lunedì 7 settembre 2015

Marmellata di uva fragola


La pulce nell'orecchio me l'ha messa Ann l'anno scorso, quando per lo Starbooks ho realizzato un pane al burro di arachidi con gelatina di frutta: la ricetta parlava di una gelatina di frutta senza semi, di un gusto a scelta, e io istintivamente ho optato per una marmellata asprigna, come quella di lamponi.
Ann nel suo prezioso commento mi ha scritto: "Per la Jelly, col burro d'arachide e' sempre quella di uva (nel nostro immaginario collettivo sono indivisibili, e una evoca inevitabilmente l'altra insieme ai ricordi di pasti consumati a scuola). La varieta' dui uva e la Concord, che cresce selvatica in New England, si riconosce immediatamente e quando e' matura ha un profumo cosi' intenso che la trovi anche solo annusando il vento nei boschi. Ha un gusto stupendo, con una nota acidula che bilancia la dolcezza. Ha anche una consistenza piuttosto sostenuta, tanto che quando la togli dal vasetto rimane in forma, non e' morbida e scorrevole come una normale marmellata."

Il burro di arachidi chiama quindi l'uva Concord, che da noi si chiama uva fragola, detta anche uva americana. Subito mi è venuta voglia di provare a farla, ed è quindi da quasi un anno che aspetto che ritorni la stagione dell'uva per poterla fare!

Sabato mi sono messa all'opera e... WOW!!!! Ho ottenuto una delle marmellate più buone che abbia mai fatto (ora che ci penso, dico così per tutte le marmellate che faccio), dolce e profumata al punto giusto.

Invece della gelatina ho preferito preparare una confettura, per poter utilizzare anche le bucce profumate degli acini, ricche di fibre e di polifenoli. Vi invito a provare a farla: il suo sapore è eccezionale... e non solo in abbinamento con il burro di arachidi!

sabato 5 settembre 2015

50 e non sentirle! Il Giubileo dell'MTC



...E siamo arrivati a 50.
Cinquant'anni? Nooooo, quelli li ho già superati!!! :-D
Sto parlando dell'MTChallenge, una gara di cucina nata quasi per gioco nel giugno 2010 e che è via via cresciuta, sotto gli occhi stupiti della sua ideatrice (nonché anima), Alessandra, e di tutti i partecipanti, che negli anni hanno creato una Community di tutto rispetto, e che appunto domani inaugurerà la sua cinquantesima sfida!

In un mondo dove tutto cambia, la nostra Community resiste da più di 5 anni, un autentico record per la blogsfera, e non certo l'unico battuto dal nostro gioco. Certo, negli anni non sono mancate discussioni, polemiche e defezioni; questo tuttavia ha rafforzato il gruppo, creando un senso di appartenenza che difficilmente si trova in rete, e che per molti di noi ha un seguito nella vita reale.
Il suo segreto? Sicuramente la guida discreta, ma ferma e sicura di Alessandra, che ha saputo valorizzare al meglio le doti di ciascun partecipante; ma anche la pronta ed entusiastica risposta dei singoli, che ad ogni sfida si mettono in gioco fino in fondo, dando il meglio di se' con allegria e autoironia, forti di un bagaglio di valori veri, solidi e indiscutibili, che hanno permesso a tutti di incontrarsi e di riconoscersi (cit.).
A lei va la mia più viva gratitudine, anche perché se ho aperto il blog è stato proprio grazie all'MTChallenge!!!

L'evoluzione del gioco ha comportato l'apertura di un blog dedicato, MTChallenge.it, dove la 
Redazione (di cui ho l'onore di fare parte) approfondisce ogni mese il tema proposto con post tecnici e storici e con interviste a Chef ed esperti del campo, mentre la Community contribuisce realizzando appositamente delle ricette extra sfida. 
Tutto questo ha fatto sì che l'MTChallenge abbia guadagnato un posto importante nel web, quanto a credibilità dei contenuti ed affidabilità delle ricette.
E poi, fateci caso: le principali riviste di cucina propongono regolarmente, a 2 mesi di distanza, i temi della nostra sfida!


Domani si aprirà dunque la cinquantesima sfida di questo bellissimo gioco che, iniziato quasi per scherzo, negli anni si è evoluto fino a diventare una vera e propria scuola di cucina, dove il vincitore della sfida precedente mette a disposizione della Community il suo sapere lanciando una nuova sfida ai partecipanti.

E non è finita: MTChallenge è nato come un gioco, ma ha già pubblicato ben 3 libri di cucina, che in pochi mesi hanno battuto tutti i record di vendite pur non essendo supportati da alcuna pubblicità!



Anche qui, grandissimo entusiasmo e generosità da parte di tutta la Community, dal momento che i proventi della vendita di tutti e tre sono andati in beneficienza.

E quindi, festeggiamo il nostro gioco e la nostra Community aprendo oggi lo scanzonato GIUBILEO DELL'MTCHALLENGE.
Restate sintonizzati con noi: ne vedrete delle belle!!!!

lunedì 3 agosto 2015

Marmellata di albicocche e sciroppo di pesche


Come ogni estate, anche quest'anno ho preparato la mia brava scorta di pesche sciroppate. Il problema, con questa profumatissima preparazione, è che dopo aver invasato le pesche rimane tantissimo sciroppo. Di solito lo conservo e lo uso nel giro di poco, versandolo nel tè che poi metto a raffreddare in frigo. Quest'anno invece mi stavo accingendo a preparare una marmellata di albicocche, quando ho avuto un'illuminazione... :-)
Ho diminuito lo zucchero che avrei messo normalmente nella marmellata, perché lo sciroppo delle pesche ne conteneva già un bel po', e ho proceduto.
Il risultato è una marmellata profumata ma acidula, perfetta per le crostate, di cui stempera la nota troppo dolce della pasta frolla.

lunedì 27 luglio 2015

Lemon and Lime Posset with Tamarillo and Basil Jam


Se c'è una cosa di cui sono infinitamente grata allo Starbooks, è l'avermi fatto scoprire Chef e autori stranieri validissimi ma purtroppo da noi pressoché sconosciuti, che mi hanno aperto gli occhi su un altro modo di fare cucina.
Non sono alla ricerca di ricette impossibili, sia chiaro: siano esse semplici o elaborate, sono tutte accomunate da tecniche di cottura o abbinamenti insoliti e assolutamente deliziosi.

E' il caso di Glynn Purnell, Chef stellato inglese sconosciuto nel Bel Paese, di cui noi Starbookers abbiamo esaminato l'Opera Prima (a cui personalmente mi auguro ne seguano altre) nel settembre scorso. Il nostro giudizio finale è stato una conferma dell'impressione iniziale, e oggi vi ripropongo un dolce al cucchiaio semplicissimo ma decisamente insolito e particolare, che ha fatto la delizia dei miei commensali da allora.

Cominciamo col chiarire che cosa sia il tamarillo. Il nome fa un po' ridere: leggendolo ho canticchiato mentalmente: "Il tamarillo di che sa? Non c'è nessuno che lo sa!"

Un giro su internet mi ha fatto scoprire che si tratta del frutto di una pianta della famiglia delle Solanacee; la stessa famiglia di peperoni, pomodori, melanzane e patate, per intenderci. Per aspetto ricorda quello dei pomodori perini; la buccia è liscia e coriacea, simile a quella della pesca noce ma più dura, e ogni frutto pesa circa 100 g. Il sapore invece è caratteristico e tutto suo: su internet ho letto da più parti che ricorda quello del pomodoro, ma quando l'ho assaggiato ho avuto un'impressione totalmente diversa: il profumo ricorda vagamente quello dei gelsi e il sapore della sola polpa assomiglia un po' a quello del melone. Polpa e semi gustati insieme però, hanno un gusto caratteristico che per l'appunto è... di tamarillo e basta.

Purnell nel suo libro (Cracking Yolks and Pig Tails) dice che la marmellata di tamarillo si accompagna bene anche alla carne di maiale. In effetti sta benissimo in questo dolce al cucchiaio e lo vedo anche su cheesecake e pannecotte, dessert cioè già dolci, che la sua nota aromatica e leggermente aspra può stemperare. Consumata sulle fette biscottate come una comune confettura però non dà il meglio di se' (per lo meno non questa ricetta poco dolce - 100 g di zucchero su 400 g di frutta), mentre si sposa perfettamente con piatti salati o formaggi.

Vi dirò di più: l'anno scorso ho essiccato e conservato i semi di mezzo tamarillo, che ho piantato quest'anno in marzo, come da indicazioni di coltivazione trovate su Internet. Le piantine sono nate e al momento sono rigogliose. Spero solo che sopravvivano alla mia assenza per ferie. :-)

Nel leggere il titolo della ricetta sul libro, mi ero chiesta che cosa fosse un posset

In origine si trattava di una bevanda calda e corroborante medievale, una sorta di grog ottenuto versando del vino bianco (o birra, o succo di limone) nel latte caldo. Talvolta veniva profumato con spezie, e ritengo che Lady Macbeth abbia messo qualche altro ingrediente segreto nei posset che ha offerto alle guardie di Duncan, per farle addormentare. :-)
Dalla metà del XVIII secolo sono stati introdotti come addensanti farina di mandorle, biscotti secchi pestati o tuorli d'uovo, che lo hanno trasformato da bevanda calda in dessert. Da qui alla crema inglese e al lemon curd il passo è stato breve, e il posset è finito nel dimenticatoio.
Nel XXI secolo sta tornando in auge ma nella forma di un fresco dessert, ed è così che ce lo presenta Purnell. E' veramente facile e veloce da fare, può essere preparato in anticipo e, dettaglio non trascurabile, ci sono solo un paio di pentole da lavare!

lunedì 20 luglio 2015

Cheesecake al basilico e pomodori con base alla farina di mais ottofile (Donna Hay)


- Zia, guarda le mie foto su Instagram!
- Ma dai, Principe, hai un account Instagram anche tu? Dammi la user, che ti seguo!
- Ah, anche tu hai un account? Dammi la tua user!
- Ehm... non la ricordo
- Ma come non te la ricordi?
- Prova questa... niente? Allora prova quest'altra... ancora niente? Boh, devo pensarci, non ricordo.
- Ma come fai ad accedere a Instagram?
- Lo faccio dal PC di casa o dal tablet.
- OK, allora tira fuori il tablet, che vediamo da lì.
- E' in assistenza. E comunque avrò postato sì e no 2 foto.
- Ma Zia, a cosa ti servono i social, se non li usi?
- Hai ragione. In effetti io sono a-social...

E non sono solo a-social: sono anche un po' masochista.
Non si spiega altrimenti come mai, con il caldo africano che sta stringendo nella sua morsa l'Italia, io mi metta ad accendere il forno.
In realtà si spiega benissimo: tra qualche settimana partirò per le ferie estive, e sono impegnata nelle operazioni di svuotamento del freezer e della dispensa.
E in dispensa avevo pure un pacco quasi intonso di farina per polenta di mais Ottofile. Era un peccato lasciarlo alle farfalline, che peraltro non ci tengo ad allevare, quindi ne ho usato una parte per questa deliziosa ricetta di Donna Hay, provata in occasione dell'ultimo Starbooks da Francy, e che mi aveva incuriosita.