Piancastagnaio, 10 novembre 1853.
Maria sta preparando il pranzo per domani, festa di San Martino.
Il suo Antonio è andato in città con Pietro, il figlio maggiore, per vendere i funghi e le castagne che hanno raccolto nel bosco nei giorni precedenti. Sua sorella Lena è aiuto cuoca presso una famiglia di signori, e pagherà un prezzo onesto per il loro raccolto.
A San Martino ogni mosto diventa vino, recita la saggezza popolare, e siccome il padrone ha confermato ad Antonio che gli rinnoverà il contratto anche per l'anno prossimo, festeggeranno stappando una bottiglia di vino novello e gustandolo con le castagne.
Nonno Gianni è nel bosco a raccogliere castagne e funghi insieme al secondogenito di Antonio e Maria, mentre Nonna Anna sta sferruzzando una copertina per l'ultima nata e la piccola Matilde sta giocando accanto alla culla della sorellina con una bambola di pezza fattale dal nonno.
Maria canticchia mentre va in dispensa a vedere che cosa può preparare con quello che ha in casa. Vuole fare una sorpresa al suo Antonio e sta meditando un pranzetto speciale con i suoi piatti preferiti, perché avere la sicurezza di una casa e di un lavoro non è cosa da tutti, e lei lo sa bene.
Il maiale è stato ammazzato un mese fa e una ghirlanda di salsicce adorna le pareti, mentre salami e prosciutti pendono dalle robuste travi del soffitto. Le castagne sono ammucchiate in un canto, la loro spettanza ben divisa dalla parte che spetta al padrone del castagneto. I funghi meno belli sono stati puliti, affettati e messi a essiccare per l'inverno. In un cantuccio della dispensa vi è un sacchetto di tela mezzo vuoto: contiene il residuo dei funghi secchi dell'anno scorso. La farina a casa loro non manca mai, frutto di uno scambio con la cucina dei padroni presso cui lavora Lena, che volentieri a volte danno un piccolo extra in natura ad Antonio. Gli ortaggi più comuni e le erbe aromatiche vengono amorevolmente coltivate da Antonio in un fazzoletto di terra che si è ricavato dietro casa, e sono anch'esse fonte di sostentamento per la famiglia. Quando Antonio lavora i campi del padrone ci pensano Nonno Gianni e Maria a curare l'orticello e ad accudire gli animali.
E così Maria si mette all'opera: cipolla, sedano e carota per il soffritto; un po' di polpa di maiale e qualche verzino, e poi tante castagne per il ragù preferito del suo Antonio. Il tegame di coccio è già sulla cucina economica e intanto che sobbolle il ragù Maria impasta i pici con le sue abili mani; la piccola Matilde si divertirà a tirarli, visto che da grande vuole fare la cuoca come la Zia Lena.
Ed ecco che cosa hanno gustato l'11 novembre 1853 Antonio e Maria, insieme ai Nonni e ai loro figli; quello che Maria non sapeva è che 150 anni dopo una Siciliana trapiantata a Milano avrebbe preparato le stesse cose, per raccogliere il guanto della sfida dell'
MTChallenge lanciatole da una certa
Serena da Piancastagnaio...