lunedì 10 ottobre 2011

Arista alla lavanda con patate all'ortolana



Sto cominciando a preoccuparmi.
Sul serio, intendo.
Lasciate che vi spieghi: due anni fa, in una calda serata di metà giugno, di ritorno da
Genova dove avevo gozzovigliato a casa di Nadia insieme a un gruppo di folli denominato La Banda dei Fornelli (ora scrivono quasi tutti nella Cucina PiccoLINA), ho scoperto che la chiave della porta blindata di casa non funzionava più. Erano le 22.30, io ero bloccata fuori casa e avevo in mano, oltre ad altri pacchi e pacchetti, due bei mazzi di basilico freschissimo di Prà che la Vitto mi aveva gentilmente procurato. La cosa è finita con me che ho bussato da mia sorella chiedendole un tetto per la notte, e il fabbro chiamato il giorno dopo per forzare la serratura e sostituirla. Un salasso a cui ancora oggi non mi piace pensare. 
Esattamente un mese dopo è stata la volta della caldaia, un guasto che a tutta prima sembrava banale ma che si è svelato tutt'altro che tale quando lei è spirata tra le braccia del tecnico. Cambia la caldaia e subisci il salasso n. 2.
Un mese e due giorni dopo la caldaia è stata la volta del flessibile dell'acqua calda sotto al lavello della cucina, solo che questa volta ero in ferie a 2000 km di distanza e l'incidente è stato scoperto solo quando il condomino che sta due piani sotto di me ha chiamato quello che gli sta subito sopra per avvertirlo che aveva perdite d'acqua. Costui si trovava in ferie a "soli" 200 km, è rientrato precipitosamente per poi constatare che la perdita non veniva da lui e che aveva soffitti e mobili rovinati. All'epoca non avevo stipulato un'assicurazione per la casa, e risarcire i danni fu un salasso non da poco.
Da allora tutto si è calmato, fino a questo week-end.

A dire il vero adesso i danni sono stati di entità minore, ma la cosa comincia a preoccuparmi: ieri infatti stavo cucinando per il blog e mi sono occorsi i seguenti incidenti: 
- una crema assolutamente deliziosa è venuta di un colore talmente inquietante che non solo ho smontato il set in fretta e furia, ma l'ho pure mangiata ad occhi chiusi pensando "occhio non vede, cuore non duole". ^_^
- Poi ho preparato questo arrosto ma forse l'olio di rosolatura era un tantinello più caldo del solito, perché quando l'ho bagnato con il vino è letteralmente esploso, mandando schizzi d'olio per tutta la cucina che avevo pulito a fondo proprio nella mattina. Come se non bastasse, quando ho scoperchiato la rostiera a metà cottura per girare la carne il coperchio di vetro mi è sfuggito di mano, infrangendosi in mille pezzi (forse qualcuno di più).
- Stamattina stavo pulendo gli occhiali quando questi mi sono sfuggiti di mano, sono caduti a terra e si sono spezzati in due. Fortuna che ho gli occhiali di scorta, ma non so se ho reso l'idea: che altro mi deve capitare?

Per fortuna mi sono consolata con questo arrosto (e scusate per la tonalità blu delle foto, ma non ho ancora ben capito come bilanciare il bianco della reflex ;-) ).
La ricetta me l'ha passata l'amico Stefano Spilli, presa dal libro di Giovanni Righi Parenti. Devo ringraziare Stefano e il suo grande amore per la schietta terra della Toscana, se questo libro adesso fa parte della mia biblioteca culinaria. E' un libro meraviglioso che parla della cucina di altri tempi e descrive tantissime ricette, dalle più umili alle più elaborate, con quel linguaggio immediato che dà l'impressione di conversare con un amico.
L'ho accompagnato con delle patate tratte dal medesimo libro, e mentre la ricetta dell'arista che riporto è quella che mi ha passato Stefano, per le patate ho voluto copiare alla lettera il testo originale, tanto mi ha fatto simpatia.

Gustatevi quindi insieme a me questa insolita ma deliziosa

venerdì 7 ottobre 2011

Carpaccio di capesante (E. Knam)


Eravamo tutti insieme, quella sera: mia sorella e mio fratello entrambi sposini, io e l'altro fratello debitamente accompagnati, una coppia di amici (lui era stato il testimone di

mercoledì 5 ottobre 2011

Pane ai 5 cereali (sorelle Simili)

Chi mi ha letto nei fora di cucina nel corso degli anni passati sa che le mie grandi passioni sono due: il pane con lievito madre e le marmellate. 


lunedì 3 ottobre 2011

Uova di quaglia alla boscaiola (e brodo di pollo, per non farci mancare niente)



- Buongiorno Maria Pia, vedo che ha cambiato idea!
- Buongiorno signora V., mi scusi ma... rispetto a cosa avrei cambiato idea?
- Sull'appartamento!
- Sull'appartamento?
- Sì, ho visto che non lo mette più in vendita.
- In vendita, il mio appartamento??? Ma da quando???
- Qualche mese fa, si ricorda? Era stato appeso al cancello condominiale un cartello di vendita e noi naturalmente abbiamo capito che si trattava di lei.
(VOI avete NATURALMENTE capito che io voglio vendere casa????? O_o)
- Mi ricordo del cartello: mi ero chiesta infatti chi fosse il venditore...
- Beh, nel palazzo tutti dicono che è lei!
- Allora signora mi dispiace deludere tutto il palazzo perché non solo non ho mai messo in vendita il mio appartamento, ma non ho neanche intenzione di farlo in futuro...

Questo piacevole scambio con una mia condomina mi è tornato improvvisamente alla mente l'altro giorno quando è apparso un cartello di vendita, corredato di numero di cellulare da chiamare per maggiori informazioni. "Ci risiamo", mi sono detta, "ho messo di nuovo in vendita l'appartamento!" :-D

Abito qui da diversi lustri, ma evidentemente per i condomini "anziani", quelli che ci abitano da una vita, io sono sempre la forestiera, l'estranea, quella che è di passaggio e che prima o poi se ne andrà. Ricordo ancora - ero lì già da 8 anni - quando la mia vicina di balcone mi disse che era stufa del viavai di proprietari di casa mia, e che non se ne poteva più di cambiare vicini ogni 2 anni senza sapere chi sarebbe arrivato, il tutto col rimprovero sottinteso che anch'io me ne sarei andata via presto e l'avrei lasciata in balia di chissà chi. 

E adesso qualcuno ha di nuovo deciso di mettere in vendita un appartamento nel palazzo, scatenando una ridda di pettegolezzi condominiali. La signora V. dirà di sicuro che l'ultima volta non ero io, si aprirà un bel toto scommesse e alla fine del processo - sempre che la compravendita vada a buon fine - qualcuno dichiarerà soddisfatto "io l'avevo detto".
Questa volta però sono preparata: comincerò a fare su e giù con le valigie, mi farò vedere con degli scatoloni in mano (tanto sto facendo le grandi pulizie e mi sto liberando di un bel po' di fuffa) e scatenerò la curiosità di tutti quei vecchietti nullafacenti, il cui passatempo preferito è ficcare il naso negli affari altrui.Visto che ho messo in vendita la casa per l'ennesima volta, tanto vale divertirmi un po'... ^_^

Questa ricetta è indicata come antipasto (ma potrebbe trattarsi anche di un secondo piatto) per 4 persone. In tempi di monoporzioni come questi però si può servire in ciotoline individuali, accontentando molte più persone e facendo bella figura.


venerdì 30 settembre 2011

FILETTO DI CINTA ROSATO E FICHI GLASSATI

Nel fine settimana del 17-18 settembre sono stata a Prato con la mia amica Cristina (ne scriverò domani o domenica), una città davvero deliziosa e a misura d'uomo dove mi sono trovata benissimo. Cristina è molto amante dell'arte e, benché specializzata sulla città di Milano, mi ha fatto gustare le opere che abbiamo visto: dalle splendide chiese (San Francesco ha una sala capitolare che è un gioiellino) alle opere d'arte ivi racchiuse, mi ha spiegato per filo e per segno le differenze tra i vari stili e la decorazione tipica del gotico pisano, così anche se sono ignorante come una capra, la prima volta che mi capita di andare in Toscana butterò lì con nonchalance : "Guarda quella chiesa in stile romanico, con decorazione in stile gotico pisano!" e farò la mia porca figura, tutto grazie a lei (minimo sforzo per un massimo risultato: il mio motto!!! ^_^).

Vorrei poter dire che ho approfittato della visita in Toscana per fare il pieno di prodotti toscani, ma complice uno sciopero ferroviario che ci ha bloccate a Prato visto che non volevamo spostare la macchina (e chi la parcheggiava più, in centro, di sabato sera?), ci siamo limitate al mercatino locale, che però proponeva solo sapori europei e anzi, in prevalenza mitteleuropei.Abbiamo così gustato dell'ottimo stinco di maiale arrosto marinato nella birra scura, acquistato sidro e aceto di sidro di Normandia, biscotti alla cannella dall'Olanda, senapi dagli aromi più strani e tante altre cosucce particolari, ma di prodotti locali non c'era neppure l'ombra.

Fortunatamente l'autore della ricetta che ho scelto per l'ultima puntata delle (st)Renne coi fichi* ci concede graziosamente di utilizzare anche il filetto di un maiale semplice, in mancanza della più pregiata cinta; posso solo immaginare quanto sia buona quest'ultima, ma vi garantisco che pure col filetto di maiale comune questa preparazione, facile e veloce, è deliziosa.

* E' l'ultima puntata per noi (st)Renne, ma voi avete tempo fino all'8 ottobre per postare ricette gluten-free con i fichi e mettere il link da Stefania, vincendo la possibilità di diventare (st)renna per un mese partecipando ai nostri backstage e la possibilità di concorrere al premio finale, un week-end per 2 persone presso l'Agriturismo Baglio Costa di Mandorla di Paceco (TP); e adesso che sappiamo che lì vicino, a Petrosino, fanno un ottimo aceto balsamico, direi che il premio si fa ancora più allettante!!! :-D


mercoledì 28 settembre 2011

Cornucopia di gelato alla banana con macedonia Genoana

L'aspetto in assoluto più divertente dell'MTChallenge è che scatena la creatività e la fantasia, facendo pensare a soluzioni che prima mai ci saremmo sognati. Si pensa a cosa fare, si guardano le proposte degli altri partecipanti, si sgranano gli occhi per la meraviglia, si sbava davanti al computer e ci si diverte da matti, perché stiamo condividendo tutti una passione che abbiamo in comune.


Come mi sia venuta questa idea, non lo so. Non ricordo nemmeno il momento preciso in cui mi è balzata in testa, so soltanto che a un certo punto me la sono vista davanti agli occhi bell'e fatta e un irresistibile impulso mi ha spinta a provare a realizzarla.

Come sovente accade, la mia realizzazione è stata deludente, ma propongo ugualmente l'idea che secondo me è buona, con qualche correttivo. Anzi, ho già in mente un'altra cosa... ma ne riparlerò più avanti. :-D In ogni modo, visto che l'estetica lasciava un pochino a desiderare, ho pensato bene di dare una strizzatina d'occhi alle MenuTuristiche - note tifose genoane - creando una macedonia rossoblu. Perfino l'intaglio ho fatto ad hoc. ^_^






E' da quando sono tornata dal mare che mi è venuto il trip dei gelati, complice il fatto che ho finalmente trovato un libro eccezionale che oltre ad avere un mare di ricette sfiziosissime, spiega per bene i processi chimici che sono alla base di questo meraviglioso dessert. Naturalmente la prima cosa che ho fatto non appena ho cominciato a leggerlo è stato correre da Medagliani a comperarmi un pesasciroppi, caccavella senza la quale non riesco a capire come abbia potuto vivere finora ^_^ (e che naturalmente non ho ancora utilizzato), dopo di che mi sono messa all'opera e sono rimasta entusiasta dai risultati.

Avevo in freezer 1/4 di dose di gelato alla banana e mi sono detta: e se lo usassi per...

Ma andiamo con ordine.