lunedì 16 marzo 2015

Quiche di mare alle erbe aromatiche


Carta d'Identità

Nome: MTChallenge
Cognome: La brisée di Michel Roux nelle torte salate
Indirizzo: Sfida n. 46
1° Giudice: An Old-Fashioned Lady
2° Giudice: Cuocicucidici
Segni particolari: Fichissima
Foto:

Per riassumere la sfida dell'MTChallenge di questo mese, non ho trovato niente di meglio che provare a tracciarne una carta d'identità.
Intese dai più come meri svuotafrigo, le torte salate possono - anzi devono - assurgere ad opere d'arte, e questo mese noi MTChallengers siamo stati chiamati proprio a questo. A giudicare dalle ricette che fin da subito hanno riempito la pagina degli sfidanti, direi che il guanto della sfida è stato raccolto e rilanciato alla grande (guardate questa, se non ci credete ;-) ).

Confesso che a tutta prima l'enorme portata di questa sfida mi aveva paralizzata, un po' come era successo con quella sulla Caesar Salad: apparentemente facile, in realtà nasconde un'insidia, il rischio di mettere insieme un'accozzaglia di ingredienti senza né capo, né coda. Non a caso, uno dei punti del regolamento è "no svuota-frigo".

Così ho iniziato dal basso, ingranando la prima come si suol dire, e cioè imitando una ricetta tradizionale interpretata da un grande Chef. Poi ovviamente ho dato un'occhiata alle prime proposte arrivate, e mi sono inchinata fino a terra davanti alla bravura delle mie colleghe MTChallenger.
E poi il neurone si è messo in moto, e ha cominciato venirmi qualche idea.

Adoro i piatti di pesce, che mi fanno letteralmente impazzire. Tra i frutti di mare il mio preferito sono le cozze, come forse qualcuno ha intuito nella sfida sulla Taieddhra, nel corso della quale ho fatto 11 proposte (la 12^ non l'ho pubblicata perché il risultato non mi aveva convinta del tutto). ;-)
Non avevo fatto in tempo a decidere di proporre una quiche a base di cozze, che ho letto la ricetta della torta salata alle erbe aromatiche di Loredana: perfino una capra in matematica come me è in grado di fare 1+1, e così è nata la ricetta che vi propongo oggi.

Ho unito al gusto forte e deciso delle cozze quello più delicato del merluzzo e ho aromatizzato la salsa dell'appareil con le fresche erbe aromatiche del mio balcone. E meno male che la quiche era già in forno quando mi sono collegata a internet e ho visto la Salted Lemon Meringue Pie di Alessandra, altrimenti mi sarei bloccata, tanto il mio appareil assomiglia alla crema pasticciera salata di sua madre. Quando si dice questione di feeling. ;-)

venerdì 13 marzo 2015

Torta salata di piccione speziato - quasi Pastilla


Adoro la selvaggina in generale, e faccio fatica a decidere se preferisco quella da pelo o da piuma. Il piccione in particolare, è per me legato a tantissimi ricordi d'infanzia. Ho raccontato qui come da bambina avessi provato a covare un uovo di questo volatile, con scarso successo; ma anche prima di quell'episodio, noi cuginetti ci contendevamo l'onore di buttare il grano alla sera, nella terrazza adibita a piccionaia, per nutrire i piccioni - che durante il giorno volavano liberi - e fidelizzarli a casa nostra. Era divertente vedere la terrazza vuota riempirsi all'improvviso di piccioni, ogni volta che buttavamo una manciata di chicchi di grano presa dal pesante sacco di juta che Nonna Sara sorreggeva per noi. Lei sorvegliava la quantità che spargevamo, ed era sempre con dispiacere che smettevamo, al suo "Basta così".

Tra le ricette a base di piccione che mi sono capitate sotto mano in questi anni, una mi ha sempre affascinata: quella della Bstilla marocchina (detta anche Bastila o Pastilla, e traslitterata nei Paesi anglofoni con Bisteeya), una sontuosa torta salata a base di carne di piccione e spezie, avvolta in pasta Warqua (oggi sostituita dalla fillo) e cosparsa di zucchero a velo.
Ora, se lo zucchero a velo mi è sempre sembrato eccessivo, il ripieno mi ha invece stuzzicato le papille e ho voluto approfittare dell'MTC n. 46, vinto dalla grandissima Flavia con una ricetta di Baci a dir poco strepitosa, che verte sulle torte salate, per provare a realizzarlo.

Oggigiorno nessuno più fa la Bstilla col piccione, che viene comunemente sostituito dal pollo, come suggerisce Claudia Roden. Io però avevo sottomano la ricetta dello Chef Greg Malouf, che richiede 3 piccioni, e "casualmente" tenevo in freezer 4 piccioni, congelati a due a due. Ho deciso di scongelarne una coppia per provare la ricetta, sostituendo il terzo con un galletto, motivo per cui il ripieno della mia torta salata mostra un misto di carne nera e bianca. Col senno di poi, avrei fatto meglio a scongelarli tutti e 4: il mio stampo a fondo amovibile aveva un diametro molto ampio (28 cm), e il ripieno non è bastato a riempirlo completamente. La prossima volta opterò per quello da 24 cm di diametro, che non ho usato questa volta perché non ha il fondo amovibile e temevo di rompere la torta al momento di sformarla.


mercoledì 11 marzo 2015

Dado vegetale casalingo


Ci sono preparazioni che fanno talmente parte della nostra cucina, che le diamo per scontate; questa, che credevo di aver pubblicato agli inizi del blog, è una di quelle.
L'ho trovata 11 anni fa in un forum di cucina a cui mi ero iscritta, pubblicata da Sergio Salomoni, con la precisazione che l'autrice era Elena Collini, e mi è piaciuta così tanto, che quell'anno ne ho preparato una quantità industriale, confezionata in 50 vasetti, da regalare alle amiche per Natale.

Abitavamo a 3 o 4 km di distanza, io e Sergio, e ogni volta che mi capitava di andare a Cernusco mi dicevo che avrei avuto molto piacere a incontrarlo, ma la timidezza mi ha sempre impedito di contattarlo.

Adesso è troppo tardi: ho saputo di recente che a metà febbraio Sergio è mancato, e il dispiacere che ho provato è fatto in parte dal rimpianto di non averlo mai conosciuto di persona, ma sempre e solo attraverso le sue indimenticabili ricette, e l'affabile cortesia con cui rispondeva a tutti.

Preparo questo dado una volta all'anno, e ogni volta penso a Sergio; da quest'anno lo farò ancora più intensamente, accompagnandolo con una preghiera.

Nel tempo ho apportato diverse variazioni: il bello di questa preparazione infatti è che possiamo modificare le quantità degli ingredienti, secondo il nostro bisogno. Io ad esempio ho ridotto notevolmente la quantità di aglio della ricetta originale, che per me era decisamente eccessiva; nel periodo in cui ero fortemente intollerante al sedano l'ho eliminato, per tornare ad aggiungerlo a piccole dosi quando il mio organismo è stato pronto a riassumerlo. Infine, ho aggiunto al mio dado delle erbe aromatiche per aumentarne il profumo.

Le verdure di base che devono comporre un dado vegetale sono quelle che usiamo per il soffritto: carote, cipolle e sedano. A queste possiamo aggiungere altre verdure saporite ed erbe aromatiche. Alcune versioni che ho trovato in rete prevedono pure zucchine e fagiolini, ma siccome si tratta di verdure ricche di acqua ma povere di sapore, personalmente le ho sempre evitate, nel dado.

L'importante è non variare la percentuale di sale rispetto al peso delle verdure, mantenendola tra il 16% e il 18%. Se si mette più sale infatti, non si sentirà quasi più il sapore delle verdure quando useremo il nostro dado per preparare un brodo vegetale per una minestra; meno sale per contro, inciderà sulla conservabilità del prodotto.

Di seguito do la ricetta originale, così come l'avevo trovata scritta sul forum, tanti anni fa.
Tra parentesi e in corsivo le mie variazioni.

venerdì 6 marzo 2015

Quiche alle banane mini con birra Hefeweizen


L'ultima edizione dell'MTChallenge ha decretato la vittoria di una delle persone più meritevoli della blogsfera, Flavia, e sono così contenta, ma così contenta, che non trovo parole per esprimere la mia gioia.

Sappiamo tutti che le azioni contano più delle parole; ieri è uscita la ricetta della sfida, che questo mese verte sulle torte salate, e siccome so che Flavia è particolarmente amante delle banane, ho pensato di pubblicare oggi una ricetta che avevo preparato 4 anni fa e che era stata pubblicata su un altro blog.

E' una ricetta molto particolare che unisce il dolce delle banane al gusto sapido dello Chèvre, e sono consapevole che può non piacere a tutti. A me è piaciuta, anche se avrei fatto a meno della cannella.

La dedico a Flavia, augurandole di divertirsi in qualità di secondo giudice, in questa nuova, entusiasmante sfida.

mercoledì 25 febbraio 2015

4 Baci tutti per voi!!!


Sapevo già che avrei avuto un picco di superlavoro in gennaio; quello che non sapevo però, era che tale picco mi avrebbe prosciugato le energie al punto tale, da impedirmi di partecipare al mio amato MTChallenge, una sfida di cucina estremamente stimolante che mi spinge sempre ad andare un po' oltre ai miei limiti. E' quindi avvenuto che per prepararmi alla sfida sui canederli io abbia preparato due tipi di pane, che ho rigorosamente affettato e messo a seccare (follie da MTChallenge, lo so); quel pane è ancora in un sacchetto di carta, pronto ad essere usato, e sicuramente prima o poi mi cimenterò in solitaria nei canederli.

lunedì 16 febbraio 2015

Insalata Orient Express


E' trascorso un mese e mezzo da quando ho pubblicato l'ultimo post (a parte i due post di traino per lo Starbooks, ma comunque come tempi siamo lì) e in questo periodo di tempo sono successe tante cose: da un picco di super lavoro che sicuramente mi aspettavo, ma che non immaginavo sarebbe stato così pesante, alla perdita di una persona cara, e per finire mi è capitato tra le mani un libro magico che parla di riordinare la casa e dà un metodo molto efficace.


Si mette a posto la casa, si passano in rassegna tutti gli oggetti che possediamo, uno per uno, prendendoli in mano e chiedendoci se ci rendono felici; se la risposta è no, quell'oggetto va scartato senza pietà e soprattutto senza rimpianti. L'operazione è piuttosto lunga: l'autrice parla di riordinare tutto in una volta, ma precisa che il tempo medio di riordino dura 6 mesi, visto che la maggior parte delle persone lavorano durante la settimana. Si mette in ordine la casa buttando via il vecchio e interiorizzando il proprio passato, per poter organizzare e affrontare con più serenità e determinazione il presente e il futuro. La cosa incredibile è che l'autrice ripete spesso che dopo aver riordinato una stanza, l'aria si fa più leggera, pura e cristallina. Ho pensato che fossero fesserie, ma ho dovuto constatare di persona che mi sbagliavo: è proprio così e incredibilmente, dopo aver svuotato un armadio, tutta la stanza sembra più vuota e leggera, anche se le ante dell'armadio sono chiuse e il loro contenuto è solitamente nascosto allo sguardo.

Il riordino insomma è una sorta di depurazione della casa dalle scorie accumulatesi nel tempo, e in parallelo anche le scorie del nostro organismo vengono espulse: inconsciamente, a mano a mano che liberiamo la casa dalle cose superflue, adottiamo uno stile di vita più sano e anche il nostro organismo si depura. Ma la cosa più bella è che si depura pure l'anima: si ripensano tutti i rapporti con le persone, si fa chiarezza dentro di se' e si capisce quali sono i rami secchi da potare e quali quelli da curare e far fiorire.

E visto che sto depurando casa e organismo, tanto vale prendere in mano lo splendido Insalata da Tiffany e farsi ispirare da una di quelle meravigliose insalate, perché il gusto non è certo bandito dalla vita, anzi! Con il riordino si riesce ad apprezzare e a gustare meglio ciò che si ha.

giovedì 1 gennaio 2015

Crespelle alla zucca e curry Madras


Che zucca e spezie sia un'accoppiata vincente, si sa; sono quindi consapevole di non aver inventato nulla di nuovo. Amo moltissimo la zucca in tutte le sue declinazioni, anzi, quasi tutte: non mi piacciono infatti gli amaretti, motivo per cui i tradizionali tortelli di zucca mantovani che li prevedono non mi fanno impazzire. Adoro però la zucca abbinata alle spezie, sia in versione dolce (mi accorgo solo ora di non aver mai pubblicato qui la ricetta della mia crostata alla zucca), sia in quella salata.
La dolcezza della zucca bilancia molto bene i sapori intensi delle spezie, e queste a loro volta rendono meno stucchevole la zucca. A marriage made in Heaven insomma, una combinazione perfetta di sapori, resa ancora più buona dal Parmigiano Reggiano, che contribuisce a bilanciare il tutto. Mi sono trovata tra le mani dei Parmigiani Reggiani buonissimi, prodotti dall'Azienda Agricola Bertinelli: Millesimati (ottenuti cioè dal latte di giovenche che hanno partorito da 100 giorni al massimo, e quindi molto più ricco di calcio) e con stagionature varie. Per questa ricetta ho scelto il Millesimato stagionato per 24 mesi per la farcia alla zucca, e il 15 mesi per la besciamella e per completare.
Di solito abbondo di più con il curry, questa volta invece ho avuto la mano leggera perché volevo dare spazio al Parmigiano, che era veramente notevole.

Ho preparato queste crespelle per la cena della Vigilia di Natale e sono state apprezzate più di quelle classiche agli spinaci e ricotta, che avevo affiancato a queste per timore che qualcuno non apprezzasse la zucca o il curry.
In realtà sono andata con mano molto leggera con il curry, motivo per cui sono piaciute davvero a tutti, perfino ai nipoti: la Pulcetta, di regola inappetente e dai gusti difficili, ha fatto pure il bis.

Farcia e besciamella funzionano benissimo anche se presentate insieme alle lasagne o ai cannelloni: in ogni caso il successo è assicurato.

Fare le crespelle non è difficile: si prende la mano subito, e se le prime 2 o 3 vengono stortignaccole, poi riuscite a regolarvi e a preparare delle crepes regolari. I più bravi ottengono delle crespelle sottilissime con soli 30 ml di pastella, io mi trovo meglio usandone un po' di più, anche perché per la gratinatura in teglia le preferisco un pochino più consistenti.