L'inconveniente di decidere di preparare i muffin alla domenica mattina, è che potresti scoprire all'ultimo minuto di non avere sufficiente farina 00. Vai in dispensa tranquilla, sapendo che le farine a casa tua non mancano mai, e scopri di avere solo un pacco di Manitoba: la peggior farina per i muffins visto che è ricca di glutine, e il glutine è l'ultima cosa di cui i muffin hanno bisogno. Non ti perdi d'animo però: frughi nello stipetto e tiri fuori l'amido di frumento, con cui decidi di tagliare la Manitoba per indebolirla. C'è un problema però: gli amidi assorbono liquidi fino al doppio del loro peso, quindi dovrai aggiustare pure i liquidi nella ricetta che farai... sì, perché qui siamo all'MTChallenge, mica pizza e fichi, e Francesca del blog Burro e Zucchero ci ha sfidati proprio sui muffins, dove le corrette proporzioni tra ingredienti secchi e umidi sono fondamentali.
Ma la ricetta questo mese non basta: il regolamento impone che sia ispirata a un testo letterario. Ora, uno degli amori letterari più grandi della mia vita è Emile Zola, fondatore della Scuola Naturalista in Francia (che ha nel Verismo il suo corrispondente in Italia) e che ha scritto il ciclo dei Rougon-Maquart, 20 libri che hanno come filo conduttore i due rami di una famiglia, quello legittimo e quello bastardo; intento dell'autore è quello di dimostrare che la tara iniziale dei capostipite si tramanda alle generazioni future, e assume aspetti diversi secondo l'ambiente sociale e il carattere stesso degli individui. Ho letto e riletto tutti e 20 i libri di tale ciclo: tutti quanti almeno un paio di volte, alcuni li ho riletti con grande piacere anche per 10 volte (e chissà quante ancora li rileggerò).
Il libro a cui mi sono ispirata per questa ricetta è La colpa dell'abate Mouret, ambientato per la maggior parte in un giardino fantastico e apparentemente infinito, il Paradou, una sorta di Eden che sorge nel bel mezzo di una terra arida e difficile da coltivare. Nel Paradou vi sono ogni specie di piante e fiori, dalle più note a quelle più strane, e vi sono angoli nascosti e sconosciuti alla stessa Albine, che lo esplorerà in lungo e in largo insieme a Serge, l'Abate Mouret. Al centro del Paradou vi è un grande albero, che Zola sicuramente paragona all'albero della vita: tra le sue fronde ogni specie di uccelli trova rifugio, ed è sotto la sua ombra rinfrescante e protettiva che si consuma la colpa di Serge e Albine, colpa che sarà espiata con il sacrificio di Serge, che torna al presbiterio, e con la morte di Albine, disperata dal rifiuto estremo del suo grande amore.
E' stato proprio pensando al Paradou e a ogni sorta di albero da frutto che vi si trova, che ho trovato l'ispirazione per i miei muffins: ho colto diversi agrumi, di cui ho mischiato scorze candite e succhi, per creare i miei muffins.
Come dicevo nell'introduzione, non mi ero accorta né che la farina 00 stesse per finirmi, né che non ne avevo altra in dispensa. Ho quindi usato per i miei muffins 150 g di farina 00, 100 g di farina Manitoba e 60 g di amido di frumento. Per riequilibrare i liquidi, ho usato 50 ml di latte in più. Li ho rifatti in settimana con sola farina 00, la più indicata per avere muffins morbidi e dalla giusta consistenza, e di seguito ne riporto le dosi corrette.