Questo mese il Club del 27 ci porta in Sicilia, con un libro scritto curiosamente in inglese e per un pubblico anglofono, e ricette che portano in tavola la terra natia dell'Autrice, Fabrizia Lanza.
Ho trovato le ricette abbastanza aderenti alla nostra tradizione, con qualche caveat dovuto al pubblico a cui il libro è rivolto: come non ricordare il favoloso Tiriamo le somme di Alessandra su Carpathia? Cito un solo passaggio, invitandovi a leggere tutto il post: "Il pregio più grande di Marcella (Hazan) era la sua capacità di mediare. Lei sapeva perfettamente dove insistere e dove chiudere un occhio, dove pretendere un ingrediente e dove concedere un surrogato. La sua vita fra due mondi glielo aveva insegnato, la sua cultura le aveva permesso di comprenderlo, la sua sensibilità di trasmetterlo. Se oggi gli Americani possono apprezzare l'extravergine nella salsa di pomodoro è solo perché prima c'è stata questa salsa- quella in cui tu, da Italiana, vedi il burro- e inorridisci. Ma io, da Americana, vedo il pomodoro fresco, la lunga cottura, un attrezzo da cucina che non sia il microonde dove scaldare gli instant tomato spaghetti del supermercato. Fu una rivoluzione, credimi, realizzata poco alla volta, un passo alla volta. Ma è per questo che ancora dura."
Quel post ha rivoluzionato il mio modo di guardare ai libri di cucina italiana scritti all'estero e per un pubblico estero, purché abbiano dalla loro il rigore Hazaniano: no ai pressapochismi, insomma, ma sì a quelle scorciatoie o a quegli ingredienti che, se per noi non c'entrano niente, nel contesto del Paese in cui il libro è stato pubblicato hanno un senso, in quanto spingono le persone a mettersi ai fornelli per preparare gustosi cibi autentici, anziché rivolgersi al reparto dei cibi pronti in scatola (ho in mente delle orribili lattine di pasta alla carbonara viste in una foto).
Ecco quindi che, se al posto dell'uvetta sultanina l'Autrice parla di currants (uvetta di Corinto), evidentemente è l'ingrediente più reperibile dalle sue parti; ecco che, se nella caponata ci sono le uova sode, questo è più un tentativo di renderla un piatto unico, che non quello di snaturare il piatto. Insomma, se tra le ricette dei colleghi del Club troverete qualcosa di non autentico al 100%, fate un passo indietro e pensate al 99% della ricetta, che è perfettamente aderente non solo alla tradizione, ma anche allo spirito della cucina siciliana: quello di usare quanto la terra e il mare hanno da offrire nel migliore dei modi, per tradurre nella cucina lo stile barocco che caratterizza molta della nostra architettura. Personalmente, mentre cucinavo i polpi affogati, mi sono sentita proprio a casa... in Sicilia.
Per 6-8 persone
A parte la realizzazione perfetta della ricetta, ti invidio tantissimo il fatto che tu l'abbia cucinata ma anche mangiata! Non potrei essere più d'accordo con la tua spiegazione, citando Alessandra e autrici celebri, sull'approccio che bisogna avere quando le nostre ricette vengono riproposte all'estero. E' stato confortante, e lo userò per difendermi quando arriveranno le critiche ahahahahah.
RispondiEliminaE infatti, ho deciso che è meglio prevenire che curare! :-D Un abbraccio, carissima!
EliminaUna ricetta che davvero ci porta in Sicilia; terra di sole, mare e tanto tanto amore per la cucina.
RispondiEliminaVero!
EliminaQuesti polpetti sono deliziosi e sicuramente sarà un ricetta che farò. Volevo però ringraziarti per la bellissima introduzione e il passaggio di Ale (che avevo letto) e che mi ritrova perfettamente d'accordo. Penso che noi (anni fa anch'io) siamo spesso molto intransigenti con i piatti della nostra tradizione, gridando spesso allo scandalo se non riprodotta fedelmente, ma dovremmo proprio capire che se l'essenza della ricetta è rispettata non è un delitto
RispondiEliminaGrazie e tanti auguri per una Pasqua in serenità
Manu
Sono io che ringrazio te, cara Manu, per aver colto e apprezzato lo spunto di riflessione. Io stessa sono sempre stata intransigente con le interpretazioni della cucina siciliana, salvo modificare con molta disinvoltura le ricette di altre regioni. Da un lato ognuno a casa sua fa quello che vuole, dall'altro lato se si ha un blog di cucina si è responsabili di fare una corretta comunicazione sul cibo. Comunicazione che non può trincerarsi dietro un "è la tradizione, si fa così e in nessun altro modo", ma che deve imparare a mediare. Specialmente se il pubblico a cui ci si rivolge non è italiano. Del resto pensiamo ai ristoranti cinesi: in qualunque Paese si trovino, adattano in parte la loro cucina ai gusti locali, ma senza snaturarla. Ecco, dovremmo imparare da loro. :-) Un abbraccio.
EliminaPeccato che qui pure essendo città di mare i polpetti me li sogno ma, prendo nota non si sa mai. Grazie e buona Pasqua.
RispondiEliminaIo a questo giro ho comprato quelli surgelati, perché nel banco del pesce ho trovato solo i polpi grandi. Basta farli scongelare e scolarli prima di cuocerli. Prova!
EliminaUn abbraccio.