mercoledì 1 giugno 2011

Pocket Apple Pies


Autunno/Inverno 2008, un'uggiosa domenica pomeriggio a casa dei miei nipotini.
Il Dolce Principe prende due colle-stick nuove, me ne lancia una ed esclama:
- Zia, prendi una spada laser e combatti!
- (incerta) Una spada laser?
- Proprio così! Di che colore è?
- Mah... arancione.
- Non esiste!
- Ah... allora gialla.
- Non esiste!!
- Hmmm... Di che colori esistono?
- Esistono verdi, blu, viola e rosse. Quelle rosse sono dei cattivi. La mia è viola e la tua?
- (non ho molta scelta...) La mia è rossa!!!
Inizia un combattimento cruento all'ultimo stick di colla, ma proprio quando sto per avere il sopravvento sull'adorabile peste, un attacco laterale viene a disturbare la mia studiatissima strategia di gioco (consistente nel cercare di evitare che il bambino si faccia male). La Pulcetta infatti mi ha aggredita brandendo una pecora di pelouche ed esclamando:
 - Latta ttare mio fratello, brutto Darth Vader cattivo!

Ne è nata una lotta impari che mi ha vista soccombere indegnamente, sicché quella domenica a casa di mia sorella Guerre Stellari è stato riscritto: Darth Vader è stato sconfitto dalla sorella di uno Jedi, che lo ha preso a pecorate (però abbiamo accertato che si trattava di una pecora laser).

La cosa sarebbe finita nel dimenticatoio, se non avesse avuto un seguito.
La domenica seguente infatti ero tornata a trovarli e la Pulcetta ha esclamato:

- Dai Zia Mapi fai Darth Vader, che così ti prendo a calci!


lunedì 30 maggio 2011

Apple Pie Filling e fragole caramellate

Gli USA, come tutti sappiamo, è la patria del ready-made: la gente comune cucina il meno possibile e si affida ai preparati e ai semilavorati per pranzo e cena. E' vero che anche da noi ci sono sughi pronti e semilavorati, ma la Desperate Housewife nostrana è molto più avanti e non ha problemi a preparare ex novo, chessò, un sugo di pomodoro.

Facendo un giro da Williams-Sonoma ad esempio, ho visto barattoli già pronti con il ripieno per le loro pies tradizionali, di mele e di ciliegie; la prima riflessione, magari un po' spocchiosa, è stata: "e che ci vuole a prepararsi il ripieno di una pie?". Riflettendo però mi sono detta che alle volte fa comodo trovarsi con il preparato già pronto, perché velocizza parecchio il lavoro: perché non prepararselo da se'?
Sul sito della Cameo c'è una ricetta possibile a cui mi sono ispirata usando però un procedimento totalmente diverso, perché diverso è il tipo di preparazione. Del resto basta pensare al ripieno di una Apple Pie e regolarsi di conseguenza. Ovvio che il procedimento non è farina del mio sacco: è quello descritto da Christine Ferber nel suo libro Mes Confitures, che è la mia Bibbia in fatto di marmellate.


APPLE PIE FILLING

1,2 kg di mele
1 kg zucchero muscovado
100 g uvetta
50 g pinoli
1 limone non trattato (succo e scorza)
1 cucchiaio aceto di mele
2 cucchiaini cannella in polvere
1 cucchiaino chiodi di garofano macinati


Sbucciare le mele, privarle del torsolo e tagliarle a dadini.
Versare in una pentola larga ma dalle pareti alte le mele, lo zucchero, il succo di limone, l'aceto di mele, l'uvetta non ammollata (assorbirà il sugo delle mele), la scorza grattugiata del limone e le spezie.
Portare a ebollizione, poi spegnere e tenere al fresco per una notte.
Il mattino dopo scolare le mele dallo sciroppo e porre quest'ultimo sul fuoco finché non si sarà ridotto della metà circa, anche qualcosa di più.
Contemporaneamente mettere i vasetti aperti e i relativi coperchi nel forno freddo e accendere il forno a 110 °C, per sterilizzarli.
Aggiungere allo scioroppo le mele e i pinoli e far cuocere per 15-20 minuti.
Invasare la composta bollente nei vasetti bollenti, avvitare bene i coperchi e capovolgere i vasetti fino al raffreddamento: raddrizzandoli vedremo che si è formato il sottovuoto.


E le fragole caramellate? Direte voi.
Le fragole caramellate non le ho trovate da nessuna parte: le ho inventate io.
Di seguito ve ne racconto la genesi:


FRAGOLE CARAMELLATE


2 kg di fragole mature e profumate
1 kg di zucchero semolato
2 limoni (succo)
sbadataggine q.b. (ma vi consiglio di abbondare)


Trovare al mercato delle fragole meravigliose, mature e profumate e acquistarle decidendo subito di farne una bella marmellata.
Lavarle velocemente in acqua fredda, mondarle con l'aiuto del depicciolatore che ancora non è stato ereditato da vostra sorella, tagliarle in quarti e metterle in una casseruola dal fondo largo e dalle pareti alte. 
Versarvi sopra il succo dei limoni e lo zucchero, porre sul fuoco e portare al primo bollore.
Ridurre la fiamma al minimo ma al contempo autoconvincersi di aver spento il fuoco, coprire con un coperchio e lasciar riposare per qualche ora (procedimento della Ferber sopra menzionata). 
Uscire.
Tornare dopo un'oretta perché ci si è dimenticati di prendere una cosa, notare en passant che quelle fragole emanano un profumino delizioso, congratularsi con se stesse per l'ottimo acquisto fatto, prendere la cosa che si era dimenticata e uscire di nuovo.
Non farsi sfiorare dal benché minimo dubbio.
Rientrare in casa dopo 3 ore, avvertire sul pianerottolo un piacevole odore dolciastro-caramellato e domandarsi distrattamente che cosa abbiano cucinato i vicini, mentre si cercano le chiavi di casa.
Aprire la porta, essere investiti dal medesimo odore - questa volta con una punta di bruciato - guardare i fornelli e constatare che la fiamma era stata ridotta, ma non spenta. Ricordarsi del profumo avvertito 3 ore prima e inorridire.
Correre a spegnere il fuoco e constatare i danni.
Noterete che grazie al coperchio, l'acqua che evaporava ritornava in parte nella pentola, impedendo al contenuto di carbonizzarsi. Vi accorgerete anche che la parte attaccata al fondo è minima, e che il sapore di bruciato non ha ancora permeato il preparato.
Decidere a questo punto che quella massa scura e informe dal sapore di caramello tutto sommato è buona anche se non sa più di fragole. 
Invasare, avvitare i coperchi e capovolgere fino al raffreddamento.
Essere certi che si troverà il modo di utilizzarle e congratularsi con se stesse per aver trasformato un disastro in un successo e per avere inventato una nuova ricetta inedita.
Tirarsela da foodblogger. 






sabato 28 maggio 2011

Risi e bisi su cialde croccanti

E' una settimana che mangio risi e bisi, a pranzo o a cena, per poter partecipare all'MTChallenge di maggio 2011.
Lunedì, la prima volta che li ho preparati, ero così affamata che la sola idea di perdere tempo a fotografarli mi faceva inorridire. Li ho spazzolati subito, beandomi della poesia di sapori che mi inondavano il palato.
La sera seguente li ho ripreparati nella versione classica, con l'intento di fotografarli e magari di farmi venire qualche idea per una possibile variante.
Mercoledì ho preparato questa versione, l'ho fotografata per benino e ho pensato che era perfetta per il post di venerdì.
Giovedì mi è venuta l'idea della variante gorgonzola-cioccolato e ho deciso di darle la precedenza nella pubblicazione.
Venerdì ho voluto finire di utilizzare la pancetta acquistata il giorno prima, e così li ho rifatti. Oggi a pranzo infine, essendomi avanzato ancora un pugno di piselli e dei dadini di pancetta preconfezionati, li ho rifatti nella versione classica. Come dire che adesso non voglio vedere piselli per un po', e tutto per colpa di grazie ad Annamaria, che ci ha proposto questo goduriosissimo pranzo per sfidarci questo mese.

In zona Cesarini per l'MTChallenge, oggi vi presento i

venerdì 27 maggio 2011

Risi e bisi al cioccolato e gorgonzola

Ma.... una variante un po' diversa non la vogliamo introdurre, in questo bellissimo MTC? Magari inserendoci anche un po' di cioccolato, in memoria dei vecchi tempi? :-D 
In fondo sono pur sempre La Ragazza dei Piselli, nonché ex moglie (virtuale) di un Maître Chocolatier tra i migliori al mondo, che non sa quant'è fortunato a non conoscermi!!! ^_^
Vi dico solo che a me è piaciuta parecchio.
Ovviamente è diversissima dai Risi e Bisi tradizionali, ma l'MTC è anche questo, giusto?
Allora gustate insieme a me questi

RISI E BISI AL CIOCCOLATO E GORGONZOLA



mercoledì 25 maggio 2011

Risi e bisi

"I risi e bisi? Riso e piselli!"
Così avrei liquidato questa ricetta fino a pochi giorni fa, e non sapevo quanto fossi lontana dal vero.
Perché i risi e bisi sono una poesia di sapori che si posa lieve nel piatto, ti solletica il palato e ti fa sognare a occhi aperti di un mondo più bello, più verde, fatto di natura, di prati e di fiori e impregnato di dolcezza. La stessa poetica dolcezza che permeava il post di Annamaria, mentre ci illustrava la ricetta dell'MTChallenge di questo mese.
Prima di pensare a una variante, ho pensato di prepararli seguendo la ricetta originale, che non avevo mai provato.

Ero in cucina e sgranavo i piselli e mentre osservavo con un vago sorriso i legumi tondi e turgidi cadere nella ciotola, pensavo che probabilmente in quel momento - o comunque quel giorno - qualcun altro stava facendo la stessa cosa nella sua cucina, e pensava a come reinterpretare questa deliziosa ricetta.
All'improvviso però, una scena si è intrufolata in mezzo a questi pensieri teneri e romantici: la scena che si era svolta poco prima nel negozio del mio verduraio-pusher, l'uomo che negli anni mi ha procurato gli ingredienti più particolari, dalle patate viola all'uva da mosto, per finire con una preziosa piantina di dragoncello, ultimamente. L'uomo che non fa mai una piega alle mie richieste e che venerdì ha detto alla sua assistente di andare a prendermi 1 kg di piselli col baccello tenero mangiatutto. Stavo rimirando un peperone e pensando a come utilizzarlo quando, a mo' di urlo nella pampa, in negozio è echeggiata la voce dell'assistente: "CHI E' LA RAGAZZA DEI PISELLIII????". L'ho perdonata solo perché mi ha chiamata ragazza, una cosa inaspettata e che col passare degli anni andrà diradandosi sempre più fino a scomparire.

Nella storia (dell'arte, d'accordo, ma sempre storia è) si contano la Gioconda, la Dama con l'Ermellino e la Ragazza con l'Orecchino di Perla. 
Da venerdì, c'è anche la Ragazza dei Piselli.
Speriamo che a nessuno venga mai in mente di farmi il ritratto.


lunedì 23 maggio 2011

Crème brûléé di mela verde ai cristalli di sale di Maldon


Eccomi di ritorno da New York, una città tutta da vivere, dove quasi tutti i sogni possono diventare realtà e dove la realtà sembra il parto onirico di un bambino gigante: chi ha presente il negozio M&Ms o il Lego Store sa di che cosa sto parlando. ^_^
Ho girato l'isola di Manhattan in lungo e in largo, sempre rigorosamente a piedi per poter entrare nell'atmosfera della Città che non dorme mai; ho visitato musei e negozi (ebbè! :-D) e constatato che lì non fai in tempo a immaginare una cosa, che già te la trovi in vendita. La cosa più sorprendente (per una foodblogger almeno) è stato constatare che ci sono molti posti in cui mangiare, ma pochissimi supermercati dove fare la spesa. Voglio pensare che sia una caratteristica di Manhtattan e che in altri quartieri della città le cose stiano diversamente, ma tutto questo ha accentuato la sensazione che qui il "ready made" vada per la maggiore, a scapito della sana cucina casalinga. Tale sensazione è stata accentuata quando sono andata da Williams-Sonoma e la commessa mi ha chiesto se ero interessata ad acquistare dell'ottimo Italian Food, ^_^ tra cui spiccava un ragù alla bolognese già pronto da usare per le lasagne. Le ho spiegato che da noi i sughi pronti sono usati per lo più da chi ha fretta e vuole condire un piatto di pasta, ma che per le lasagne chiunque lo preparerebbe da se', e lei era assolutamente esterrefatta da quest'usanza.

Immedesimandomi nella cultura culinaria del luogo ho mangiato qualunque cosa a qualunque ora, ma avendo camminato parecchio sono tornata a casa perfino leggermente dimagrita, ma con una gran voglia di frutta e verdura. Avevo giusto in casa un bel po' di mele, e ho preparato con queste una ricetta che era nella mia to-do list già da un po' di tempo.

Paul A. raccomanda sempre una cosa ai suoi fan: quando entrate nel mio negozio, provate sempre un gusto che di norma non assaggereste: scoprirete accostamenti nuovi e sorprendenti e allargherete i vostri orizzonti. Tra l'altro Paul A. è un grande fan del sale di Maldon (sarà campanilismo?) dai caratteristici cristalli di forma piramidale, quindi con questa ricetta dò una lisciata pure a lui, benché non vi sia la minima traccia di cioccolato. :-) La sua raccomandazione però, per me è superflua: l'insolito mi incuriosisce sempre, e quando sono inciampata in questa ricetta ho pensato di provarla. ^_^

 Crème brûléé di mela verde ai cristalli di sale di Maldon
da http://www.marieclaire.it/Lifestyle/cucina/Creme-brulee-con-mela-verde-ai-cristalli-di-sale-maldon


Per 10 persone


500 g di panna fresca 
5 tuorli 
500 g di succo di mela verde
4 cucchiai di zucchero Muscovado
80 g di aceto balsamico buono
9 chicchi di cardamomo
200 g di purea di mela verde 
sale di Maldon in cristalli 
pepe

Se vogliamo fare le cose per bene, tiriamo fuori la centrifuga da cui ricavare il succo di mela e poi frulliamo la polpa per la purea. Se però come me siamo ancora in un American Mood, ^_^ ricorreremo al succo di mela verde in brick e grattugeremo la polpa di mela per ottenere la purea.
In una pentola fare ridurre di circa la metà il succo di mela, l'aceto balsamico (io mi trovo benissimo con questo, facilmente reperibile nella Grande Distribuzione e con un ottimo rapporto qualità/prezzo) e lo zucchero con il cardamomo finché raggiunge la consistenza di uno sciroppo. Scaldare la panna a fuoco dolce. Intanto mescolare in una ciotola i tuorli e la purea di mela verde, aggiungere la riduzione (eliminando il cardamomo) e infine unire la panna. Versare il composto in singole ciotoline e cuocere a bagnomaria per 50 minuti circa a 150°C. Una volta pronte, riporle in frigorifero per almeno 4 ore. Al momento di servire, spolverizzare la crema con qualche cristallo di sale di Maldon.  

La ricetta originale prevede di accompagnare questa crème brûléé a 100 g di spinacini freschi saltati in 30 g di burro. L'abbinamento mi ispira, anche se questa volta non l'ho provato. ^_^