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lunedì 23 giugno 2014

Pesche sciroppate


Le pesche sciroppate sono semplici da preparare e richiedono molto meno tempo e cure della marmellata. Sono però squisite, molto più buone di quelle che si acquistano in barattolo, quindi vale decisamente la pena farle in casa: macedonie invernali o torte ne acquisteranno in sapore, e lo sciroppo che ne risulta è delizioso e perfetto per fungere da bagna analcolica di dolci e, perché no, babà.

lunedì 12 maggio 2014

Gelatina di albicocche e mele verdi + Composta di albicocche e mele verdi


"Lucidare il dolce con 3 cucchiai di gelatina di albicocche sciolta a fuoco dolcissimo", recita la ricetta, e io esclamo Ohibò!
Non compro praticamente più marmellate e confetture da anni, perché ho scoperto che quelle che mi faccio in casa sono decisamente più buone: meno dolci, e col sapore di frutta più accentuato.
Però a me piacciono le marmellate corpose, quelle con polpa e frutta ben amalgamate tra loro, mentre le gelatine non le uso praticamente mai, e quindi non le preparo.
Allungo la mano e segno sulla lista della spesa "gelatina di albicocche".
Arrivata al negozio però mi aspetta un'amara sorpresa: lo scaffale delle marmellate straripa di confetture extra nella versione normale, con polpa a pezzettoni, vellutata, cremosa e dietetica.
Nessuna traccia di gelatine di alcun tipo, però.

lunedì 4 novembre 2013

Vino cotto


Credo che tutti i nostri blog abbiano una genesi articolata e complessa.
Difficilmente ci si sveglia una mattina e si dice a se stessi "Oggi apro un blog": l'idea di solito matura pian piano, ce la rigiriamo nel cervello più e più volte, finché un giorno, zac! siamo pronti e partiamo con la nuova avventura.

martedì 16 luglio 2013

Marmellata di albicocche e albicocche secche al Cointreau e vaniglia


Ogni anno che passa assomiglio sempre di più a mia madre.
Non nell'abnegazione per la famiglia, nel pensare prima agli altri e poi a se stessa o nella discreta attenzione nei confronti di chi ha bisogno di aiuto e di conforto, questo no; e neppure nel suo correre dal mattino alla
sera perché tutti i suoi familiari siano felici e si sentano a loro agio stando insieme, o i suoi nipotini si rilassino e si sentano "a casa" dovunque lei sia.
L'aspetto in cui ho scelto di cominciare a imitarla riguarda l'esteriorità, e segnatamente la scelta delle scarpe: basse, comode, brutte e decisamente non alla moda.
Me ne sono resa pienamente conto in questi giorni, alla macchinetta del caffé dell'ufficio: le mie colleghe sfoggiano tutte bellissimi sandali alla moda, eleganti, sfiziosi, aggraziati, con zeppe, calzati da piedi ben curati.
E io? Io avevo in piedi delle comodissime e orrende infradito in stile birkenstock ed è già tanto che mi sia passata la pietra pomice (o meglio un suo surrogato) sui piedi.

Ora, se per diventare una donna migliore devo passare da orrori del genere, passi; ma se devo imitare mia madre solo nella scelta delle scarpe allora no, vi prego, no...
Una persona normale a questo punto sarebbe corsa a buttare via le infradito incriminate e sarebbe corsa a comprarsi dei bei sandaletti ultima moda; io no. Io continuo a usare le mie comode ciabatte, ma per lo meno ne ho preso coscienza. Ergo, assomiglio sempre di più a mia madre.
Come dice Christian De Sica in una nota pubblicità, AIUTATEMI!!!!


Per addolcire un po' questa scoperta ho quindi deciso di dedicarmi a una delle mie attività estive preferite: la preparazione delle marmellate.
Ogni volta che preparo una delle marmellate della Ferber mi dico che è la mia preferita, tanto i profumi e le diverse consistenze delle sue creazioni mi conquistano ogni volta. La verità è che tutte le marmellate della Ferber sono deliziose, ed è una delizia assaggiarle tutte, una dopo l'altra.
Quella che vi presento oggi è, beh, una delle mie preferite. ;-) Più precisamente, è davvero DA URLO.
Rimane un po' alcolica perché l'alcool contenuto nel Cointreau non evapora del tutto essendo aggiunto a fine cottura, quindi non somministriamola a bambini piccoli... ma per i bimbi grandi è un'autentica goduria: provare per credere.


venerdì 12 luglio 2013

Marmellata di fragole e lamponi al pepe rosa

- Zia, io non voglio partire per l'estero, vai tu al posto mio!
- Magari potessi! Amore, ma tu non sai quanto ti invidio!
- E allora vieni con me!

- E come faccio? Non c'è più posto sull'aereo...
- Vai al mio posto!
- Tesoro, i biglietti aerei sono nominativi; e poi ti immagini la faccia dei tuoi amici, con cui devi condividere la stanza, se al posto tuo mi presentassi io?

A questo punto il Dolce Principe si è messo a ridere, e da lì in poi convincerlo che era bello andare in vacanza studio è stato facile. 
Si trattava della naturale ansia prima della partenza, era chiaro, e infatti lunedì mi ha telefonato tutto contento, dicendomi che il test di ingresso alla scuola era andato molto meglio dell'anno scorso e che non si era reso conto di avere imparato tante cose. 
Quella sera andava al Bowling con gli amici, tanto per svagarsi, e insomma la sua vacanza all'insegna dello studio e del divertimento lontano dalla famiglia è in pieno svolgimento.

Pensare al Dolce Principe fuori casa mi fa un'immensa tenerezza, sarà che per me è sempre il mio nipotino piccolo tutto da abbracciare e coccolare, mentre lui quando faccio per dargli un bacio si allontana di scatto e mi prega di smetterla, ché ormai è grande. Crescono i nostri ragazzi, crescono più in fretta di quanto non vorremmo, e agli inizi dell'adolescenza, quando dal bambino sta emergendo il ragazzo, alternano momenti in cui li prenderesti a ceffoni a sprazzi di tenerezza e di bellezza che lasciano senza fiato.



Rimani così, Dolce Principe. 
Mantieni in te la dolcezza della fanciullezza, appena temperata dall'asprezza di una personalità che lotta per emergere e affermarsi.

lunedì 1 luglio 2013

Marmellata di fragole alla menta e al pepe nero


La Pulcetta è partita per la montagna sabato con la scuola, ed essendo alla sua prima uscita da sola la sua famiglia è emozionata. Si va dal "la mia bimba è via, lontano da me" della sua mamma al "finalmente torno ad essere figlio unico, però devo ammettere che un poco mi manca" del Dolce Principe, il quale come al solito sfodera un cuore tenero dietro alla scorza dura che di solito mostra al mondo.

E' piccina in effetti la nostra Pulce, ma ha un carattere molto indipendente: ha insistito molto con sua mamma per poter partire e sabato mattina era felicissima, al raduno con i suoi compagni di scuola e con le maestre.
Sabato sera mia sorella aveva il cuore gonfio: dopo la Messa si stava sfogando con un'amica e alla fine l'ha chiamata per sentire come stava. Lei tranquilla raccontava di essere in camera con le sue amichette del cuore, che in quel momento era a cena "ma mamma, chiamami pure tutti i giorni a quest'ora" e insomma, aveva l'aria di stare benissimo. E' stato il commiato di mia sorella a lasciarmi di stucco: mi rendo conto che ogni mamma conosce i suoi pargoletti e i loro punti deboli, ma immaginatevi la mia faccia quando le ho sentito dire, al termine della telefonata, "mi raccomando, fai la c@cc@". Laddove altre mamme avrebbero insistito sulla buona condotta della loro bambina, mia sorella si preoccupava delle deiezioni. Il Dolce Principe ha fatto spallucce e ha osservato: "a me dice di fare la doccia", ma io sono rimasta davvero basita. Tra l'altro la prima cosa che mi viene in mente pensando alla Pulcetta via da sola è la sua inappetenza: ha sempre considerato le ore dei pasti come delle solenni perdite di tempo e mangia poco e malvolentieri, quindi la mia prima preoccupazione sarebbe su ciò che entra piuttosto che su ciò che esce, ma tant'è.

E' proprio pensando a stimolare l'inappetenza della Pulcetta che ho deciso di preparare questa marmellata di Christine Ferber, che a me piace molto e che con i suoi contrasti mi ricorda tanto la mia affettuosa e vivace nipotina. Con gli anni ho apportato qualche piccola variazione alla ricetta originale: ho dimezzato la quantità di zucchero da lei indicata e aumentato il tempo di permanenza della menta nelle fragole, per avere maggiore freschezza. 

Anche questa ricetta partecipa allo Starbooks Redone!

lunedì 10 giugno 2013

Marmellata di fragole e bacche di goji al pepe rosa


- Senti, c'è una bellissima opportunità per una settimana blu al mare: dall'8 al 12 giugno, in un posto bellissimo dove hanno il Diving per le immersioni, e costa solo 50 euro al giorno in mezza pensione: ci stai?
- Se ci sto??? E me lo chiedi??? Lunedì chiedo le ferie al capo!

Il lunedì vado in ufficio tutta contenta, ma a metà mattinata il capo ci convoca tutti in riunione: "ci sono un sacco di progetti in ballo, il lancio del nuovo prodotto su cui stiamo lavorando da mesi culminerà verso la metà di giugno, organizzeremo delle task force miste anche con i dipendenti di sede, ci sarà un party per festeggiare il nuovo lancio, quindi per favore non chiedetemi ferie nella settimana dal 10 al 15 perché proprio non ve le posso dare."

Il sogno di un pomeriggio di tarda primavera che crede di essere inverno s'infrange miseramente: mi trovo in una grigia sala riunioni e vedo il mare che si allontana da me, munito di alucce . 
Ma tant'è, così è la vita e poi ho un lavoro - e un lavoro che mi piace per giunta - che altro vado cercando? Mi rituffo filosoficamente nella routine quotidiana e non ci penso più. 
Fino al 7 giugno, quando vado a salutare i nipotini che festeggiano con una bella vacanza rilassante la fine della scuola. A quel punto mi ricordo di quella riunione che sembra lontana anni-luce benché si sia svolta non più tardi di un mese fa e affiora il rimpianto di non poter godere del primo mare e del primo sole di un'estate che non si decide ad arrivare. 

La Pulcetta, sempre pratica, allarga le braccia, fa spallucce e mi dice "C'est la vie", frase che ha imparato dai cuginetti francesi. 
Il Dolce Principe, un tenero coccolone che tenta di fare il duro, cerca di fare il gradasso ma poi non resiste ed esclama abbracciandomi sconsolato che il mare non sarà lo stesso senza di me. 
Io so benissimo che si divertiranno tantissimo e che a me non penseranno affatto, ma è nell'ordine delle cose che sia così e me li abbraccio forte tutti e due.
Poi salto in macchina, vado a fare la spesa e dal fruttivendolo trovo delle splendide fragole a un buon prezzo. Ne acquisto 2 kg e sono così belle, mature al punto giusto, che non ne butto neanche una. Mi consolo della mancata vacanza preparando una squisita marmellata la cui composizione è andata maturando in me nel corso di tutta questa lunga primavera, che assomigliava più a un prolungamento dell'inverno.

Le bacche di goji disidratate si impregnano dello sciroppo delle fragole acquisendo un saporino delizioso, ma diminuendo il rendimento della marmellata. 

giovedì 4 ottobre 2012

Marmellata di prugne Regina Claudia


Due sono le mie passioni "storiche" in cucina: preparare il pane e fare le marmellate.
Da quando ho aperto il blog però, ho pubblicato pochissime ricette dell'uno e delle altre. La ragione è molto semplice: il pane che preparo praticamente sempre è quello ai 5 cereali seguendo la ricetta delle Simili, e non posso pubblicarlo ogni volta che lo preparo; e le marmellate... quelle le preparo, le invaso e poi mi dico: ohibò, e questa come la fotografo? Non sono certo un genio dei set fotografici e le marmellate sono abbastanza ostiche da questo punto di vista, sicché va a finire che le regalo agli amici a Natale, mi mangio le rimanenti e la pubblicazione salta. 
Questo autunno però ho cercato di fare un piccolo sforzo e adesso vi presento i frutti delle mie fatiche. 

Le prugne Regina Claudia sono buonissime, particolarmente dolci e pregiate. Già conosciute nel 1500, furono così chiamate in onore della Regina Claudia di Francia, moglie di Francesco I. Giorgio Gallesio, agronomo ed erudito della fine del 1700, la descrive così nel suo "La Pomona Italiana", la prima e più importante raccolta di immagini e descrizioni di frutta e alberi da frutto realizzata in Italia:
 
La Claudia è la regina delle Susine. Bella nelle forme e di colorito modesto ma gentile, essa le supera tutte in delicatezza, in abbondanza di sugo, ed in sapore. [...] Il frutto è rotondo, di una grossezza mezzana, tagliato da una struttura marcata, e pendente da un picciuòlo piuttosto corto. La buccia è sottile, verdastra, e sfumata da una velatura di rosso dal lato del Sole. La polpa è fina, delicata, e piena di un sugo abbondante e saporitissimo. [...]
E' una varietà antica in Italia, e forse già conosciuta dai Latini, sebbene la confusione dei tanti nomi, che aveva, non l’abbia mai lasciata distinguere generalmente. Io ne ho trovate delle piante vecchissime nei miei poderi, ove era coltivata col nome di Verdacchia rotonda, e l’ho trovata con questo nome e altri diversi in molti luoghi del Genovesato. Nella Romagna e nel Modenese vi si conosceva da lungo tempo sotto il nome di Mammola, e in Piemonte sotto quello di Claudia. In Toscana era chiamata Susina Regina, e sotto questo nome è figurata nei quadri della R. Villa di Castello. Ora essa ha preso il solo nome di Claudia in tutta Italia, e vi è divenuta così comune, che si ritrova in abbondanza non solo nei giardini ma ancora nei mercati.

Vi lascio quindi solo immaginare quanto sia buona la marmellata ricavata da questi frutti deliziosi!


lunedì 18 giugno 2012

Scaloppine di salmone al profumo di arancia con marmellata di cipolle e griglia di patate


Sono reduce da una splendida vacanza al mare insieme a un gruppo di sub completamente pazzi, i Bucanieri, e mi sono davvero divertita e rilassata tanto.
Pure il mio stomaco si è divertito, come gli ha fatto notare sarcastico il giro vita, con il bel risultato che adesso sono a dieta. A dieta strettissima intendo, di quelle con pochi grassi, calorie controllate e tante altre cose una più brutta dell'altra (ma purtroppo necessarie).

Epperò c'è in corso l'MTChallenge, che questo mese verte sulle scaloppine e sui fondi di cottura: come conciliare capra e cavoli? Con una bella scaloppina di pesce, mi sono detta.
Un pesce grasso, è vero, ma che contiene i grassi "buoni" (ogni scusa è buona... ^_^) ed è ricco di Omega 3. Insomma, il salmone nella dieta è ammesso, anche se in modiche quantità e non troppo spesso.
Un po' meno le patate duchessa, qui presentate sotto forma di griglia (a cui ho freudianamente dimenticato di aggiungere la base) e la marmellata di cipolle (ma di quella ce n'è proprio pochina).

Pazienza per la dieta, insomma: l'MTC ha la precedenza e io ringrazio ancora una volta Elisa, vincitrice della scorsa edizione, per questa splendida sfida!

lunedì 28 novembre 2011

Baccalà al miele di castagno con marmellata di pomodori

Mi pare di avere già detto che il baccalà mi piace e mi ispira; mi ispira talmente tanto, che mi sono messa in testa di provare a farci anche un dolce. 
L'esperimento del baccalà-dessert è fallito, benché il risultato in se' mi sia piaciuto; solo che non era un dessert ma un goloso antipasto, che necessitava di aver corretto il tiro. Un paio di giorni ancora per pensare, et voilà.

L'ispirazione è partita da questa ricetta, presentata dalla mia amica Cristina P. per il contest Cacio e pe...sce di Cristina G.
Il miele sta d'incanto con il baccalà, è un abbinamento da provare. Solo, questo abbinamento dà il meglio di se' col baccalà crudo, mentre io ho dovuto cuocerlo per rispettare le regole dell'MTC. Voi prendete l'idea e fatelo come volete, ma fatelo: non ve ne pentirete!

BACCALA' AL MIELE DI CASTAGNO CON MARMELLATA DI POMODORI

lunedì 21 novembre 2011

Polpette di baccalà in conchiglie di briséé con gelatina di pomodoro


Ogni volta che mi metto a lavorare per l'MT Challenge non posso fare a meno di ringraziare in cuor mio Alessandra per avere importato dagli States questo splendido contest, dandogli però un taglio tutto italiano: laddove infatti nella terra di origine ci si limita a replicare

lunedì 5 settembre 2011

Mostarda di fichi d'India (versione cremosa)



Io e il Dolce Principe amiamo molto scherzare e ironizzare e quando l'ironia e gli scherzi riguardano la mia persona lui si diverte in modo particolare.
Siccome ha sempre avuto delle belle guanciotte che tiravano letteralmente i baci, è stato fin da piccolo il bersaglio dei miei sbaciucchiamenti e giunto a una certa età ha deciso che è ora di finirla.
Per comunicarmi questa sua irrevocabile decisione, ha preso a passarsi la mano sulla guancia ogni volta che gli dò un bacio, dicendomi al contempo con aria di sfida: "mi tolgo i tuoi baci bavosi!".

Vorrei precisare che i miei baci sono tutto fuorché bavosi, ma siccome lo scherzo diverte entrambi la pantomima continua puntualmente ogni volta che ci incontriamo. Io gli dico, umettandomi vistosamente le labbra: "Vieni, che ti voglio sbaciucchiare!!!" e lui fugge lontano: "Non voglio i baci bavosi di Zia!!!".

La commedia ha raggiunto un punto di svolta quest'estate, quando dovevo convincerlo a fare il suo dovere contro la sua volontà. "Se lo fai, non ti dò più baci bavosi per tutta l'estate". "Non accetto", ha detto prontamente lui; "i tuoi baci bavosi mi fanno ridere."
E così la faccenda continua tra alti e bassi e trovate di ogni tipo, come quella mattina in cui mi sono svegliata molto presto (quando siamo in Sicilia i bambini dormono in camera mia) e vedendolo profondamente addormentato ho depositato delicatamente un bacino sulla sua guancia. Immediatamente la manina è stata passata sulla guancia e il bacio tolto, perché i baci bavosi di Zia vanno sempre eliminati, anche nel sonno. 😄


Di questa ricetta ho sentito parlare per la prima volta quest'estate da Emma, la moglie di un mio cugino, che è originaria di Vizzini (CT) dove questa ricetta p nata, descrivendomi come la faceva sua nonna. Non essendo appassionata di cucina non mi ha saputo indicare le quantità precise, ma ne ha detto abbastanza per incuriosirmi e spingermi a cercare notizie in più su questa delizia. In rete e ho trovato la ricetta così come me l'aveva descritta lei, qui. Poi ho cercato ulteriormente e ho trovato un'altra ricetta, a mio avviso più attendibile, su La Pulce e il Topo. Da questo sito ho saputo che la mostarda di fichi d'India può essere servita in due maniere: appena fatta, come fosse una semplice crema, oppure dopo averla fatta asciugare per alcuni giorni, finché assume la consistenza della cotognata.

Per questa seconda tipologia l'ideale sarebbe disporre delle apposite formine di terracotta, che darebbero ai nostri budini un aspetto davvero gradevole, ma è possibile utilizzare qualsiasi recipiente di terracontta e ottenere delle mostardine lisce.
La versione che ho preparato io è la prima: una vellutata crema di frutta con tutto il sapore del fico d'India.
Ho quindi vinto la mia reticenza ad acquistare fichi d'India al supermercato e... sorpresa! Sarà che quelli della mia campagna erano abbondanti e gratuiti mentre questi li ho pagati quasi 2 euro al kg, questa volta sono riuscita a ricavare molto più succo dai preziosi frutti. ^_^

En revanche, ho pagato cara la mia incompetenza all'acquisto: ho scelto i frutti dalla colorazione più rosata perché li cercavo rossi, e me li sono trovati tutti gialli. A differenza della marmellata però, che richiede una lunghissima cottura e ne snatura il colore trasformandolo in marrone, con la cottura breve si sono mantenuti di un bel colore dorato.

venerdì 2 settembre 2011

Fichi Caramellati



Nella nostra campagna in Sicilia non ci sono solo pale di fichi d'India: abbiamo anche un bellissimo agrumeto, alcuni alberi da frutto e 4 o 5 alberi di fico.
I fichi abbondano quindi sulla nostra tavola ed è sempre mia mamma che li coglie la mattina, non si sa se prima o dopo i fichi d'India, per poi portarli in tavola.
Destinarne una parte per preparare i fichi caramellati è stato quindi un passo naturale, anche se la totalità della mia produzione siciliana è andata ai parenti, perché i limiti di peso del bagaglio non mi consentivano di portarli con me.
Li ho rifatti volentieri una volta tornata a casa però, perché i fichi caramellati non possono mancare nella mia dispensa. In Romagna li consumano insieme allo squaqquerone, ma io li trovo squisiti anche con i formaggi più piccanti come il pecorino di fossa, e li ho utilizzati anche per il risotto con cioccolato al peperoncino che avevo presentato per le (st)renne di Pasqua.
La ricetta è presa dal libro di Suor Germana "Quando cucinano gli angeli" e a mio avviso è da svenimento. Eccola:

lunedì 29 agosto 2011

Gelatina di fichi d'India


Come ho già scritto qui, a casa dei miei in Sicilia i fichi d'India crescono abbondantissimi: crescono rigogliosamente attorno a buona parte del muro di cinta e danno generosamente molti dolcissimi frutti, che mia mamma provvede a cogliere ogni mattina all'alba, quando la rugiada ammorbidisce le spine.

La resa di questi frutti in termini di gelatina è estremamente scarsa, visto che sono costituiti da innumerevoli semini ricoperti da un piccolo strato di polpa. Per questo motivo, a meno di non avere una massiccia produzione casalinga come la mia non conviene preparare la gelatina: pensate che con circa 10 kg di fichi d'India sbucciati ho ottenuto soltanto 1 litro di succo da cui partire per prepararla.

Inoltre per questa preparazione occorre selezionare anche il colore dei frutti: col calore infatti quelli gialli diventano di un inquietante colore marrone, per cui occorre utilizzare solo ed esclusivamente i frutti dalla polpa rossa, mischiati al limite a qualche frutto bianco. 

Questa gelatina è stata preparata dal mio figlioccio Fabio, guidato e supervisionato da me: complimenti al mio piccolo Chef in erba, che mi ha raccontato di tutte le cose che cucina insieme alla sua mamma!

Un ringraziamento grande come una casa va a mia mamma, che per consentirmi di preparare questa delizia ha raccolto e mondato almeno 15 kg di fichi d'India rossi!

lunedì 18 luglio 2011

Gelatina di basilico

Questa ricetta era nella mia lista delle cose da fare da qualche anno, ma non mi decidevo mai perché avevo più di una perplessità. Poi la scorsa settimana ne ho parlato con Alessandra nella "stanza delle (St)renne" che ci siamo creati su FB, esternandole tutti i miei dubbi: innanzi tutto era previsto l'uso del succo di mela, ma la ricetta alludeva a quello comprato. Ora, che senso ha usare del succo di mela che ha perso tutta la pectina? Io avrei usato del succo centrifugato di fresco dalle mele, però dovevo acquistare la centrifuga e non mi andava di spendere i soldi. Avrei inoltre dimezzato lo zucchero e raddoppiato il basilico, e se fosse dipeso da me ci avrei aggiunto anche un pizzico di sale. Ne abbiamo discusso per un po' e venerdì, andando a fare la spesa, ho improvvisamente deciso di comperarmi anche questa benedetta centrifuga. Fatto il grande passo, l'acquisto di mele e basilico è stato una conseguenza così naturale che nemmeno me ne sono accorta.

Mi sono accorta del guaio in cui mi ero cacciata solo una volta arrivata a casa però: dal centrifugato di mele che aveva un aspetto e un colore orrendi, al fatto che la disgraziata gelatina non volesse saperne di gelificarsi: l'ho imbarattolata tre volte, ho aggiunto dell'agar-agar ma era troppo poco e continuava a rimanere liquida... alla fine presa dalla disperazione l'ho rimessa in pentola e ho aggiunto agar-agar fino a quando non si è rappresa. E' stato a quel punto che mi sono resa conto che tutto sommato il succo di mela già pronto in brick non era una cattiva idea... ^_^


In ogni caso vi racconto come ho fatto e in coda alla ricetta vi metto gli ingredienti e le quantità originali. Fate vobis... ;-)

lunedì 30 maggio 2011

Apple Pie Filling e fragole caramellate

Gli USA, come tutti sappiamo, è la patria del ready-made: la gente comune cucina il meno possibile e si affida ai preparati e ai semilavorati per pranzo e cena. E' vero che anche da noi ci sono sughi pronti e semilavorati, ma la Desperate Housewife nostrana è molto più avanti e non ha problemi a preparare ex novo, chessò, un sugo di pomodoro.

Facendo un giro da Williams-Sonoma ad esempio, ho visto barattoli già pronti con il ripieno per le loro pies tradizionali, di mele e di ciliegie; la prima riflessione, magari un po' spocchiosa, è stata: "e che ci vuole a prepararsi il ripieno di una pie?". Riflettendo però mi sono detta che alle volte fa comodo trovarsi con il preparato già pronto, perché velocizza parecchio il lavoro: perché non prepararselo da se'?
Sul sito della Cameo c'è una ricetta possibile a cui mi sono ispirata usando però un procedimento totalmente diverso, perché diverso è il tipo di preparazione. Del resto basta pensare al ripieno di una Apple Pie e regolarsi di conseguenza. Ovvio che il procedimento non è farina del mio sacco: è quello descritto da Christine Ferber nel suo libro Mes Confitures, che è la mia Bibbia in fatto di marmellate.


APPLE PIE FILLING

1,2 kg di mele
1 kg zucchero muscovado
100 g uvetta
50 g pinoli
1 limone non trattato (succo e scorza)
1 cucchiaio aceto di mele
2 cucchiaini cannella in polvere
1 cucchiaino chiodi di garofano macinati


Sbucciare le mele, privarle del torsolo e tagliarle a dadini.
Versare in una pentola larga ma dalle pareti alte le mele, lo zucchero, il succo di limone, l'aceto di mele, l'uvetta non ammollata (assorbirà il sugo delle mele), la scorza grattugiata del limone e le spezie.
Portare a ebollizione, poi spegnere e tenere al fresco per una notte.
Il mattino dopo scolare le mele dallo sciroppo e porre quest'ultimo sul fuoco finché non si sarà ridotto della metà circa, anche qualcosa di più.
Contemporaneamente mettere i vasetti aperti e i relativi coperchi nel forno freddo e accendere il forno a 110 °C, per sterilizzarli.
Aggiungere allo scioroppo le mele e i pinoli e far cuocere per 15-20 minuti.
Invasare la composta bollente nei vasetti bollenti, avvitare bene i coperchi e capovolgere i vasetti fino al raffreddamento: raddrizzandoli vedremo che si è formato il sottovuoto.


E le fragole caramellate? Direte voi.
Le fragole caramellate non le ho trovate da nessuna parte: le ho inventate io.
Di seguito ve ne racconto la genesi:


FRAGOLE CARAMELLATE


2 kg di fragole mature e profumate
1 kg di zucchero semolato
2 limoni (succo)
sbadataggine q.b. (ma vi consiglio di abbondare)


Trovare al mercato delle fragole meravigliose, mature e profumate e acquistarle decidendo subito di farne una bella marmellata.
Lavarle velocemente in acqua fredda, mondarle con l'aiuto del depicciolatore che ancora non è stato ereditato da vostra sorella, tagliarle in quarti e metterle in una casseruola dal fondo largo e dalle pareti alte. 
Versarvi sopra il succo dei limoni e lo zucchero, porre sul fuoco e portare al primo bollore.
Ridurre la fiamma al minimo ma al contempo autoconvincersi di aver spento il fuoco, coprire con un coperchio e lasciar riposare per qualche ora (procedimento della Ferber sopra menzionata). 
Uscire.
Tornare dopo un'oretta perché ci si è dimenticati di prendere una cosa, notare en passant che quelle fragole emanano un profumino delizioso, congratularsi con se stesse per l'ottimo acquisto fatto, prendere la cosa che si era dimenticata e uscire di nuovo.
Non farsi sfiorare dal benché minimo dubbio.
Rientrare in casa dopo 3 ore, avvertire sul pianerottolo un piacevole odore dolciastro-caramellato e domandarsi distrattamente che cosa abbiano cucinato i vicini, mentre si cercano le chiavi di casa.
Aprire la porta, essere investiti dal medesimo odore - questa volta con una punta di bruciato - guardare i fornelli e constatare che la fiamma era stata ridotta, ma non spenta. Ricordarsi del profumo avvertito 3 ore prima e inorridire.
Correre a spegnere il fuoco e constatare i danni.
Noterete che grazie al coperchio, l'acqua che evaporava ritornava in parte nella pentola, impedendo al contenuto di carbonizzarsi. Vi accorgerete anche che la parte attaccata al fondo è minima, e che il sapore di bruciato non ha ancora permeato il preparato.
Decidere a questo punto che quella massa scura e informe dal sapore di caramello tutto sommato è buona anche se non sa più di fragole. 
Invasare, avvitare i coperchi e capovolgere fino al raffreddamento.
Essere certi che si troverà il modo di utilizzarle e congratularsi con se stesse per aver trasformato un disastro in un successo e per avere inventato una nuova ricetta inedita.
Tirarsela da foodblogger. 






venerdì 3 dicembre 2010

Le (st)renne di Natale: Gelatina di birra


La (st)renna natalizia di questa settimana è semplicissima, ma risulta sempre molto gradita dagli amici. Accompagna egregiamente formaggi molto stagionati e formaggi a crosta lavata maturi, ma anche i dolci alle mandorle, speziati e al caffè, dolci di pasta frolla poco grassi e torte sabbiose. Inutile dire che io la adoro.

mercoledì 1 dicembre 2010

Le (st)renne di Natale: Marmellata di carote, arance e cardamomo

Questa "edizione straordinaria" delle (st)renne è dedicata a Stefania di Cardamomo & Co., il cui figlioletto minore si è rotto un po' malamente una gamba, cadendo dalla moto di papà.
Oggi Stefania ha pubblicato solo le foto della sua (st)renna, il liquore alla rosa, quando il cucciolo uscirà dall'ospedale aggiungerà la ricetta. Noi (st)Renne però l'accompagnamo e le dedichiamo tutte una ricetta da aggiungere al pdf di Natale: il nostro modo di abbracciarla visto che purtroppo, abitando tutti lontano, non possiamo aiutarla più concretamente. Passate quindi da Ale e Dani, Annalù e Fabio e Flavia per raccogliere delle (st)renne supplementari e... pensate alla nostra amica Stefania, mentre lo fate! 

Un abbraccio fortissimo a Stefania, a suo marito e al resto della tribù, e un abbraccio specialissimo per il Cucciolo Ferito, attorno a cui si sta stringendo tutta la famiglia ma anche gli amici, quelli vicini e quelli lontani, quelli che conosce di persona e gli amici cibernetici...