lunedì 7 novembre 2011

Capesante al curry (Knam-Vigotti)


Il fine settimana appena trascorso è stato segnato dalla tragedia di Genova, che ha mietuto vittime innocenti. Ho appena cancellato tutto quello che avevo scritto per esprimere

venerdì 4 novembre 2011

Risotto alla zucca con ricci di mare (E. Knam)


Dolcetto o scherzetto? I miei nipoti hanno trascorso una divertentissima domenica sera con i loro amichetti, a girare per le case del quartiere con i loro cestini pronti per essere riempiti, mentre le mamme attendevano insieme il loro ritorno, chiacchierando del più e del meno. Quando i bambini sono rientrati, i faccini sorridenti e arrossati dal freddo e i cestini pieni, le mamme si sono trattenute ancora un poco, complice il fatto che il giorno dopo era festa e si sarebbe potuto dormire. Mia sorella ha allungato la mano verso il cestino della Pulcetta e ha preso una noce sfusa. L'ha schiacciata, portata alla bocca e... strano, ha pensato, devo aver preso l'unica noce cattiva del cestino. Ne ha presa un'altra, ed era cattiva pure quella. Poi ha notato che nel cestino del Dolce Principe c'era un pacchetto semivuoto di noci - evidentemente quando è toccato a lui la signora deve avergli dato direttamente il pacchetto con l'ultimo pugno di noci. Prende il pacchetto per controllare la data di scadenza, e che cosa legge? "Nuovo raccolto 2004 - da consumarsi entro dicembre 2005.
Delle noci vintage insomma, il che dimostra che a volte, quando fingono di darti il dolcetto, in realtà ti stanno facendo uno scherzetto.

Mia sorella e le mamme degli altri bimbi hanno subito rimosso tutte le noci sfuse dai cestini; io per consolarla ho attinto alla mia dispensa, dove si trovava una scatola di uova di ricci di mare (lo so, lo so, quelli freschi hanno un sapore inarrivabile, ma questo offre il mercato milanese adesso) e una bella zucca mantovana. Sono due ingredienti che adoro, e questa proposta di Knam e Vigotti mi è piaciuta particolarmente. La ricetta inizia dal brodo, ingrediente importantissimo in quanto con la presenza della zucca tra i suoi componenti dà subito il la a una preparazione davvero sfiziosa.

martedì 1 novembre 2011

Cavatelli di grano arso con sugo di tonno di Meggy



Se c'è una cosa che mi è immensamente dispiaciuta, è stato non poter partecipare alla prima edizione del TheRecipe-Tionist di Flavia, che aveva come oggetto le ricette del
blog di Meggy. Ottobre 2011 purtroppo è stato un mese pesante per me e proprio non ce l'ho fatta, ma mi ero ripromessa di preparare una ricetta di Meggy e così ho fatto. 
 
La mia scelta è caduta sulla pasta al tonno perché mi ricorda il periodo in cui, studentessa universitaria, preparavo spesso questa pasta che era veloce ma gustosa. La ricetta di Meggy è sfiziosissima, molto migliore di quella che preparavo io, e da quando l'ho provata l'ho preparata diverse volte.
Le regole del Recipe-Tionist ammettono una sola sostituzione: si può sostituire un ingrediente con un altro, oppure toglierne uno e aggiungerne un altro.
Siccome oramai sono ampiamente fuori dal concorso di ottobre, ho fatto più di una sostituzione. ;-)

La prima riguarda il tipo di pasta usato: Meggy indica gli spaghetti n. 5, ma se c'è un formato di pasta che io non sopporto, quello sono proprio gli spaghetti, specialmente i n. 5; se proprio devo prepararli, uso i n. 7 ma vi assicuro che da quando vivo per conto mio gli spaghetti sono entrati qui una volta sola (e ne sono usciti alla velocità della luce, con destinazione a casa dei miei genitori che invece ne vanno matti).
Al posto degli spaghetti ho usato dei cavatelli di grano arso che avevo acquistato per curiosità e che francamente ho trovato una sòla, perché non tengono la cottura come la pasta di grano duro. Per la prima volta in vita mia ho quindi ridotto di 2-3 minuti i tempi di cottura indicati sulla confezione, altrimenti mi sarei trovata nel piatto della colla per manifesti. Fortunatamente ho terminato la confezione e d'ora innanzi mai più...

Questo sugo è velocissimo e si prepara nel tempo in cui cuoce la pasta.

mercoledì 26 ottobre 2011

Profiterole salato alle quaglie e salsa di prugne


Uno o due giorni prima che ci venisse comunicata la ricetta per la sfida di ottobre, Alessandra ha cominciato con gli indizi su FB; è partita da piccioni e palline - una citazione dal Gargantua di Rabelais, ha precisato, e io che pure ho studiato bene la letteratura francese al liceo non ho colto il legame. Poi si è messa a parlare di tartufi: di male in

lunedì 24 ottobre 2011

Profiterole alla crema di cioccolato bianco e basilico



Quando ho letto il bellissimo post di Stefania, ho pensato: ma quanto è bello l'MTChallenge??? Si provano ricette nuove, ci si sfida su quelle già conosciute e si ha l'occasione di preparare un dolce che non si era mai fatto prima! Sì, perché devo
confessare che l'unico periodo della mia vita in cui preparavo regolarmente il profiterole è stato l'anno della terza media, solo che all'epoca usavo le scatole con i preparati. Ogni tanto invitavo a casa mia per il pomeriggio una o due compagne di scuola con la domanda "facciamo una torta?", acquistavo la scatola per i profiteroles, aggiungevamo al preparato uova, acqua o latte e burro e preparavamo le palline di impasto sulla placca del forno, aiutandoci con un cucchiaino (altro che la sac-à-poche! ^_^).
I problemi si presentavano regolarmente al momento di farcire i bignè gonfi e dorati che uscivano fragranti dal forno: la scatola che comperavo io prevedeva una farcitura di crema pasticcera e la copertura di cioccolata. Solo che a noi ragazzine non è mai venuto in mente di far raffreddare la crema prima di farcire i bignè (e sulla scatola non c'era scritto ^_^), sicché ogni volta ci scottavamo le dita. Che divertimento però! Alla fine del pomeriggio ogni amica portava a casa metà o un terzo dei profitteroles preparati - dipendeva da quante eravamo - da far gustare alla sua famiglia la sera, dicendo con orgoglio "questo l'ho fatto io".

Ne è passato di tempo da allora, ma io stranamente non ho mai più preparato i profitteroles, dedicandomi invece ad altri tipi di preparazione. Non che la ricetta mi fosse comunque sconosciuta: qualche anno dopo una zia l'ha svelata a mia madre e li ho visto preparare i bigné tante volte, solo che non l'avevo mai fatto personalmente. Non posso quindi che ringraziare di cuore Stefania di Profumi & Sapori con il suo preziosissimo post dettagliato fino all'ultimo grammo, per avermi trasportata magicamente per un istante dentro gli allegri e sereni pomeriggi della mia infanzia e per aver proposto questa magnifica ricetta su cui sfidarci in questo dorato mese di ottobre. 

Solo che... solo che ottobre mi è volato, letteralmente. Ero ancora convinta di avere tutto il tempo del mondo quando, venerdì sera, ho cominciato a leggere le proposte delle sfidanti. E' a quel punto che ho cominciato seriamente a preoccuparmi, perché oltre a rendermi conto che di tempo non ce n'era più tanto, ho constatato che l'MTC di questo mese non riguarda solo una ricetta di cucina, ma anche la vita personale. Sì, perché più di una sfidante, per realizzare i bigné, ha fatto ricorso all'aiuto del marito; e i mariti non si sono limitati a fotografare o a stare in cucina incitando con un "dai che ce la fai", no: hanno partecipato attivamente, qualcuno addirittura improvvisando un mandrino per sac-à-poche con il fermaciuccio del bébé! 


Occorreva correre ai ripari, solo che avevo 8 giorni per mettere un annuncio sul giornale (qualcosa del tipo donna sola, bella presenza, cerca marito per fare i bigné), scegliere il candidato tra i tanti che si sarebbero presentati, fare le pubblicazioni, sposarlo e preparare il profiterole. Capite bene anche voi che mi mancavano i tempi tecnici. Stavo per gettare la spugna, quando mi sono ricordata una cosa: ma io ce l'ho un marito!!! Un marito virtuale, che non sa neppure che esisto e che naviga sull'altra sponda, è vero, ma data la situazione non era certo il caso di fare la schizzinosa. A quel punto sono corsa alla libreria, ho agguantato emozionata il libro di Paul e mi sono messa a sfogliarlo avidamente. La mia scelta è caduta su una ganache che avevo già provato in una ricetta diversa e che mi era piaciuta assai; mi è bastato raddoppiare la dose di panna per avere una crema della consistenza adatta per farcire i miei bigné. 


Per i bigné stessi ho usato la ricetta di Montersino ma preparando la dose intera, per due motivi: il primo è che immaginavo i bigné fossero come le crepes: le prime non vengono bene, poi ci prendi la mano. Il secondo motivo è che intanto che preparavo i bigné dolci mi è venuta in mente una versione salata, di cui vi parlerò presto. :-)