martedì 27 agosto 2013

Latte di mandorle

Immagine presa da qui
Riposarsi... divertirsi... rigenerarsi
Quello che chiedo alle vacanze è proprio questo: rigenerarmi.
Arrivo sempre alle ferie estive stremata: isterica perché sotto pressione lavorativa, stanca dopo un lungo anno quasi ininterrotto, svogliata per quanto riguarda la cucina dopo aver passato tanti fine settimana a cucinare e fotografare. Credevo di chiedere alle mie ferie riposo relax e divertimento, ma mi accorgo adesso che in realtà avevo bisogno di molto di più: di rigenerarmi, per l'appunto.

Il primo passo per una rigenerazione passa per me dal ritorno nella Terra dei miei Avi: non riuscirei più a viverci per tutto l'anno abituata come sono ai ritmi milanesi, e tuttavia ho bisogno di tornarci ogni anno per ritrovare me stessa, le mie radici, le origini della mia storia e di quella della mia famiglia; è questo che mi rigenera, l'essere qui dove tutto per me è cominciato.

La mia bella Sicilia è una terra particolarmente generosa nei prodotti della terra: agrumeti, mandorleti, uliveti... ed è proprio con una ricetta base che voglio riaprire il blog dopo la pausa estiva, parlando di una ricetta semplicissima, ma molto buona.

Usato come bevanda rinfrescante in Sicilia e non solo, il latte di mandorle entra a buon diritto in diverse ricette dolci e salate. Nel Medio Evo si mangiavano i petti di pollo cotti nel latte di mandorle al naturale, e questa delicata pietanza veniva chiamata biancomangiare.

Oggi il termine biancomangiare designa solo una crema dolce preparata con il latte di mandorle, ma il suo ingrediente principale – il latte di mandorle appunto – se usato al naturale può entrare a far parte degli ingredienti di esotici curry e di altre ricette.

Prepararlo è molto semplice, ma attenzione: ce ne sono due tipi.
Il più conosciuto è costituito da una pasta di mandorle ottenuta frullando molto finemente una uguale quantità di mandorle pelate e di zucchero fino a ottenere un panetto setoso; sciogliendo 250 g di questo panetto in un litro di acqua si ottiene una bevanda corroborante e molto dolce, nota appunto come latte di mandorle. 
Immagine presa da qui
La ricetta che vi propongo oggi invece è meno nota e serve ad estrarre dalle mandorle un latte molto meno denso (in quanto manca la polpa delle mandorle) e dal sapore più delicato, che può essere utilizzato anche per le ricette salate. Il procedimento per ottenere questo secondo e meno noto latte di mandorle è analogo a quello per estrarre il latte di cocco.

martedì 16 luglio 2013

Marmellata di albicocche e albicocche secche al Cointreau e vaniglia


Ogni anno che passa assomiglio sempre di più a mia madre.
Non nell'abnegazione per la famiglia, nel pensare prima agli altri e poi a se stessa o nella discreta attenzione nei confronti di chi ha bisogno di aiuto e di conforto, questo no; e neppure nel suo correre dal mattino alla
sera perché tutti i suoi familiari siano felici e si sentano a loro agio stando insieme, o i suoi nipotini si rilassino e si sentano "a casa" dovunque lei sia.
L'aspetto in cui ho scelto di cominciare a imitarla riguarda l'esteriorità, e segnatamente la scelta delle scarpe: basse, comode, brutte e decisamente non alla moda.
Me ne sono resa pienamente conto in questi giorni, alla macchinetta del caffé dell'ufficio: le mie colleghe sfoggiano tutte bellissimi sandali alla moda, eleganti, sfiziosi, aggraziati, con zeppe, calzati da piedi ben curati.
E io? Io avevo in piedi delle comodissime e orrende infradito in stile birkenstock ed è già tanto che mi sia passata la pietra pomice (o meglio un suo surrogato) sui piedi.

Ora, se per diventare una donna migliore devo passare da orrori del genere, passi; ma se devo imitare mia madre solo nella scelta delle scarpe allora no, vi prego, no...
Una persona normale a questo punto sarebbe corsa a buttare via le infradito incriminate e sarebbe corsa a comprarsi dei bei sandaletti ultima moda; io no. Io continuo a usare le mie comode ciabatte, ma per lo meno ne ho preso coscienza. Ergo, assomiglio sempre di più a mia madre.
Come dice Christian De Sica in una nota pubblicità, AIUTATEMI!!!!


Per addolcire un po' questa scoperta ho quindi deciso di dedicarmi a una delle mie attività estive preferite: la preparazione delle marmellate.
Ogni volta che preparo una delle marmellate della Ferber mi dico che è la mia preferita, tanto i profumi e le diverse consistenze delle sue creazioni mi conquistano ogni volta. La verità è che tutte le marmellate della Ferber sono deliziose, ed è una delizia assaggiarle tutte, una dopo l'altra.
Quella che vi presento oggi è, beh, una delle mie preferite. ;-) Più precisamente, è davvero DA URLO.
Rimane un po' alcolica perché l'alcool contenuto nel Cointreau non evapora del tutto essendo aggiunto a fine cottura, quindi non somministriamola a bambini piccoli... ma per i bimbi grandi è un'autentica goduria: provare per credere.


venerdì 12 luglio 2013

Marmellata di fragole e lamponi al pepe rosa

- Zia, io non voglio partire per l'estero, vai tu al posto mio!
- Magari potessi! Amore, ma tu non sai quanto ti invidio!
- E allora vieni con me!

- E come faccio? Non c'è più posto sull'aereo...
- Vai al mio posto!
- Tesoro, i biglietti aerei sono nominativi; e poi ti immagini la faccia dei tuoi amici, con cui devi condividere la stanza, se al posto tuo mi presentassi io?

A questo punto il Dolce Principe si è messo a ridere, e da lì in poi convincerlo che era bello andare in vacanza studio è stato facile. 
Si trattava della naturale ansia prima della partenza, era chiaro, e infatti lunedì mi ha telefonato tutto contento, dicendomi che il test di ingresso alla scuola era andato molto meglio dell'anno scorso e che non si era reso conto di avere imparato tante cose. 
Quella sera andava al Bowling con gli amici, tanto per svagarsi, e insomma la sua vacanza all'insegna dello studio e del divertimento lontano dalla famiglia è in pieno svolgimento.

Pensare al Dolce Principe fuori casa mi fa un'immensa tenerezza, sarà che per me è sempre il mio nipotino piccolo tutto da abbracciare e coccolare, mentre lui quando faccio per dargli un bacio si allontana di scatto e mi prega di smetterla, ché ormai è grande. Crescono i nostri ragazzi, crescono più in fretta di quanto non vorremmo, e agli inizi dell'adolescenza, quando dal bambino sta emergendo il ragazzo, alternano momenti in cui li prenderesti a ceffoni a sprazzi di tenerezza e di bellezza che lasciano senza fiato.



Rimani così, Dolce Principe. 
Mantieni in te la dolcezza della fanciullezza, appena temperata dall'asprezza di una personalità che lotta per emergere e affermarsi.

lunedì 8 luglio 2013

Pane semi-integrale alla birra scura


All'inizio dell'estate (lo so che siamo in luglio, ma con le temperature di quest'anno mi pare che l'estate sia iniziata solo adesso) non è solo il mio congelatore che mi preoccupa: c'è anche la dispensa.
Tutte le farine acquistate nel corso dell'inverno e utilizzate solo parzialmente minacciano di diventare

venerdì 5 luglio 2013

Latte di cocco e Crema di cocco

Image from here
Il latte di cocco è un ingrediente poco conosciuto nella nostra cucina, ma largamente utilizzato in quelle orientali. A me piace tantissimo nei curry, ma l'ho utilizzato anche per delle Bisque e delle Tielle o Taieddhre.
Oggi vi spiego come si prepara, attingendo da un libro che per me è un tesoro di sapere e di sapori.

mercoledì 3 luglio 2013

Burger di baccalà in salsa speziata al pomodoro (Cod Cakes in Tomato Sauce)


Ogni anno è sempre la stessa storia: rientro dalle ferie estive con il freezer perfettamente sbrinato e vuoto e mi riprometto solennemente di tenerne rigidamente sotto controllo il contenuto, riempiendolo e svuotandolo in continuazione.
Poi vado a fare la spesa – e per la prima spesa dopo le vacanze vuoi non allargarti un poco? Frutta e
verdura sono ancora invitanti, poi magari un po’ di carne, toh, c’è quel taglio che cercavo da tempo per provare la tal ricetta, che tanto il freezer è vuoto e a breve cucino, fotografo e mangio tutto. 
Autunno e inverno trascorrono così, con il riempimento che è sempre più veloce dello svuotamento (ma la colpa non è mia: sono gli alimenti ad essere ingombranti…). Poi viene Natale, si cucina sempre troppo e avanza un sacco di roba che non si consuma certo in un giorno o due, e quindi vai di congelatore. Passate le feste arrivano i primi sussulti di coscienza e mi riprometto di mettermi a dieta, quindi l’operazione smaltimento freezer subisce una battuta d’arresto. Dopo 15 giorni decido che fa troppo freddo per tagliare le calorie e riprendo a mangiare a quattro palmenti, ma continuo anche a provare ricette sfiziose in quantità sempre superiori al mio consumo, e il congelatore comincia a essere sovraccarico. Maggio mi sorprende con i primi caldi (non quest’anno a dire il vero) e inizio a pensare che forse dovrei cominciare seriamente a svuotare il freezer. In giugno sono convinta di avere ancora tutto il tempo e l’operazione non procede abbastanza in fretta, ma per lo meno comincio a tirare fuori fondi, jus e salse spagnole preparati in abbondanza nei mesi freddi, grazie ai quali rimedio qualche porca figura all’MTC; ma arrivo ai primi di luglio con il congelatore ancora stracolmo e l’urgenza disperata di svuotarlo in un mese circa.

Ricordo ancora con orrore il rientro dalle ferie di alcuni anni fa: un intervento chirurgico imprevisto a metà luglio mi ha costretta a una lunga convalescenza da mammà, lasciando il congelatore pieno. Siamo partiti insieme per la bella Sicilia e qualche giorno prima del rientro un temporale ha fatto saltare la luce in casa: vi lascio solo immaginare che cosa ho trovato al mio rientro, e da allora la necessità di svuotare tutto è diventata un’ossessione.
Quindi quest’anno niente prova costume: magno a più non posso e svuoto freneticamente quel benedetto congelatore, giurando a me stessa: “congelatore zeppo ai primi di luglio? Mai più”.

La ricetta di oggi non mi ha svuotato il freezer, ma il frigorifero: avevo acquistato due bei filettoni di baccalà sotto sale ma poi per un motivo o per l'altro non li avevo cucinati, ed erano lì che si aggiravano per il frigo. L'altro ieri sera mi sono decisa a metterli a bagno per dissalarli e ho proseguito l'operazione per 3 giorni cambiando l'acqua mattino e sera. 
A tutta prima li volevo utilizzare per preparare i fish kebabs di Ottolenghi, ma poi mi è venuto in mente che in quel meraviglioso libro ci sono un sacco di ricette che vorrei provare e così ho optato per un'altra preparazione. Come tutte quelle di Yotam è la fine del mondo: speziata e stuzzicante, buonissima (se amate la cucina medio-orientale). 
Ho solo ridotto le quantità di cumino, che per il mio palato sono un po' forti :-) e con questa ricetta partecipo allo Starbooks Redone.