizio del post: astice e tartufo. Il motivo è molto semplice: benché questa tecnica di cottura sia nata per i risi in bianco, io la trovo talmente sofisticata da poter entrare di diritto nella cucina "dei piani alti", proprio perché esalta le caratteristiche, la bontà e la freschezza di ogni ingrediente. Anzi, a dirla tutta la mia prima idea era quella di abbinare il tartufo all'aragosta, solo che non l'ho trovata dal mio pescivendolo di fiducia, e ho quindi ripiegato sull'astice.

Ripiego per ripiego, non ho avuto il tempo di cercare il pregiato tartufo bianco di Alba e mi sono dovuta accontentare di scaglie di scorzone nero, la varietà di tartufo meno pregiato,  essiccate per giunta. Come dire che ho fatto un "piatto di lusso di seconda scelta"... ^_^

lunedì 22 settembre 2014

Riso pilav esotico nelle foglie di banano


Due mesi di riposo dall'MTChallenge mi hanno fatto male, evidentemente: non riesco a spiegare in altro modo la mancanza assoluta di idee per concorrere alla sfida di questo mese... Anzi no: la spiegazione c'è, ed è pure razionalissima: prendetevi una ventina di minuti, sedetevi comodi e andatevi a leggere lo splendido post della sfida di Acquaviva Scorre, e poi ditemi se non sembra fatto apposta per far tabula rasa con la mente e paralizzarla.
Sì, perché qui si parla di riso, declinato in tre possibili tecniche di cottura, tutte e tre abbastanza conosciute: chi non ha mai sentito parlare del cosiddetto riso al vapore (definizione inesatta su cui tornerò nel prossimo post), dei dolci di riso o del riso pilav? Io però finora le ho applicate davvero poco, visto che difficilmente vado al di là del solito risotto. Fortunatamente sul blog dell'MTChallenge sono stati pubblicati post di approfondimento, ma più leggevo, più la mia mente si rifiutava di collaborare, oppressa dall'aristotelica consapevolezza di nulla sapere.

lunedì 28 luglio 2014

Insalata di indivia belga, pere e mandorle agrodolci tostate


Un paio di settimane fa è uscito il secondo libro della Collana dell'MTChallenge, Insalata da Tiffany, e soltanto sfogliandolo mi è venuta voglia di preparare insalate a go-go!!!
Sono però anche alla vigilia della partenza per le sospirate ferie, e quindi in fase di rigoroso svuotamento del freezer, quindi sono un po' limitata con la scelta degli ingredienti: ho bisogno di cose fresche, leggere e a consumo rapido.
Accantonate quindi con sommo rammarico le insalate più impegnative (ma quando torno mi ci metto, giuro!) ho optato per un'insalatina molto fresca, semplice e veloce da fare.
A casa mia è diventata un must e per i pranzi di famiglia me la chiedono sempre, merito anche delle mandorle agrodolci che sono semplicemente da sballo.

La ricetta non è presa dal nostro nuovo libro (dico nostro perché Insalata da Tiffany raccoglie le ricette della Community dell'MTChallenge, e nel novero rientra anche la mia Charleston Salad), ma dal freschissimo River Cottage Veg di Hugh Fearnley-Whittingstall, che è stato oggetto dello Starbooks di settembre 2013.