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giovedì 28 ottobre 2010

Lievito Madre: ricominciamo da zero!

Probabilmente qualcuno si stava chiedendo quanto tempo sarebbe passato prima che cominciassi a parlarne: chi mi conosce appena un po' sa infatti che la mia unica, vera, autentica passione in cucina è proprio lui: il lievito madre!!! 
Il mio primissimo intervento sul forum di C.I. 6 anni fa infatti è stata proprio la richiesta di imparare a preparare questo prezioso lievito.


Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, ho studiato parecchio l'argomento, ho fatto un corso di panificazione con le Sorelle Simili... fino a quasi un mese fa, quando ho socraticamente scoperto di nulla sapere.

Verso la fine di settembre infatti ricevo un messaggio dall'amica Valeria: ho appuntamento con il Maestro Panificatore Rossi per il 2 ottobre pomeriggio, vuoi venire anche tu? Cerrrrto che sì, avevo in programma di passare da lui un giorno o l'altro di ritorno dal lavoro per acquistare il suo libro sul lievito madre, quale migliore occasione che andarci con un'amica? Beh, meno male che sono andata con Valeria, perché il Maestro Rossi non ha un negozio, ma solo un laboratorio: vende infatti i suoi meravigliosi pani a lievitazione naturale nelle bancarelle dei mercati: senza appuntamento non l'avrei mai trovato in loco.
Arriviamo leggermente in anticipo; lui rientra poco dopo e ci accoglie con un'allegra strombazzata del suo furgone.

Il laboratorio è piccolo ma funzionale, ci salutiamo con cordialità e Archimede, ohps Giorgio, il marito di Valeria, omaggia il maestro di uno dei suoi famosi "tagliafette perfette".



Io e Valeria abbiamo portato campioni dei rispettivi lieviti madri: il suo religiosamente avvolto in un telo, il mio sbattuto dentro a un vasetto a chiusura ermetica senza tante cerimonie (il Maestro raccomanda di far respirare la madre acida, altro che vasetti!). Valeria ha anche portato uno dei suoi bellissimi pani (più belli dei miei, detto per inciso). Il Maestro guarda i nostri campioni, li annusa, li assaggia ed emette il verdetto: troppo deboli, troppo poco acide. Poi tira fuori dal cestino di vimini la sua madre acida, taglia via le croste e ce la fa annusare. Un odore acido estremamente pronunciato ci punge le narici. "Sentito che profumo? Sa di mela!". Al mio naso inesperto la mela non si rivela, ma sono colpita dalla consistenza e dal colore: un bel bianco panna, con consistenza solida, asciutta.



Ci mostra come effettuare il rinfresco, seguendo due metodi: il rinfresco diretto 1:1 (1 parte di lievito madre e 1 parte di farina, + 45% acqua rispetto al peso della farina) e il rinfresco 1:2 da effettuare dopo il bagnetto in acqua a 22 °C, zuccherata al 4% . Lo guardo affettare la sua madre acida e capisco all'improvviso perché avevo sempre letto di tagliare a fette il lievito, metterlo a bagno, strizzare le fette e rinfrescare con la proporzione 1:2. Con un lievito così sodo è possibile, con il mio no: gli ho sempre fatto il bagno lasciandolo intero, perché se l'avessi tagliato a fette si sarebbe dissolto nell'acqua.


Mentre lavora ci spiega i processi che sottostanno alla lievitazione. "Vieni, guarda qui: le vedi le bolle che si formano mentre sciogli il lievito nell'acqua? Sono le proteine. Non le aveva ancora mangiate tutte e quelle residue del rinfresco precedente stanno formando dei legami con l'acqua, creando le bolle. Facciamo andare la planetaria finché non sono sparite, dobbiamo spezzare i legami."


Cinque minuti dopo la schiuma non c'è più e il Maestro aggiunge la farina e fa andare la planetaria finché l'impasto non si è formato, poi lo tira fuori e ce lo mostra di nuovo: "Vedete il colore? E' avorio. Adesso dobbiamo ossigenare l'impasto."


Mette la madre acida nell'impastatrice a bracci tuffanti (da cui sono incantata, manco a dirlo) e la avvia. I bracci tuffanti maneggiano l'impasto, lo rompono e lo ricompongono e questo a poco a poco si sbianca e assume un'altra consistenza: sembra panna semi montata. Cinque minuti sono sufficienti per avere una nuova madre perfettamente rinfrescata. Lui ne taglia due pezzi, uno per ciascuna di noi, li avvolge in un canovaccio pulito, li mette in due cestini di vimini e ce li consegna: "Ecco qui, adesso lasciateli così, senza chiudere il canovaccio, lasciatelo respirare e tenetelo a 18 °C per 24 ore, poi lo rinfrescate con le proporzioni 1:1."


Giorgio offre a tutti un bicchiere di Prosecco, e che prosecco! Cantina Donna Bronca, non ho mai assaggiato un prosecco migliore: non dà neppure alla testa, è favoloso. Il maestro racconta a ruota libera: "L'anno scorso ho buttato via 150 kg di panettoni perché la madre con cui li avevo fatti era troppo debole e non me ne ero accorto subito. L'ho visto solo dopo, durante il raffreddamento: hanno fatto il s'giunfùn, si sono sgonfiati."


Passa poi a tentare di rianimare, ohps, rinfrescare i nostri lieviti madri; spiega che per la conservazione in frigo il rinfresco deve essere fatto con le proporzioni 1:2 (1 parte di lievito madre e 2 di farina manitoba), poi bisogna avvolgerlo in carta forno, avvolgere questa in un canovaccio pulito e legare a mo' di salame. Farlo puntare per 20 minuti e riporlo in frigo per 1 settimana.



Parla con molta semplicità mentre lavora o sorseggia il Prosecco, racconta sprazzi di vita quotidiana, esperienze in altri laboratori prima di aprire il suo. Ci fa assaggiare i suoi favolosi pani a lievitazione naturale, leggeri come nuvole; ne taglia le fette e ci mostra l'alveolatura. "Vedi? L'alveolatura è più fine in fondo, più grossa sopra. Vedi qui sul fondo dove è ammassata? E' perché io li metto a lievitare sulle teglie di metallo. Il metallo è freddo, non va bene: ci vorrebbero le assi di legno, ma io non le ho... Guarda la crosta: deve essere sottile. Il forno deve essere molto caldo, sui 260-270 °C. Che tipo di forno hai, elettrico o a gas? Perché il forno elettrico dà un calore "freddo"... "


Continua così a ruota libera, mentre io e Valeria scambiamo sguardi ora ammirati, ora divertiti per i suoi aneddoti.
"A noi hanno sempre detto di fare così e così, e lei ci dice che è sbagliato: ma perché ce l'hanno detto allora?"
"Semplice: perché se no tutti sarebbero panettieri e pasticceri..."



Lui invece di segreti non ne ha. Ha il tono e lo sguardo di chi ha fatto la gavetta con passione, ed è contento che la sua passione sia condivisa da altri. "Siete tanti, sapete? L'altro giorno è venuto uno alla mia bancarella per farmi vedere il suo pane a lievitazione naturale." Non ha paura di dividere con noi il suo sapere, non teme di essere soppiantato, è pieno dell'entusiasmo che gli dà il suo lavoro.


Comperiamo il suo libro - Valeria ne aveva già una copia, ma vuole regalarlo a un'amica.


Quando veniamo via, un'ora e mezza dopo, siamo carichi come muli: lievito madre nel cestino e poi ognuno di noi ha ricevuto una bella pagnotta, un pacco di pasta tricolore fatta da un suo amico, una confezione di biscotti alle nocciole, una torta paesana.
Ci saluta chiedendoci di tenerlo informato sulle nostre panificazioni a lievitazione naturale: "Mi raccomando, ci tengo!"


Torniamo a casa molto più ricche di quando eravamo arrivate: ricche di un'esperienza umana prima ancora che professionale, con una maggior consapevolezza di quello che hai per le mani quando maneggi un lievito madre. Rifletto sulla mia crassa ignoranza, penso alla dispensina che avevo scritto nel 2007 e mi vergogno profondamente. Quante cose ho imparato in un'ora e mezza scarsa!
Ma soprattutto ho imparato uno sguardo: lo sguardo da bambino che il Maestro Rossi ha mentre va e viene nel suo laboratorio. A misura d'uomo, come lui.

Per acquistare il libro (che non si trova nelle librerie) contattarlo dal suo sito: http://www.aromabiodolceria.it/cosa.asp

mercoledì 27 ottobre 2010

Hamburger con salsa di more al rosmarino, da G2Kitchen!

Ieri sera ho cominciato a capire i mariti e i figli delle colleghe foodbloggers, che si lamentano del fatto che il cibo si fredda durante la messa in posa e lo scatto.
Sì, perché il cibo si fredda, e molto velocemente anche; voi invece siete lì a preparare il set con cura, a scegliere il piatto, a disporre gli ingredienti come meglio potete... e a darvi dell'oca perché avete utilizzato tutte le more e non ve ne è rimasta neanche una da mettere in posa. Vita da foodblogger. ;-D

In pratica, vi sto dicendo che io questo piatto l'ho mangiato freddo. Voi invece servitelo subito e mangiatelo quando è ancora ben caldo: è davvero buono e vale la pena prepararlo!

La ricetta l'ho presa dal numero Zero di G2Kitchen, una meraviglia fatta on-line-magazine.
Il numero Zero negli intenti delle bravissime autrici doveva dare un'idea di quello che ci avrebbe aspettati con l'uscita vera e propria. In realtà devo confessare che le aspettative che ha creato erano decisamente inferiori a quello che si è rivelato il giornale vero e proprio. Quando a metà ottobre è uscito il primo numero infatti, sono rimasta folgorata: erano anni che non si vedeva una rivista di cucina così bella e ben fatta, con tante idee, tante ricette, tante rubriche interessanti, foto mozzafiato e... udite udite.. nessuna pubblicità! Nato dalla passione di alcune food bloggers, ci mostra come il bello, il buono e l'utile possano tranquillamente andare a braccetto con la semplicità e l'allegria di chi da sempre dona un po' di se' agli altri, sia in termini di ricette, sia soprattutto in termini di umanità, di cuore oserei dire.

Quando è uscito il numero Zero ho fatto incetta di more, le ho sciacquate rapidamente e asciugate, poi le ho congelate disponendole separate in un vassoio e infine le ho riunite in un sacchetto. Ieri sera ne ho tirati fuori 150 grammi e ho preparato questa meraviglia:



lunedì 25 ottobre 2010

Dates & Nuts Apple Pie

Un Pellegrinaggio in Terra Santa a mio avviso è consigliabile ad ogni occidentale, credente o no; parlo di Pellegrinaggio e non di viaggio, perché è solo immergendosi totalmente nella spiritualità dei luoghi - e solo un Pellegrinaggio ben guidato è in grado di aiutarci a farlo - che siamo aiutati a capire molte cose di noi e, perché no, a cogliere le radici più profonde della nostra cultura.


Se poi oltre alla spiritualità si arricchisce anche la dispensa, beh, io dico che è tutto grasso che cola. :-D


L'ultima volta che sono stata in Israele sono tornata a casa con due barattoli di marmellata di datteri (uno alle noci e l'altro al sesamo) e un flacone di sciroppo di datteri: godurie per il palato che vi lascio solo immaginare, e che qualora optiate per questa straordinaria esperienza vi consiglio di acquistare al Monte delle Beatitudini: è il luogo dove l'ho trovato a minor prezzo. ;-)


Se poi vi dico che il gustoso acquisto vi aiuta a partecipare all'MT Challenge, beh...  direi che questo da solo è un ottimo motivo per fiondarsi in un'Agenzia Viaggi specializzata in turismo religioso e prenotare oggi stesso!
Ho voluto infatti riprovare con un'altra ricetta visto che la precedente non mi aveva soddisfatta perché "non mia", e ne è venuta fuori la Date & Nuts Apple Pie.




sabato 23 ottobre 2010

La Apple Pie di Mary Pie

Adoro tutti i dolci di mele; di tutti gli impasti poi, quello della Apple Pie mi ha sempre colpita, tanto che nella mia mente l'ho subito catalogato come una pasta sfoglia veloce, da preparare al momento se ne ho bisogno e non ho tempo di andare al super sotto casa per comperare quella già pronta (che in ogni caso di solito evito come la peste ogni volta che posso).
Tutto ciò premesso, devo ammettere che per questa tornata dell'MTC ho veramente poche idee, e confuse per giunta. Come dice Fabio, ho provato ad appleicarmi, ma tutto quello che sono riuscita a fare è stata una pesante strizzata di occhi alla Ale e la sua crostata di mele al rosmarino, oltre a un palesissimo tentativo di corruzione della giuria consumatosi lo scorso week-end a Siena.



Il risultato è...


giovedì 21 ottobre 2010

SPUMONE DI FRAGOLE TONIN


Questo blog è appena nato e ha un sacco di difetti; il più evidente è la mia scarsa abilità con le fotografie. In attesa di acquistare Photoshop e imparare a usarlo (se non sai fotografare usa il maquillage, no?), pubblico una mia vecchia ricetta in rosa per aderire alla campagna sulla prevenzione del tumore al seno della LILT, e pazienza se le foto lasciano a desiderare. Spero mi perdoniate.  

Quando ero piccola un'amica di mia mamma le aveva passato un'ottima ricetta di spumone di fragole, presa da un giornale. C'erano fragole, panna e amaretti e nei miei ricordi di bambina era un dolce speciale e buonissimo.
Poi un anno mamma non lo fece più, forse perse l'appunto con la ricetta, non so; fatto sta che lo spumone di fragole non comparve più sulla nostra tavola. Ogni tanto ci pensavo, poi me ne scordavo.

Un anno e mezzo fa, mentre per purissimo caso girellavo tra le bancarelle di un mercatino dell'antiquariato (era davvero un purissimo caso, perché non li frequento mai) sono incappata in uno stand dove erano in vendita dei vecchissimi numeri de La Cucina Italiana, che andavano da metà degli anni '50 a metà degli anni '70.
A parte la mia passione per la cucina, quelle riviste erano incantevoli perché c'era racchiusa dentro la storia del costume italiano. Ne ho sfogliate un po', affascinata dalle pubblicità e dagli articoli di economia domestica, convivenza matrimoniale (bellissima la rubrica "Comprensione in atto"!), educazione dei bimbi, etc. Ne ho comperate 10 e se avessi potuto ne avrei prese di più. Il fatto è che ero con alcune amiche e anche loro ne hanno acquistata qualcuna...

Tornata a casa mi sono messa a leggerle ad una ad una e arrivata al numero di maggio 1965 sono saltata sulla sedia: C'ERA LA RICETTA DELLO SPUMONE DI FRAGOLE!!!!!
Questa meravigliosa gemma di cultura culinaria era rinchiusa in un articolo sullo Chef Tino Nordio, che ha dedicato questo dolce al suo terzogenito Tonin, che dovrebbe avere più o meno la mia età.
La riporto così come è scritta sulla preziosa rivista:

mercoledì 20 ottobre 2010

E' nato...

Ieri sera intorno alle 22.30 è nato il mio blog, dopo una gestazione degna di un elefante e un parto podalico che ha presentato qualche difficoltà agli ostetrici.

La gestazione ha avuto inizio ai primi di aprile 2009, quando mi sono registrata su Blogger con l'intenzione di fare di questo spazio un mero archivio ricette e luogo di riflessioni personali, con accesso limitato alla sola sottoscritta. Presto però mi sono stancata: un archivio ricette su word ce l'avevo già, e le riflessioni personali tendo a tenerle nella mia testa anziché confidarle alla definitività del testo scritto.

Poi Annalù e Fabio di Assaggidiviaggio  e Alessandra di An Old Fashioned Lady, spalleggiati da Flavia di Cuocicucidici, hanno cominciato una vera e propria opera di stalking: "quand'è che apri il tuo blog? Vogliamo il blogghe della Mapi!".
La mia risposta era sempre la stessa: "Mai!", ma a poco a poco la mia resistenza ha cominciato a fiaccarsi, complici anche alcune circostanze esterne, così all'inizio di questa settimana ho cominciato la vera opera di costruzione del blog: la scelta della grafica (la prima era stata assolutamente casuale), dello sfondo, del nome che ho cambiato tante volte, le molteplici richieste di aiuto ai miei mentori di cui sopra e molto altro, hanno tutte fanno parte di un parto podalico felicemente portato a termine.

La Apple Pie di Mary Pie nasce sotto gli auspici del prestigioso MT Challenge di ottobre 2010, in cui la ricetta della sfida è proprio l'americanissima Apple Pie proposta da Annalù. Confesso che questa è la prima ricetta del neonato e già popolarissimo Contest per la quale mi sono trovata fin da subito a corto di idee. L'unica idea che mi è venuta in mente era il nome della ricetta, cioè per l'appunto La Apple Pie di Mary Pie. E' stata Alessandra a suggerirmi di utilizzarlo anche come titolo del blog ed io ho accolto volentieri il suo consiglio.

Ringrazio quindi di cuore anche da questo spazio i miei mentori e sostenitori, non solo per il tifo, l'incoraggiamento e l'aiuto, ma anche e soprattutto per la loro amicizia sincera e disinteressata, che scalda il mio cuore freddoloso d'inverno e gli regala una gradita brezza fresca d'estate.

Mary Pie

lunedì 18 ottobre 2010

Involtini alla Messinese




Come tutte le ricette regionali, ogni famiglia ha la sua; quella che segue è la ricetta della mia famiglia.


E’ una ricetta che mi è particolarmente cara perché ogni volta che la realizzo mi tornano in mente gli allegri pomeriggi al tavolo di cucina nella vecchia casa colonica in Sicilia mentre con le donne della famiglia facevamo “catena di montaggio” per preparare questi deliziosi involtini, tra chiacchiere, risate e pettegolezzi – tutti rigorosamente in dialetto.


Se ne facevano almeno 150, dipendeva dal numero dei commensali; ogni tanto ci scambiavamo di posto nella catena di montaggio per fare qualcosa di diverso. Da bambine io e mia cugina potevamo mettere la fettina di pancetta, ma com’eravamo gonfie di orgoglio il giorno in cui per la prima volta ci è stato permesso di mettere la mollica, arrotolare e infilzare!


Poi mamme, zie e nonna accendevano il barbecue e si occupavano della cottura mentre noi, con l’acquolina in bocca e gli occhi sgranati, guardavamo e sognavamo il giorno in cui ci sarebbe stato permesso di fare anche quello. Intanto potevamo sfilarli dagli spiedini e metterli nella teglia di servizio, aiutandoci con la forchetta: un lavoro da grandi che prendevamo molto sul serio, i faccini intenti e concentrati. Se qualche fratellino o cuginetto entrava in cucina lo invitavamo a uscire con aria di importanza: quello era un lavoro da donnine e loro non potevano assolutamente stare nel nostro regno, figuriamoci.


Oggi la casa colonica non c’è più e maggior parte delle volte gli involtini li faccio da sola, ma con la mente rivado sempre a quei momenti pieni di allegria e di calore. Spesso arrivo all’ultimo involtino mentre ancora sto ascoltando l’ultima bravata di “Melina, la figghia di Margherita, ci penzi…”


Dedico questa ricetta agli amici che sono venuti al Raduno dei Forumisti della Cucina Italiana tenutosi a Siena, dall'8 al 10 ottobre 2010 e in particolare a Maria, eccezionale organizzatrice del raduno, e Patrizia e Stefania, sue bravissime aiutanti.

venerdì 1 ottobre 2010

I pdf delle (st)Renne

Ecco tutti i pdf delle (st)Renne:

In testa i più recenti, ma vale la pena averli tutti!!!!

Mine-Strenne





















(St)rè Chic, la tavola delle feste secondo le (St)renne!



(St)rè Chic gluten-free



Quei gran fichi settembrini gluten-free



I fichi, dolcissimo frutto autunnale, diventano i protagonisti delle nostre ricette.


Estate 2011: Frutti rossi per te...


 tutti pazzi per i frutti rossi, declinati dall'antipasto al dolce!



Pasqua 2011: RinnUoviamoci
Ricicliamo il cioccolato delle uova di Pasqua con 29 ricette golose, dolci e... salate!


Carnevale 2011: Niente è come sembra...
Ricette dolci che sembrano salate, ricette salate che sembrano dolci: perché niente è come sembra...


Dopo l'abbuffata delle feste ci sono rimasti in frigo cotechino, lenticchie, pâté, panettone e pandoro... come riciclarli in modo goloso e non scontato? Ve lo dicono le (st)Renne!





Regali golosi per tutti i gusti!