giovedì 4 ottobre 2012

Marmellata di prugne Regina Claudia


Due sono le mie passioni "storiche" in cucina: preparare il pane e fare le marmellate.
Da quando ho aperto il blog però, ho pubblicato pochissime ricette dell'uno e delle altre. La ragione è molto semplice: il pane che preparo praticamente sempre è quello ai 5 cereali seguendo la ricetta delle Simili, e non posso pubblicarlo ogni volta che lo preparo; e le marmellate... quelle le preparo, le invaso e poi mi dico: ohibò, e questa come la fotografo? Non sono certo un genio dei set fotografici e le marmellate sono abbastanza ostiche da questo punto di vista, sicché va a finire che le regalo agli amici a Natale, mi mangio le rimanenti e la pubblicazione salta. 
Questo autunno però ho cercato di fare un piccolo sforzo e adesso vi presento i frutti delle mie fatiche. 

Le prugne Regina Claudia sono buonissime, particolarmente dolci e pregiate. Già conosciute nel 1500, furono così chiamate in onore della Regina Claudia di Francia, moglie di Francesco I. Giorgio Gallesio, agronomo ed erudito della fine del 1700, la descrive così nel suo "La Pomona Italiana", la prima e più importante raccolta di immagini e descrizioni di frutta e alberi da frutto realizzata in Italia:
 
La Claudia è la regina delle Susine. Bella nelle forme e di colorito modesto ma gentile, essa le supera tutte in delicatezza, in abbondanza di sugo, ed in sapore. [...] Il frutto è rotondo, di una grossezza mezzana, tagliato da una struttura marcata, e pendente da un picciuòlo piuttosto corto. La buccia è sottile, verdastra, e sfumata da una velatura di rosso dal lato del Sole. La polpa è fina, delicata, e piena di un sugo abbondante e saporitissimo. [...]
E' una varietà antica in Italia, e forse già conosciuta dai Latini, sebbene la confusione dei tanti nomi, che aveva, non l’abbia mai lasciata distinguere generalmente. Io ne ho trovate delle piante vecchissime nei miei poderi, ove era coltivata col nome di Verdacchia rotonda, e l’ho trovata con questo nome e altri diversi in molti luoghi del Genovesato. Nella Romagna e nel Modenese vi si conosceva da lungo tempo sotto il nome di Mammola, e in Piemonte sotto quello di Claudia. In Toscana era chiamata Susina Regina, e sotto questo nome è figurata nei quadri della R. Villa di Castello. Ora essa ha preso il solo nome di Claudia in tutta Italia, e vi è divenuta così comune, che si ritrova in abbondanza non solo nei giardini ma ancora nei mercati.

Vi lascio quindi solo immaginare quanto sia buona la marmellata ricavata da questi frutti deliziosi!


domenica 30 settembre 2012

TARTELLETTE DI FICHI E DATTERI CON SCIROPPO DI CIOCCOLATO AL CUMINO


Non m’intendo molto di oroscopi, ma il contest di Raffaella, a cui partecipo con questa ricetta, è incentrato proprio su questi: descrivere il proprio segno zodiacale e collegarvi una ricetta.

mercoledì 26 settembre 2012

Magret de canard aux framboises - Petto d'anatra ai lamponi


Confesso che c'è stato un momento, mentre scrivevo questo post, in cui mi sono sentita in colpa e mi sono chiesta se non fossi troppo severa. Poi però mi sono detta che lo Starbooks, che di certo non è una caccia alle streghe, talvolta ti fa scoprire delle bufale che è nostro dovere segnalare. Noi 8 guardiamo quello che offre il panorama editoriale,

domenica 23 settembre 2012

Pie di ali di pollo e cozze al curry - Cinegustologia con la commedia leggera


Seconda puntata del contest della Patty, La commedia è servita, dove secondo i principi della Cinegustologia si abbina un film a un piatto.



Il film che ho scelto è una commedia di Peter Bogdanovich, Ma papà ti manda sola?, che vede come protagonisti Ryan O'Neill e Barbra Streisand.

Howard è un musicologo timido e impacciato che, accompagnato da Eunice, la sua pedante fidanzata, atterra a San Francisco per partecipare a un concorso finanziato da un eccentrico milionario, Frederick Larrabee, che premierà con una cospicua somma il migliore progetto di ricerca musicale. Howard conserva le sue pietre musicali in una borsa scozzese e nello shopping mall dell’aeroporto si imbatte in Judy, una ragazza un po’ matta che si invaghisce di lui e lo corteggia sfacciatamente; anche lei è appena arrivata, e la sua valigia è una borsa scozzese identica a quella di Howard. 

Judy si sostituisce a Eunice nella cena di gala del concorso e convince il Signor Larrabee ad assegnare il premio a Howard.


Nello stesso hotel dove scendono Howard, Eunice e Judy, alloggiano anche due goffe spie che si rubano l'un'altra una borsa con dei documenti top secret, anch'essa in tela scozzese, e due ladri che cercano di derubare una vecchia milionaria dei suoi gioielli, contenuti in un'altra borsa di tela scozzese. Le borse vengono scambiate tra di loro in una esilarante serie di equivoci, che si conclude con uno spettacolare inseguimento in auto sulle vie di San Francisco, la scena a mio avviso più bella di tutto il film.


Arrestati dalla polizia, tutti i protagonisti finiscono davanti a un giudice che, si scoprirà, è il padre di Judy. Alla fine dell'inseguimento Eunice si innamora di Frederick e resta con lui mentre Judy, spedita dal padre in collegio, si congeda da Howard, che resta solo e deluso perché, nel frattempo, si è innamorato di lei. Sull'aereo del ritorno però Howard sente la voce di Judy che racconta all’infastidita vicina di posto che andrà a studiare musica nel college dove lui insegna; i due si baciano davanti agli scandalizzati passeggeri.

Il piatto che io associo a questo film è una pie di ali di pollo e cozze al curry: un’unione un po’ pazza e stravagante dove le timide e impacciate ali di pollo, unite alle sapide cozze, danno vita a un piatto insolito e delizioso legati dall’aromatica vellutata al curry, che simboleggia le inverosimili avventure che i due vivono a San Francisco nel giro di 2 o 3 giorni. La vellutata, composta dai brodi di cottura di pollo e cozze le cui vicende si intrecciano inscindibilmente nel corso della cottura, viene legata dal gusto morbido e avvolgente della panna, l’amore che quasi insensibilmente si insinua nel cuore dei due protagonisti del film. La passione sboccia al primo morso, con il piccantino del curry e della generosa spolverata finale di pepe, che danno nuovo slancio e vitalità ai due ingredienti principali.

mercoledì 19 settembre 2012

Saint-Jacques au sabayon - Capesante allo zabaglione salato per lo Starbooks



Secondo appuntamento con Rachel Khoo e la sua Little Paris Kitchen.

Devo confessare che la mia prima impressione non è cambiata: nell’insieme si tratta di una serie di non-ricette (tipo asparagi, uovo in camicia e prosciutto crudo) di una facilità estrema, spacciate per cucina francese semplificata. 
Ho cercato invano una ricetta più complessa, che mi facesse pensare alla cucina francese vera, affrontata con un approccio più semplice e fresco come dichiara l’autrice in copertina, ma non ne ho trovate. 
Mi si era accesa la speranza con i Mini chevreuil en croute (selvaggina alla Wellington), ma una nota a piè di pagina mi ha sgonfiata: “Ordino la pasta sfoglia e l’impasto dei croissant in panetteria se non ho tempo di farmeli, oppure li compero al supermercato, scegliendo quelli preparati col burro (no olio di palma, emulsionanti, additivi, etc.).” 
Ora, a parte il fatto che al supermercato è impossibile trovare pasta sfoglia senza additivi e conservanti perché lo prescrivono proprio le leggi sanitarie, mi sono detta: “Ok, ci sta: se non hai tempo acquisti questi impasti già fatti; ma se hai tempo che ricetta usi?”. La ricetta non ci viene svelata, non in questo libro per lo meno (ma sinceramente non sono un granché invogliata ad acquistare i due precedenti per vedere se l’ha pubblicata almeno lì). 

Mi sono quindi rassegnata a provare una non-ricetta facilissima; molto buona, senza dubbio, anche se la Khoo fa cuocere le capesante un tantinello di più di quanto facciano gli chef nostrani, ma tutto sommato ci può stare. 

E alle altre Starbookers come è andata? Scopriamolo insieme consultando le ricette che hanno preparato per noi questa settimana:

Ale di Menù Turistico: Soupe au pistou
Cri di Vissi d'arte e di cucina: Nids de tartiflette (nidi di formaggio e patate)
Roby di Le Chat Egoiste: Croque madame muffins  
Patty di Andante con gusto: Soufflé au fromage
Stefy di Arabafelice in cucina: Pain Brié 
Ale di Ale only kitchen: Gratin de choufleur avec une chapelure aux noisettes 
Gaia di La Gaia Celiaca: Poulet au citron et lavande


mercoledì 12 settembre 2012

Endives au jambon - ricomincia lo Starbooks!

E' di nuovo Starbooks, ma da oggi ci sono delle novità.
La prima novità riguarda la sottoscritta, che dalla panchina è stata promossa a titolare :-) e
la seconda riguarda la squadra delle StarBookers, capitanata da Alessandra di Menù Turistico, che da questo mese si è allargata e include (oltre alla sottoscritta), in rigoroso ordine alfabetico di blog, Ale Only Kitchen, Andante con gusto, Araba felice in cucina, La Gaia Celiaca, Le Chat Egoiste e Vissi  d'arte e di cucina. Siamo invece dispiaciutissime dell'abbandono di Cristina di Poveri ma belli e buoni, che per motivi di lavoro non riesce più a stare dietro al progetto. Noi la comprendiamo perfettamente (io stessa da inizio anno ho dovuto rallentare notevolmente l'attività sul blog per i medesimi motivi), ma non disperiamo di riaverla: chissà se una volta che si è riorganizzata riesce a tornare tra noi? Perché la sua grande competenza è preziosa per il nostro lavoro!

Teglia Blanc Mariclò
Eh sì, proprio di un lavoro si tratta, perché lo StarBooks (a cui tra l'altro è legato un
concorso che scade il 31/10, affrettatevi!!!) si propone un approccio critico ai libri di cucina che popolano l'ormai sovraffollata editoria del settore. Ci domandiamo tutte prima o poi se valga la pena acquistare un libro; le sue ricette saranno fattibili? Vale davvero la pena averlo in biblioteca? 
Per rispondere a questo bisogno Alessandra ha creato da una parte una biblioteca virtuale, dove si può farsi un'idea del libro "sfogliandolo" e guardando le ricette da esso tratte realizzate dalle foodblogger con i loro commenti, e dall'altro analizza un libro al mese, testando e facendo testare alla sua squadra alcune ricette per vedere se è valido o meno. Non è una caccia alle streghe, sia chiaro, ma solo il tentativo di capire, in caso di fallimento di una ricetta, se il problema è la nostra imperizia oppure... la ricetta stessa. 

Il libro che abbiamo testato questo mese per voi è The Little Paris Kitchen di Rachel Khoo. Il sottotitolo recita "ricette francesi classiche con un approccio semplice e fresco", una chiarissima dichiarazione d'intenti. L'autrice infatti si propone di svecchiare la cucina classica francese dalla sua aurea ingessata e inaccessibile, per renderla fruibile al grande pubblico (e in specie, al pubblico del Regno Unito).
In realtà per Miss Khoo non è stato difficile semplificare la cucina francese: come tutte le cucine di questo mondo, quella francese comprende ricette semplici e ricette complesse; le è bastato scegliere le ricette semplici e il gioco è fatto, o almeno questa è stata la mia impressione. Il grado di difficoltà delle 120 ricette contenute nel libro va dal semplicissimo al medio; sarà che sono arrivata tardi nella scelta rispetto alle altre StarBookers (e chapeau ad Alessandra che ha fatto scegliere prima noi), ma quelle che ho testato io sono veramente facilissime e alla portata di chiunque e anche buone, ça va sans dire.



Semplice non vuol dire banale o scontato, intendiamoci; le Endives au jambon che vi presento oggi sono buonissime e hanno ricevuto un'ovazione dai familiari a cui le ho proposte. E' solo che parlare di un approccio semplificato alla cucina francese mi sembra un'astuta trovata di marketing, visto che della cucina francese si sono presentate solo le ricette di più facile realizzazione. Per carità, alcune trovate sono geniali (come i Croque Madame muffins che saranno presentati da una StarBooker prossimamente), ma accanto a questi ci sono piatti come ad esempio le Tartines sucréés et saléés (fette di pane casereccio con condimenti dolci e salati), che davvero non sono niente di che.
Insomma, io francamente mi aspettavo di più: mi aspettavo un approccio più capillare alla cucina francese, che conducesse il lettore per mano fino alla realizzazione dei piatti più complessi di una cucina che, piaccia o no, è la base della cucina classica del mondo occidentale. 

Ma passiamo alla mia ricetta di oggi che lo ripeto, è buonissima, oltre che semplicissima: