mercoledì 11 marzo 2015

Dado vegetale casalingo


Ci sono preparazioni che fanno talmente parte della nostra cucina, che le diamo per scontate; questa, che credevo di aver pubblicato agli inizi del blog, è una di quelle.
L'ho trovata 11 anni fa in un forum di cucina a cui mi ero iscritta, pubblicata da Sergio Salomoni, con la precisazione che l'autrice era Elena Collini, e mi è piaciuta così tanto, che quell'anno ne ho preparato una quantità industriale, confezionata in 50 vasetti, da regalare alle amiche per Natale.

Abitavamo a 3 o 4 km di distanza, io e Sergio, e ogni volta che mi capitava di andare a Cernusco mi dicevo che avrei avuto molto piacere a incontrarlo, ma la timidezza mi ha sempre impedito di contattarlo.

Adesso è troppo tardi: ho saputo di recente che a metà febbraio Sergio è mancato, e il dispiacere che ho provato è fatto in parte dal rimpianto di non averlo mai conosciuto di persona, ma sempre e solo attraverso le sue indimenticabili ricette, e l'affabile cortesia con cui rispondeva a tutti.

Preparo questo dado una volta all'anno, e ogni volta penso a Sergio; da quest'anno lo farò ancora più intensamente, accompagnandolo con una preghiera.

Nel tempo ho apportato diverse variazioni: il bello di questa preparazione infatti è che possiamo modificare le quantità degli ingredienti, secondo il nostro bisogno. Io ad esempio ho ridotto notevolmente la quantità di aglio della ricetta originale, che per me era decisamente eccessiva; nel periodo in cui ero fortemente intollerante al sedano l'ho eliminato, per tornare ad aggiungerlo a piccole dosi quando il mio organismo è stato pronto a riassumerlo. Infine, ho aggiunto al mio dado delle erbe aromatiche per aumentarne il profumo.

Le verdure di base che devono comporre un dado vegetale sono quelle che usiamo per il soffritto: carote, cipolle e sedano. A queste possiamo aggiungere altre verdure saporite ed erbe aromatiche. Alcune versioni che ho trovato in rete prevedono pure zucchine e fagiolini, ma siccome si tratta di verdure ricche di acqua ma povere di sapore, personalmente le ho sempre evitate, nel dado.

L'importante è non variare la percentuale di sale rispetto al peso delle verdure, mantenendola tra il 16% e il 18%. Se si mette più sale infatti, non si sentirà quasi più il sapore delle verdure quando useremo il nostro dado per preparare un brodo vegetale per una minestra; meno sale per contro, inciderà sulla conservabilità del prodotto.

Di seguito do la ricetta originale, così come l'avevo trovata scritta sul forum, tanti anni fa.
Tra parentesi e in corsivo le mie variazioni.

venerdì 6 marzo 2015

Quiche alle banane mini con birra Hefeweizen


L'ultima edizione dell'MTChallenge ha decretato la vittoria di una delle persone più meritevoli della blogsfera, Flavia, e sono così contenta, ma così contenta, che non trovo parole per esprimere la mia gioia.

Sappiamo tutti che le azioni contano più delle parole; ieri è uscita la ricetta della sfida, che questo mese verte sulle torte salate, e siccome so che Flavia è particolarmente amante delle banane, ho pensato di pubblicare oggi una ricetta che avevo preparato 4 anni fa e che era stata pubblicata su un altro blog.

E' una ricetta molto particolare che unisce il dolce delle banane al gusto sapido dello Chèvre, e sono consapevole che può non piacere a tutti. A me è piaciuta, anche se avrei fatto a meno della cannella.

La dedico a Flavia, augurandole di divertirsi in qualità di secondo giudice, in questa nuova, entusiasmante sfida.

mercoledì 25 febbraio 2015

4 Baci tutti per voi!!!


Sapevo già che avrei avuto un picco di superlavoro in gennaio; quello che non sapevo però, era che tale picco mi avrebbe prosciugato le energie al punto tale, da impedirmi di partecipare al mio amato MTChallenge, una sfida di cucina estremamente stimolante che mi spinge sempre ad andare un po' oltre ai miei limiti. E' quindi avvenuto che per prepararmi alla sfida sui canederli io abbia preparato due tipi di pane, che ho rigorosamente affettato e messo a seccare (follie da MTChallenge, lo so); quel pane è ancora in un sacchetto di carta, pronto ad essere usato, e sicuramente prima o poi mi cimenterò in solitaria nei canederli.

lunedì 16 febbraio 2015

Insalata Orient Express


E' trascorso un mese e mezzo da quando ho pubblicato l'ultimo post (a parte i due post di traino per lo Starbooks, ma comunque come tempi siamo lì) e in questo periodo di tempo sono successe tante cose: da un picco di super lavoro che sicuramente mi aspettavo, ma che non immaginavo sarebbe stato così pesante, alla perdita di una persona cara, e per finire mi è capitato tra le mani un libro magico che parla di riordinare la casa e dà un metodo molto efficace.


Si mette a posto la casa, si passano in rassegna tutti gli oggetti che possediamo, uno per uno, prendendoli in mano e chiedendoci se ci rendono felici; se la risposta è no, quell'oggetto va scartato senza pietà e soprattutto senza rimpianti. L'operazione è piuttosto lunga: l'autrice parla di riordinare tutto in una volta, ma precisa che il tempo medio di riordino dura 6 mesi, visto che la maggior parte delle persone lavorano durante la settimana. Si mette in ordine la casa buttando via il vecchio e interiorizzando il proprio passato, per poter organizzare e affrontare con più serenità e determinazione il presente e il futuro. La cosa incredibile è che l'autrice ripete spesso che dopo aver riordinato una stanza, l'aria si fa più leggera, pura e cristallina. Ho pensato che fossero fesserie, ma ho dovuto constatare di persona che mi sbagliavo: è proprio così e incredibilmente, dopo aver svuotato un armadio, tutta la stanza sembra più vuota e leggera, anche se le ante dell'armadio sono chiuse e il loro contenuto è solitamente nascosto allo sguardo.

Il riordino insomma è una sorta di depurazione della casa dalle scorie accumulatesi nel tempo, e in parallelo anche le scorie del nostro organismo vengono espulse: inconsciamente, a mano a mano che liberiamo la casa dalle cose superflue, adottiamo uno stile di vita più sano e anche il nostro organismo si depura. Ma la cosa più bella è che si depura pure l'anima: si ripensano tutti i rapporti con le persone, si fa chiarezza dentro di se' e si capisce quali sono i rami secchi da potare e quali quelli da curare e far fiorire.

E visto che sto depurando casa e organismo, tanto vale prendere in mano lo splendido Insalata da Tiffany e farsi ispirare da una di quelle meravigliose insalate, perché il gusto non è certo bandito dalla vita, anzi! Con il riordino si riesce ad apprezzare e a gustare meglio ciò che si ha.

giovedì 1 gennaio 2015

Crespelle alla zucca e curry Madras


Che zucca e spezie sia un'accoppiata vincente, si sa; sono quindi consapevole di non aver inventato nulla di nuovo. Amo moltissimo la zucca in tutte le sue declinazioni, anzi, quasi tutte: non mi piacciono infatti gli amaretti, motivo per cui i tradizionali tortelli di zucca mantovani che li prevedono non mi fanno impazzire. Adoro però la zucca abbinata alle spezie, sia in versione dolce (mi accorgo solo ora di non aver mai pubblicato qui la ricetta della mia crostata alla zucca), sia in quella salata.
La dolcezza della zucca bilancia molto bene i sapori intensi delle spezie, e queste a loro volta rendono meno stucchevole la zucca. A marriage made in Heaven insomma, una combinazione perfetta di sapori, resa ancora più buona dal Parmigiano Reggiano, che contribuisce a bilanciare il tutto. Mi sono trovata tra le mani dei Parmigiani Reggiani buonissimi, prodotti dall'Azienda Agricola Bertinelli: Millesimati (ottenuti cioè dal latte di giovenche che hanno partorito da 100 giorni al massimo, e quindi molto più ricco di calcio) e con stagionature varie. Per questa ricetta ho scelto il Millesimato stagionato per 24 mesi per la farcia alla zucca, e il 15 mesi per la besciamella e per completare.
Di solito abbondo di più con il curry, questa volta invece ho avuto la mano leggera perché volevo dare spazio al Parmigiano, che era veramente notevole.

Ho preparato queste crespelle per la cena della Vigilia di Natale e sono state apprezzate più di quelle classiche agli spinaci e ricotta, che avevo affiancato a queste per timore che qualcuno non apprezzasse la zucca o il curry.
In realtà sono andata con mano molto leggera con il curry, motivo per cui sono piaciute davvero a tutti, perfino ai nipoti: la Pulcetta, di regola inappetente e dai gusti difficili, ha fatto pure il bis.

Farcia e besciamella funzionano benissimo anche se presentate insieme alle lasagne o ai cannelloni: in ogni caso il successo è assicurato.

Fare le crespelle non è difficile: si prende la mano subito, e se le prime 2 o 3 vengono stortignaccole, poi riuscite a regolarvi e a preparare delle crepes regolari. I più bravi ottengono delle crespelle sottilissime con soli 30 ml di pastella, io mi trovo meglio usandone un po' di più, anche perché per la gratinatura in teglia le preferisco un pochino più consistenti.

martedì 30 dicembre 2014

Triangoli al cotechino e lenticchie


Il 2014 sta per chiudersi definitivamente.
E' stato un anno ricco e intenso, e onestamente non sono d'accordo con i TG, che ogni anno in questo periodo parlano regolarmente di "anno nero X".
Ogni anno porta con se' cose belle e cose brutte: è la vita, e il segreto sta nel vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Si chiudono porte, è vero, ma si spalancano portoni, e se la gente invece di lamentarsi di continuo guardasse al positivo che ha e si desse da fare per migliorare quanto è negativo, staremmo tutti meglio.

E' questo l'augurio che faccio a me stessa e a tutti voi, per il 2015 e per tutti gli anni a venire: guardare la vita con ottimismo, essere grati per i numerosi doni che abbiamo, e rimboccarci le maniche per far funzionare quello che non funziona. E se non c'è nulla che possiamo fare, guardare il lato umoristico della situazione e imparare a sorridere di noi stessi e delle cose che capitano.
E magari dedichiamoci un po' al volontariato: guardarsi intorno e aiutare gli altri ci arricchisce umanamente oltre ogni possibile immaginazione.

BUON 2015 A TUTTI


giovedì 25 dicembre 2014

Panettone del Maestro Giorilli... e tanti auguri di Buon Natale dalla Redazione dell'MTChallenge!!!


Quest'anno, complice l'uscita del libro Dolci Regali alla cui stesura noi tutti della Redazione dell'MTChallenge abbiamo partecipato attivamente, coordinati dalla grandissima Alessandra Gennaro, abbiamo pensato di fare a tutti voi gli auguri collettivi, realizzando una ricetta di panettone o di pandoro a nostra scelta e pubblicandola il 25 dicembre.
Oggi abbiamo tra l'altro una sorpresa per voi: Valeria Pizzolato, produttrice di panettoni artigianali eccezionali, ci ha regalato una sua ricetta di panettone, che troverete pubblicata sul sito dell'MTC.

Ho cominciato a fare il panettone nel 2004, anno di nascita del mio lievito madre, ;-) e da allora a quasi ogni Natale fare il panettone per me era un must. Curiosamente però, dall'anno in cui ho aperto il blog non ho mai trovato il tempo per farlo - sono 3 giorni di lavoro, i cui ritmi sono dettati dal lievito madre e non dall'orologio (ad esempio il mio primo impasto ci ha messo 18 ore a triplicare, perché la temperatura di casa era troppo fredda) - motivo per cui ho accolto con gioia la proposta, che mi ha finalmente costretta a riprendere un dolce natalizio da me amatissimo.

Erano anni che volevo provare la ricetta del Maestro Giorilli e quest'anno, complice la Redazione, ce l'ho fatta. La ricetta è meravigliosa e vi è una ricetta nella ricetta: quella dell'aroma panettone home-made: una meraviglia!!!

Ho ridotto le quantità date dal Maestro (20 panettoni erano un po' troppi per me ^_^ ) e ho aggiunto le proporzioni tra la farina e gli altri ingredienti, in modo che ciascuno possa adattarle alle proprie esigenze produttive.
Ho anche ridotto drasticamente la quantità di zucchero: lui ne usa il 47%, un po' troppo per i miei gusti. Io ho portato la proporzione al 35% e alla prova assaggio si è rivelata perfetta per il mio palato. Ho comunque riportato le quantità indicate dal Maestro, sbarrandole e mettendo quelle utilizzate da me: fate vobis. ;-)

Per portare il lievito madre alla giusta forza ho usato il metodo delle Sorelle Simili, che riporto nella ricetta. Il lievito madre va rinfrescato con la stessa farina che si userà per il panettone, in modo da uniformarlo al resto dell'impasto (data la quantità di grassi che deve reggere, una farina 0 normale non sarebbe sufficiente).

Per la prima volta ho sperimentato l'uso della farina Petra Panettone: eccezionale, l'impasto si è incordato in men che non si dica. La consiglio a tutti e poco male se la dovete comprare a pacchi da 5 kg: con Dolci Regali, le ricette in cui usarla non vi mancano di certo (e garantisco che ci mettete meno di 3 giorni a prepararle). ;-)