mercoledì 30 gennaio 2013

Sally Lunn Bread senza impasto, a chiusura dello Starbooks di gennaio


E' giunto il momento di tirare le somme per il ricettario non ufficiale di Downton Abbey, oggetto dello Starbooks di gennaio.

Per quanto mi riguarda il verdetto è molto positivo: ho trovato delle dimenticanze qui e
là, ma nel complesso è un ottimo libro e ne consiglio l'acquisto a chiunque sia abbastanza curioso e anticonvenzionale da non ritenere che la cucina inglese sia indegna di tale nome.
A me personalmente basta pensare alla prima colazione inglese per andare in sollucchero: amo alla follia le uova strapazzate a colazione, benché le preferisca accompagnate dalla salsiccia piuttosto che dalla pancetta, e praticamente tutte le ricette di questo splendido libro hanno attirato la mia attenzione e mi hanno fatto venire una gran voglia di provarle. La sua autrice va senz'altro tenuta d'occhio: ha in se' quel pizzico di follia che le fa sperimentare le ricette più strane (e non mi riferisco a questo libro, ma al suo precedente "The Hunger Games Unofficial Cookbook", per scrivere il quale si è procurata ogni sorta di bestiolina selvatica, comprese le manguste) e bravura a sufficienza da poter scrivere questo splendido libro di ricette ispirandosi alla serie di Downton Abbey.



Oggi ho messo alla prova Miss Ansara Baines con un lievitato: è sui lievitati che sono cadute alcune autrici di libri presi in considerazione dallo Starbooks, e questo è quindi diventato un banco di prova significativo.
La prova è stata brillantemente superata da un Sally Lunn Bread senza impasto, dove le giuste proporzioni tra farina, lievito di birra e liquidi hanno dato un pan brioche che mi è piaciuto assai.

Prima di vederlo nel dettaglio, passiamo però in rassegna quello che hanno fatto le altre Starbookers e vediamo se anche per loro il bilancio è positivo:


Roberta - Le Chat Egoiste: Sweet Cream Scones
Emanuela - Arricciaspiccia: Cream of Asparagus Soup
Stefania - Araba Felice in cucina: Mrs.Patmore's Rosemary Oat Crackers
Patrizia - Andante con gusto: Anna Bates's Chocolate Crumpets
Cristina - Vissi d'arte e di cucina: Baked Cod with Parmesan Bread Crumbs

venerdì 25 gennaio 2013

Pici alla crema di topinambur con granella di nocciole


Questa è l'ultima, giuro. 
Ancora una volta, io non volevo. 
Gli è che forse sono stata un po' pungolata dal fatto che la mia prima proposta fosse finita

giovedì 24 gennaio 2013

Pici al ragù di sfilacci di equino


Avevo pensato di proporre una ricetta sola per questo MTC, e tale è stata la mia ferma intenzione fino a quando non ho visto un po' delle splendide proposte delle altre MT Challengers sui pici dell'insuperabile Patty. Non che volessi strafare o altro, è solo che
senza che me ne rendessi conto le rotelle del mio cervello hanno cominciato a girare e ad arrovellarsi. Se mi avessero avvertita le avrei fermate, ma loro non mi hanno detto nulla e mi hanno messa davanti al fatto compiuto martedì sera, quando sono andata a fare la spesa dopo l'ufficio. 

Mi avvicino infatti al banco della macelleria cercando un tranquillissimo petto di pollo da grigliare per cena (tra l'altro non mi sentivo un granché bene), quand'ecco che passando davanti al settore di macelleria equina la mia attenzione è stata attirata da una confezione di sfilacci di equino. L'associazione immediata è stata cavalli-Maremma, e anche se c'è una bella differenza tra la pianura maremmana e le dolci colline del Chianti, subito mi è venuto in mente di preparare i pici con un ragù di sfilacci. Tra l'altro diversi anni fa a casa di un'amica avevo mangiato un ragù di cavallo che mi era piaciuto tantissimo, tanto da avergliene chiesta la ricetta (che però ho perso, probabilmente nel passaggio da un PC all'altro :-(  ) e insomma... dalla folgorazione all'appiciamento è passata solo mezz'ora, il tempo cioè di pagare e tornare a casa. 
"E il petto di pollo? ", direte voi. Il petto di pollo... è rimasto nel banco della polleria!!!


mercoledì 23 gennaio 2013

Saxe-Coburg Soup - Zuppa di Sassonia-Coburgo per lo Starbooks


Questo libro mi sta piacendo sempre più e la sua giovane autrice è sicuramente da tener d'occhio: mai avrei pensato che una crema di cavoletti di Bruxelles potesse avere una tale complessità di gusto ed essere così deliziosa. Tutto merito dello sherry (lei non specifica
quale, io ho interpretato come sherry secco), che esalta la dolcezza del cavoletto di Bruxelles e gli regala un retrogusto aromatico delizioso. Mi lasciava un po' perplessa il cucchiaio di zucchero, ma anche quello è azzeccato. 


Ancora una volta quindi mi trovo a ringraziare Alessandra per avere insistito nel farci testare proprio questo libro: li acquistiamo sempre a scatola chiusa, seguendo l'impressione che ci fanno copertina, presentazione, etc., consapevoli del fatto che corriamo il rischio di prendere delle gran ciofeche, come qualunque ignaro acquirente di libri (e non solo di cucina). 
Ci è già capitato in passato e capiterà ancora in futuro, ma lo Starbooks - progetto ideato da Alessandra Gennaro - è proprio questo: siamo delle lettrici qualunque, seguiamo il criterio di acquisto di tutti, solo che poi proviamo le ricette seguendole pedissequamente e scrivendo sui nostri blog le nostre impressioni. 
Guidiamo i vostri acquisti insomma, e personalmente mi sento di consigliare questo libro a chiunque sia alla ricerca di una cucina raffinata e a tratti insolita, sicuramente mai banale e scontata.

Prima di passare alla mia ricetta però, vi invito a dare un'occhiata alle ricette testate dalle altre Starbookers: avranno avuto anche loro la mia stessa impressione? A loro la sentenza...

Daniela - Menù Turistico: Eccles Cakes
Roberta - Le Chat Egoiste: Crisp Chestnut Soup
Stefania - Araba Felice in Cucina: Sweet Brown Sugar Shortbread
Patrizia - Andante Con Gusto: Mrs Bates's Chicken and Mushroom Pie
Cristina - Vissi d'Arte e di Cucina: Patate con caviale e crème fraîche
Alessandra - Ale Only Kitchen: Biscotti Digestive al cioccolato
Emanuela - Arricciaspiccia: Traditional Bakewell Tart

domenica 20 gennaio 2013

Pici al salmone affumicato e datteri


E' di nuovo MTChallenge, e questa volta la ricetta della sfida, proposta dall'inarrivabile Patty, sono i toscanissimi Pici.
Il post di Patty è meraviglioso, pura poesia, il canto d'amore di una persona innamorata della sua terra e delle tradizioni ad esso legata: mi è bastato leggerlo una volta perché mi
"prudessero" le mani e avessi voglia di appiciare!
A partire da questo mese poi, ho avuto il privilegio di essere chiamata a far parte della neonata redazione dell'MTC Blog, così non appena è uscita la ricetta della sfida siamo corse tutte a studiare gli argomenti che ci erano stati assegnati. Doppio lavoro quindi da oggi sulla sfida più entusiasmante del Web che, lo dico con l'orgoglio di chi finora ha saltato solo 2 puntate per cause di forza maggiore, non ha eguali in tutta Europa per continuità, quantità di persone che coinvolge ogni mese e qualità delle ricette che vengono proposte.
Così a inizio mese ho scritto dei post con i consigli su come impastare la pasta fresca senza uova a partire dall'attrezzatura, passando per la selezione degli ingredienti e la tecnica dell'impasto + la cottura e terminando con alcune ricette di pasta colorata con ingredienti naturali e i condimenti che più vi si adattano. 


E poi finalmente dopo tanto blaterare, questo week-end ho trovato anch'io il tempo di mettermi ad appiciare, come dicono in loco, e di preparare la mia ricetta della sfida.
Alessandra nel regolamento ci ha raccomandato di rimanere fedeli alla natura del piatto, nato come alimento povero che però all'occasione si vestiva a festa. Ammetto di non aver rispettato la richiesta: datteri e salmone non solo non appartengono alla cucina di alcun territorio italiano, ma sono ingredienti che appartengono a territori diversissimi e lontanissimi, eppure... 
Eppure se tracciamo una linea di congiunzione tra la fredda Scandinavia e il caldo Nord Africa, dov'è che ci ritroviamo? Press'a poco in Toscana. Come dire che, mediamente, ho azzeccato la combinazione ingredienti-territorio. ^_^
Per la ricetta dei pici lascio parlare direttamente Patrizia: personalmente non sarei in grado di spiegare meglio il procedimento.

mercoledì 16 gennaio 2013

Petto d'anatra arrosto con salsa di more - ricomincia lo Starbooks!


No, non siete voi ad avere le traveggole, sono io che ho sbagliato.

La ricetta parla chiaramente di more, nella foto ci sono dei mirtilli.

Probabilmente è un chiaro sintomo che ho bisogno di ferie - ho lavorato durante il periodo delle festività natalizie e d'inizio anno - fatto sta che ho letto molto chiaramente
"blackberry", ma ho pensato istantaneamente "blueberry" e non mi sono interrogata neppure per un istante.

Il punto di domanda sulla testa mi è spuntato alla prova assaggio: la salsa era un po' dolcina e necessitava di un correttivo. Ho provveduto ad aggiustarla con una cucchiaiata di aceto di lamponi, ma intanto sono andata a riprendere il libro, ho compreso il mio errore e mi sarei francamente presa a sberle.
E' solo che avevo fatto fatica a trovare il petto d'anatra da solo (tendenzialmente i macellai cercano di venderti tutta l'anatra), avevo trovato le condizioni di luce perfette per le foto e non avevo più tempo, quindi apro lo Starbooks di gennaio con una ricetta che andrebbe fatta con un ingrediente, ma ne contiene un altro.



Ma partiamo dal principio: per lo Starbooks di gennaio abbiamo testato per voi un libro che, almeno finora, si è rivelato delizioso e ben fatto. 
Ispirato a una nota serie televisiva che è giunta alla terza stagione, Downton Abbey, è impaginato nello stile dell'epoca, in un gradevole color seppia, e non contiene neanche una fotografia. Questo per me è un segnale positivo: l'editoria culinaria ci ha abituati a libri con foto invitanti e ricette spesso deludenti, mentre qui finalmente abbiamo l'assenza di immagini, a cui fa da contraltare l'impeccabilità e la cura con cui sono scritte le ricette. 

Le ricette si succedono secondo l'ordine delle portate in una cena di epoca Edoardiana, e ognuna di queste è corredata da una nota sulle preferenze o le occasioni di consumo da parte dei protagonisti di Downton Abbey, e una notizia che può riguardare le origini del piatto, il bon ton dell'epoca o curiosità legate alla portata.


Una ulteriore suddivisione del libro distingue le ricette destinate alla tavola dei Piani Alti e quelle cucinate per il sostentamento della servitù, perché se i nobili Upstairs mangiavano pâté de foie gras, gli stessi manicaretti non venivano di certo consumati ai piani bassi. Ecco allora sfilare davanti a noi cibi meno raffinati ma sicuramente nutrienti, per sostenere il durissimo lavoro della servitù, tenendo presente che cibo meno raffinato non è assolutamente sinonimo di piatti meno buoni, e che talvolta parliamo di vero e proprio comfort food.

La ricetta che presento oggi è decisamente da Piani Alti: un saporito petto d'anatra grigliato, accompagnato da una deliziosa salsa di more. L'abbinamento è azzeccatissimo, ma se come me sbagliate frutto basterà correggere l'eccessiva dolcezza della salsa con uno o due cucchiai di profumato aceto di lamponi.


Prima di leggere la mia ricetta però vi invito a passare dalle altre Starbookers, che hanno preparato:

Alessandra - Menù Turistico: Edwardian Tikka Masala Chicken
Patrizia - Andante con gusto: The Grief Apple Tart
Stefania - Araba felice in cucina: Creamy Russet Leek Soup
Roberta - Le chat égoiste: Filet Mignon con foie gras e salsa al tartufo
Cristina - Vissi d'arte e di cucina: Classic Vanilla Rice Pudding
Alessandra - Ale Only Kitchen: Soupe à l'Oignon
Emanuela - Arricciaspiccia: Mrs Isabel Crawley's Smoked Salmon Sandwich + Cucumber Sandwich

E ora passiamo al mio