venerdì 24 giugno 2011

Brownie cioccolato, cocco e cranberry


Confesso che i frutti rossi stanno cominciando a mettermi ansia. ^_^
Quando tra le varie proposte che ci siamo fatti è saltata fuori la cucina alla frutta, ero in visibilio; poi la cosa si è ristretta ai frutti rossi e lì sono cominciati i dolori, perché tutte le ricette un minimo decenti che trovavo richiedevano l'uso di qualche ingrediente che, benché non introvabile di per se', io personalmente faccio fatica a reperire.
Come la Crème de cassis, per esempio.
Parrebbe facile trovarla, la Crème de cassis: vai in un ipermercato ben fornito, ti rechi al reparto superalcolici ed è fatta, no? No.
Ora, va bene che si tratta di un liquore al ribes nero e io invece rivolgendomi al commesso che in quel momento stava ricaricando lo scaffale ho parlato di liquore di mirtilli, ma tutto mi aspettavo tranne la risposta "al mirtillo abbiamo solo lo Zedda Piras". "Ma quello è mirto, non mirtillo: sono due cose diverse!", ho replicato. Il commesso mi ha guardata con aria dubbiosa e ha ribadito il concetto che il peraltro squisito mirto di Sardegna (e lo Zedda Piras, mi sia consentito dirlo, non è certo il migliore della produzione regionale!) fosse l'equivalente della Crème de cassis.

Scoraggiata, ho eliminato (ma solo temporaneamente) la ricetta che avevo in mente e mi sono rivolta all'unico che potesse davvero aiutarmi in quel frangente: mio marito. Marito immaginario e per giunta gay, d'accordo, ma bisogna sapersi accontentare e per giunta in quel momento non ero certo nella posizione di chi può dettare condizioni.

Non mi è andata male per la verità, tutt'altro: questo dolce è da svenimento tanto è buono, anzi la prima cosa che mi è venuta in mente quando l'ho assaggiato è stata: "questo è porno food!!!".

Quindi se avete più di 18 anni vi è consentito prepararlo e assaggiarlo, ma se ne avete di meno chiedete almeno prima il permesso ai genitori!!!! ^_^
E adesso gustatevi insieme a me questo godurioso dolce, in attesa dell'appuntamento di lunedì da Ale e Dani.

venerdì 17 giugno 2011

Terrina di coniglio alle ciliegie, dedicata alla GENTE DEL FUD!


Uno spettro si aggira in Italia: lo spettro di Gente del Fud. (Quasi) tutte le Food-blogger invitate si sono coalizzate in una sacra caccia alla qualità per diffondere questo spettro: la Garofalo e i Blogger, gourmets e amanti della buona tavola.

Dov'è il blogger che non abbia ricevuto commenti di rammarico per l'assenza da parte di suoi "colleghi", dove il patito della buona tavola che non abbia aspirato a fare parte di questo progetto? 

Di qui due conseguenze.

Gente del Fud viene ormai riconosciuto da tutta la blogsfera come una potenza.

È gran tempo che i blogger coinvolti espongano apertamente a tutto il mondo le loro prospettive, il loro progetto, le loro segnalazioni, e oppongano alla favola della Gente del Fud un progetto concreto.


A questo scopo si sono radunati a Castellammare di Stabia (ché se scrivo Sorrento Annalù e Fabio mi linciano! ^_^), capitanati da Emidio Mansi coadiuvato da Giorgio Marigliano, Flavia, Piero e Valentina, blogger delle più diverse nazionalità e hanno redatto il seguente manifesto, che viene pubblicato in lingua italiana.

(dal sito di Pasta Garofalo):
Riscoprire prodotti dimenticati e sapori dell’infanzia, cercando di capirne la storia e perché sono così buoni; essere certi che un altro modo è possibile con il contributo di ognuno, piccolo o grande che sia; confrontarsi sui punti di vista anche diversi, e capire che sono la passione ed il coinvolgimento ad unirci; mangiare con chi ti piace uno spaghetto sulla spiaggia in una giornata di sole e goderne al massimo; pensare che il bello, l’arte, il buono ed il sapere sono un privilegio da sostenere.
Potevamo fare un Manifesto di Gente del Fud, ma ci è sembrato un eccesso di formalismo, la Gente del Fud siamo noi che pensiamo ancora che impegnarsi a fare la cosa giusta sia più importante di vincere.

Mi sento Gente del Fud

Come forse si potrà intuire sono ancora frastornata, a quasi una settimana di distanza, dallo tsunami di entusiasmo e simpatia che mi ha travolta lo scorso week-end. 
Tutti noi ci aspettavamo un classico do ut des quando abbiamo ricevuto l'invito a recarci al Crowne Plaza di Sorr... Castellammare di Stabia, ^_^ ospiti di Pasta Garofalo, per sentirci illustrare nella magnifica cornice della costiera sorrentina questo nuovo progetto.
La convinzione che ci sarebbe stato uno scotto da pagare si è ulteriormente radicata quando abbiamo aperto il welcome kit e vi abbiamo trovato, al posto dei pacchi di pasta che ci aspettavamo (e che per la cronaca non c'erano ^_^), t-shirt, grembiuli, prodotti locali e... uno smartphone. E invece no: liberi di aderire al progetto o di tornare a casa e non farci più sentire dagli organizzatori, ma chi ha voglia di sottrarsi a un progetto così entusiasmante, che partirà in settembre? E come non desiderare di incontrare ancora gli amici della blogsfera, che prima identificavo con il solo logo del blog e adesso hanno un volto, un nome e soprattutto un sorriso? Il progetto è entusiasmante e coinvolgente, la co-marketing con Nokia è a mio avviso un'idea geniale e io sono fiera di far parte di questo folle gruppo.

Approfitto di questo mio spazio nel web per ringraziare Emidio, il cui entusiasmo è contagioso, Giorgio Marigliano, che non si è risparmiato per far sì che l'evento, unico nel suo genere, riuscisse in maniera così splendida, e tutti i blogger che sono intervenuti, la cui simpatia e disponibilità è stata determinante per creare la gaia atmosfera che abbiamo respirato nel week-end.

Mi sento Gente del Fud.  

E adesso passiamo alla ricetta per le (st)Renne di questa settimana! 

venerdì 10 giugno 2011

Cupcakes all'acqua di rose e lamponi per le (st)Renne estive!


Quando si dice che il lupo perde il pelo, ma non il vizio... noi (st)Renne siamo proprio così! ^_^ E' arrivata l'estate, o così almeno ci raccontano (a Milano fino a un paio d'ore fa c'era un bel temporale e dormiamo con la copertina), e noi abbiamo pensato di utilizzare gli allegri frutti rossi come fil rouge per le nostre ricette estive.




Via a fragole, lamponi, ribes, mirtilli, more e tutto quanto fa estate, sole e allegria allora!

Come di consueto ci passiamo il testimone tra noi: Ale e Dani il lunedì, Annalù e Fabio il martedì, Stefania il mercoledì, Flavia il giovedì e io chiudo la settimana lavorativa il venerdì. 
La ricetta che propongo oggi è molto delicata ed è perfetta per una merenda estiva. 

mercoledì 1 giugno 2011

Pocket Apple Pies


Autunno/Inverno 2008, un'uggiosa domenica pomeriggio a casa dei miei nipotini.
Il Dolce Principe prende due colle-stick nuove, me ne lancia una ed esclama:
- Zia, prendi una spada laser e combatti!
- (incerta) Una spada laser?
- Proprio così! Di che colore è?
- Mah... arancione.
- Non esiste!
- Ah... allora gialla.
- Non esiste!!
- Hmmm... Di che colori esistono?
- Esistono verdi, blu, viola e rosse. Quelle rosse sono dei cattivi. La mia è viola e la tua?
- (non ho molta scelta...) La mia è rossa!!!
Inizia un combattimento cruento all'ultimo stick di colla, ma proprio quando sto per avere il sopravvento sull'adorabile peste, un attacco laterale viene a disturbare la mia studiatissima strategia di gioco (consistente nel cercare di evitare che il bambino si faccia male). La Pulcetta infatti mi ha aggredita brandendo una pecora di pelouche ed esclamando:
 - Latta ttare mio fratello, brutto Darth Vader cattivo!

Ne è nata una lotta impari che mi ha vista soccombere indegnamente, sicché quella domenica a casa di mia sorella Guerre Stellari è stato riscritto: Darth Vader è stato sconfitto dalla sorella di uno Jedi, che lo ha preso a pecorate (però abbiamo accertato che si trattava di una pecora laser).

La cosa sarebbe finita nel dimenticatoio, se non avesse avuto un seguito.
La domenica seguente infatti ero tornata a trovarli e la Pulcetta ha esclamato:

- Dai Zia Mapi fai Darth Vader, che così ti prendo a calci!


lunedì 30 maggio 2011

Apple Pie Filling e fragole caramellate

Gli USA, come tutti sappiamo, è la patria del ready-made: la gente comune cucina il meno possibile e si affida ai preparati e ai semilavorati per pranzo e cena. E' vero che anche da noi ci sono sughi pronti e semilavorati, ma la Desperate Housewife nostrana è molto più avanti e non ha problemi a preparare ex novo, chessò, un sugo di pomodoro.

Facendo un giro da Williams-Sonoma ad esempio, ho visto barattoli già pronti con il ripieno per le loro pies tradizionali, di mele e di ciliegie; la prima riflessione, magari un po' spocchiosa, è stata: "e che ci vuole a prepararsi il ripieno di una pie?". Riflettendo però mi sono detta che alle volte fa comodo trovarsi con il preparato già pronto, perché velocizza parecchio il lavoro: perché non prepararselo da se'?
Sul sito della Cameo c'è una ricetta possibile a cui mi sono ispirata usando però un procedimento totalmente diverso, perché diverso è il tipo di preparazione. Del resto basta pensare al ripieno di una Apple Pie e regolarsi di conseguenza. Ovvio che il procedimento non è farina del mio sacco: è quello descritto da Christine Ferber nel suo libro Mes Confitures, che è la mia Bibbia in fatto di marmellate.


APPLE PIE FILLING

1,2 kg di mele
1 kg zucchero muscovado
100 g uvetta
50 g pinoli
1 limone non trattato (succo e scorza)
1 cucchiaio aceto di mele
2 cucchiaini cannella in polvere
1 cucchiaino chiodi di garofano macinati


Sbucciare le mele, privarle del torsolo e tagliarle a dadini.
Versare in una pentola larga ma dalle pareti alte le mele, lo zucchero, il succo di limone, l'aceto di mele, l'uvetta non ammollata (assorbirà il sugo delle mele), la scorza grattugiata del limone e le spezie.
Portare a ebollizione, poi spegnere e tenere al fresco per una notte.
Il mattino dopo scolare le mele dallo sciroppo e porre quest'ultimo sul fuoco finché non si sarà ridotto della metà circa, anche qualcosa di più.
Contemporaneamente mettere i vasetti aperti e i relativi coperchi nel forno freddo e accendere il forno a 110 °C, per sterilizzarli.
Aggiungere allo scioroppo le mele e i pinoli e far cuocere per 15-20 minuti.
Invasare la composta bollente nei vasetti bollenti, avvitare bene i coperchi e capovolgere i vasetti fino al raffreddamento: raddrizzandoli vedremo che si è formato il sottovuoto.


E le fragole caramellate? Direte voi.
Le fragole caramellate non le ho trovate da nessuna parte: le ho inventate io.
Di seguito ve ne racconto la genesi:


FRAGOLE CARAMELLATE


2 kg di fragole mature e profumate
1 kg di zucchero semolato
2 limoni (succo)
sbadataggine q.b. (ma vi consiglio di abbondare)


Trovare al mercato delle fragole meravigliose, mature e profumate e acquistarle decidendo subito di farne una bella marmellata.
Lavarle velocemente in acqua fredda, mondarle con l'aiuto del depicciolatore che ancora non è stato ereditato da vostra sorella, tagliarle in quarti e metterle in una casseruola dal fondo largo e dalle pareti alte. 
Versarvi sopra il succo dei limoni e lo zucchero, porre sul fuoco e portare al primo bollore.
Ridurre la fiamma al minimo ma al contempo autoconvincersi di aver spento il fuoco, coprire con un coperchio e lasciar riposare per qualche ora (procedimento della Ferber sopra menzionata). 
Uscire.
Tornare dopo un'oretta perché ci si è dimenticati di prendere una cosa, notare en passant che quelle fragole emanano un profumino delizioso, congratularsi con se stesse per l'ottimo acquisto fatto, prendere la cosa che si era dimenticata e uscire di nuovo.
Non farsi sfiorare dal benché minimo dubbio.
Rientrare in casa dopo 3 ore, avvertire sul pianerottolo un piacevole odore dolciastro-caramellato e domandarsi distrattamente che cosa abbiano cucinato i vicini, mentre si cercano le chiavi di casa.
Aprire la porta, essere investiti dal medesimo odore - questa volta con una punta di bruciato - guardare i fornelli e constatare che la fiamma era stata ridotta, ma non spenta. Ricordarsi del profumo avvertito 3 ore prima e inorridire.
Correre a spegnere il fuoco e constatare i danni.
Noterete che grazie al coperchio, l'acqua che evaporava ritornava in parte nella pentola, impedendo al contenuto di carbonizzarsi. Vi accorgerete anche che la parte attaccata al fondo è minima, e che il sapore di bruciato non ha ancora permeato il preparato.
Decidere a questo punto che quella massa scura e informe dal sapore di caramello tutto sommato è buona anche se non sa più di fragole. 
Invasare, avvitare i coperchi e capovolgere fino al raffreddamento.
Essere certi che si troverà il modo di utilizzarle e congratularsi con se stesse per aver trasformato un disastro in un successo e per avere inventato una nuova ricetta inedita.
Tirarsela da foodblogger. 






sabato 28 maggio 2011

Risi e bisi su cialde croccanti

E' una settimana che mangio risi e bisi, a pranzo o a cena, per poter partecipare all'MTChallenge di maggio 2011.
Lunedì, la prima volta che li ho preparati, ero così affamata che la sola idea di perdere tempo a fotografarli mi faceva inorridire. Li ho spazzolati subito, beandomi della poesia di sapori che mi inondavano il palato.
La sera seguente li ho ripreparati nella versione classica, con l'intento di fotografarli e magari di farmi venire qualche idea per una possibile variante.
Mercoledì ho preparato questa versione, l'ho fotografata per benino e ho pensato che era perfetta per il post di venerdì.
Giovedì mi è venuta l'idea della variante gorgonzola-cioccolato e ho deciso di darle la precedenza nella pubblicazione.
Venerdì ho voluto finire di utilizzare la pancetta acquistata il giorno prima, e così li ho rifatti. Oggi a pranzo infine, essendomi avanzato ancora un pugno di piselli e dei dadini di pancetta preconfezionati, li ho rifatti nella versione classica. Come dire che adesso non voglio vedere piselli per un po', e tutto per colpa di grazie ad Annamaria, che ci ha proposto questo goduriosissimo pranzo per sfidarci questo mese.

In zona Cesarini per l'MTChallenge, oggi vi presento i