Di questa ricetta mi sono innamorata fin da quando la feci per Starbooks nel 2014, e da allora è rimasta una delle mie ricette-coccola, a cui ricorro nei mesi freddi: come dissi allora, è un piatto umile, semplice, gustoso e corroborante, perfetto per le fredde serate invernali.
Come tutte le ricette di tradizione, benché siano indicati dei formaggi specifici, si possono adoperare quelli che si vuole, o meglio quelli che si hanno in frigo.
L'autrice del libro da cui l'ho presa, l'indimenticabile Anna Gosetti Della Salda, ci fa sapere che l'origine del piatto risale al Medioevo: fin da quell'epoca la periferia di Asti era cinta da orti coltivati prevalentemente ad aglio e porri.
E' una ricetta molto facile che richiede pochi ingredienti; se non ne avete qualcuno (ad esempio il lardo), non importa: limitatevi al burro, ma non dimenticate l'alloro o la grattatina di noce moscata: regala un aroma veramente delizioso.
Un ultimo consiglio prima di passare alla ricetta: se avete un tegame di coccio, utilizzatelo per preparare questa minestra: il calore vi si diffonde più lentamente ma rimane costante più a lungo. Proteggetelo sempre con un frangifiamma e, se non lo avete utilizzato negli ultimi 6 mesi, tenetelo a bagno in acqua fredda per una notte, per reidratarlo. Se il coccio non l'avete preferite una pentola in alluminio (o rame, se l'avete!), oppure una di acciaio inox con doppio fondo. In tal caso usate il fornello piccolo con la fiamma al minimo per preparare il fondo e aggiungetevi 100 ml di acqua. Rimestate spesso il fondo, qualunque pentola adoperiate, e sorvegliatelo in quei primi 20 minuti, per evitare che si bruciacchi.