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lunedì 23 maggio 2022

Shakshuka - Uova al pomodoro mediorientali

 

Avete presente quelle sere in cui siete stanchi e affamati, ma avete poco o nulla in frigo? In quei casi per me la soluzione ideale è una bella Shakshuka, la versione mediorientale delle uova in tegame al sugo di pomodoro, insaporita da un mix di spezie calde che la trasformano in una cena semplice, ma sensazionale.

Per anni ho evitato come la peste tutte le pietanze che avessero come protagonista il sugo di pomodoro, da tanto ho fatto il pieno nella casa paterna; piano piano ho riscoperto questo prezioso alleato, meglio ancora se fatto a partire dai pomodori freschi, e finalmente l'anno scorso mi sono cimentata nella Shakshuka. Non una Shakshuka qualunque però, bensì quella di Sami Tamimi, Chef e partner in crime del grandissimo Yotam Ottolenghi.

La ricetta, presa dal suo bellissimo libro Falastin (che per me è stato il libro dell'anno 2021, da tanto l'ho consultato e sporcato con macchie di sugo), prevedeva in origine che le uova venissero strapazzate. Io però preferisco lasciarle intere, perché mi piace il tuorlo liquido, quindi dopo aver provato l'originale ho optato per una presentazione più tradizionale.

Non so dirvi quante volte l'ho fatta e rifatta, nell'ultimo anno: costituisce un pasto completo ed equilibrato, con il giusto apporto di proteine e verdure e con le spezie che fanno scintille nel palato. Si prepara nel giro di mezz'ora e risolve egregiamente la cena.

SHAKSHUKA
Da: Sami Tamimi - Falastin - Ebury Press

 Per 2 porzioni generose:

45 g di Feta sbriciolato grossolanamente
5 g di foglie di prezzemolo grossolanamente tritate
¾ di cucchiaino* di peperoncino di Aleppo (o ½ cucchiaino* di peperoncino normale in scaglie)
75 ml di olio extravergine di oliva
1½ cucchiaini* di semi di coriandolo leggermente tostati e pestati in un mortaio
150 g di cipolla affettata finemente
140 g di peperone rosso privato dei semi e tagliato a strisce spesse 1 cm
3 spicchi d'aglio schiacciati
½ cucchiaino* di semi di cumino leggermente tostati e pestati in un mortaio
1 cucchiaio* di concentrato di pomodoro
¼ di cucchiaino* di paprika 
500 g di pomodori tritati grossolanamente
75 g di pomodori ciliegini 
2 cucchiai* di shatta o harissa alle rose (io qualche volta l'ho sostituita con il sambal oelek)
4 uova (leggermente sbattute, se volete preparare la versione strapazzata)
Sale
Pepe nero appena macinato

*misurini americani rasi: 1 cucchiaio = 15 ml - 1 cucchiaino = 5 ml, etc.


Mettere in una ciotolina la Feta, il prezzemolo, ½ cucchiaino di fiocchi di peperoncino di Aleppo, 3 cucchiai (45 ml) di olio e ½ cucchiaino di semi di coriandolo. Mescolare bene e tenere da parte (anche in frigorifero, se lo si prepara con molto anticipo) fino al momento dell'uso.

Versare i rimanenti 30 ml di olio in un'ampia padella dotata di coperchio e scaldarlo su fiamma medio alta. Saltarvi la cipolla per 5 minuti mescolando spesso, finché si sia ammorbidita e leggermente imbiondita. Unire il peperone rosso e cuocere per altri 5 minuti, quindi aggiungere l'aglio, il cumino, il concentrato di pomodoro, la paprika e i semi di coriandolo rimanenti. Cuocere per 1 minuto per estrarre la fragranza dalle spezie, quindi unire tutti i pomodori, la shatta, 80 ml di acqua, 1 cucchiaino di sale e una generosa macinata di pepe nero. Cuocere su fuoco medio per 15 minuti mescolando ogni tanto, finché i pomodori si siano ammorbiditi e la salsa si sia ispessita. 

Aiutandosi con un cucchiaio praticare 4 fossette nella salsa e rompervi le uova. Condire ciascuno con un pizzichino di sale e una macinatina di pepe nero, portare la fiamma a medio-bassa, coprire con un coperchio e ultimare la cottura per 4 minuti. 
Per la versione con le uova strapazzate, sbattere bene le uova in un piatto insieme a un pizzico di sale e a una bella macinata di pepe nero. Versarle sul sugo e far roteare il tegame per distribuirle uniformemente, senza mischiarle alla salsa. Coprire con il coperchio e ultimare la cottura per 4 minuti.

Togliere dal fuoco, distribuire sulle uova la Feta marinata, cospargere con il peperoncino di Aleppo rimanente (¼ di cucchiaino) e servire immediatamente.

Accompagnare con una pita e fare la scarpetta senza vergogna! 😋


Note della Apple Pie

- Ho scoperto il peperoncino di Aleppo, detto anche pul biber, proprio grazie a questa ricetta, e me ne sono innamorata. E' leggermente meno piccante del peperoncino di Cayenna che si trova da noi, e ha note aromatiche fruttate, con un finale che ricorda il cumino. Se non lo avete usate pure il peperoncino normale, diminuendo la quantità. A mio avviso però vale la pena procurarselo (io l'ho comperato on line).

- Questa ricetta mi ha riconciliata con il cumino, sicuramente anche perché questo viene equilibrato dai semi di coriandolo, che ne spengono la nota terrosa grazie alle loro note floreali e agrumate.

- Per le mie cene io dimezzo le quantità indicate in ricetta, in quanto è un piatto che non sopporta bene la conservazione in frigo con il successivo riscaldamento.

- Io preferisco tagliare il peperone a pezzetti anziché lasciarlo in strisce come consigliato da Sami. Similmente, preferisco tagliare a metà i pomodori ciliegini. 

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