Mi ero ripromessa di dedicare un post al soffritto quando ho riportato la ricetta dello stufato alla Sangiovannese, e oggi finalmente riesco a farlo.
“Preparare
il soffritto con sedano, carota e cipolla, poi….”
Moltissime ricette iniziano
in questo modo, ma quasi nessuno si sofferma a spiegare come si prepara il
soffritto, quasi che mettere tutte le verdure insieme nella pentola fosse
sufficiente. Noi dal canto nostro siamo troppo presi dalla nostra ricetta per
farci caso, eppure basta fermarsi un momento a riflettere per ammettere che se la
riuscita di ogni ricetta dipende dall’esatta sequenza in cui si mettono gli
ingredienti nella pentola, così che il risultato finale sia un’armonia in cui
ogni sapore contribuisce a esaltare tutti gli altri, anche il soffritto
dovrebbe seguire regole analoghe.
Ed è
proprio così: un soffritto ben fatto si distingue proprio dalla perfetta
sinergia del sapore delle tre verdure che lo compongono – carota, sedano e
cipolla – senza che nessun sapore sovrasti l’altro. Un soffritto ben fatto è la
base fondamentale per la riuscita dei nostri piatti – sughi, brasati e arrosti –
mentre ignorare le poche, semplici regole che sottendono alla sua preparazione
può comportare il fallimento dell’intera ricetta.
Ho
parecchi libri di cucina in casa, molti dei quali scritti da Chef autorevoli,
ma l’unico che spieghi per filo e per segno le regole di un buon soffritto è Sfida al Matterello delle sorelle Simili
(A. Vallardi editore), che a mio avviso non può mancare in nessuna casa d’Italia,
tanto è ben fatto e ricco di ricette tradizionali emiliane veramente gustose.
Oggi
quindi vi racconto quello che ho imparato da lì, nel capitolo dedicato al ragù
bolognese.
IL SOFFRITTO
(Da: Sorelle Simili - Sfida al Matterello - A. Vallardi Editore)
Innanzi
tutto la cipolla (così come l’aglio, laddove la ricetta lo richieda) deve
essere sempre messa nella pentola con il grasso a freddo. Versarla in olio e burro bollenti significa farla
bruciare irrimediabilmente, compromettendo così il risultato finale.
Le
verdure, tritate finemente al coltello (evitiamo il tritatutto elettrico, che
ne fa uscire i succhi) separatamente, non devono mai essere messe a cuocere
tutte insieme, ma vanno aggiunte seguendo una sequenza ben precisa. Le costole
di sedano devono essere private dei filamenti più duri prima di essere tritate.
Ogni verdura deve essere tritata separatamente (prima la carota, poi il sedano
e infine la cipolla) e tenute in tre ciotole separate.
Io
preferisco preparare il soffritto in un tegame di coccio protetto dal
frangifiamma, in quanto il calore si forma più lentamente e impedisce alle
verdure di bruciare. Naturalmente il soffritto può essere preparato anche in
padella, con ottimi risultati.
Versare
nel tegame olio extravergine di oliva e burro (meglio se chiarificato) in parti
uguali e mettervi la cipolla a freddo. Accendere il fuoco e tenere la fiamma al
minimo, mescolare e far cuocere per 10 minuti circa: in questo modo avrà il tempo di addolcirsi e il suo forte aroma
non impregnerà le altre verdure, uniformandone il sapore. Se si utilizza il burro non chiarificato, un buon indicatore è attendere che il grasso di cottura non sia più lattiginoso.
Aggiungere il sedano (io ne metto sempre pochissimo per via di una leggera intolleranza),
e dopo un paio di minuti le carote. Mescolare e far rosolare dolcemente per 5 minuti circa, fino a quando la cipolla non diventi trasparente, poi
spostare il soffritto ai lati del tegame, là dove il calore è meno forte.
A
questo punto il soffritto è pronto e si può procedere con la ricetta, mettendo
la carne del nostro ragù o brasato a rosolare al centro del tegame. Quando la
carne è rosolata si può mescolare unendo il soffritto, che avevamo lasciato sui
lati più esterni del tegame, al resto della preparazione.
Il
soffritto così preparato può anche essere porzionato e congelato, per essere
utilizzato in preparazoni future. Possiamo a scelta metterlo nel forma-cubetti
di ghiaccio per avere tante miniporzioni, oppure possiamo pesare
preventivamente le verdure che usiamo per il soffritto di una data ricetta (es.
300 g tra cipolla, sedano e carota), calcolare qualcosina in meno per la
perdita di liquidi durante la cottura e preparare sacchettini con circa 280 g
di soffritto da usare per la preparazione di un ragù o di uno stufato.
Come
vedete le regole sono poche e molto semplici, ma sono fondamentali per un soffritto dal gusto più "pulito" dove ogni componente esalta l'altra senza coprirla.
Personalmente ho sentito subito la differenza nelle mie ricette, e... l'hanno notata pure i miei commensali! :-)
Un post davvero utile, io, come penso la maggior parte delle persone, ho sempre messo tutto insieme. Grazie della dritta, ti dirò come verrà il prossimo stufato. :-)
RispondiEliminaciao ho scoperto il tuo blog per caso e mi hanno colpito molto le tue foto e il tuo stile così da oggi hai una fans in più se ti va vienimi a trovare sul mio blog kreattiva ciao rosa
RispondiEliminache bei colori! faccio raramente il soffritto, quando devo preparare la genovese forse è l'unica volta! e lì incomincio con la cipolla per poi aggiungere man mano il resto degli ingredienti..in coccio, lo preferisco anche io.. mettere tutto insieme è giustamente un errore.. bravissima è un post molto utile! ciao cara!
RispondiEliminaTi segnalo la mia iniziativa "Cuciniamo con il Parmigiano Reggiano – raccolta di ricette sfiziose per usare il parmigiano della solidarietà".
RispondiEliminaleggi e preleva il logo da qui
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Rosemarie & Thyme
Mapi, passavo per segnalare quanto sopra e già trovo la tua prima MTC ricetta!!! Wow.
Un bacione
che bel post! Le sorelle Simili sono magnifiche!! :)
RispondiEliminaChe post interessante ! ho scoperto così quanti errori di sbaglio facevo, senza pensarci sopra più di tanto.... E' molto bello avere ancora tanto da imparare !
RispondiEliminaGrazie
Maria Chiara