lunedì 26 maggio 2014

Babà analcolico con crema cioccomenta


Devo confessare una cosa: anni fa mi era venuto il trip del babà, avevo comperato anche gli stampini monoporzione e avevo provato diverse ricette. Nel corso di un viaggio a Napoli mi ero pure procurata il Rum Fantasia, che si usa appositamente per questo meraviglioso dolce.
Non avendo metri di giudizio personali mi sono affidata a dei carissimi amici napoletani che abitano vicino a casa mia, ma ogni volta il verdetto era negativo: c'era qualcosa che non andava, il babà non era abbastanza spugnoso e non assorbiva bene la bagna. Dopo 3 tentativi falliti con 3 ricette diverse ho rinunciato e gli stampini erano tristemente lì, a fare la polvere.

Poi Antonietta ha vinto l'MTChallenge e ci ha sfidati sul babà: EVVAI!!!! Ho tirato fuori gli stampini, ho studiato le ricette - DUE! - che Antonietta ci ha regalato e mi sono messa all'opera.

La prima ricetta che ho voluto provare è stata quella con il lievito di birra, benché la mia passione (neanche tanto segreta) sia proprio lui, il lievito madre.
E forse è stata questa passione disattesa che mi ha fatto dimenticare di lucidare il primo babà che ho fatto per questa sfida.

Questa volta invece l'ho tirato lucido, ma prima ancora ho messo all'opera il mio amato lievito madre.
Dal momento che i destinatari del dolce erano i miei nipoti, ho scelto di preparare un babà analcolico, ma con una crema che ingolosisse grandi e piccini e rinfrescasse il palato dalle prime arsure estive. Per questa crema ho pensato di esaltare al massimo i due aromi principali, quello del cioccolato e della menta, e ho quindi omesso i tuorli, utilizzando come unico addensante l'amido di mais (ottimo anche quello di frumento), come facciamo noi Siciliani per le nostre creme: il risultato è semplicemente strepitoso, una crema morbida, setosa dal gusto unico.

Ho anche scelto di fare un babà unico, inaugurando il mio stampo da Kugelhopf in silicone, acquistato un paio di anni fa ma mai utilizzato. :-)

Ecco quindi la mia seconda proposta, il

lunedì 19 maggio 2014

Babà all'Alchermes con crema allo zenzero


Non so se avete in mente quella strana sensazione di aver dimenticato qualcosa.
State facendo una cosa, siete convinte di aver fatto tutto per bene, eppure c'è qualcosa che vi disturba.
Non riuscite a individuare che cosa sia, il che rende la sensazione ancora più irritante.
Poi, finalmente, scatta un click nella memoria e vi ricordate il passaggio mancante.


lunedì 12 maggio 2014

Gelatina di albicocche e mele verdi + Composta di albicocche e mele verdi


"Lucidare il dolce con 3 cucchiai di gelatina di albicocche sciolta a fuoco dolcissimo", recita la ricetta, e io esclamo Ohibò!
Non compro praticamente più marmellate e confetture da anni, perché ho scoperto che quelle che mi faccio in casa sono decisamente più buone: meno dolci, e col sapore di frutta più accentuato.
Però a me piacciono le marmellate corpose, quelle con polpa e frutta ben amalgamate tra loro, mentre le gelatine non le uso praticamente mai, e quindi non le preparo.
Allungo la mano e segno sulla lista della spesa "gelatina di albicocche".
Arrivata al negozio però mi aspetta un'amara sorpresa: lo scaffale delle marmellate straripa di confetture extra nella versione normale, con polpa a pezzettoni, vellutata, cremosa e dietetica.
Nessuna traccia di gelatine di alcun tipo, però.

venerdì 9 maggio 2014

Frittelle di porri di Yotam Ottolenghi


Amo moltissimo i porri, e difficilmente riesco a resistere alla tentazione di acquistarne uno o due quando sono dal fruttivendolo. Oltretutto il porro è come il maiale: non si butta via niente. Con la parte bianca si preparano minestre e frittate, le foglie verdi ben lavate aromatizzano i brodi vegetali e si utilizzano anche nel bouquet garni.
E poi amo moltissimo le spezie e la cucina mediorientale, e ho una vera e propria passione per le ricette di Yotam Ottolenghi.
Quello che non amo particolarmente è il prezzemolo, che insieme a suo cugino, il coriandolo, non mi ha mai fatto impazzire e ho sempre usato con parsimonia nelle ricette.


lunedì 5 maggio 2014

Risotto al pomodoro


Quest'inverno, mentre lavoravo alla ricostruzione della biblioteca dello Starbooks, sono incappata in una ricetta del blog di Lara: il risotto al pomodoro. Il lavoro di ricostruzione della biblioteca è stato immane e mi ha preso parecchio tempo, motivo per cui non mi sono certo soffermata a guardare tutte le ricette, limitandomi a verificare la correttezza dei link. Il risotto al pomodoro invece mi ha incuriosita abbastanza da spingermi a leggere attentamente post e ricetta, e per un motivo quanto meno insolito: quando da bambina mia mamma ci faceva il riso al pomodoro, quella per me era una giornata nera. O più precisamente, dovevo affrontare un pasto nero. Il riso al pomodoro era chez nous una variante degli spaghetti al pomodoro, che già detestavo con tutto il cuore; ogni tanto per variare mia mamma lessava il riso invece degli spaghetti e lo condiva con la salsa di pomodoro, e a mio avviso se c'è un'accoppiata perdente in cucina, quella è proprio il riso al sugo di pomodoro.

La ricetta pubblicata da Lara però era diversa: non un riso lessato e successivamente condito, ma un risotto: forse in versione risotto l'accoppiata poteva funzionare...

venerdì 2 maggio 2014

Torta di mele e noci con salsa di mele al sidro (Martha Stewart)


Il titolo originale di questa ricetta è "Applesauce Coffee Cake", ma se lo traducessi letteralmente in italiano non sarebbe chiaro ai miei lettori di che cosa si tratti.
In Italia infatti non abbiamo le coffee cakes, letteralmente torte da caffè, per il semplice motivo che il nostro Caffè Espresso, famoso in tutto il mondo, è una delizia molto concentrata, la cui intensità aromatica richiede che lo si gusti da solo, al massimo macchiato con un goccio di latte per stemperarne amarezza e acidità (già il liquore nel caffè mi fa rabbrividire); addirittura al Sud, dove di degustazione del caffè se ne intendono, ti servono un bicchiere di acqua naturale insieme alla profumata tazzina, da bere prima del caffè, per pulire la bocca da eventuali sapori residui di qualcosa consumato in precedenza.
All'estero invece le cose cambiano e il caffè è molto più lungo e ha un gusto decisamente meno intenso (e spesso poco gradevole per noi Italiani), che può quindi prevedere l'accompagnamento di dolci che ne esaltino al massimo l'aroma. Ecco allora un fiorire di Coffe Cakes, tra i cui ingredienti troviamo frutta secca tostata - noci, pinoli, pistacchi, noci pecan - che si sposa alla perfezione con le note tostate del caffè contenuto nell'omonima bevanda allungata che si trova all'estero.