mercoledì 3 luglio 2013

Burger di baccalà in salsa speziata al pomodoro (Cod Cakes in Tomato Sauce)


Ogni anno è sempre la stessa storia: rientro dalle ferie estive con il freezer perfettamente sbrinato e vuoto e mi riprometto solennemente di tenerne rigidamente sotto controllo il contenuto, riempiendolo e svuotandolo in continuazione.
Poi vado a fare la spesa – e per la prima spesa dopo le vacanze vuoi non allargarti un poco? Frutta e
verdura sono ancora invitanti, poi magari un po’ di carne, toh, c’è quel taglio che cercavo da tempo per provare la tal ricetta, che tanto il freezer è vuoto e a breve cucino, fotografo e mangio tutto. 
Autunno e inverno trascorrono così, con il riempimento che è sempre più veloce dello svuotamento (ma la colpa non è mia: sono gli alimenti ad essere ingombranti…). Poi viene Natale, si cucina sempre troppo e avanza un sacco di roba che non si consuma certo in un giorno o due, e quindi vai di congelatore. Passate le feste arrivano i primi sussulti di coscienza e mi riprometto di mettermi a dieta, quindi l’operazione smaltimento freezer subisce una battuta d’arresto. Dopo 15 giorni decido che fa troppo freddo per tagliare le calorie e riprendo a mangiare a quattro palmenti, ma continuo anche a provare ricette sfiziose in quantità sempre superiori al mio consumo, e il congelatore comincia a essere sovraccarico. Maggio mi sorprende con i primi caldi (non quest’anno a dire il vero) e inizio a pensare che forse dovrei cominciare seriamente a svuotare il freezer. In giugno sono convinta di avere ancora tutto il tempo e l’operazione non procede abbastanza in fretta, ma per lo meno comincio a tirare fuori fondi, jus e salse spagnole preparati in abbondanza nei mesi freddi, grazie ai quali rimedio qualche porca figura all’MTC; ma arrivo ai primi di luglio con il congelatore ancora stracolmo e l’urgenza disperata di svuotarlo in un mese circa.

Ricordo ancora con orrore il rientro dalle ferie di alcuni anni fa: un intervento chirurgico imprevisto a metà luglio mi ha costretta a una lunga convalescenza da mammà, lasciando il congelatore pieno. Siamo partiti insieme per la bella Sicilia e qualche giorno prima del rientro un temporale ha fatto saltare la luce in casa: vi lascio solo immaginare che cosa ho trovato al mio rientro, e da allora la necessità di svuotare tutto è diventata un’ossessione.
Quindi quest’anno niente prova costume: magno a più non posso e svuoto freneticamente quel benedetto congelatore, giurando a me stessa: “congelatore zeppo ai primi di luglio? Mai più”.

La ricetta di oggi non mi ha svuotato il freezer, ma il frigorifero: avevo acquistato due bei filettoni di baccalà sotto sale ma poi per un motivo o per l'altro non li avevo cucinati, ed erano lì che si aggiravano per il frigo. L'altro ieri sera mi sono decisa a metterli a bagno per dissalarli e ho proseguito l'operazione per 3 giorni cambiando l'acqua mattino e sera. 
A tutta prima li volevo utilizzare per preparare i fish kebabs di Ottolenghi, ma poi mi è venuto in mente che in quel meraviglioso libro ci sono un sacco di ricette che vorrei provare e così ho optato per un'altra preparazione. Come tutte quelle di Yotam è la fine del mondo: speziata e stuzzicante, buonissima (se amate la cucina medio-orientale). 
Ho solo ridotto le quantità di cumino, che per il mio palato sono un po' forti :-) e con questa ricetta partecipo allo Starbooks Redone.


lunedì 1 luglio 2013

Marmellata di fragole alla menta e al pepe nero


La Pulcetta è partita per la montagna sabato con la scuola, ed essendo alla sua prima uscita da sola la sua famiglia è emozionata. Si va dal "la mia bimba è via, lontano da me" della sua mamma al "finalmente torno ad essere figlio unico, però devo ammettere che un poco mi manca" del Dolce Principe, il quale come al solito sfodera un cuore tenero dietro alla scorza dura che di solito mostra al mondo.

E' piccina in effetti la nostra Pulce, ma ha un carattere molto indipendente: ha insistito molto con sua mamma per poter partire e sabato mattina era felicissima, al raduno con i suoi compagni di scuola e con le maestre.
Sabato sera mia sorella aveva il cuore gonfio: dopo la Messa si stava sfogando con un'amica e alla fine l'ha chiamata per sentire come stava. Lei tranquilla raccontava di essere in camera con le sue amichette del cuore, che in quel momento era a cena "ma mamma, chiamami pure tutti i giorni a quest'ora" e insomma, aveva l'aria di stare benissimo. E' stato il commiato di mia sorella a lasciarmi di stucco: mi rendo conto che ogni mamma conosce i suoi pargoletti e i loro punti deboli, ma immaginatevi la mia faccia quando le ho sentito dire, al termine della telefonata, "mi raccomando, fai la c@cc@". Laddove altre mamme avrebbero insistito sulla buona condotta della loro bambina, mia sorella si preoccupava delle deiezioni. Il Dolce Principe ha fatto spallucce e ha osservato: "a me dice di fare la doccia", ma io sono rimasta davvero basita. Tra l'altro la prima cosa che mi viene in mente pensando alla Pulcetta via da sola è la sua inappetenza: ha sempre considerato le ore dei pasti come delle solenni perdite di tempo e mangia poco e malvolentieri, quindi la mia prima preoccupazione sarebbe su ciò che entra piuttosto che su ciò che esce, ma tant'è.

E' proprio pensando a stimolare l'inappetenza della Pulcetta che ho deciso di preparare questa marmellata di Christine Ferber, che a me piace molto e che con i suoi contrasti mi ricorda tanto la mia affettuosa e vivace nipotina. Con gli anni ho apportato qualche piccola variazione alla ricetta originale: ho dimezzato la quantità di zucchero da lei indicata e aumentato il tempo di permanenza della menta nelle fragole, per avere maggiore freschezza. 

Anche questa ricetta partecipa allo Starbooks Redone!

venerdì 28 giugno 2013

Charleston Salad Nr. 2


Chiedo scusa a Leo perché lo sto costringendo, in un Emmetichallenge affollato di insalate, a vedere due volte la stessa ricetta.
Il fatto è che non mi andava, per la semplice dimenticanza dei crostini, di andare fuori
concorso: questa è un'insalata che avevo davvero pensato e studiato nei minimi dettagli.

Per farmi perdonare ho fatto qualche variante: ho sostituito gli spinaci baby con cuore di lattuga romana e cuore di radicchio di Chioggia in parti uguali; ho eliminato la maggiorana, che mi serviva a dare freschezza al sapore “scuro” degli spinaci, mentre ho mantenuto basilico e menta nella chiffonnade, perché questi due sapori abbinati stanno benissimo e puliscono il palato.
I crostini sono stati dorati nell’olio extravergine di oliva senz’aglio.
Il resto è tutto uguale, marinatura della carne nella salsa ricavata dalla demi-glace compresa (stavolta ce l’avevo già pronta). Purtroppo ho dimenticato il petto d’anatra in forno e si è cotto un po’ troppo e volete sapere una cosa? Stavo per scordarmi di mettere i crostini anche stavolta, me ne sono resa conto dopo aver scattato due o tre fotografie!!! Secondo me il mio subconscio non ne voleva sapere… :-)

Alla prova assaggio mi sono detta che era ancora più buona della prima!!!

martedì 25 giugno 2013

Gelato al butterscotch e noci pecan per lo Starbooks



La ricetta di oggi è quella di un gelato assolutamente strepitoso, da provare.
Le calorie che regala non sono certo poche, ma ne basta anche una sola pallina per rimanere soddisfatti.
Sto parlando del gelato al butterscotch e noci pecan, che ho provato per lo Starbooks di questo mese e che

lunedì 24 giugno 2013

Charleston Salad


Leo, vincitore dell'Emmetichallenge di maggio, ci ha sfidati questo mese sulla cucina della Belle Epoque declinata in un'insalata. Lui ha presentato una Caesar Salad, lasciandoci però liberi di reinterpretare la ricetta, rimanendo però fedeli al tema.


Pensando alla Belle Epoque mi è venuto in mente il Charleston, ballo nato in quel periodo nel porto dell'omonima città della Carolina del Sud. 
Diventato popolare nel 1923 quando il pianista compositore James P. Johnson ha composto  "The Charleston" per lo show Running Wild di Broadway, si diffuse molto velocemente. 
I passi di questa danza, studiati da Kathryn Wilson per lo show sopra nominato, dapprincipio seguivano un ritmo più lento, eseguito in coppia; quando però da Broadway il ballo approdò ad Harlem nacque una nuova versione, più veloce, che ad oggi è anche la più conosciuta. A ciò si aggiunga l'abitudine delle flappers, ragazze che ballavano il Charleston da sole o in gruppo tra loro per sfidare i "drys", fautori del rigore e del proibizionismo, e abbiamo davanti agli occhi il lato ribelle di un periodo storico che stava cercando in tutti i modi di dimenticare gli orrori della Prima Guerra Mondiale, ancora ignaro di essere solo un breve interludio.



Pensando quindi alla voglia di spensieratezza e di divertimento sfrenato che ha caratterizzato il periodo tra le due guerre e al Charleston che mi pare dia il ritmo di questa epoca, mi è venuta voglia di dedicargli un'insalata. A dire il vero prima ho verificato che non esistesse già un'insalata con questo nome e a quanto pare non esiste: molto bene, la invento io. :-)

Avevo in freezer del fondo d'anatra e della salsa spagnola, oltre a un bel petto d'anatra intero, che ho pensato di utilizzare questa preparazione. Peccato che l'abbia cucinata venerdì prima di partire per Genova, dove ero stata invitata a partecipare a Sapori da Sfogliare in partnership con Città dell'Olio: ho montato il piatto, l'ho fotografato e mangiato, e solo arrivata a metà alzando la testa ho visto il piatto di crostini in attesa di essere cosparsi sull'insalata. :-S 
Non so se i giudici me l'accetteranno quindi: è una Charleston Salad coi crostini scappati...

venerdì 21 giugno 2013

Cous cous agli agrumi e mandorle con pesce spada ai capperi


Finalmente è scoppiato il caldo anche a Milano: non ne potevo più di indossare maglioncini ai primi di giugno! E con il caldo è venuta la voglia di sole, di vacanza e di quei piatti che mi ricordano la mia amata Sicilia.
Come se non bastasse la voglia di mare e di vacanze, ci si è messo anche un bellissimo evento organizzato a Genova, a ricordarmi la Terra dei miei Avi e la sua sapida cucina.
Da oggi sono infatti a Genova, dove fino a domenica si tiene la manifestazione Sapori da Sfogliare, un salone del libro e delle eccellenze gastronomiche che, in partnership con Città dell'Olio, presenterà eccellenze gastronomiche territoriali e prodotti dell'editoria gastronomica. A questa meravigliosa kermesse ricca di appuntamenti golosi per le papille e per l'intelletto siamo state invitate anche noi dello Starbooks per presentare il nostro progetto a un pubblico più ampio. Con noi ci sarà Sergio Rossi, autore dello splendido libro   La Cucina dei Tabarchini, in cui racconta le vicende gastronomiche della comunità dei corallatori genovesi che, stabilitisi nell'isola di Tabarca al largo di Tunisi a metà del '500, vi rimasero fino al XVII secolo, quando emigrarono in Sardegna a Carloforte e Calasetta. Ancor oggi in queste due meravigliose cittadine sarde si parla in dialetto genovese e si gustano i piatti della tradizione ligure, avendo i Tabarchini mantenuto i legami con la tradizione anche gastronomica della terra natìa, nonostante abbiano subìto qualche influenza locale.


E' stato proprio leggendo il capitolo del libro di Sergio Rossi relativo allo scucuzzù genovese, che deriva dal kuskusu maghrebino, che mi sono commossa pensando alla mia bella Sicilia. Non a caso in dialetto siciliano il cous cous si chiama cuscusu e viene pronunciato quindi come il termine maghrebino originale. 
Ho terminato il capitolo e poi tersa ogni lacrima sono andata in cucina. In freezer avevo del fumetto di pesce spada e due belle fette del medesimo pesce; in dispensa un cous cous a grana grossa, un po' più grossetta di quanto non piaccia a me, ma ci accontentiamo. :-)
L'ultima arancia della stagione e qualche limone erano in fruttiera... erano. Ora non più. 


Mi sono ricordata di una ricetta letta anni fa sul forum della Cucina Italiana e firmata da una certa Elisabetta Bronzi di Sesto San Giovanni. La sua ricetta era vaga e generica su dosi e procedimento (cominciava con "fai il cous cous cotto"); io vi riporto quelle che ho utilizzato. Valeva la pena cuocere il cous cous al vapore nonostante il caldo, per ottenere un risultato così buono, a un tempo fresco e saporito.