lunedì 20 maggio 2013

Un-due-tre Tiella! Tre Taieddhre da buffet per l'MTC di maggio



Se nel primo week-end dopo l’annuncio della ricetta della sfida di questo mese all’MTC ho preparato solo 4 Taieddhre – quella originale di Cristian, il vincitore della scorsa edizione, più 3 varianti, tanto per scaldare il neurone – nella settimana successiva, grazie ai 4 assaggi, hanno cominciato a venirmi in mente un sacco di combinazioni di sapori.
La Taieddhra infatti è un piatto estremamente versatile, perfetto per un gioco come l’Emmeti Challenge: se la ricetta tradizionale pugliese contempla pochi ingredienti ben precisi, le combinazioni di sapori sono invece infinite.

Una delle prime domande che mi sono posta è stata: può la Taieddhra entrare a pieno titolo in un buffet, per un Matrimonio, una Prima Comunione, un Battesimo, una Cresima o qualunque altra ricorrenza? Una volta che la domanda mi si era affacciata alla mente, il neurone si è messo al lavoro quasi a mia insaputa. Dapprima ha cercato una versione finger food, subito bocciata perché per quanto versatile, la Taieddhra non può essere presa direttamente in mano e mangiata (questo è il concetto di finger food). Ma in un buffet non c’è solo  finger food, vi sono anche bicchierini, ciotoline… ed è stato da qui che sono partita con le mie idee.

Quelle che vi presento oggi sono tre idee per un buffet, tre combinazioni di sapori diverse con cui mi sono divertita a giocare.
Le dosi che riporto sono per ogni singola ciotolina di piccole dimensioni; se volete prepararle nelle teglie in coccio tradizionali, attenetevi alle dosi date da Cristian e per gli aromi al vostro gusto personale.
In ogni caso non resterete delusi.

Un’avvertenza molto importante, valida per tutte le ciotoline: per evitare che il riso delle prime si gonfi a contatto con il liquido e risulti poi scotto, non versatevi sopra il liquido subito, ma attendete di averle preparate tutte. Solo a questo punto versate in ognuna la giusta quantità di liquido, spolverate lo strato finale con il formaggio, irrorate con l’olio e infornate.
Date le dimensioni ridotte delle ciotoline, ho ridotto i tempi di cottura. Attenzione al riso Venere però, i cui tempi di cottura sono più lunghi. Sacrificate una ciotolina per l'assaggio, in modo da calibrarli bene.

venerdì 17 maggio 2013

Tiella di riso, patate e cozze al radicchio rosso e arancia



Cristiante possino.J
Io sarei a dieta, sarei.
Una dieta che mi consenta di buttare giù i chili di troppo messi su durante l’inverno, quando con la scusa del freddo ho ingurgitato calorie a più non posso.
Una dieta che limiti per quanto possibile i carboidrati e privilegi le verdure.
Non che la Taieddhra su cui ci hai sfidati non contenga verdure, tutt’altro. E’ che contiene anche il riso, e quello è un carboidrato, che dovrei per l’appunto limitare.
Ma mi spieghi per favore come faccio a limitarmi con una ricetta così meravigliosa, che mi ha ispirato come è capitato a poche nel corso di una lunga e onorata carriera di MTChallenger? Tieni conto anche del fatto che io vivo da sola, quindi tutto quello che cucino me lo devo per forza mangiare.
Certo, una ricetta così invita alla condivisione, da tanto è buona. La tua ricetta di casa ad esempio, l’ho portata dai miei. Mio padre non è esattamente un estimatore del riso, ma l’ha divorata con mucho gusto.
La mia prima rivisitazione l’ho portata in ufficio e sottoposta alla “prova qualità” di una collega, nonché carissima amica.
Quella che propongo oggi è stata oggetto di un invito a cena di sorella, cognato e nipoti (accolta con gaudio e tripudio), ma ovviamente quando prepari qualcosa lo devi mangiare, pena la brutta impressione che la cosa farebbe ai commensali.
E qui torniamo alla mia dieta (miseramente fallita, ahimè) e alla mia frase iniziale: Cristian, te possino. J 
Ma anche no: perché in fondo si vive una volta sola, anche quella tonda è una linea e la prova bikini è ancora abbastanza lontana. Un po’ più vicino è il cambio degli armadi e la prova guardaroba estivo: che sia l’ennesima scusa per fare shopping? Che poi in fondo fare shopping significa aiutare l’economia nazionale a risollevarsi, far risalire la domanda, incrementare i consumi…

Cristian, GRAZIE. J

mercoledì 15 maggio 2013

Tiella di riso, patate, ostriche, asparagi e cozze



Appurato che il termine tiella designa la teglia di coccio e non una ricetta specifica, e che la notissima ricetta pugliese nota come Tiella designa per sineddoche la tradizionale Tiella di riso, patate e cozze (che secondo alcuni si scrive senza virgole, in barba alle regole della lingua italiana, ma che io a casa mia scrivo correttamente, con buona pace di tutti), ritengo di poter utilizzare tranquillamente il termine anch’io per la mia rivisitazione personale di questa squisita ricetta. E quindi Tiella sia, solo che la mia tiella di ceramica 
(puristi, scandalizzatevi pure ^_^), oltre a riso, patate, cipolle e cozze, contiene anche ostriche e asparagi.
Qualcuno potrebbe inorridire apprendendo che ho osato cuocere le ostriche, ma il fatto è che a me le ostriche crude fanno senso. Mi è capitato di mangiarle nel corso di cene di lavoro quando proprio non ne potevo fare a meno, e in quei casi mi sono limitata a un esemplare soltanto, per cortesia, lasciando ai suoi estimatori il resto della mia porzione. Una volta però una cugina me le propose gratinate, e quelle le gradii tantissimo, per il delizioso sapore di mare che le caratterizza.

Quando perciò ho visto che il bravissimo Cristian ci ha sfidati per questa tornata dell’MTC sulla Tiella salentina regalandoci la ricetta di casa sua, la primissima variante che mi è venuta in mente è stata proprio questa: una Tiella con le ostriche. Solo che le ostriche costano care, quindi ho pensato di abbinarle alle cozze (perdonatemi, ma non sono una donna ricca).
E quali verdure abbinare alle ostriche? Gli asparagi, mi sono detta, un sapore intenso e particolare, che secondo me ci sta a meraviglia. Il gusto intenso della cipolla mi sembrava un po’ eccessivo, quindi l’ho sostituita con porro e scalogno, ed ecco che cosa ne è venuto fuori:


lunedì 13 maggio 2013

Taieddhra salentina di riso, patate e cozze... ed è di nuovo MTC!


L'Emmetichallenge di questo mese è per me assolutamente entusiasmante, probabilmente anche perché impazzisco per le cozze. Vinto a sorpresa da Cristian alla sua prima partecipazione e con grande stupore di sua moglie Mari, titolare di uno dei blog più belli che adornino la blogsfera, ci porta diritti diritti nella bellissima terra di Puglia, una terra ricca di storia, di cultura e di bellezze naturali incredibili, tutte a portata di mano.

E altrettanto incredibile è la ricetta della Taieddhra regalataci da Cristian, che l'ha imparata da sua mamma. E' una ricetta che parla di mare, di sole, di scampagnate all'aria aperta o - perché no - di merende su un muretto caldo di sole, in mezzo all'erba fragrante.
Una ricetta di famiglia quindi, ancora più preziosa perché ci apre uno spiraglio sulla vita di casa, sugli affetti più intimi e sui ricordi che anche una sola forchettata di questo piatto fa venire a galla.

Per curiosità sono andata a cercare nel web e ho scoperto che non esiste una ricetta depositata alla Camera di Commercio: evidentemente di questo piatto tradizionale esistono tante versioni quante sono le famiglie in Puglia, ed è normale che sia così. Ho trovato un trafiletto molto interessante su Coquinaria, scritto dal bravissimo Giampaolo Mari, e ve lo riporto: "Innanzitutto una premessa sulla tiella; la tiella non è un piatto unico della cucina pugliese, ma una serie di preparazioni che hanno una serie di differenze negli ingredienti usati fra le varie zone della Puglia.
La tiella è un piatto antichissimo di origine prettamente contadino e la sua diffusione dipende dal fatto che è un piatto unico, capace di sfamare tutta la famiglia alla sera al rientro del lavoro nei campi con un tempo di preparazione semplice e veloce. Le mamme contadine, al tramonto, al rientro dal lavoro nei campi, avevano la necessità di sfamare in fretta ed in maniera nutriente tutta la famiglia; preparavano, quindi, in un tegame basso di creta una minestra con tutti gli ingredienti di verdura che avevano disponibili in casa sistemati a strati; completavano la zuppa dal punto di vista nutrizionale con aggiunta di carboidrati sotto forma di riso e di patate.
Questa minestra veniva poi cotta poggiando il tegame direttamente sulla cenere del camino, coprendolo con coperchio metallico e poggiando sul coperchio un po' di brace; veniva realizzata in tal modo una sorta di cottura al forno stufata che rendeva il tutto molto gustoso, saporito e soprattutto in grado di sfamare i più giovani dopo una stressante giornata di lavoro nei campi.

Il tegame di creta basso in Puglia, ma un po' in tutto il meridione d'Italia si chiama
tiella con vocabolo forse di origine spagnola assorbito nei lunghi periodi di dominazione spagnola nell'Italia meridionale.
Nel tempo per una forma di sineddoche anche il piatto assunse il nome di 
tiella.Questo tipo di piatto successivamente dalle campagne cominciò a diffondersi sulla costa e là  fu introdotto anche l'ingrediente di mare, forse anche per influenza spagnola, però il più povero, la cozza, che è presente nella tiella barese ed in quella tarantina."


Dopo essermi armata di cognizioni storiche, sono passata agli ingredienti. 
Come primissima ricetta ho voluto realizzare quella di Cristian, perché prima di passare alle rielaborazioni volevo capire di che cosa stessimo parlando. Infatti pur avendo già sentito parlare di questo piatto tipico pugliese, l'ho mangiato una volta sola, preparato da un Catering per 300 persone; l'esperienza era stata deludente, ma mi ero ripromessa di replicare la ricetta a casa. Il piatto però era rimasto nella mia to-do list... fino a questa tornata dell'MTC. :-) 



lunedì 29 aprile 2013

Paprikabrezeln - Pretzel ripieni ai peperoni


Pasqua è stata particolarmente alta quest'anno, e con l'inverno che la tirava per le lunghe non c'è stato letteralmente modo di organizzare con la famiglia la tradizionale gita fuori porta di Pasquetta. Peccato, perché avevo questo piccolo asso nella manica, che ho tirato fuori di recente, ora che la bella stagione sembra fare timidamente capolino da dietro le nuvole di pioggia e la coltre di freddo che ci ha avvolti negli scorsi mesi.

Stavamo per l'appunto preparando il nostro pic-nic in un verde prato, quando mi sono allontanata e riparata dietro un albero, perché nel chinarmi mi si era slacciato il reggiseno. Non mi ero accorta che la Pulcetta mi aveva seguito, e il primo segno della sua presenza è stata proprio una domanda cinguettata dalla sua vocina: 

- Zia, perché sei venuta qui? Che cosa stai facendo?
- Mi sto allacciando il reggiseno, che poco fa mi si è slacciato mentre mi chinavo.

Risatina della bimba, che si è portata la mano alla bocca, quasi a nascondere l'imbarazzo. Subito dopo però la bimba si è fatta seria, mentre il dialogo ha acquistato toni surreali:

- Comunque Zia, tu le tette non le hai mai usate.
- Come, scusa?
- (in tono impaziente) Ho detto che non hai mai usato le tue tette! 
- In che senso????
- (con sussiego) Beh, non ti sei sposata, non hai mai avuto figli, non hai mai allattato, quindi vedi che non le hai mai usate!

Ecco, in quel momento mi sono cadute. 
Le tette. 
Quelle nuove di pacca che mi porto appresso da tot anni.
- Andiamo a mangiare, va, che ho fatto dei panini ripieni veramente gustosi!

Il dialogo con la Pulcetta è finito così e con tutta probabilità lei se ne è già scordata. Io no. Dubito che lo dimenticherò tanto facilmente...

Prima di passare alla ricetta però, vi invito a dare un'occhiata qui, a partire dalle ore 9: ho preparato infatti le arancine di Carlo Cracco per lo Starbooks. Vi confesso che mi piacerebbe sapere qual'è il parere della Pulcetta, che per dire pane al pane e vino al vino è molto meglio di Joe Bastianich!!! ^_^