venerdì 16 marzo 2012

Salmone "radioattivo" di Marie Curie


La Donna (st)raordinaria di cui voglio parlarvi oggi e a cui ho dedicato una ricetta è Maria Sklodowska Curie.



Nata a Varsavia il 7 novembre 1867 ultima di 5 sorelle, Maria Sklodowska compie i primi studi sotto l’egida del padre, ma è costretta a recarsi a Parigi nel 1892 per approfondirli, perché l’università di Varsavia non ammetteva le donne agli studi. Si laurea in Matematica e Fisica nel 1894 e quell’anno conosce Pierre Curie, un docente di Fisica, che sposa l’anno seguente.

I coniugi Curie si dedicano fin da subito allo studio delle radiazioni, stimolati dalle ricerche di illustri scienziati dell’epoca, e nel luglio 1898 annunciano alla comunità scientifica la scoperta di un nuovo elemento chimico, ribattezzato polonio in onore della patria di Maria. Quello stesso anno scoprono un'altra sostanza sconosciuta e potente, che chiamano radio a causa dell’intensità delle radiazioni che emette. Durante i successivi quattro anni i Curie raffinano una tonnellata di pechblenda, una roccia contenente tanti minerali radioattivi tra cui uranio, polonio e radio, isolando una frazione di radio sufficiente per analizzarne a fondo le proprietà. Intuendo che la radiazione è una proprietà atomica dell'uranio, ma che potevano esistere altri elementi con caratteristiche simili, Maria Curie conia il termine "radioattivo" per designare elementi instabili, il cui nucleo decade con emissione di radiazioni.

Donna di grande cuore e innamorata della scienza, Maria Curie decide di non depositare il brevetto internazionale per il processo di isolamento del radio e sceglie invece di lasciarlo libero per permettere alla comunità scientifica di effettuare ricerche senza ostacoli e favorire così il progresso in questo campo.

Prima donna ad essere ammessa all’insegnamento alla Sorbona, premio Nobel per la Fisica nel 1903 e per la Chimica nel 1911, Marie Curie è stata l'unica donna tra i quattro vincitori di più di un Nobel e, insieme a Linus Pauling, l'unica ad averlo vinto in due aree distinte.

La prima guerra mondiale la vede al fronte intenta a curare i soldati grazie all’aiuto di automobili attrezzate con apparecchiature ai raggi X e gli anni successivi la vedono negli Stati Uniti a raccogliere fondi per continuare le ricerche sul radio.
Fonda a Parigi l’Institut du Radium (oggi noto come Institut Curie) nel 1909 e nel 1923 ne fonda uno analogo a Varsavia.

Muore il 4 luglio del 1934 di anemia aplastica, conseguenza della lunga esposizione alle sostanze radioattive, e dona all'umanità i risultati delle sue ricerche.  

Dal 1995 riposa al Panthéon accanto al marito Pierre, prima donna ad esservi sepolta per meriti propri; per timore delle radiazioni però, la sua bara è stata avvolta da una camicia di piombo.

A tutt'oggi i suoi appunti di laboratorio successivi al 1890 e perfino i suoi ricettari di cucina sono considerati pericolosi a causa della lunga esposizione alle sostanze radioattive e sono conservati in apposite scatole piombate; chiunque voglia consultarli deve indossare apposite tute protettive.


Ancora una volta quindi mi trovo ad aver scelto una donna di cui non è possibile – sebbene per motivi diversi – consultare il ricettario, ma questo non è un problema: Maria Curie ha coniato il termine radioattivo… e io in suo onore ho preparato un salmone marinato dall’aspetto radioattivo! ^_^ Per darvi un'idea della differenza con il salmone gravlax normale, vi mostro la foto del prima e dopo la cura:




SALMONE "RADIOATTIVO" CON CARAMELLO ALLA BIRRA ROSSA
(Da un'idea di Danilo Angè)

Dico da un'idea di Danilo Angè perché un mesetto fa mi è arrivata la newsletter di un corso da lui tenuto, in cui tra i vari piatti figurava un salmone marinato nella barbabietola con caramello alla birra. Non avendo partecipato al corso non ho idea di come l'abbia effettivamente preparato; io lo propongo così.

1 filetto di salmone gravlax, circa 1 kg
2-3 barbabietole cotte
Sale

Per il caramello alla birra:
2 cucchiai di zucchero semolato
2 cucchiai di birra rossa doppio malto

Tagliare le barbabietole a pezzetti, metterle nel bicchiere del frullatore a immersione e frullarle riducendole in purea. Salarle leggermente.
Prendere uno dei due filetti di salmone gravlax appena sciacquato dalla sua marinata e asciugato tamponandolo con carta da cucina.
Adagiarlo su una teglia con la pelle verso il basso e versarvi sopra la purea di barbabietola, distribuendola uniformemente e massaggiandola delicatamente perché penetri nelle carni.
Coprire con pellicola da cucina e far marinare in frigorifero per 24 ore (io, uhm, l'ho dimenticato per 2 giorni e mezzo e alla fine è risultato fin troppo rosso ^_^).
Trascorso questo tempo eliminare la purea di barbabietole (volendo, tenerla da parte e servirla insieme al salmone), sciacquare il filetto e asciugarlo bene tamponandolo con carta da cucina.

Affettare il salmone sottilmente in diagonale: la barbabietola avrà colorato la parte più esterna della polpa, dandogli un aspetto “radioattivo”.

Preparare il caramello alla birra: mettere lo zucchero in un pentolino, versarvi sopra 2 cucchiai di birra che si avrà avuto cura di versare in un bicchiere almeno mezz’ora prima per sgasarla. Mettere il pentolino sul fuoco con la fiamma al minimo e attendere che lo zucchero diventi di un bel colore caramello dorato.

Disporre le fettine di salmone su un piatto, versare qualche goccia di caramello alla birra, decorare con fettine di limone e servire.


21 commenti:

  1. Questo genere di radioattività mi fa uno strano effetto...modifica il campo magnetico e mi attira verso il pc!! ;)

    A me sembra bellissimo di quel colore lì!

    ciao loredana

    RispondiElimina
  2. Mapi, ti prego, non depositare il brevetto di questa ricetta, fallo per l'umanità :-)
    Fabio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. scusate...io proprrei prima l'istituzione di un comitato scientifico, votato alla degustazione di tutti i prodotti finiti, così come escono dal laboratorio di questa donna.... perchè quando c'è in ballo l'umanità, mica si può scherzare...:-)
      e comunque, ok: non è vero che sei la più brava di tutti, non è vero che sei straordinaria, non è vero che sei bionica: ma radioattiva, almeno, te lo posso dire??? :-)))

      Elimina
    2. Hmmm... radioattiva me lo puoi dire, per tutto il resto non sono d'accordo! ;-)

      Elimina
  3. E' il mio idolo, la mia stella, la mia meraviglia! Una donna, finalmente, senz'altri aggettivi. Scelta fantastica, approvo e applaudo. (E ora mi leggo la ricetta.) :-)

    RispondiElimina
  4. Mi permetterei di aggiungere una informazione: lo studio delle radiazioni e dei materiali radioattivi fu scelto da Marie, non da Pierre, come argomento per la sua tesi di dottorato, anche se molto del lavoro successivo lo fecero comunque insieme e ci tennero sempre a sottolinearlo. L'intuizione di indagare in quella direzione fu però di lei. Isolare fisicamente il radio dalla pechblenda, un lavoro di fatica anche fisica, fu compiuto innanzitutto da lei. Altra prova del suo altruismo è il servizio di radiologia fisso e itinerante da lei organizzato e fisicamente costruito per l'esercito francese durante la prima guerra mondiale, nonché la scelta di dare alla Francia in guerra i suoi risparmi, tra cui il denaro vinto con il Nobel. Adesso mi imbavaglio da sola, giuro!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie di cuore Pellegrina: come giustamente dici tu ci sarebbero tante, tantissime cose da dire su di lei, quindi ti ringrazio tantissimo per le precisazioni! :-D

      Elimina
  5. per ovvie ragioni professionali (sono fisica anch'io, anche se non "pratico" ma insegno) marie curie è un personaggio che amo molto.

    e trovo favolosa questa ricetta, molto in tema con il suo coraggio e voglia di sperimentare.

    e mi associo a fabio e annalù... non la brevettare!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Gaia! No, non brevetto niente: dopo tutto ho preso l'idea da un signor Chef... ;-)

      Elimina
  6. Io dico solo che è una fortuna per i partecipanti al contest gluten free, che tu sia un giudice e non puoi essere in gara...
    Tu sei OLTRE!

    RispondiElimina
  7. uffa, avevo pensato anch'io proprio a lei, vabbè, la ricetta è molto diversa, penserò ancora un po'.
    Il tuo salmone è bellissimo, sia il colore che la preparazione!

    RispondiElimina
  8. ma avete visto questa donna cos'è capace di creare in cucina?? e con la macchina fotografica poi! ma non esiste il nobel per la miglior foodblogger???????
    brava mapiiiiiiii!

    RispondiElimina
  9. Ho sempre ammirato questa donn, da quando ho letto la sua biografia scritta da una delle figlie Eva. Si aggiunga per amore di cronaca che anche sua figlia Irene con il genero Jolit vennero insigniti col premio Nobel per la chimica. Una famiglia di scienziati, di geni. Nella biografia si apprende che la grande scienziata non sapesse neppure farsi un brodo; non aveva avuto mai il tempo di imparare...pertanto Mapi, nessun ricettario da consultare comunque!!
    Miriam

    RispondiElimina
  10. molto interessante la ricetta. complimenti. e complimenti ancora più grandi per il ritratto di questa straordinaria donna!

    irene

    RispondiElimina
  11. Quando hai parlato di salmone radioattivo ho cominciato a cercare di immaginare cosa avresti combinato, fino ad arrivare a pensare che avresti potuto deliscarlo con la fiamma ossidrica...ma come vedi la mia immaginazione non arriva a percepire nea che lontanamente i tuoi livelli di genialità' . Il colore di questo salmone e' palpitante, altro che radioattivo. E la ricetta mi ha emozionato, come il tuo post. Grazie Mapi. Un bacione, Pat

    RispondiElimina
  12. altra grandissima donna...davvero ammirevole!
    il tuosalmone è originalissimo e super gustoso!

    RispondiElimina
  13. questa marinatura è molto interessante, da brevetto :D
    buon we

    RispondiElimina
  14. NON TOCCATELO!
    Questo salmone radioattivo va assolutamente sequestrato e trasportato in tutta sicurezza nella mia cucina.
    Lo faccio per il vostro bene.
    Davvero!

    RispondiElimina
  15. Complimenti primo per la scelta della donna (st)raordinaria di cui hai parlato e, secondo, per la realizzazione di questo piatto che è veramente strepitoso! ^_^
    Baci
    Anna Luisa

    RispondiElimina
  16. Si può forse non ammirare madame Curie? Quindi sulla scelta della donna straordinaria, più che straordinaria, non dico niente che non sia già stato detto. In quanto alla ricetta mi disorienta, mi chiedo quale sarebbe la reazione dei miei tradizionalissimi familiari se la portassi in tavola!!! Bellissima idea.

    Grazie per il commento da me... chissà perché ero veramente convinta di essere tra i tuoi lettori... ma ho rimediato :)

    Anna

    RispondiElimina

Nella Apple Pie c'è posto per tutti, tranne i maleducati e gli spammer. :-)

Everybody is welcome here, except rude people and spammers. :-)