Se alla mia prima Taieddhra avevo un po’ premura e dopo aver provato ad
aprire a crudo le prime 3 o 4 cozze mi sono stufata e sono passata alle maniere
spicce (la padella), dalla seconda ho voluto mettermi d’impegno per
padroneggiare la tecnica insegnataci da Cristian per questa tornata dell'MTC.
La mia testardaggine mi ha portato a tre notevoli risultati: il primo è
stato quello di capire come si fa, e il
secondo è che l’espressione “ti apro come una cozza” si è illuminata
di un nuovo significato. J Il terzo è stato
un’autentica sorpresa: le cozze sgusciate a crudo liberano molta, ma molta più
acqua di quelle aperte in padella, forse anche perché in questo modo viene meno
il fenomeno della forte evaporazione dovuta al calore. Sia come sia, sgusciando
2 kg di cozze ho ricavato tanta di quell’acqua al sapore di mare da non rendere
necessario l’aggiunta di altra acqua o brodo nelle mie Taieddhre.
Dico “le” Taieddhre, perché con quei 2 kg di muscoli ho preparato diverse
monoporzioni, realizzando così tante idee senza per questo riempirmi il
frigorifero di roba che avrei poi dovuto consumare in tutta fretta.
Anche qui mi è stato utile l’espediente di portarne un po’ da mio papà per
il pranzo domenicale: abbiamo consumato un pasto gustosissimo e io ho fatto
fuori una teglietta.
La ricetta che vi presento oggi è particolare in quanto ho sostituito le
patate con il daikon, un tubero della famiglia dei ravanelli che si sposa benissimo con i sapori decisi.
Ho pertanto pensato di abbinarvi gamberi, riso basmati, latte di cocco e curry
e devo dire che l’abbinamento è stato particolarmente riuscito. Data la
presenza dei gamberi ho sfruttato ancora una volta il mio delizioso olio ai
crostacei, che ha dato un tocco in più alla preparazione.
Ripeto anche qui quanto ho già scritto sul latte di cocco: molti infatti lo
scambiano erroneamente per l’acqua che spesso si trova all’interno delle noci
di cocco,molto rinfrescante e la cui presenza indica che probabilmente la polpa
non è fermentata, ma tende a inacidire in fretta, perciò nella cucina Thai
viene impiegata per far fermentare le verdure o preparare l’aceto.
Il latte di cocco invece si ottiene frullando la polpa di 1 noce di cocco pelata
insieme a 500 ml di acqua tiepida. Questo composto viene poi messo su 2 strati
di mussola oppure un canovaccio molto pulito e spremuto molto bene in una
ciotola che NON sia di metallo (che tende a macchiarlo). Ne risulta una
preparazione molto cremosa, dal sapore pieno. Vi sarebbe un procedimento
successivo per separare la crema dal latte vero e proprio, ma ve ne parlerò in
un apposito post: quello che a noi serve per questa ricetta è il prodotto della
spremitura della polpa di noce di cocco fresca e acqua. Se non avete tempo di
prepararlo o non trovate le noci di cocco, acquistate una lattina di latte di
cocco nei negozi di prodotti etnici.
Anche qui come per le Taieddhre da buffet le dosi sono molto a occhio, se
volete fare una Taieddhra unica attenetevi alla ricetta di Cristian per quanto
riguarda il peso di daikon, cozze e riso, e andate a gusto e a buon senso per i
restanti ingredienti.
Il formaggio che ho utilizzato è stata una delicata scamorza bianca e me ne
sono pentita: alla prova assaggio ho deciso che un misto di parmigiano e
pecorino ci sarebbe stato decisamente meglio. L’insieme però mi è piaciuto e,
salvo per il formaggio, lo ripeterò pari, pari.