E’ tempo di
MTChallenge e questa volta è toccato alla spumeggiante Mai, vincitrice della
scorsa edizione, proporre la ricetta della sfida.
Mai è Catalana e
sappiamo tutti quanto i cugini Spagnoli tengano ai loro regionalismi e
conservino gelosamente il patrimonio delle loro Terre, un patrimonio fatto di
tradizioni
che tocca anche il mondo della cucina. Ci aspettavamo tutti una
ricetta catalana quindi, invece Mai ci ha sorpresi scegliendo un piatto la cui
origine si situa nella provincia di Valencia; per la precisione, originario
della provincia di Valencia era il suo inventore, Juan Bautista Pascal, detto
Zabalò, che era il cuoco di bordo di un peschereccio, nell’800.
Il capitano del
peschereccio aveva purtroppo la pessima abitudine di mangiare per primo, senza
tenere conto del resto della ciurma. Essendo un godereccio, si sbafava sempre
quasi tutta la paella – il pasto abituale, ideale per consumare quanto era
rimasto invenduto – lasciando al resto della ciurma solo pochi avanzi da
dividersi.
Un giorno Zabalò
ebbe un’idea: e se invece del riso usassi
dei fidelini – spaghettini sottili spezzati? Magari questo al capitano non
piacerà e anche gli altri potranno mangiare qualcosa…
L’idea era
davvero buona; troppo buona, a dire il vero: il capitano fu il primissimo ad
apprezzarla e se la spazzolò tutta fino all’ultimo fidelino. Nasceva così la fideuà, strettissima parente della paella e sua ghiotta variante. A
differenza della paella, la fideuà deve essere obbligatoriamente
accompagnata da una salsa. Quella tradizionale è la salsa aioli, ma sono
ammesse anche delle varianti.
Una volta
raccontata la storia della fideuà, a
noi sfidanti non resta che elaborarne delle varianti. Il tema è la cucina di
cambusa di 100 anni fa, ma il pesce non è obbligatorio: si possono usare anche
solo verdure e perfino la frutta, immaginando che il nostro peschereccio abbia
fatto scalo in qualche porto. Sono invece esclusi carne e formaggio, in quanto
non facevano sicuramente parte della cambusa dei pescherecci nell’800.
Io sono partita
dalla versione originale di Mai, che ho preparato e mangiato ma non fotografato
(la fame è proprio una brutta bestia! ^_^ ), dopo di che il neurone è partito
in quarta. Delle tantissime varianti che mi erano venute in mente ho potuto
realizzarne solo 2, per mancanza di tempo. Oggi vi presento la prima.
FIDEUA’ AL NERO DI SEPPIA
Per 2 persone:
1 grossa seppia
nera con ancora la vescica del nero
100 g di fidelini
o altri spaghetti, spezzettati a 2-3 cm di lunghezza
8 pomodorini
ciliegini
1 spicchio d’aglio
½ cipolla
1 peperoncino di
cajenna sbriciolato
¼ di cucchiaino
di paprika dolce
1/2 litro circa di fumetto di pesce
½ bicchiere di vino
bianco secco
Olio extravergine
di oliva
Prezzemolo
Sale
Per la salsa
aioli:
3 spicchi d’aglio
1 tuorlo
1 cucchiaio di
aceto
100 ml olio
extravergine di oliva
1 pizzico di sale
Preparare la
salsa aioli: Mai dice che
questo lavoro va affidato al proprio marito perché è lungo e faticoso, motivo
per cui invoco la clemenza della Corte, facendo presente alle Signore
Giudichesse che io un marito non ce l’ho. :-) A dire il vero il mio atteggiamento
iniziale è stato un po’ fanfarone: tzè,
mi sono detta, se questa salsa la può
fare un uomo, posso benissimo farla anch’io: non ho forse scacciato da sola unosciame d’api? Mi sono messa così a preparare l’aioli, che nelle mie intenzioni
doveva essere senza tuorlo, ma… andiamo con ordine.
Privare gli
spicchi d’aglio del germoglio, metterli nel mortaio di marmo insieme a un
pizzico di sale e ridurli in una purea finissima e senza grumi. Aggiungere l’olio
una goccia alla volta, senza versarlo direttamente sulla salsa ma mettendolo
sul pestello in modo che coli giù a poco a poco, e continuare a lavorare di
pestello. Già dopo una ventina di minuti la salsa comincerà a crescere.
Proseguire fino ad aver terminato l’olio, per altri 20 minuti circa.
Ecco, per i primi
20-25 minuti è filato tutto liscio, poi – forse ero stanca – le cose hanno
cominciato a cambiare. Evidentemente a un certo punto ho messo più della solita
goccia di olio, e insomma il risultato è stato che la salsa è impazzita. Senza
perdermi d’animo ho adottato il sistema che si usa per salvare la maionese: ho
aggiunto il tuorlo d’uovo e ho continuato a lavorare, alternando olio e aceto (1 cucchiaio in tutto). Sembrava
andare tutto bene, quando è successo il patatrac: la salsa è impazzita un’altra
volta. Scoraggiata, ho versato tutto nel bicchiere del frullatore a immersione.
Ci sarebbe voluta una quantità doppia per poter lavorare bene col frullatore a
immersione, ad ogni modo la mia salsa è stata salvata, il mio orgoglio
femminile un po’ meno, ma in compenso sono giunta alla conclusione che,
limitatamente a certe funzioni, il marito può essere validamente sostituito da
un frullatore. ;-)
Una volta preparata la salsa, passate alla fideuà.
Una volta preparata la salsa, passate alla fideuà.
Innanzi tutto
occorre tostare leggermente i fidelini nella paellera; Mai suggerisce di
tostarli in poco olio, io mi sono trovata meglio con la tostatura a secco
perché sono riuscita a evitare che si bruciacchiassero: devono appena
imbiondirsi. Toglierli dalla paellera e metterli da parte.
Far raffreddare la
paella e nel frattempo pulire la seppia e staccare delicatamente la vescica del
nero senza romperla (io ho preferito far fare questa operazione al
pescivendolo). Meglio indossare dei guanti di lattice mentre si maneggia una
seppia nera, perché le macchie sulle dita sono persistenti e difficili da
spiegare ai non addetti ai lavori.
Togliere la pelle
alla seppia e tagliarla a pezzetti.
Tritare finemente
la mezza cipolla.
Sbollentare i
pomodorini leggermente incisi con un taglio a croce per 30 secondi in acqua
bollente, scolarli, spellarli, privarli dei semi e tagliarli a pezzettini.
Tritare finemente
lo spicchio d’aglio.
Versare un po’ d’olio
sul fondo della paellera, mettervi la cipolla e accendere il fuoco: come tutti
sappiamo, cipolla e aglio devono essere messi a freddo per fare il soffritto,
altrimenti si bruciano.
Far soffriggere
la cipolla, aggiungervi la seppia e farla rosolare per qualche minuto. Bagnare
con il vino, farlo evaporare, poi coprire a filo con del fumetto di pesce caldo
e far cuocere per una ventina di minuti.
Trascorso questo
tempo togliere la paellera dal fuoco per farla raffreddare di nuovo (io l’ho
addirittura lavata, per evitare che mi si bruciasse il secondo soffritto),
raccogliere le seppie con il cucchiaio forato e tenerle da parte in una
ciotola. Se fosse rimasto un pochino di brodo (che sarà nerastro), unirlo al
restante fumetto.
Versare altro
olio extravergine di oliva nella paellera, mettervi lo spicchio d’aglio
tritato, accendere il fuoco e far rosolare per un paio di minuti. Unirvi i
pomodorini a pezzetti lasciandone da parte qualcuno per la decorazione finale e
far soffriggere, aggiungendo qualche cucchiaiata di brodo se dovesse asciugarsi
troppo. Quando il soffritto avrà cambiato colore unirvi la paprika dolce e il peperoncino sbriciolato, poi versare
nella paellera tanto fumetto caldo quanto sarà necessario per coprire a filo
gli spaghetti spezzettati, far prendere bollore e buttare la pasta,
distribuendola uniformemente in tutta la paellera. Calcolare il tempo di
cottura della pasta, aggiungendo il brodo poco alla volta e solo se necessario
(la fideuà non dev’essere assolutamente brodosa!); a metà di tale tempo di
cottura della pasta aggiungere la seppia e distribuirla uniformemente. Quando
mancano 3 minuti alla fine della cottura, unire anche il nero di seppia diluito
in poco brodo, e distribuirlo uniformemente perché tinga tutta la preparazione.
A cottura
ultimata spegnere la fiamma e servire la fideuà decorandola con i pezzetti di
pomodorino tenuti da parte e prezzemolo tritato e accompagnandola con la salsa
aioli.
la salsa ti è venuta benissimo. mi hai fatto venire voglia di provarlo questo piatto.
RispondiEliminairene
Grazie! Pensa che con quella salsa stavo quasi per disperare... ci ho messo un'ora abbondante!!!!
EliminaMapi, ma quante volte lo vuoi vincere l'MT CHallenge????
RispondiEliminaE' bellissima.
Grazie Ste, ma no: due volte per me sono più che sufficienti!!! ^_^
EliminaSe un marito può essere sostituito da un frullatore, io parto avvantaggiata, visto che ne ho già due... :D
RispondiEliminaBrava come al solito, no, sempre di più!
Hai due mariti??? Quand'è che mi presenti il secondo??? :-D
EliminaBeh, diciamo che una si deve accontentare di quello che ha; nel mio caso... il frullatore!!!!! ^_^
Mi fai sganasciare. Circa le funzioni dei mariti, non me la prenderei troppo a cuore. Il frullatore nel nostro caso, è il miglior amico di una ragazza (una volta erano i diamanti, ma con la crisi, si sà che le priorità cambiano).
RispondiEliminaE sono d'accordo con la Stefy: sei talmente avanti che potresti anche prenderti una pausa e consentire a noi di recuperare strada.
Un fortissimo abbraccio, Pat
Ah sì, sono d'accordo: mixers are a girl's best friend: col cavolo che un diamante mi avrebbe salvato quella salsa!!!! ^_^
EliminaUn bacione e... basta vittorie all'MTC: due bastano e avanzano!!! Aspetto che mi raggiunga tu. ;-)
Anch'io l'ho fatta nera:-D
RispondiEliminaImmaginavo che non sarei stata l'unica ad avere l'idea, ma non ho avuto tempo di guardare le ricette precedenti.
EliminaSono contenta però di avere avuto la stessa idea di una cuoca geniale come te!!!! :-D
Pensa che la fideuà al nero doveva essere la mia seconda versione ma non ce l'ho fatta :(
RispondiEliminaAllora mi consolerò con la tua che mi sembra perfetta!
Baci!
Sicura di non farcela entro giovedì? Forza Mari!!!! :-D
EliminaOgni volta che guardo una delle tue sfide, temo, ma poi lo spero anche , che tu raggiunga il record dei record ... e rivinca :* , baci Flavia
RispondiEliminaNonononononononono, sia chiaro che non voglio vincere, almeno per un annetto: non ho tempooooooooo!!!!! :-D
EliminaE poi prima devi vincere tu... ;-)
Un bacione!
Che esplosione di colore, Mapi!! E' anche elegantissima come presentazione: insomma sei fantastica, come ogni singola volta :-)
RispondiEliminaBaci grandissimi
Dani
Grazie Dani. :-)
EliminaSi è dimesso un Papa- e non succedeva da 700 anni
RispondiEliminaNevica alla fine di Marzo- e non succedeva da cent'anni
e a te impazzisce la salsa.
Traete voi le vostre conclusioni :-)
Immensa Mapiiiiiiiiiiiii!!!
ahahah hai fatto benissimo a provarci perché tutto va sperimentato. Sei riuscita ad uscire da una situazione difficile e questo grazie alle tue conoscenze in cucina.
RispondiEliminaCome ormai saprai, condivido pienamente l'uso del nero di seppia ;-)
Fabio
Certo che sei forte! A te non ti ferma nessun "patatrac", io invece ci rinuncio e aprofito di quello che di diamanti me ne ha regalato uno (dopo che i due precedenti anelli sono finiti male...) ma pensandoci bene l'aberri preferito anche io un frullatore invece di un diamante, l'avrei sfruttato anche di più!
RispondiEliminaAndrei avanti a parlare di anelli e frullatori (anche se non me ne intendo) perché parlare di questo esemplare di fudeuà è quasi impossibile... parla da sola!
besos grande donna!