lunedì 17 gennaio 2011

Bicchierini di patate con frittata: il primo MT Challenge!!!


Questo blog ha cominciato a muovere i primi passi proprio grazie all'MT Challenge: mi sono sempre ritenuta una discreta esecutrice materiale di ricette, ma senza un briciolo di fantasia e creatività. Poi Alessandra ha pensato di indire il Challenge mettendo alla prova l'inventiva di tutti quelli che avevano voglia di mettersi in gioco, e lì ho cominciato a intuire che forse qualche idea può entrare in questo povero cranio e soprattutto che le mie sinapsi funzionano ancora, il che non è poco.
Soprattutto ho riscoperto la mia vena giocosa: cucinare è un piacere, se non mi diverto che piacere è? Mi sono sempre fatta delle grasse risate di fronte alle mie pecche culinarie e ai miei insuccessi, e il primo MTC non ha fatto eccezione: quando ho terminato con i bicchierini di patate ho dovuto ricorrere alla boccetta dell'olio di gomito per pulire per bene tutto quanto. La cosa più bella però è stato avvertire la compagnia degli amici di Menù Turistico, immaginarmi le risate che mi sarei fatta con loro se fossero stati lì...

Ripropongo il testo che a suo tempo avevo inviato via mail all'indirizzo del Challenge.


BICCHIERINI DI PATATE CON FRITTATA


Quando ho letto che la prima ricetta della sfida riguardava la frittata di patate (ché la possiamo pure chiamare tortilla, ma sempre una frittata è) mi sono detta: ohibò!
La frittata di patate mi ha accompagnata per tutta l'infanzia e l'adolescenza e ha costituito la mia farcia preferita per i panini, quando in gita mi portavo il pranzo al sacco. Ma come si fa a sfidarsi sulla frittata di patate? Non che non ci fosse da aspettarselo da due che si sono sfidate sull'uovo fritto, ma... Vabbè, mi sono detta, presenterai la tua solita frittata di patate e buona notte.
Poi mi è venuta un'idea di matrice così marcatamente Raravissiana che mi sono messa a ridere. Dopo l'idea mi sono detta che se era merito della Ale che detta idea mi fosse venuta, non sarebbe stata certo colpa sua se non sarei riuscita a realizzarla a dovere.

Tenendo questo bene a mente, stamattina ho tirato fuori dal mio caccavellario:


Tagliere
Pelapatate
Mandolina
Attrezzo per fare i nidi (prima volta che lo uso)
Padella profonda per i fritti (prima volta che la uso)
Pinza da cucina


e così armata fino ai denti mi sono messa all'opera.


Completano la lista degli ingredienti:


3 patate medie
6 uova
100 g di parmigiano grattugiato
1 pizzicone di sale + tanti pizzichini
farina
1 l di olio per friggere


Ho pelato le patate e le ho affettate sottili (tipo chips) con la mandolina; nel frattempo ho messo l'olio (1 litro perché quello avevo in casa, ce ne sarebbe voluto un po' di più) nella padella profonda per i fritti, ho posto quest'ultima sul fornello medio e ho acceso la fiamma al massimo. Quando l'olio è stato caldo (ho fatto la prova con un pezzettino di patata) ho abbassato la fiamma, ho disposto le fettine di patata nell'apposito attrezzo sovrapponendole leggermente, ho chiuso l'attrezzo e l'ho immerso nell'olio caldo. Dopo un paio di minuti il primo nido era pronto: le patate erano cotte ma non eccessivamente dorate (devono andare in forno e quindi è meglio tenerle un po' indietro), ma quando ho aperto l'attrezzo è successo un disastro: mezzo nido era appiccicato alla parte superiore, l'altra metà a quella inferiore. Aiutandomi con la pinza ho cercato di staccarlo senza romperlo, ho fallito miseramente e mi sono detta: “ritenta, sarai più fortunata”. Altro giro, altro regalo ma il risultato è stato più o meno lo stesso. E mo' che faccio? Forse non è poi così semplice usare questo attrezzo...
Poi l'illuminazione: gli sceffi, quelli veri, infarinano gli alimenti prima di friggerli! Che fosse questo il trucco? E poi un'altra pensata: non avevo sciacquato le patate perché pensavo che l'amido avrebbe funto da collante e così è stato, peccato che le abbia incollate anche all'attrezzo... quindi per buona misura ho anche sciacquato in abbondante acqua le fettine di patata per eliminare il grosso dell'amido, poi le ho fatte scolare, le ho disposte su un canovaccio pulito e le ho asciugate ad una ad una, le ho infarinate e ho ripreso a disporle nell'attrezzo. Questa volta i nidi non si sono attaccati alle maglie del medesimo, però non si sono nemmeno saldati tra di loro come avrei voluto. Pazienza: ho continuato fino alla fine in questo modo e buona notte. Tra l'altro per poter friggere in olio più profondo, tenevo la padella inclinata. A più riprese ho versato parte dell'olio sul piano di cottura e su quello di lavoro, diminuendo progressivamente il livello dell'olio. Fortunatamente sono finite prima le patate.


Una volta ottenuti i miei nidi (beh, una specie di nidi) li ho adagiati nei pirottini da muffins che a loro volta si trovavano dentro gli stampini da crème caramel.
A questo punto ho salato ciascun nido con un pizzichino di sale, poi ho sbattuto le uova con il parmigiano e un pizzicone di sale e aiutandomi con un mestolino ne ho versato un po' in ciascun nido.
In forno a 220 °C per 10 minuti fino a che la frittata si è rappresa, poi ho sformato tutto e ho disposto nel piatto di portata.


Beh, abbastanza carini. Voglio dire, mi aspettavo di peggio.
Il mio fegato invece si aspettava qualcosa di meglio e invece gli è toccato digerire tutto quanto perché a quel punto si era fatta ora di pranzo e io non ci vedevo più dalla fame.
A parte l'esito, devo dire che mi sono divertita e ho pensato alla Ale, alla Dani e ai simpatici amici conosciuti tramite Menù Turistico per tutta la mattina. Mi avete fatto compagnia anche mentre pulivo a fondo la cucina (è incredibile dove riesca a infiltrarsi l'olio!), ma quando sono entrata sotto la doccia vi ho lasciati tutti dietro la porta del bagno. Un po' di privacy, che diamine!!! :-D

venerdì 14 gennaio 2011

Gli avanzi delle (st)renne: Risotto ai carciofi, funghi e cotechino e Piccoli flan di cavolfiore e cotechino



Come hanno già detto le altre (st)renne prima di me, siamo tornate: abbiamo infatti realizzato insieme un bel cesto di (st)renne ma adesso, trascorse le feste, ci sono rimasti in frigorifero un sacco di avanzi: che farne? Riciclarli in ricettuzze tristanzuole? Impossibile: già riprendere il lavoro e le normali attività è faticoso, non trasciniamo questa fatica anche a tavola.
Il motore delle (st)renne come al solito è Alessandra di Menù Turistico e la sequenza è la stessa del cesto: lunedì su Menù Turistico dove Alessandra e Daniela ci deliziano con creazioni straordinarie, martedì Anna Luisa e Fabio di Assaggidiviaggio ci stupiscono con gli effetti speciali che solo la Montersinite acuta regala; mercoledì l'eclettica Stefania di Cardamomo & Co. ci presenta delle meravigliose interpretazioni in chiave siciliana degli avanzi delle feste, mentre giovedì la vulcanica Eli/Fla di Cuocicucidici ci regala delle ricette così estrose che vien voglia di comperare i cibi delle feste solo per avere gli avanzi da cucinare. Io chiudo la settimana lavorativa il venerdì, il che vi lascia l'intero fine settimana per sperimentare le nostre ricette. :-D

Per reinterpretare gli avanzi mi sono rifatta a un libro che per me è preziosissimo: Il gourmet degli avanzi di Allan Bay e Fabiano Guatteri, Edizioni Touring.
I pregi di questa pubblicazione sono tanti. Innanzi tutto propone modi mai scontati di riutilizzare i nostri avanzi, ricavandone dei piatti di tutto rispetto; in secondo luogo dosa gli avanzi a porzioni. Difficilmente dà il peso esatto dell'ingrediente principale, parla piuttosto del numero di porzioni avanzate, dandoci una certa elasticità.
A me sono piaciute moltissimo le ricette che ho sperimentato da questo libro e oggi ve ne propongo due: un robusto risotto e dei delicati flan, con il cotechino (o lo zampone) che funge da filo conduttore.

Buon appetito!

RISOTTO AI FUNGHI, CARCIOFI E COTECHINO

Da Il gourmet degli avanzi – A. Bay, F. Guatteri – Ed. Touring

 4 persone – 40 minuti


400 g riso per risotti
2 porzioni di cotechino o di zampone
4 carciofi
25 g funghi secchi
100 ml vino bianco secco
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
40 g grana grattugiato
1 l brodo
olio extravergine di oliva
burro
sale
pepe
succo di 1 limone



Tuffare i funghi in acqua tiepida per 15 minuti circa.
Nel frattempo mondare i carciofi, tagliarli a spicchi e tuffarli in una ciotola d'acqua acidulata con il succo di limone.
Tritare la cipolla e metterla nella pentola dove si cuocerà il risotto insieme ai funghi, allo spicchio d'aglio intero, ai carciofi, all'olio e a una noce di burro. Unire un mestolino di brodo e far cuocere per 15 minuti.
Togliere l'aglio, unire il riso, farlo insaporire e poi sfumarlo con il vino bianco. Non appena questo sarà evaporato aggiungere il brodo caldo un mestolo alla volta e portare a cottura.
Mantecare con una noce di burro e il grana grattugiato, regolare di sale, profumare con una macinata di pepe e del prezzemolo tritato, aggiungere il cotechino tagliato a dadini e servire.


E passiamo adesso alla seconda ricetta, un contorno:



PICCOLI FLAN DI CAVOLFIORE E COTECHINO

Da Il gourmet degli avanzi – A. Bay, F. Guatteri – Touring Editore




 Dose per 6 persone – 50 minuti


1 cavolfiore da 1 kg circa
1-2 porzioni di cotechino
250 g di panna fresca
2 uova e 2 tuorli
40 g burro
sale, pepe e noce moscata
burro e pangrattato per gli stampini


Lavare e mondare il cavolfiore, dividerlo in cimette e lessarle in abbondante acqua salata. Scolarlo, farlo saltare nel burro spumeggiante, farlo raffreddare leggermente e trasferirlo nel mixer. Frullarlo riducendolo in purea, aggiungervi le uova e la panna, regolare di sale e pepe e profumare con una grattatina di noce moscata.
Unire al composto il cotechino spellato tagliato a dadini.
Imburrare 6 stampini individuali da flan e cospargerli di pangrattato. Distribuirvi equamente il composto.
Porre gli stampini in una teglia più grande e riempirla di acqua che arrivi ai 2/3 dell'altezza degli stampini. Far cuocere in forno già scaldato a 180 °C per mezz'ora.
Servire i piccoli flan nel loro stampino oppure sformarli nei piatti individuali, decorandoli con qualche dadino di cotechino saltato in padella senza grassi (il suo grasso è più che sufficiente).



mercoledì 12 gennaio 2011

Tonno in crosta di sesamo con pinzimonio di verdure


Lunedì c'è stato il trauma del rientro in ufficio dopo 10 giorni di assenza; il lato negativo ovviamente consisteva nella sveglia antelucana alla quale non ero più abituata, nel viaggio in una metropolitana iperaffollata e nel rientrare nei ritmi lavorativi. Sul fronte positivo però, eravamo tutti talmente rimbambiti che nessuno era in grado di rendersi conto dello stato catalettico dell'altro e quindi la cosa è passata pressoché inosservata. Credo anche di essere riuscita a fare una figura brillante con un collega ma non ricordo più bene a proposito di che cosa, il che potrebbe benissimo significare che:
a) non c'è stata nessuna figura brillante, oppure
b) la figura brillante c'è stata, ma il collega non se n'è accorto perché in stato semicomatoso.
Non ha importanza però: l'importante è riuscire a riprendere il ritmo e, se possibile, a disintossicarsi dalle abbuffate delle feste appena trascorse.
Le recenti abbuffate infatti, oltre ad avermi fatto pensare a chi poveretto non aveva neppure l'indispensabile da mangiare, mentre io avevo mangiato tanto da non poterne più, hanno lasciato un po' in tutti il desiderio di cibi freschi e leggeri, che non sovraccarichino il fegato.



Ancora tonno rosso oggi, perché malgrado i buoni propositi - non consumare il tonno rosso per evitarne l'estinzione da pesca indiscriminata - quando l'ho visto fare bella mostra di se' nel ghiaccio al banco del pescivendolo, non sono riuscita a resistere e ne ho acquistato un trancio. Una parte l'ho utilizzata per preparare la fresella di lunedì e il rimanente per questa ricettina leggera e sfiziosa, perfetta per il dopo-feste. Tengo a precisare che il colore di questo tonno era quello corretto e non il rosso brillante del prodotto trattato con monossido di carbonio, ultimo ritrovato dei sofisticatori nostrani. >:-( 

lunedì 10 gennaio 2011

Fresella di tonno rosso e la comprensione del testo scritto



"Chi non capisce la propria scrittura è asino per natura", dice il proverbio.
A scanso di equivoci, tengo a precisare che io la mia scrittura la capisco benissimo.
Certo, non sempre al primo colpo, ma la saggezza popolare parla di comprensione della propria scrittura, non di quanto ci si deve impiegare per decifrarla, e quindi posso tranquillamente affermare di non essere un'asina per natura. :-D
Il mio problema semmai è un altro: ultimamente non mi vengono le parole. Visualizzo perfettamente l'immagine di ciò di cui sto parlando, so benissimo a cosa serve ma non mi viene in mente il termine esatto per descrivere l'oggetto.
Prendiamo sabato mattina: sbrigavo le mie faccende come al solito e quando mi veniva in mente qualcosa da aggiungere alla lista della spesa, riportavo l'articolo sul prezioso fogliettino. Dò un'occhiata veloce a quanto già avevo scritto - mi capita non di rado di voler scrivere tre volte la stessa cosa - e aggrotto le sopracciglia: al terzo posto è segnata la voce affettaverdure. "Un affettaverdure?" mi sono chiesta perplessa. "Ho due mandoline e una serie di coltelli da fare invidia a Jack lo Squartatore; il robot ha le lame per affettare le verdure... che me ne faccio di un affettaverdure?". Poi ho aperto l'anta dello scolapiatti e mi sono illuminata. Agguantata carta e penna, ho corretto: asse affettaverdure piccolo. C'era ancora qualcosa che non andava, ma ci stavamo avvicinando. Ho proseguito con le faccende e al terzo passaggio ci sono arrivata: tagliere. Avevo bisogno di un tagliere, visto che la vigilia di Natale avevo fuso l'altro, dimenticato troppo vicino ai fornelli.

E quindi tornando alla saggezza popolare, esiste un proverbio che definisca lo stato di chi, pur comprendendo perfettamente la propria scrittura, non si ricorda più l'italiano?
Pregasi non rispondere Alzheimer. :-D

La ricetta di oggi è fresca e appetitosa, raccontata dalla Chef Marianna Vitale del ristorante Sud alla rivista A Tavola.
Importante un'avvertenza: per scongiurare il pericolo dell'anisakis nel consumo di pesce crudo, tenere il tonno in freezer per qualche giorno. La larva infatti muore dopo 24 ore a -20 °C, ma siccome il freezer di casa di solito ha temperature più alte è meglio essere prudenti.

mercoledì 5 gennaio 2011

MT Challenge n. 5: Involtini di verza



Ho un grandissimo debito nei confronti dell'MTChallenge, perché è proprio grazie a lui (o meglio a loro, le sue ideatrici) che ho cominciato a scoprire che in cucina io non riproduco soltanto, ma ho anche una piccola vena creativa.
Da qui a immaginarmi che un giorno avrei vinto il Challenge ne correva, e non vi dico la faccia che ho fatto quando ho letto che avevo vinto: ho capito che le varie Miss Italia che si sono avvicendate negli anni, nel momento della vittoria non recitavano. Io infatti ero sola in casa davanti allo schermo del PC, ma ho portato le mani alla bocca spalancando gli occhi e ho esclamato: "OH MY GOD!!!!!"



Adesso però tocca a me scegliere la ricetta della prossima sfida e vi assicuro che non è stato facile. In parte posso dire che mi abbia "fregata" Muscaria, visto che mi sarebbe piaciuta una sfida sulla pasta alla Norma. Solo in parte però, perché in gennaio le melanzane non sono di stagione e a me piace un confronto con ingredienti reperibili nella stagione in corso. Pensa e ripensa, la mia scelta è caduta su una ricetta passatami dall'amico Davide Grotto, detto Dottor Cucciolo: il figlio che noi tutte vorremmo avere ma che solo Mamma Angela ha. Davide, laureato in Chimica a pieni voti e - udite, udite - in corso, è un grande cuoco. La passione per la chimica gli fa meglio capire l'alchimia che si compie in cucina quando si fondono insieme ingredienti diversi; il suo palato è eccezionale e la sua bravura ai fornelli è inferiore solo alla sua simpatia.

E' con piacere che vi presento quindi la sua ricetta di

lunedì 3 gennaio 2011

Zuppetta di gallinella light e i propositi per il nuovo anno



Ogni anno è sempre la stessa storia: inizia il nuovo anno e si fanno tanti buoni propositi, che verranno puntualmente disattesi.
Io li faccio almeno due volte all'anno: il mio primo Capodanno infatti è il rientro dalle vacanze estive, tra la fine di agosto e i primi di settembre, quando mi riprometto di stare calma e rilassata, di non prendermela per i piccoli inconvenienti che capitano sul lavoro o nella vita al di fuori; mi riprometto anche di iscrivermi in palestra e qualche volta l'ho pure fatto, finché non mi sono resa conto che è più conveniente non andare in palestra gratis, piuttosto che non andarci a pagamento.
I buoni propositi di gennaio invece, quelli del Capodanno propriamente detto, riguardano altro: constatato una volta di più che tanto mi arrabbio lo stesso e in palestra non ci vado, arrivato gennaio i propositi riguardano la mia cultura personale. Dai corsi di danze folk al proposito di andare al cinema ogni settimana passando per il proposito di telefonare più spesso alle persone care, tutto si frantuma nell'arco di un tempo brevissimo, un po' come i miei ferrei propositi di dieta che falliscono miseramente ogni giorno all'ora dei pasti.

Siamo però al 2 di gennaio e non dispero ancora del tutto: sento che quest'anno ce la posso fare. Per dire, stamattina ho praticamente saltato la colazione e ho bevuto solo un caffé. A pranzo l'idea era di mangiare un pochino di verdura lessa e non è colpa mia se uscita da Messa ho trovato fuori dalla chiesa un mercatino di specialità tipiche e ho acquistato un salamino delizioso, una Boccia di Cremona (la terza degli ultimi 20 giorni) e mezzo kg di pane pugliese di Altamura. Così, visto che pane e salame erano già pronti mentre le verdurine dovevano essere mondate, lavate e lessate, beh... voi che cosa avreste fatto al posto mio? :-D

Ma questa sera no.
Per questa sera avevo già scongelato una gallinella da porzione e l'ho cucinata in modo semplicissimo, assolutamente light. Quindi, vedete, forse ce la posso fare.
Forse.