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lunedì 18 maggio 2015

White Asparagus Clam Chowder - Vellutata di asparagi bianchi e vongole


Poche cose allargano il cuore come guardare fuori dalla finestra e vedere un bel balcone fiorito.
E poche cose sono più rilassanti, dopo una lunga giornata in ufficio, dell'occuparsi delle piante, staccando fiori e foglie secche, badando che non si ammalino e innaffiandole.

L'anno scorso però le piante mi sono morte tutte, e in autunno avevo messo i vasi a riposo, ammassandoli in un angolo del balcone. Poi, intorno a fine marzo, ho trovato una bellissima pianta di gelsomino, che da allora certe sere spande il suo dolce profumo fino in strada, e siccome da cosa nasce cosa, mi è venuta voglia di rimettere in uso i vasi ammonticchiati lo scorso inverno. Per rimettere in uso intendo dire che li ho svuotati della terra che contenevano versandola in tre grossi secchi, poi ho sciolto i pani di radici secche che vi si intrecciavano buttando via i rami secchi e ho separato terra, pacciame di argilla e cocci da fondo vaso.
Poi ho spolverato e spazzolato i vasi, ne ho coperto il fondo con i cocci di drenaggio regolamentari e ho cosparso su tutti i primi 5 cm di terra asciutta. Immaginatevi le condizioni del mio balcone.

Lo stadio successivo è stato quello più divertente: acquistare nuove piante, metterle a dimora, riempire di terriccio gli interstizi, pressare la terra, pacciamarla e innaffiarla.
Ovvio che le condizioni del balcone, già discretamente pietose, a quel punto erano un disastro: terriccio ovunque, misto ad acqua vicino ai vasi che avevo innaffiato; secchio dell'umido con rametti secchi bene in vista e sacchetto della spazzatura con i vasi in cui avevo acquistato le piante in secondo piano.

E' esattamente a questo punto che la mia vicina ha deciso di uscire in balcone, e intravvedendomi dall'altra parte del vetro divisorio ha pensato bene di affacciarsi e salutarmi. Ed è stato esattamente in quel momento che, voltandomi a guardare il mio balcone con gli occhi di un estraneo, mi è venuta una gran voglia di scavalcare la ringhiera e buttarmi giù.

Ho salutato debolmente la vicina e le ho spiegato che avevo quasi finito di trapiantare i nuovi fiori e che di lì a poco avrei cominciato a pulire. Certo, certo, ha osservato lei, prima di mettere ordine si crea disordine, dopodiché si è messa a ciarlare, garrula, mentre io rispondevo, fiacca.
Terminata la conversazione ho finito gli ultimi trapianti e iniziato le operazioni di pulizia, che a dire il vero non hanno richiesto più di mezz'ora.
Solo che da allora la vicina non si è più affacciata.
Invano ho trascorso il resto del fine settimana uscendo in balcone più spesso che potevo; invano ho preso a canticchiare ogni volta che esco in balcone: ora che è tutto pulito e in ordine, ora che le piante hanno attecchito e i fiori stanno sbocciando rallegrando la vista e il cuore, la signora non esce più.
Qualcosa mi dice che dovrò attendere i prossimi grandi lavori, per vederla di nuovo.


La ricetta che segue ha tutto il sapore della primavera; è un po' laboriosa, ma ne vale assolutamente la pena.
Mi è stata ispirata da Alessandra (chi altri?), che ha preparato una vellutata di asparagi e patate, ma mentre la leggevo mi dicevo che le vongole, in quella vellutata, dovevano starci benissimo. Qualche giorno dopo sono andata a fare la spesa, e che ti vedo? Dei superbi asparagi bianchi di Bassano. Ne ho subito acquistato un mazzo, poi sono corsa in pescheria e infine, nel più puro stile MTChallenge, mi sono messa al lavoro.

WHITE ASPARAGUS CLAM CHOWDER - VELLUTATA DI ASPARAGI BIANCHI E VONGOLE



Per 2-3 persone:

1 mazzo di asparagi bianchi di Bassano
1 cipolla dorata
500 g di vongole veraci
200 ml circa di latte intero
20 g di burro
20 g di farina
1 spicchio d'aglio rosso di Nubia
Olio extravergine di oliva
Sale


La sera prima mettere le vongole a spurgare in acqua fredda salata, perché eliminino la sabbia.

Lavare accuratamente gli asparagi, poi metterli a scolare.
Staccare delicatamente la parte legnosa del gambo e metterla in una pentola insieme a 600 ml di acqua, 1/2 cucchiaino di sale grosso e la cipolla pelata e tagliata in quarti. Porre la pentola sul fuoco e far cuocere per 30 minuti dal bollore, in modo da estrarre tutto il sapore possibile.

Nel frattempo tagliare a tocchetti i gambi di asparagi e separare le punte.

In una padella versare un filo d'olio, mettervi lo spicchio d'aglio e 50 ml di acqua, alzare la fiamma, versarvi le vongole, coprire con un coperchio e farle aprire. Attenzione a non cuocerle troppo: non appena si saranno aperte tutte (il vapore creato dall'acqua accelererà l'operazione) spegnere il fuoco ed eliminare l'aglio.

Eliminare cipolla e gambi legnosi con una schiumarola, schiacciando bene con un cucchiaio per estrarne tutto il succo, poi gettare nell'acqua bollente i gambi "buoni" a tocchetti e farli lessare per 5 minuti. Buttare nella pentola anche le punte degli asparagi e dopo altri 6 minuti spegnere il fuoco.

Filtrare il brodo di cottura degli asparagi e metterla in una brocca per misurare i liquidi.
Filtrare anche il liquido delle vongole e unirla al brodo di asparagi: dovreste ottenere circa 300 ml di liquido. Aggiungere latte intero quanto basta a raggiungere 600 ml totali (volendo, si può sostituire il latte con la panna).

In una casseruola sciogliere il burro, poi unire la farina e far cuocere per 5 minuti, ottenendo un roux biondo. Stemperarlo con il liquido mescolando con una frusta, quindi fare addensare la vellutata e cuocerla per 10 minuti da quando inizia a bollire, abbassando la fiamma.

Spegnere il fuoco e aggiungere i gambi e le punte degli asparagi, badando di tenerne da parte qualcuna per decorare i piatti. Frullare il tutto con il frullatore a immersione, fino a ottenere una crema liscia e omogenea. Per un risultato ancora più vellutato, filtrarla attraverso le maglie di un colino.

Sgusciare le vongole tranne qualcuna che sarà utilizzata per la decorazione e aggiungerle alla vellutata. Mescolare e assaggiare, regolando di sale se necessario.

Versare la vellutata nelle fondine e decorare ogni piatto con le punte di asparagi e le vongole nel guscio rimaste.


1 commento:

  1. Se c'è una cosa che proprio non ho è il pollice verde, ed infatti è il consorte che si occupa di tenere in vita le piantine aromatiche che ostinatamente cerca di far crescere in questo clima: quindi tanto di cappello, Mapi.
    E tanto di cappello per questo piatto splendido, posso solo immaginarne il sapore purtroppo!

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