mercoledì 30 marzo 2011

FONDO BRUNO DI VITELLO

“Chi, quello? E' buono per farci il brodo...”. Questa espressione evidentemente dispregiativa, tipica dei miei anni ruggenti, :-D stava a indicare un ragazzo poco avvenente e di scarsa simpatia ed era di solito seguita da una risata sarcastica.
Come cambiano le cose con la prospettiva degli anni! Il brodo, liquidato a 20 anni con un'alzata di spalle, viene con il tempo rivalutato al punto tale da diventare un chiodo fisso. “I have a dream... preparare un brodo come si deve!” mi dicevo infatti da diverso tempo, e venerdì scorso ho deciso di realizzare il mio sogno (pazienza se era un venerdì di Quaresima: in fondo io lo stavo solo cucinando, mica l'ho ingerito! :-D).
Nel prepararlo ho imparato un sacco di cose: copio da “Il grande libro dei cuochi”, a cura di Gualtiero Marchesi, le osservazioni e la ricetta dello Chef Shaun Hill a proposito di questa preziosa base della nostra cucina.


“Un brodo ben fatto è la base di una buona salsa o di una buona zuppa: senza, risulterebbero nella maggior parte dei casi meno delicate e meno saporite. In genere l'elemento costitutivo di salse e zuppe è un buon brodo limpido, che esalta il sapore del suo ingrediente principale. Il brodo ha un ruolo importantissimo quando si cucinano piatti cotti per pochi istanti (filetto, costate, sogliole o pesce persico). Tutto quello che viene cotto poco o nel caso della carne rossa non del tutto, mantiene la tenerezza e la consistenza delicata, ma alla fine ciò che viene a mancare è l'intensità del sapore di tutti i suoi ingredienti principali: i sapori più forti e intensi sono sempre il risultato di cotture prolungate e finite. In cucina si devono quindi bilanciare consistenza e sapore; il segreto è raggiungere il punto di equilibrio sotto entrambi gli aspetti. Nella cucina classica francese, la mancanza di sapore di tagli di prima scelta poco cotti, come il petto di pollo alla griglia o il filetto di rombo, viene compensata dalla salsa o dal suo condimento, che accompagnano il piatto.

Per preparare un brodo saporito si utilizzano tutte le ossa, le lische e i ritagli, che servono a dare complessità alle zuppe. Le ossa della carne devono essere attentamente rosolati per evitare che le punte annerite cedano un sapore amaro al brodo. Le lische di pesce dovrebbero essere saltate delicatamente in olio o burro, così che il fumetto acquisti un colore più intenso. La rosolatura altera le proteine di superficie caramellandole, con il risultato di esaltarne il sapore.


Alcune caratteristiche sono comuni a tutti i brodi, indipendentemente dal loro ingrediente principale. Il brodo deve risultare limpido e piuttosto magro, tuttavia deve essere sufficientemente gelatinoso da addensarsi quando è freddo, così da rendere salse e zuppe più corpose al palato. In nessun momento si deve aggiungere il sale: il brodo è una risorsa fondamentale ma non è, se non raramente, un piatto finito. In genere viene ridotto in un punto preciso della ricetta, cosa che ne concentra la salinità; inoltre può essere aggiunto ad ingredienti che sono già di per se' salati, come il formaggio.

Mentre la preparazione di una salsa, in cui il brodo di vitello ha una grande importanza, viene considerata l'espressione più elevata delle capacità di un cuoco, quella di una zuppa viene ritenuta elementare, come se richiedesse meno abilità. In realtà l'abilità necessaria per fare una zuppa è la stessa: il cuoco deve attingere alla capacità e al gusto personali per decidere l'equilibrio, gli aromi, la consistenza e persino la temperatura ideale di cottura nel momento in cui si aggiungono determinati ingredienti in un liquido.


Quattro sono le tipologie di preparazione di una zuppa: zuppe in cui gli ingredienti sono ridotti in purea, zuppe in cui carne o verdure sono sospese nel brodo, zuppe ispessite con tuorli e panna e i consommé, in cui il brodo assurge a vera e propria star del pasto. Per la maggior parte di queste zuppe il brodo di pollo è l'ingrediente principale: se è limpido e ben fatto, è una base straordinaria per preparare una zuppa classica, saporita, davvero appagante.”


Senza aggiungere ulteriori commenti, ecco come ho fatto il

lunedì 28 marzo 2011

Gamberi rossi con polpa di zucca



Caro Assicuratore,

Ti scrivo per dirti di non prendertela se quando sei venuto a propormi l'ennesima trasformazione della mia polizza, ovviamente vantaggiosissima per me, ho cortesemente ma fermamente declinato l'invito e ho preferito mantenere lo status quo.
Come ti ho ripetuto più e più volte, non si tratta di un fatto personale: semplicemente sono stufa di essere oggetto delle proposte della Società che tu rappresenti (strepitose, sia chiaro...) e che da 19 anni a questa parte mi ha indotta, tramite i tuoi numerosi predecessori, a trasformare la polizza tante di quelle volte, che alla fine ho perso il beneficio della detrazione fiscale e pure quello del ritiro del capitale versato alla scadenza, tre anni fa, perché nel frattempo la scadenza è stata spostata sempre più in là e (forse) potrò ritirare il capitale versato alla pensione (se ci arrivo).
Come ti ho spiegato non è che non mi fidi di te, semplicemente ho deciso che l'ultimo contratto che ho sottoscritto è quello che intendo portare avanti fino alla sua scadenza naturale, o alla mia (sperando che la sua arrivi prima).
E no, non ti ho mai chiesto di diventare il mio consulente finanziario, anche perché qui non ci sono finanze su cui consultarsi.
Sono dolente di comunicarti che la minaccia di non chiamarmi più e di fare le tue brillanti proposte solo ai clienti che ti ascoltano (e fanno il tuo volere) non solo non mi ha rattristata, ma è stata da me accolta con un sospiro di sollievo e con l'augurio che tu mantenga fermamente questo proposito. Come ti ho ricordato ho firmato una RID, la tua Società preleva direttamente dal mio conto corrente i soldi della rata e l'unica comunicazione che desidero ricevere puntualmente da voi è quella relativa al ridicolo importo che posso ancora detrarre dal modello 730.
Ti informo infine che capisco perfettamente che hai degli obiettivi da raggiungere affinché la tua Società possa succhiarci più soldi, ma che fare i capricci e arrabbiarsi perché un cliente non aderisce non è una buona tattica in quanto gli fa sospettare la verità, e cioè che stai pensando più al tuo incentivo che al suo interesse.
Quindi, caro Assicuratore, fai un favore a entrambi: vai a fare le tue meravigliose proposte a qualcun altro e non tediarmi mai più, neppure per farmi gli auguri di compleanno (che, senza offesa, fatti da te mi pare portino un po' sfiga). Credimi, festeggio in modo più sereno e spensierato se non penso a te e alla Società per cui lavori.

A mai più risentirci,
Tua disaffezionatissima
                                    Mary Pie



 GAMBERI ROSSI CON POLPA DI ZUCCA

Da E. Knam – M. Vigotti – Ricette creative di pesce – Mondadori

 Per 4 persone:


12 code di gamberi rossi siciliani
250 g zucca non troppo matura
1 pomodoro ramato
½ cipolla bianca
20 g capperi di Pantelleria
20 g pistacchi sgusciati
olio extravergine di oliva
scaglie di sale
sale e pepe
ciuffi di prezzemolo per decorare




Pulire e sgusciare le code di gamberi e scottarle per alcuni secondi in acqua bollente, leggermente salata e pepata. Scolarle con il mestolo forato e tenerle in caldo.
Lavare il pomodoro, inciderne la buccia, scottarlo e spellarlo, privarlo dei semi e ridurlo in dadolata.
Lavare la zucca, decorticarla e tagliarne la polpa a dadini. Scottarli in acqua bollente salata per 10 minuti in modo che restino leggermente al dente, poi scolarli e raccoglierli in una ciotola. Aggiungervi la cipolla sbucciata e finemente tritata, i capperi, i pistacchi e il pomodoro. Condire con l'olio, il sale in scaglie e qualche grano di pepe.
Distribuire la dadolata di verdure in 4 verrines, adagiare in ciascuna 3 code di gamberi e condire con un filino d'olio, poi decorare con un ciuffo di prezzemolo e pistacchio tritato.







venerdì 25 marzo 2011

Fondant al cioccolato e basilico: quando le (st)Renne riciclano le uova di Pasqua...

Arieccoce ragazzi! Le (st)Renne sono tornate più agguerrite che mai, con un nuovo progetto: RinnUoviamoci. Il titolo è stato scelto dall'eclettico Fabio, mentre Stefania ha proposto un'immagine scanzonata che è piaciuta subito a tutti e che è stata votata all'unanimità.
Il tema che svilupperemo nelle prossime 5 settimane è quello del riciclo delle uova di cioccolato che in questo momento stanno cominciando ad accumularsi nelle nostre case e che a Pasqua abbonderanno; solo che quest'anno la Pasqua viene davvero tardi, con maggio alle porte, il caldo che incombe e tanto, tantissimo cioccolato da smaltire.
E cosa c'è di meglio, quando si è sommersi da un mare di... cioccolato, che aggrapparsi al salvagente lanciato dalle (st)Renne?


La meccanica è la solita: lunedì Ale e Dani ci stupiscono (e ci mandano pure in crisi) con ricette innovative, martedì Annalù e Fabio ci fanno sbavare grazie alla Montersinite che li attanaglia, mercoledì ci delizia Stefania con creazioni da porca figura rigorosamente gluten-free, giovedì Flavia trasforma i lapilli dell'Etna in delizie per il palato e venerdì io mi arrabatto per non sfigurare davanti a cotanti predecessori. Per Pasqua il pdf con tutte le ricette sarà pronto e a voi non resterà che scaricarlo... e mettervi all'opera! :-D


La ricetta che propongo oggi è di Paul A. Young, un Maître Chocolatier di fama mondiale il cui libro, "Avventure al cioccolato", dovrebbe trovare posto nella libreria di ogni chocolate-addict che si rispetti.  
[Giuro che non mi paga per fargli pubblicità. 
Non sa nemmeno che esisto.
(E non sa neppure che un giorno io e lui ci sposeremo quindi per favore non diteglielo, ché voglio fargli una sorpresa!) ;-D]

Se amate l'accoppiata cioccolato-menta, di sicuro adorerete l'abbinamento del Nettare degli Dei con il basilico che un pochino la ricorda, ma che è molto più delicato e a mio avviso decisamente migliore, provare per credere. E' stato proprio mentre stavo mangiando uno di questi fondant che ho deciso di sposare Paul A. Young, perché un uomo capace di creare una simile meraviglia è sicuramente in grado di rendere la vita un'avventura affascinante e indimenticabile (e se fallisce, beh... ci si può sempre consolare con le sue eccezionali creazioni!). 

Secondo la collaudata Legge di Murphy, nel fondant che sono riuscita a fotografare la ganache al basilico è fuoriuscita dai lati del tortino e sembra essere una salsa a specchio; voi siete molto più bravi di me e riuscirete sicuramente a farla rimanere dentro... (io c'ero riuscita nelle versioni che si sono miseramente afflosciate sul piattino e che "mi è toccato mangiare"...). In ogni caso vi assicuro che questi fondant sono assolutamente sublimi.

mercoledì 23 marzo 2011

Si fa presto a dire besciamella...

La besciamella? Facilissima: si stemperano burro e farina per fare il roux, si aggiunge il latte, si fa addensare per 5 minuti, sale e noce moscata et voilà... giusto? Ni.
Quella che io ho sempre considerato la ricetta base della besciamella, in realtà ne è solo la versione più veloce. La vera besciamella richiede più tempo, è vero, ma ha una complessità di sapore tale che vale sempre la pena di prepararla, se si ha tempo.
L'ho scoperta all'incirca un anno fa e da allora la preparo ogni volta che posso.
Ha una sola controindicazione: una volta che la si prova, non si torna più indietro. ;-)
Però i piatti che ne risultano, lasagne, cannelloni, crepes e altro, hanno un aroma tale che davvero non se ne può più fare a meno.
Perdonate le foto, ma si trattava di un work-in-progress mentre preparavo delle lasagne... ;-)

lunedì 21 marzo 2011

Lasagne al pesce spada, mela verde e gamberetti



Questa ricetta è un mio cavallo di battaglia ormai da molti anni: l'ho trovata in un vecchio ricettario Barilla e mi aveva subito ispirato.
Risente chiaramente del retaggio degli anni '80, quando la panna veniva inserita ovunque; qualcuno negli anni mi aveva consigliato di sostituire la besciamella con una vellutata fatta con fumetto di pesce e di eliminare la panna, e io in linea teorica sono totalmente d'accordo. Il mio problema è passare dalla teoria alla pratica: la ricetta è talmente buona che ogni volta che la preparo mi manca il coraggio di apportare tali modifiche, che pure esalterebbero il sapore del pesce.
Con gli anni sono giunta alla conclusione che sia perfetta così, un po' come il clam chowder, per il quale la panna è necessaria.
Se però voi volete usare del fumetto di pesce per preparare la besciamella e magari eliminare la panna o sostituirla con qualche altro ingrediente (evitate la ricotta: l'ho già fatto e il risultato non mi è piaciuto per niente) fate pure... :-D


venerdì 18 marzo 2011

Danubio alla... Apple Pie! :-D



Ed eccoci giunti al nostro appuntamento mensile con l'MTChallenge, che questo mese verte su una delle mie preparazioni preferite: il Danubio.
La proposta è della bravissima Tery, che ha vinto la scorsa edizione sulle polpette e che ci ha proposto una ricetta e un procedimento veramente strepitosi.

Il Danubio è una delle primissime ricette panarie che abbia realizzato e mi è piaciuto da subito. La prima volta che l'ho preparato è stata per una cena tra amiche di quelle estemporanee, decise il giorno prima per la sera dopo di un giorno lavorativo, e ognuna di noi doveva portare qualcosa. Avevo in mente di fare il Danubio già da un po' e così, accertatami di avere tutti gli ingredienti in casa, quel giorno tornata dal lavoro mi sono messa all'opera e sono arrivata a casa dell'amica ospitante trafelata, ma con un bel Danubio caldo e fragrante in mano. E' superfluo aggiungere che, tra la fame che ci attanagliava tutte e il profumino che emanava quella deliziosa preparazione, è stato spazzolato in un lampo.

Negli anni ho sperimentato tante ricette modificandole via via, finché sono approdata quella che consideravo la ricetta ideale di cui ero ultra soddisfatta, fin troppo direi, tanto che pur avendo visto da tempo la ricetta di Adriano non mi ero mai fatta sfiorare dall'idea di provarla (anche perché prevede l'uso dello strutto, che io proprio non sopporto a meno che non sia freschissimo).

Grazie al Cielo ci ha pensato l'MTChallenge a scuotermi dal torpore danubiano in cui ero caduta, costringendomi a preparare il Danubio secondo questa ricetta. 
Ma come fare per lo strutto? Sostituirlo con olio? Hmmm... no, lo strutto è un grasso animale e l'olio è vegetale... E se usassi il burro? No, non è abbastanza concentrato, ci vorrebbe... ecco, sì, ci vorrebbe il burro chiarificato!!! Avevo finito il mio vasetto da un po', così ho colto la palla al balzo: prima ho preparato il burro chiarificato e poi mi sono data al Danubio, il tutto in un giorno in cui avevo programmato di preparare diverse altre cose. Quando ho finito di cucinare avevo la schiena a pezzi e desideravo solo sdraiarmi sul divano con un buon libro (ma come fanno gli chef a reggere la fatica fisica del loro lavoro?), però la soddisfazione è stata davvero tanta, perché questa ricetta è assolutamente STRE-PI-TO-SA.
Una volta preparato l'impasto però, come farcirlo? Ho optato per un ritorno alle origini, con il ripieno della Apple Pie...