lunedì 4 luglio 2011

Mini cake ai fiori di zucca

-Zia, dopo pranzo giochiamo insieme in santa pace?
- Aspetta un attimo tesoro, voglio scambiare quattro chiacchiere con mamma e papà (in santa pace ^_^)
- Uffa, va a finire che ti metti a parlare con la mamma.
- Beh è mia sorella e non ci vediamo da una settimana...
- Ma insomma, se non giochi con noi che cosa sei venuta qui a fare? A mangiare e basta?


Questo dialogo tra me e il Dolce Principe è una costante ogni volta che li vado a trovare. Che passi da loro di pomeriggio o di sera o che sia invitata a pranzo o a cena, la mia visita secondo lui e la Pulcetta è completamente sprecata se non trascorro almeno un paio d'ore a giocare con loro. Il bello è che finiscono per averla vinta, le piccole pesti adorabili.


Lui attacca col suo gioco preferito, quello del Capo: lui è il Capo naturalmente, io sono il suo secondo e la Pulcetta impersona qualche bestiolina strana, dal cane al pinguino; ultimamente è diventata un pokemon ed entrambi combattono battaglie contro mostri immaginari facendo mosse che non sono letteralmente in grado di seguire, salvando così il nostro Popolo. In realtà non devo fare molto, solo somministrare pozioni magiche quando cadono feriti in battaglia, fare il tifo per loro ed esultare quando il mostro di turno è stato distrutto, però qualche volta sarebbe piacevole fare solo quattro chiacchiere in santa pace. :-D


Sabato sono andata al mercato sul tardi e ho trovato dei fiori di zucchina veramente
belli. Ci ho pensato un attimo solo, poi ho chiesto il prezzo e visto che la mattinata si stava chiudendo mi hanno offerto l'intera cassetta a un prezzo scontato. E' così che mi sono trovata con 30-32 fiori di zucchina e le relative zucchinette. La soddisfazione del momento è stata oscurata dal pensiero che avrei dovuto cucinarli in breve tempo per non sprecarli, ma per fortuna le ricette con queste delicate delizie non mancano.


I mini cake che propongo oggi sono una ricetta passatami dalla bravissima Maura Basaglia; sono veloci da fare e deliziosi al palato.


venerdì 1 luglio 2011

Schiacciata alle more, lamponi e cranberry

Mercoledì ho accennato al fatto che sto facendo il repulisti degli armadi, operazione faticosa ma che sta portando a scoperte molto interessanti e ritrovamenti di reperti archeologici della cui esistenza mi ero completamente dimenticata.

Di pari passo sto compiendo un'altra fondamentale operazione: lo svuotamento del freezer e della dispensa in vista delle ferie estive. Anche questa operazione mi sta riservando un sacco di sorprese: lunedì sera ad esempio, dovendomi portare della carne per il pranzo del giorno dopo in ufficio, mi sono imbattuta in un involto brunastro di quella che doveva essere della carne cotta, ma che non riuscivo a identificare. L'ho passato dal freezer al frigo per una notte, ma il mattino dopo ancora non avevo capito che cosa fosse. Ci sono arrivata a ora di pranzo, dopo che avevo scadato quello strano, minuscolo spezzatino nel microonde dell'ufficio: era il ripieno dei Forfar Bridies che mi era avanzato! :-9
Analogamente, ieri sera ho tirato fuori per scongelarlo quello che ero convinta fosse un petto di pollo, per poi accorgermi che si trattava in realtà di bocconcini di vitello da spezzatino, probabilmente acquistati per i sopra menzionati Bridies, congelato per usi futuri e puntualmente dimenticato. L'ho preparato con un sughetto a base di frutti rossi che mi incuriosiva, ma che dopo l'assaggio preferisco non sottoporvi, ^_^  ma non è questo il punto. Il punto essenziale è che sto svuotando armadi e freezer, due operazioni parallele che mi stanno dando un sacco di soddisfazioni e che - almeno nel caso del freezer - stanno salvando dalla rumenta un sacco di cose, come ahimè è successo l'anno scorso per cause di forza maggiore. :-(

E sempre nell'ottica dello svuotamento - questa volta della dispensa - oggi, per l'ultima puntata delle (st)renne di inizio estate, vi propongo una deliziosa schiacciata che rallegrerà le merende di grandi e piccini.


mercoledì 29 giugno 2011

Arrosto di coniglio alle ciliegie

"La casa non ruba, nasconde" dice la saggezza popolare, e se mai vi fu casa mattacchiona che si divertiva a nascondere, quella è proprio la mia.
Non importa se la colpa principale è della sottoscritta, resta il fatto che la mia casa nasconde parecchio e tira fuori anche parecchio, badando bene di farlo quando ciò che tira fuori non serve più.
E' stato il caso di un telo da mare di Missoni, regalatomi una diciottina di anni fa da un fornitore della mia azienda, e che non avevo mai portato nella casa in Sicilia perché poteva capitarmi di andare al mare senza passare da laggiù, e allora mi sarebbe servito.
Sembra incredibile, ma in 18 anni quel telo mare è rimasto intonso. Ha fatto un giro in lavatrice appena arrivato, poi più niente.
Non che non lo abbia mai cercato negli anni, badate bene: ci sono stati momenti - l'ultimo ai primi di guigno di quest'anno - in cui l'ho cercato spasmodicamente, in cui ho supplicato la casa, l'ho pregata, le ho promesso di mettere un ordine mai visto, l'ho minacciata, ma niente: il telo mare rimaneva gelosamente custodito nei suoi angoli reconditi e non saltava fuori neanche a pagarlo. Fino a due sabati fa, cioè.
Due sabati fa ho completato il cambio di stagione e ho deciso di disfarmi di tutti i vestiti che non indosso più da anni, vuoi perché non ci entro più, vuoi perché sono ormai passati di moda, pur essendo ancora in ottimo stato. Ho fatto delle scoperte interessantissime nel corso di questo repulisti generale, ho trovato cose della cui esistenza mi ero completamente dimenticata, e poi mi sono chiesta oziosamente che cosa ci fosse in quell'anta superiore solitaria, che non apro mai. L'ho aperta e indovinate che cosa ne è spuntato fuori? Il telo mare Missoni!!! Naturalmente l'ho subito tirato fuori e l'ho riposto in un altro armadio, dicendomi che se lo metto lì di sicuro me ne ricorderò la prossima volta. Altrettanto naturalmente so che la prossima volta andrò a cercarlo dappertutto tranne lì, e probabilmente passeranno altri 18 anni prima che lo ritrovi. Mi consola pensare che per allora mia nipote sarà grande e potrò passarlo a lei, anche se in realtà mi è balenata in testa un'altra idea: farmi una mappa della casa dove scrivere che cosa ripongo in ciascun anfratto. Geniale, no? Speriamo di non perdere anche quella...

lunedì 27 giugno 2011

Kaki Age di pollo con salsa di mele al curry

First things first: BUON COMPLEANNO, MTCHALLENGE!!!!


Eh sì, perché l'MTC nasceva proprio un anno fa, nel giugno 2010! E come un anno fa, anche la ricetta della sfida di giugno 2011 riguarda i fritti, con cui io decisamente non ho feeling.
Ricordate il primissimo MTC sulla tortilla di patate? Allora non avevo ancora il blog e avevo inviato "post" e ricetta ad Ale via mail, narrando delle mie disavventure con i bicchierini di patate con frittata. Poteva forse l'MTC non festeggiare il suo primo compleanno con un altro fritto? E soprattutto, potevo io lasciarmi sfuggire l'imperdibile occasione di ridurre in condizioni pietose la mia cucina? Certo che no! ^_^

Naturalmente rispetto a un anno fa un aspetto fondamentalmente diverso c'è ed è costituito dallo splendido post di Acquaviva, che ci ha proiettati nel poetico ed etereo mondo della cucina Giapponese, dove la cultura e la tradizione permeano ciascun gesto rendendolo parte di una storia millenaria e assicurando un saldo legame socio-culturale con il passato, insieme a un ponte lanciato verso il futuro.
Se però la filosofia di questa splendida tappa orientale dell'MTC è radicalmente diversa da quella dell'allegro tapear Spagnolo, temo che il caos nella mia cucina sia stato identico.
Lasciate che vi racconti.

Non appena ho letto il bellissimo post di Acquaviva ho cominciato subito a pensare a come reinterpretare il Kaki-Age e la primissima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di preparare la pastella con la farina di ceci. Bella idea, vero? Una farina talmente saporita che è essa stessa un aroma (per non parlar del fatto che avevo bisogno di utilizzare quello che restava dell'ultimo pacchetto, per non darlo in pasto alle camole alimentari). Detto fatto ho preparato la pastella 24 ore prima (la farina di ceci esige un riposo molto lungo), l'ho sigillata e riposta in frigo e il giorno dopo mi sono messa pazientemente a sminuzzare tutti gli altri ingredienti per il mio kaki-age. 



Al fine di non utilizzare troppo olio ho deciso di friggere una frittella per volta in un polsonetto di acciaio del diametro di una dozzina di cm. Anche questa pareva un'ottima idea al momento; l'impressione è però svanita quando, giunto l'olio in temperatura, vi ho versato la prima cucchiaiata di pastella e verdure. Per la famosa regola di Archimede la frittella è affondata nell'olio bollente, raggiungendo il fondo del pentolino; solo che per l'altrettanto famosa regola della legge di Murphy (se qualcosa può andare male, lo farà), è rimasta saldamente ancorata al fondo. Aiutandomi col cucchiaio-schiumarola (una caccavella americana: cucchiaio in acciaio bucherellato come una schiumarola) l'ho staccata, disfesciandola tutta destrutturandola ^_^. Naturalmente parte della pastella è rimasta attaccata al fondo, continuando allegramente a bruciare. Con la seconda frittella non è andata meglio, mentre con la terza le cose sono addirittura peggiorate: lo strato di pastella appiccicata e bruciacchiata aumentava sempre più. 
E' stato a quel punto che il mio genio creativo da MTChallenger è emerso in tutto il suo splendore: mi sono infatti detta che se la frittura era obbligatoria, non stava scritto da nessuna parte che le frittelle dovessero essere solo fritte: potevano benissimo essere prima cotte in forno e poi fritte. Geniale, no? E così ho spento il fornello e acceso il forno a 240 °C, poi ho rivestito una placca con una stola di silicone, ho immerso dei cerchi tagliapasta in acciaio nell'olio e li ho disposti sulla placca, vi ho versato dentro la pastella e ho passato in forno per una decina di minuti.
Ero soddisfattissima di me stessa per questa splendida trovata; lo sono stata un po' meno 10 minuti dopo, quando ho dovuto tirare fuori le frittelle al forno dai cerchi tagliapasta: la disgraziata pastella infatti si era attaccata ai bordi dei medesimi con la medesima tenacia che aveva già dimostrato nei confronti del fondo del pentolino. E non solo ai bordi: anche alla stola in silicone!!!
Morale della favola, ho staccato i frammenti di frittelle, li ho buttati nell'olio caldo per qualche secondo e poi li ho mangiati, perché erano così inguardabili che se li avessi fotografati mi si sarebbe rotto l'obiettivo.

Alla fine di una serata estenuante a combattere con il kaki-age io e la mia cucina eravamo decisamente malridotte ed entrambe avevamo un problema: il kaki-age doveva essere rifatto. Scartata la farina di ceci sono andata a comprarmi un pacchetto di farina di riso ed ecco che cosa ho messo insieme:

venerdì 24 giugno 2011

Brownie cioccolato, cocco e cranberry


Confesso che i frutti rossi stanno cominciando a mettermi ansia. ^_^
Quando tra le varie proposte che ci siamo fatti è saltata fuori la cucina alla frutta, ero in visibilio; poi la cosa si è ristretta ai frutti rossi e lì sono cominciati i dolori, perché tutte le ricette un minimo decenti che trovavo richiedevano l'uso di qualche ingrediente che, benché non introvabile di per se', io personalmente faccio fatica a reperire.
Come la Crème de cassis, per esempio.
Parrebbe facile trovarla, la Crème de cassis: vai in un ipermercato ben fornito, ti rechi al reparto superalcolici ed è fatta, no? No.
Ora, va bene che si tratta di un liquore al ribes nero e io invece rivolgendomi al commesso che in quel momento stava ricaricando lo scaffale ho parlato di liquore di mirtilli, ma tutto mi aspettavo tranne la risposta "al mirtillo abbiamo solo lo Zedda Piras". "Ma quello è mirto, non mirtillo: sono due cose diverse!", ho replicato. Il commesso mi ha guardata con aria dubbiosa e ha ribadito il concetto che il peraltro squisito mirto di Sardegna (e lo Zedda Piras, mi sia consentito dirlo, non è certo il migliore della produzione regionale!) fosse l'equivalente della Crème de cassis.

Scoraggiata, ho eliminato (ma solo temporaneamente) la ricetta che avevo in mente e mi sono rivolta all'unico che potesse davvero aiutarmi in quel frangente: mio marito. Marito immaginario e per giunta gay, d'accordo, ma bisogna sapersi accontentare e per giunta in quel momento non ero certo nella posizione di chi può dettare condizioni.

Non mi è andata male per la verità, tutt'altro: questo dolce è da svenimento tanto è buono, anzi la prima cosa che mi è venuta in mente quando l'ho assaggiato è stata: "questo è porno food!!!".

Quindi se avete più di 18 anni vi è consentito prepararlo e assaggiarlo, ma se ne avete di meno chiedete almeno prima il permesso ai genitori!!!! ^_^
E adesso gustatevi insieme a me questo godurioso dolce, in attesa dell'appuntamento di lunedì da Ale e Dani.

venerdì 17 giugno 2011

Terrina di coniglio alle ciliegie, dedicata alla GENTE DEL FUD!


Uno spettro si aggira in Italia: lo spettro di Gente del Fud. (Quasi) tutte le Food-blogger invitate si sono coalizzate in una sacra caccia alla qualità per diffondere questo spettro: la Garofalo e i Blogger, gourmets e amanti della buona tavola.

Dov'è il blogger che non abbia ricevuto commenti di rammarico per l'assenza da parte di suoi "colleghi", dove il patito della buona tavola che non abbia aspirato a fare parte di questo progetto? 

Di qui due conseguenze.

Gente del Fud viene ormai riconosciuto da tutta la blogsfera come una potenza.

È gran tempo che i blogger coinvolti espongano apertamente a tutto il mondo le loro prospettive, il loro progetto, le loro segnalazioni, e oppongano alla favola della Gente del Fud un progetto concreto.


A questo scopo si sono radunati a Castellammare di Stabia (ché se scrivo Sorrento Annalù e Fabio mi linciano! ^_^), capitanati da Emidio Mansi coadiuvato da Giorgio Marigliano, Flavia, Piero e Valentina, blogger delle più diverse nazionalità e hanno redatto il seguente manifesto, che viene pubblicato in lingua italiana.

(dal sito di Pasta Garofalo):
Riscoprire prodotti dimenticati e sapori dell’infanzia, cercando di capirne la storia e perché sono così buoni; essere certi che un altro modo è possibile con il contributo di ognuno, piccolo o grande che sia; confrontarsi sui punti di vista anche diversi, e capire che sono la passione ed il coinvolgimento ad unirci; mangiare con chi ti piace uno spaghetto sulla spiaggia in una giornata di sole e goderne al massimo; pensare che il bello, l’arte, il buono ed il sapere sono un privilegio da sostenere.
Potevamo fare un Manifesto di Gente del Fud, ma ci è sembrato un eccesso di formalismo, la Gente del Fud siamo noi che pensiamo ancora che impegnarsi a fare la cosa giusta sia più importante di vincere.

Mi sento Gente del Fud

Come forse si potrà intuire sono ancora frastornata, a quasi una settimana di distanza, dallo tsunami di entusiasmo e simpatia che mi ha travolta lo scorso week-end. 
Tutti noi ci aspettavamo un classico do ut des quando abbiamo ricevuto l'invito a recarci al Crowne Plaza di Sorr... Castellammare di Stabia, ^_^ ospiti di Pasta Garofalo, per sentirci illustrare nella magnifica cornice della costiera sorrentina questo nuovo progetto.
La convinzione che ci sarebbe stato uno scotto da pagare si è ulteriormente radicata quando abbiamo aperto il welcome kit e vi abbiamo trovato, al posto dei pacchi di pasta che ci aspettavamo (e che per la cronaca non c'erano ^_^), t-shirt, grembiuli, prodotti locali e... uno smartphone. E invece no: liberi di aderire al progetto o di tornare a casa e non farci più sentire dagli organizzatori, ma chi ha voglia di sottrarsi a un progetto così entusiasmante, che partirà in settembre? E come non desiderare di incontrare ancora gli amici della blogsfera, che prima identificavo con il solo logo del blog e adesso hanno un volto, un nome e soprattutto un sorriso? Il progetto è entusiasmante e coinvolgente, la co-marketing con Nokia è a mio avviso un'idea geniale e io sono fiera di far parte di questo folle gruppo.

Approfitto di questo mio spazio nel web per ringraziare Emidio, il cui entusiasmo è contagioso, Giorgio Marigliano, che non si è risparmiato per far sì che l'evento, unico nel suo genere, riuscisse in maniera così splendida, e tutti i blogger che sono intervenuti, la cui simpatia e disponibilità è stata determinante per creare la gaia atmosfera che abbiamo respirato nel week-end.

Mi sento Gente del Fud.  

E adesso passiamo alla ricetta per le (st)Renne di questa settimana!