Questa settimana parte col botto, grazie a una svista delle (st)Renne: il brain storming tra noi è infatti continuo, e tra una cosa e l'altra ci siamo accorti, al momento di pubblicare il pdf del Carnevale secondo le (st)Renne, che non avevamo ancora pubblicato il pdf di gennaio, sugli avanzi della tavola delle feste.
Li pubblichiamo entrambi oggi, dandovi i rispettivi link per poter scaricare i files e avere comodamente a portata di mano tutte le ricette che abbiamo pubblicato per entrambi i progetti. Qui trovate quello relativo agli avanzi delle feste, mentre qui c'è quello di Carnevale.
E a proposito di Carnevale, che trova in questi giorni il suo culmine (giovedì grasso per chi è di rito Romano e sabato grasso a Milano e dintorni, dove vige il rito Ambrosiano), ero al telefono l'altra sera con mia sorella, che mi stava raccontando dei costumi di carnevale del Dolce Principe e della Pulcetta, quando è scattato l'amarcord sui nostri costumi di carnevale, da bambine. Erano altri tempi, e il medesimo costume veniva riciclato almeno una volta, finché il pargolo non era cresciuto, ma comunque ci travestivamo anche noi ed era bello quando mamma e papà ci comperavano il costume.
Il mio primo costume di carnevale è stato il vestito da fata, un meraviglioso abito in raso rosa con tante stelle argentate e la bacchetta magica sormontata da una stella. Avevo pure il cappello a punta, sempre di raso, e all'epoca i miei capelli erano biondi e lunghissimi, mi arrivavano alla fine della schiena. Ero particolarmente fiera di quel bel vestito da Fata e ricordo l'orgoglio con cui uscii di casa e andai al parco giochi a sfoggiarlo. Lì c'erano tutte le mie amichette, vestite anche loro da Fata, ma con i costumi azzurri. Tutte quante. Mi squadrarono tutte dalla punta del cappello fino alle dita dei piedi, e poi sentenziarono tutte in coro: "Le Fate rosa non esistono!".
Avevo rimosso completamente l'episodio finché non mi sono messa a parlare di costumi con mia sorella, ma l'altra sera mi si è accesa una lampadina del cervello e credo di aver capito, finalmente, perché odio il Carnevale e detesto mascherarmi... :-D
Li pubblichiamo entrambi oggi, dandovi i rispettivi link per poter scaricare i files e avere comodamente a portata di mano tutte le ricette che abbiamo pubblicato per entrambi i progetti. Qui trovate quello relativo agli avanzi delle feste, mentre qui c'è quello di Carnevale.
E a proposito di Carnevale, che trova in questi giorni il suo culmine (giovedì grasso per chi è di rito Romano e sabato grasso a Milano e dintorni, dove vige il rito Ambrosiano), ero al telefono l'altra sera con mia sorella, che mi stava raccontando dei costumi di carnevale del Dolce Principe e della Pulcetta, quando è scattato l'amarcord sui nostri costumi di carnevale, da bambine. Erano altri tempi, e il medesimo costume veniva riciclato almeno una volta, finché il pargolo non era cresciuto, ma comunque ci travestivamo anche noi ed era bello quando mamma e papà ci comperavano il costume.
Il mio primo costume di carnevale è stato il vestito da fata, un meraviglioso abito in raso rosa con tante stelle argentate e la bacchetta magica sormontata da una stella. Avevo pure il cappello a punta, sempre di raso, e all'epoca i miei capelli erano biondi e lunghissimi, mi arrivavano alla fine della schiena. Ero particolarmente fiera di quel bel vestito da Fata e ricordo l'orgoglio con cui uscii di casa e andai al parco giochi a sfoggiarlo. Lì c'erano tutte le mie amichette, vestite anche loro da Fata, ma con i costumi azzurri. Tutte quante. Mi squadrarono tutte dalla punta del cappello fino alle dita dei piedi, e poi sentenziarono tutte in coro: "Le Fate rosa non esistono!".
Avevo rimosso completamente l'episodio finché non mi sono messa a parlare di costumi con mia sorella, ma l'altra sera mi si è accesa una lampadina del cervello e credo di aver capito, finalmente, perché odio il Carnevale e detesto mascherarmi... :-D






