venerdì 28 gennaio 2011

Zuccotto di panettone (o pandoro) e Cuori di foie gras pralinati all'aceto balsamico

Ultima puntata degli Avanzi delle (st)Renne che hanno visto coinvolti 5 blog (Menù Turistico, Assaggidiviaggio, Cardamomo&Co, Cuocicucidici et moi), dopo di che pubblicheremo il pdf con il "riciclaggio" completo.

Siamo a fine gennaio e per quest'anno il riciclo degli avanzi della tavola delle feste è andato, ma l'anno prossimo questa piccola raccolta potrà sempre tornare utile, per ammannire ai nostri cari dei manicaretti prelibati utilizzando gli avanzi.

Io sono più per il salato, come ho mostrato nei primi due post; questa volta però non ho potuto che farmi tentare da un dolce che utilizza gli avanzi del Panettone, dolce natalizio che mi fa impazzire. L'ispirazione è la classica Cassata Milanese, che io ho voluto proporre quasi pari pari (ho dimezzato lo zucchero e lo diminuirei ancora un pochino), cambiando solo la forma. Perché lo zuccotto? Perché avevo lo stampo e non l'avevo mai usato prima, chiaro... :-D

giovedì 27 gennaio 2011

Brownies al cioccolato e maionese



Secondo me lei non ci credeva fino in fondo... ed è per questo che invece lo faccio!!! :-D


Quella che vedete riprodotta qui sopra è la mia agendina da borsetta 2011 e sopra, tra un appuntamento e l'altro che segno per non dimenticarli, che cosa c'è? Ma il suo autografo!!! Sì, proprio così, so che state morendo tutti dall'invidia, ma io e altre due piccole fan (Acquaviva e la Viz) l'altro ieri sera siamo riuscite, dopo un lungo e faticoso assedio, ad ottenere l'ambito premio: l'autografo di Babs!!!!
Mi raccomando, non fatevi venire un travaso di bile leggendo la dedica... :-D

Chiedo scusa invece ai lettori e alle mie amiche (st)renne se stamattina è stato pubblicato un post che secondo la nostra programmazione sarebbe dovuto comparire domani; gli è che io programmo la pubblicazione dei post e ieri sera ero convintissima che oggi sarebbe stato venerdì. Tale convinzione non si è certamente dissipata stamattina al suono della sveglia, e vi assicuro che è stato un vero shock scoprire alla metropolitana, di fronte all'inoppugnabile prova del tesserino settimanale da timbrare, che ero avanti di un giorno: orrore!!! Anzi, doppio orrore: ho pubblicato un post in anticipo!!!! Comincio a pensare che il mio neurone sia in crisi di identità: evidentemente pensa di lavorare per qualche linea aerea ed è costantemente in sciopero...

Approfitto però della mia sbadataggine per parlare del mio primo invito come foodblogger, all'evento Calvè, che si è svolto presso la sede dell'IPCA a Milano il 25 gennaio.
Gli Chef dell'IPCA ci hanno fatto notare che gli ingredienti della maionese sono uova, olio e succo di limone, tutti ingredienti che utilizziamo già quotidianamente nella preparazione delle nostre ricette. Ci hanno quindi suggerito di utilizzare la maionese come ingrediente, sottolineando quanto questo non sia poi così insolito. E' seguito un buffet di pietanze tutte preparate con la maionese, dall'antipasto al dolce, come ad esempio i brownies di cui dò la ricetta sotto, che usano la maionese al posto del burro e che erano davvero buoni.

BROWNIE AL CIOCCOLATO E MAIONESE
dal ricettario Calvè

125 g* cioccolato fondente
125 g maionese
125 g zucchero
125 ml latte
250 g farina 00
2 uova
1 cucchiaino di cacao amaro in polvere
1 cucchiaino di lievito per dolci in polvere

* La ricetta originale ne riporta 1125 g; a me sembrano tanti, ho chiesto di verificare e mi assicurano che ci vuole proprio tutto quel cioccolato. Io non ne sono convinta per niente e quindi scrivo la quantità che uso io. ;-)

Far fondere a bagnomaria il cioccolato fondente, poi amalgamarlo allo zucchero e alle uova leggermente sbattute, in modo da migliorarne la capacità di assorbire gli ingredienti secchi.
Setacciare farina, cacao e lievito e unirli al composto. Aggiungervi il latte e la maionese, amalgamare bene e versare in una teglia rettangolare rivestita di carta forno.
Porre in forno preriscaldato a 160 °C per circa 45 minuti, sfornare e attendere che si sia raffreddato. Tagliare a quadrotti e servire.

lunedì 24 gennaio 2011

Faraona ripiena arrosto con patate e castagne

                                                                                                        

"Questo coso non funziona", mi sono detta stizzita mentre cercavo di utilizzare una caccavella portata dall'America due anni fa e non ancora usata.
Stavo infatti cucinando un arrosto in forno - cosa insolita per me, che prediligo la cottura sui fornelli - e avevo deciso di usare l'apposita pompetta per irrorare la carne di sugo.


La pompetta però non ne voleva sapere di irrorare l'arrosto: la parte in gomma rimaneva schiacciata e non restituiva il sugo raccolto. Ho provato due o tre volte e poi indispettita l'ho lanciata nel lavello, pensando "tu bella mia, sei destinata alla pattumiera".
La cosa mi seccava oltre ogni dire: non solo per la prima volta in vita mia una caccavella non era stata all'altezza della situazione, ma aveva anche occupato in valigia uno spazio prezioso che avrebbe potuto essere destinato a un'altra caccavella. Sgrunt.

Terminata la cottura del mio arrosto ho proceduto a lavare gli utensili utilizzati, e non so perché ho lavato pure lei, anche se avevo già deciso di disfarmene. La insapono all'esterno, tolgo la pompetta in gomma rossa e... un momento... che cos'è quel coso metallico che sporge?


Ah...
Ah, già....


Morale: mai dubitare dell'efficacia di una caccavella; dubitate piuttosto del vostro modo di utilizzarla.

venerdì 21 gennaio 2011

Calamari farciti con lenticchie



In questo periodo sono molto presa e non riesco a girare per i blog quanto vorrei; non riesco neppure a leggere la mia posta, a dire il vero. E' per questo che mercoledì solo nel pomeriggio inoltrato mi sono collegata alla mia casella di posta, dove ho trovato una graditissima mail: Acquaviva si trovava a Milano e mi invitava a un aperitivo quella sera con lei, Simonetta che presto farà ritorno in Argentina, Babs e La Viz.
Tutta questa bella gente è a Milano in permanenza o in transito? Ma io le voglio conoscere!!! Così ho prontamente accettato l'invito e poco prima delle 18 ero davanti all'Arco della Pace ad abbracciare la carissima Acquaviva.
Purtroppo Babs non si è sentita bene e La Viz ha avuto un contrattempo con il lavoro, ma è stato un grande piacere conoscere le altre due e sono stata immediatamente avvolta da un'atmosfera di allegra familiarità. Ne è venuto fuori un Aperitivo Cialtrone in piena regola con chiacchiere, aneddoti e risate con il vantaggio che, essendo un mercoledì sera freddo e nebbioso, abbiamo avuto l'intero locale a nostra disposizione per tutta la serata.
All'ape è seguita una cena Jap a cui purtroppo Simonetta non ha potuto partecipare, e che è stata strepitosa. Siamo state raggiunte da un amico di Acquaviva, che ci ha portate da Tomoyoshi. Io della cucina giapponese conosco solo sushi e sashimi, ma sotto la guida esperta di Acquaviva abbiamo gustato:

- tartare di sauro con misticanza
- melanzane stufate con bottarga marinata e yuzu
- tonno scottato al sesamo con pomodori
- guancia di tonno arrostita
- shabu shabu di manzo
- nigiri sushi di: sauro con zenzero, gambero scottato con uova di pesce volante, tonno marinato, tonno scottato con yuzu, il quinto non me lo ricordo (+ gunkan di uova di riccio e tuorlo sodo)
- bavarese di mango con coulis di lamponi, gelato allo zabaione + salsa mou.


Allo shabu shabu siamo scoppiate a ridere: era molto simile a uno degli involtini di verza che lei ha presentato per l'MTChallenge!!!!
Non vi dico la magra figura che ho fatto con le bacchette di bambù: le poche volte che sono andata al ristorante giapponese, dopo qualche maldestro tentativo ho sempre chiesto le posate occidentali; questa volta invece mi sono ostinata a usare le bacchette dall'inizio alla fine sotto gli occhi allibiti del bravissimo Chef, troppo educato per esprimere la sua sorpresa con la mimica del volto. A me invece veniva da ridere e a un certo punto ho esclamato: "la prossima volta che i miei nipoti si lamentano sul modo corretto di tenere le posate, picchio loro in mano i bastoncini e poi vediamo!".
Una serata piacevolissima che si è conclusa troppo presto e che spero replicheremo.

E adesso andiamo di avanzi delle (st)renne. Vi è per caso avanzata qualche porzione di lenticchie lesse? A meno che non le abbiate congelate a quest'ora avranno fatto la muffa, ma secondo me vale la pena di prepararle ex novo per cucinare questi deliziosi calamari ripieni.

mercoledì 19 gennaio 2011

Mini japanese cheesecake dal cuore morbido di pistacchio


Avete presente quando si mette in moto una macchina di non recentissima costruzione :-D  dopo una notte all'addiaccio, nel cuore dell'inverno? Può accadere che si accenda al primo colpo, ma è più probabile che siano necessari più tentativi. All'inizio fa un timido sput-sput e si spegne, poi gli sput-sput durano un po' più a lungo e infine, se si ha tenacia e perseveranza (o se si deve assolutamente andare al lavoro quella mattina) la macchina si accende e il motore ruggisce trionfante, sotto il peso del nostro piede che schiaccia l'acceleratore un po' più a fondo per non farlo spegnere, quasi temesse di staccargli il respiratore artificiale.

Ecco, il mio fascino funziona esattamente allo stesso modo. Dico sul serio, sapete?
Qui però occorre una premessa. Da sempre il mio fascino ha funzionato alla grande con uomini di una ventina d'anni più di me, esattamente la fascia di età che NON mi interessa. Talvolta ha funzionato anche con uomini molto più giovani di me, il che da ragazza mi interessava ancor meno, essendo i suddetti minorenni o appena maggiorenni; adesso la cosa è meno problematica, ma entro certi limiti.
Insomma, tutto questo per dirvi che il motore del mio fascino, dopo anni che lo credevo defunto e sepolto, sta facendo timidamente qualche sput-sput. Non è ancora a pieno regime, sia chiaro, ma qualche debole segno di vita sta cominciando a darlo.

I primi segnali si sono avuti il 6 gennaio ultimo scorso: tradizionalmente con le amiche facciamo la Calata delle Befane su Genova, organizzata dall'instancabile Alessandra. Ci troviamo per l'ora dell'aperitivo, chiacchiere e risate, poi tutte al ristorante La Bigoncia dove ci aspetta un pranzo sopraffino preparato dallo Chef Corrado Carpi, poi ci trasferiamo a casa di Alessandra che ci dà il colpo di grazia con qualcuna delle sue meraviglie (quest'anno tra le altre cose c'erano i Baci di Cortigiana), infine si torna a casa.

Quindi il 6 gennaio nel tardo pomeriggio mi sono accomodata sul treno Genova-Milano per tornare a casa, e mi sono prontamente addormentata. Il mio sonno è stato punteggiato da tanti micro risvegli causati dal telefonino del mio dirimpettaio, un ragazzotto di meno di 30 anni che parlava in romanaccio stretto: "Essì, sono annato avvedè 'a partita... ecchettedevodì, è annata come è annata... Eccerto, so' ssur treno, starò a' arrivà tra ddù ore e mmezza...". Arrivati a Milano il romanaccio mi ha chiesto come fare per arrivare "a Ccascina Gobba co' a' metro", così gli ho detto di venire con me, che andavo nella stessa direzione. Due parole scambiate e al momento di salire sul treno mi ha chiesto se potevamo "vedecce quarche vvolta e bbere quarcosa 'nzieme". La richiesta mi ha presa in contropiede ma sono stata salvata dalla metropolitana: non era la mia, lui doveva salire che lo stavano a aspettà e non c'era tempo per scambiarci i numeri di telefono.

Avevo completamente dimenticato l'episodio, fino a ieri sera, di ritorno dal lavoro. Io ho un'oretta di metropolitana prima di arrivare in ufficio e la sfrutto per leggere. Salgo sull'autobus che mi avrebbe portata a casa - al momento sono l'unica passeggera - saluto l'autista come faccio sempre e costui mi dice: "Secondo la mia esperienza di donne (!) quando hanno sempre un libro in mano vuol dire che sono single."
Ho alzato gli occhi sorpresa: e qquesto che vvòle? E da quando l'amore per la lettura è un indicatore di cuori solitari? E' esattamente in quel momento che mi è tornato in mente l'episodio del 6 gennaio e mi sono detta che almeno come fascia di età ci stavamo avvicinando.
Sput-sput-sput...
Confido che da qui a fine anno il motore si metta a pieno regime; vi terrò aggiornati. :-D

Ancora una ricetta delle passate edizioni dell'MTChallenge, per un motivo semplicissimo: di regola in gennaio mangio parecchia verza e le splendide ricette proposte dai vari partecipanti mi hanno invogliata ulteriormente; non potendo però al momento pubblicare le mie preparazioni verzifere per ovvie ragioni (ma vi assicuro che non sono assolutamente all'altezza delle vostre), vado di vecchie glorie del passato. 

lunedì 17 gennaio 2011

Bicchierini di patate con frittata: il primo MT Challenge!!!


Questo blog ha cominciato a muovere i primi passi proprio grazie all'MT Challenge: mi sono sempre ritenuta una discreta esecutrice materiale di ricette, ma senza un briciolo di fantasia e creatività. Poi Alessandra ha pensato di indire il Challenge mettendo alla prova l'inventiva di tutti quelli che avevano voglia di mettersi in gioco, e lì ho cominciato a intuire che forse qualche idea può entrare in questo povero cranio e soprattutto che le mie sinapsi funzionano ancora, il che non è poco.
Soprattutto ho riscoperto la mia vena giocosa: cucinare è un piacere, se non mi diverto che piacere è? Mi sono sempre fatta delle grasse risate di fronte alle mie pecche culinarie e ai miei insuccessi, e il primo MTC non ha fatto eccezione: quando ho terminato con i bicchierini di patate ho dovuto ricorrere alla boccetta dell'olio di gomito per pulire per bene tutto quanto. La cosa più bella però è stato avvertire la compagnia degli amici di Menù Turistico, immaginarmi le risate che mi sarei fatta con loro se fossero stati lì...

Ripropongo il testo che a suo tempo avevo inviato via mail all'indirizzo del Challenge.


BICCHIERINI DI PATATE CON FRITTATA


Quando ho letto che la prima ricetta della sfida riguardava la frittata di patate (ché la possiamo pure chiamare tortilla, ma sempre una frittata è) mi sono detta: ohibò!
La frittata di patate mi ha accompagnata per tutta l'infanzia e l'adolescenza e ha costituito la mia farcia preferita per i panini, quando in gita mi portavo il pranzo al sacco. Ma come si fa a sfidarsi sulla frittata di patate? Non che non ci fosse da aspettarselo da due che si sono sfidate sull'uovo fritto, ma... Vabbè, mi sono detta, presenterai la tua solita frittata di patate e buona notte.
Poi mi è venuta un'idea di matrice così marcatamente Raravissiana che mi sono messa a ridere. Dopo l'idea mi sono detta che se era merito della Ale che detta idea mi fosse venuta, non sarebbe stata certo colpa sua se non sarei riuscita a realizzarla a dovere.

Tenendo questo bene a mente, stamattina ho tirato fuori dal mio caccavellario:


Tagliere
Pelapatate
Mandolina
Attrezzo per fare i nidi (prima volta che lo uso)
Padella profonda per i fritti (prima volta che la uso)
Pinza da cucina


e così armata fino ai denti mi sono messa all'opera.


Completano la lista degli ingredienti:


3 patate medie
6 uova
100 g di parmigiano grattugiato
1 pizzicone di sale + tanti pizzichini
farina
1 l di olio per friggere


Ho pelato le patate e le ho affettate sottili (tipo chips) con la mandolina; nel frattempo ho messo l'olio (1 litro perché quello avevo in casa, ce ne sarebbe voluto un po' di più) nella padella profonda per i fritti, ho posto quest'ultima sul fornello medio e ho acceso la fiamma al massimo. Quando l'olio è stato caldo (ho fatto la prova con un pezzettino di patata) ho abbassato la fiamma, ho disposto le fettine di patata nell'apposito attrezzo sovrapponendole leggermente, ho chiuso l'attrezzo e l'ho immerso nell'olio caldo. Dopo un paio di minuti il primo nido era pronto: le patate erano cotte ma non eccessivamente dorate (devono andare in forno e quindi è meglio tenerle un po' indietro), ma quando ho aperto l'attrezzo è successo un disastro: mezzo nido era appiccicato alla parte superiore, l'altra metà a quella inferiore. Aiutandomi con la pinza ho cercato di staccarlo senza romperlo, ho fallito miseramente e mi sono detta: “ritenta, sarai più fortunata”. Altro giro, altro regalo ma il risultato è stato più o meno lo stesso. E mo' che faccio? Forse non è poi così semplice usare questo attrezzo...
Poi l'illuminazione: gli sceffi, quelli veri, infarinano gli alimenti prima di friggerli! Che fosse questo il trucco? E poi un'altra pensata: non avevo sciacquato le patate perché pensavo che l'amido avrebbe funto da collante e così è stato, peccato che le abbia incollate anche all'attrezzo... quindi per buona misura ho anche sciacquato in abbondante acqua le fettine di patata per eliminare il grosso dell'amido, poi le ho fatte scolare, le ho disposte su un canovaccio pulito e le ho asciugate ad una ad una, le ho infarinate e ho ripreso a disporle nell'attrezzo. Questa volta i nidi non si sono attaccati alle maglie del medesimo, però non si sono nemmeno saldati tra di loro come avrei voluto. Pazienza: ho continuato fino alla fine in questo modo e buona notte. Tra l'altro per poter friggere in olio più profondo, tenevo la padella inclinata. A più riprese ho versato parte dell'olio sul piano di cottura e su quello di lavoro, diminuendo progressivamente il livello dell'olio. Fortunatamente sono finite prima le patate.


Una volta ottenuti i miei nidi (beh, una specie di nidi) li ho adagiati nei pirottini da muffins che a loro volta si trovavano dentro gli stampini da crème caramel.
A questo punto ho salato ciascun nido con un pizzichino di sale, poi ho sbattuto le uova con il parmigiano e un pizzicone di sale e aiutandomi con un mestolino ne ho versato un po' in ciascun nido.
In forno a 220 °C per 10 minuti fino a che la frittata si è rappresa, poi ho sformato tutto e ho disposto nel piatto di portata.


Beh, abbastanza carini. Voglio dire, mi aspettavo di peggio.
Il mio fegato invece si aspettava qualcosa di meglio e invece gli è toccato digerire tutto quanto perché a quel punto si era fatta ora di pranzo e io non ci vedevo più dalla fame.
A parte l'esito, devo dire che mi sono divertita e ho pensato alla Ale, alla Dani e ai simpatici amici conosciuti tramite Menù Turistico per tutta la mattina. Mi avete fatto compagnia anche mentre pulivo a fondo la cucina (è incredibile dove riesca a infiltrarsi l'olio!), ma quando sono entrata sotto la doccia vi ho lasciati tutti dietro la porta del bagno. Un po' di privacy, che diamine!!! :-D