martedì 25 giugno 2013
lunedì 24 giugno 2013
Charleston Salad
Leo, vincitore dell'Emmetichallenge di maggio, ci ha sfidati questo mese sulla cucina della Belle Epoque declinata in un'insalata. Lui ha presentato una Caesar Salad, lasciandoci però liberi di reinterpretare la ricetta, rimanendo però fedeli al tema.
Pensando alla Belle Epoque mi è venuto in mente il Charleston, ballo nato in quel periodo nel porto dell'omonima città della Carolina del Sud.
Diventato popolare nel 1923 quando il pianista compositore James P. Johnson ha composto "The Charleston" per lo show Running Wild di Broadway, si diffuse molto velocemente.
I passi di questa danza, studiati da Kathryn Wilson per lo show sopra nominato, dapprincipio seguivano un ritmo più lento, eseguito in coppia; quando però da Broadway il ballo approdò ad Harlem nacque una nuova versione, più veloce, che ad oggi è anche la più conosciuta. A ciò si aggiunga l'abitudine delle flappers, ragazze che ballavano il Charleston da sole o in gruppo tra loro per sfidare i "drys", fautori del rigore e del proibizionismo, e abbiamo davanti agli occhi il lato ribelle di un periodo storico che stava cercando in tutti i modi di dimenticare gli orrori della Prima Guerra Mondiale, ancora ignaro di essere solo un breve interludio.
Pensando quindi alla voglia di spensieratezza e di divertimento sfrenato che ha caratterizzato il periodo tra le due guerre e al Charleston che mi pare dia il ritmo di questa epoca, mi è venuta voglia di dedicargli un'insalata. A dire il vero prima ho verificato che non esistesse già un'insalata con questo nome e a quanto pare non esiste: molto bene, la invento io. :-)
Avevo in freezer del fondo d'anatra e della salsa spagnola, oltre a un bel petto d'anatra intero, che ho pensato di utilizzare questa preparazione. Peccato che l'abbia cucinata venerdì prima di partire per Genova, dove ero stata invitata a partecipare a Sapori da Sfogliare in partnership con Città dell'Olio: ho montato il piatto, l'ho fotografato e mangiato, e solo arrivata a metà alzando la testa ho visto il piatto di crostini in attesa di essere cosparsi sull'insalata. :-S
Non so se i giudici me l'accetteranno quindi: è una Charleston Salad coi crostini scappati...
venerdì 21 giugno 2013
Cous cous agli agrumi e mandorle con pesce spada ai capperi
Come se non bastasse la voglia di mare e di vacanze, ci si è messo anche un bellissimo evento organizzato a Genova, a ricordarmi la Terra dei miei Avi e la sua sapida cucina.
Da oggi sono infatti a Genova, dove fino a domenica si tiene la manifestazione Sapori da Sfogliare, un salone del libro e delle eccellenze gastronomiche che, in partnership con Città dell'Olio, presenterà eccellenze gastronomiche territoriali e prodotti dell'editoria gastronomica. A questa meravigliosa kermesse ricca di appuntamenti golosi per le papille e per l'intelletto siamo state invitate anche noi dello Starbooks per presentare il nostro progetto a un pubblico più ampio. Con noi ci sarà Sergio Rossi, autore dello splendido libro La Cucina dei Tabarchini, in cui racconta le vicende gastronomiche della comunità dei corallatori genovesi che, stabilitisi nell'isola di Tabarca al largo di Tunisi a metà del '500, vi rimasero fino al XVII secolo, quando emigrarono in Sardegna a Carloforte e Calasetta. Ancor oggi in queste due meravigliose cittadine sarde si parla in dialetto genovese e si gustano i piatti della tradizione ligure, avendo i Tabarchini mantenuto i legami con la tradizione anche gastronomica della terra natìa, nonostante abbiano subìto qualche influenza locale.
E' stato proprio leggendo il capitolo del libro di Sergio Rossi relativo allo scucuzzù genovese, che deriva dal kuskusu maghrebino, che mi sono commossa pensando alla mia bella Sicilia. Non a caso in dialetto siciliano il cous cous si chiama cuscusu e viene pronunciato quindi come il termine maghrebino originale.
Ho terminato il capitolo e poi tersa ogni lacrima sono andata in cucina. In freezer avevo del fumetto di pesce spada e due belle fette del medesimo pesce; in dispensa un cous cous a grana grossa, un po' più grossetta di quanto non piaccia a me, ma ci accontentiamo. :-)
L'ultima arancia della stagione e qualche limone erano in fruttiera... erano. Ora non più.
Mi sono ricordata di una ricetta letta anni fa sul forum della Cucina Italiana e firmata da una certa Elisabetta Bronzi di Sesto San Giovanni. La sua ricetta era vaga e generica su dosi e procedimento (cominciava con "fai il cous cous cotto"); io vi riporto quelle che ho utilizzato. Valeva la pena cuocere il cous cous al vapore nonostante il caldo, per ottenere un risultato così buono, a un tempo fresco e saporito.
lunedì 17 giugno 2013
Insalata liquida (Antonino Cannavacciuolo)
Quando ho letto che l'MTC di maggio era stato vinto da Leo, alias Cozzaman, sono scoppiata in una irrefrenabile risata: evidentemente è il momento dei mariti, in questa nostra sfida culinaria mensile che in giugno compie 3 anni. Questo caso di vittoria però è meno grave di quello di Cristian (agli occhi di sua moglie, intendo), che gli ha passato il testimone, perché almeno Mai ha già al suo attivo una vittoria all'MTC. J Aveva anche senso che un tarantino vincesse la sfida della Taieddhra, perché chi più di un "locale" poteva capire appieno e quindi meglio reinterpretare quella meraviglia di piatto regionale che è la Tiella?
Ho riso un po' meno quando ho visto la ricetta della sfida: la Caesar Salad, reinterpretabile e rivoluzionabile ma senza dimenticare che il tema è la cucina della Belle Époque con tutto il suo edonismo, la leziosità, la spensieratezza e la voglia di lasciarsi alle spalle le brutture di una guerra per godersi la vita.
E' questo il periodo in cui nacque lo stile Liberty, in cui i Caffé presero una grande importanza e in cui ristoranti e teatri erano sempre affollati di persone eleganti e raffinate.
E tutto questo va tradotto, quasi un secolo dopo e nel bel mezzo di una crisi economica, tramite un'insalata. Ohibò.
Sfida apparentemente molto facile, si sta rivelando (almeno per me) difficilissima: tutte le idee che mi frullano per la testa sono scontate, sono perfino giunta a preparare un'insalata per poi accorgermi che l'avevo già fatta, molto simile, ma con un altro nome e copiandola da un libro per giunta. Qualche idea nebulosa mi è nata in testa ma non riesco ad afferrarla, è sfuggevole come un sogno e ha la consistenza di un ectoplasma. Insomma, un disastro.
Fino al giorno in cui mi è capitato sottomano (arrivato in ritardo, ma puntualissimo per l'MTC di giugno) il numero di maggio di Grande Cucina. Lo sfoglio distrattamente e vedo, a pagina 21, una ricetta di Antonino Cannavacciuolo: insalata liquida.
Perfetto.
Ottimo inizio.
Da qui in poi spero che il neurone si sblocchi, perché se è vero che non è obbligatorio inventarsi una ricetta di sana pianta per partecipare all'MTC, è anche vero che a me di solito questi estremi non piacciono un granché: li trovo leziosi, finti, non di sostanza.
Alla ricetta di Cannavacciuolo mancava solo una cosa per renderla MTC-compatibile: la vinaigrette, che mi è stata suggerita dalla natura stessa del piatto: mi sono ricordata di un caviale di pomodoro fatto da Greta per un altro MTC e ho preso spunto da lì per preparare un caviale di vinaigrette, usando la ricetta di Michel Roux della vinaigrette al basilico.
E' stato mentre lo preparavo che ho capito pienamente perché io e la cucina molecolare non andiamo d'accordo: al di là del fatto che la mia vinaigrette, già densa in partenza, assomiglia a pezzi di mucillagine pescati direttamente dal Mare Adriatico, non mi sono divertita per niente a preparare questo caviale, complice forse il fatto che il primo bicchiere di olio raffreddato mi è sfuggito di mano e si è rotto ungendomi il pavimento appena lavato della cucina.
Da lì in poi sono andata in apnea e ho dimenticato pure di decorare il piatto con le erbe aromatiche, che pure erano state lavate, asciugate e sfogliate e aspettavano solo di essere spolverate sul piatto.
Consapevole di queste mancanze chiedo perdono in ginocchio sui ceci mentre vi presento per l'MTC di giugno 2013 la mia versione dell'insalata liquida di Cannavacciuolo (il quale se la vedesse mi farebbe sicuramente oscurare il blog ^_^).
mercoledì 12 giugno 2013
Gelato al formaggio di capra di David Lebovitz
Lo Starbooks di questo mese è dedicato a The Perfect Scoop di David Lebovitz: un nome, una garanzia.
Ho voluto provare come prima ricetta un gusto curioso: il gelato al formaggio di capra.
Siete curiosi di sapere come l'ho trovato e soprattutto volete la ricetta?
Cliccate qui...
lunedì 10 giugno 2013
Marmellata di fragole e bacche di goji al pepe rosa
- Senti, c'è una bellissima opportunità per una settimana blu al mare: dall'8 al 12 giugno, in un posto bellissimo dove hanno il Diving per le immersioni, e costa solo 50 euro al giorno in mezza pensione: ci stai?
- Se ci sto??? E me lo chiedi??? Lunedì chiedo le ferie al capo!
Il lunedì vado in ufficio tutta contenta, ma a metà mattinata il capo ci convoca tutti in riunione: "ci sono un sacco di progetti in ballo, il lancio del nuovo prodotto su cui stiamo lavorando da mesi culminerà verso la metà di giugno, organizzeremo delle task force miste anche con i dipendenti di sede, ci sarà un party per festeggiare il nuovo lancio, quindi per favore non chiedetemi ferie nella settimana dal 10 al 15 perché proprio non ve le posso dare."
Il sogno di un pomeriggio di tarda primavera che crede di essere inverno s'infrange miseramente: mi trovo in una grigia sala riunioni e vedo il mare che si allontana da me, munito di alucce .
Ma tant'è, così è la vita e poi ho un lavoro - e un lavoro che mi piace per giunta - che altro vado cercando? Mi rituffo filosoficamente nella routine quotidiana e non ci penso più.
Fino al 7 giugno, quando vado a salutare i nipotini che festeggiano con una bella vacanza rilassante la fine della scuola. A quel punto mi ricordo di quella riunione che sembra lontana anni-luce benché si sia svolta non più tardi di un mese fa e affiora il rimpianto di non poter godere del primo mare e del primo sole di un'estate che non si decide ad arrivare.
La Pulcetta, sempre pratica, allarga le braccia, fa spallucce e mi dice "C'est la vie", frase che ha imparato dai cuginetti francesi.
Il Dolce Principe, un tenero coccolone che tenta di fare il duro, cerca di fare il gradasso ma poi non resiste ed esclama abbracciandomi sconsolato che il mare non sarà lo stesso senza di me.
Io so benissimo che si divertiranno tantissimo e che a me non penseranno affatto, ma è nell'ordine delle cose che sia così e me li abbraccio forte tutti e due.
Poi salto in macchina, vado a fare la spesa e dal fruttivendolo trovo delle splendide fragole a un buon prezzo. Ne acquisto 2 kg e sono così belle, mature al punto giusto, che non ne butto neanche una. Mi consolo della mancata vacanza preparando una squisita marmellata la cui composizione è andata maturando in me nel corso di tutta questa lunga primavera, che assomigliava più a un prolungamento dell'inverno.
Le bacche di goji disidratate si impregnano dello sciroppo delle fragole acquisendo un saporino delizioso, ma diminuendo il rendimento della marmellata.
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